comunicato stampa di comunità lucana

Noi non delegheremo alcun rappresentante di lista

 

La democrazia reale, quella cioè che dovrebbe essere l’applicazione pratica di una serie di principi su cui è basato il nostro ordinamento, non inizia dalle elezioni e non finisce certo nel voto, pur non prescindendone ovviamente mai, anzi essendo la stessa declinazione della democrazia basata sui numeri maggiori di chi approva una certa posizione rispetto ai minori di chi ne propone altre, pertanto saranno i primi a governare nel rispetto dei diritti dei secondi a dissentire ed a fare opposizione in tutti le forme in cui questi lo ritengano necessario.

 

Diventa così estremamente importante passare dal momento della richiesta del consenso ad un progetto – e mentre le richieste sono tante, di progetti da queste parti non se ne sono visti affatto – al momento della conta in voti che poi fanno consigli, presidenti, sindaci, maggioranze, minoranze.

 

Occasionalmente in Italia ci è capitato in questi ultimi tredici anni di ascoltare di voci di brogli durante le operazioni di spoglio delle schede – brogli mai dimostrati d’altronde, seppur episodicamente riscontrati – voci che però, senza essere mai stati causa di alcun riconteggio o ribaltone dei risultati finali, un effetto lo hanno pur sortito, insinuare il dubbio nell’opinione pubblica.

 

Dubbio che, lungi dall’essere poi dimostrato in fatti concreti, diviene sfiducia indotta in un meccanismo elettorale che ha a che fare con lo stesso concetto di democrazia e sul quale mai si dovrebbero nutrire sospetti o lanciare dubbi, pena la minimizzazione della fiducia che il cittadino ripone nella stessa democrazia. Chi abbia spesso lanciato tali dubbi senza preoccuparsi del nefasto effetto sulle coscienze di tali proclami è notorio a tutti, ma il punto non è certo quello di denunciare chi tanto disinvoltamente ha gettato ombre lì dove piena luce deve essere, quanto chiedersi se la fiducia dei cittadini nella democrazia non venga alterata da voci delegittimanti la democrazia come sistema di valori in cui un paese si è riconosciuto – e si riconosce ancora – da sessant’anni a questa parte.

 

La legge elettorale del nostro paese, allo scopo di tutelare chiunque partecipi alle competizioni elettorali, prevede la figura dei rappresentanti di lista, cioè militanti di un partito che, delegati ad assistere alle operazioni di spoglio e compilazione dei verbali presso ogni sezione ed ufficio elettorale, costituiscono garanzia alla giustezza formale e sostanziale delle operazioni stesse nel diritto di ciascuna parte a controllare che tutto abbia il diritto come fondamento della verità e che non vi siano abusi a detrimento del diritto alla verità.

 

Avere quindi rappresentanti delle parti politiche a sorvegliare le operazioni di spoglio dovrebbe farci sentire tutti tutelati nella certezza che quanto immesso dai cittadini nelle urne rappresenti poi quanto ne esca e venga conteggiato, ma negli ultimi anni per le pratiche sconnesse di una democrazia che vive di piccoli e grandi abusi e di piccole e grandi furbizie a corredo e sostegno degli abusi stessi, la figura del rappresentante di lista pare essere diventata altro, così piuttosto che essere quella del militante che ha a cuore le sorti dell’idea del mondo che pur un partito – il suo ovviamente – dovrebbe rappresentare, quella del rappresentante di lista pare essersi consacrata in quella del furbetto che necessita di una giornata giustificata di assenza dal lavoro.

 

Contraddizioni della politica italiana, si è giunti così spesso al paradosso di partiti che distribuiscono a iosa deleghe a rappresentanti di lista o nella pia illusione di un voto in più in cambio di quel piccolo favore o peggio nella più consolidata e cattiva pratica di considerare tutti gli atti della politica come un do ut des che tutto pone in vendita, compreso il diritto a controllare atti della vita democratica importanti come lo spoglio delle schede contenenti ciò che la Costituzione chiama con giusta enfasi la volontà popolare.

 

Sarà così per non umiliare la nostra Carta Suprema in un mercimonio o perché ancora crediamo che la democrazia regga il confronto anche con le voci o le possibilità concrete di brogli, o magari perché alla base di una democrazia compiuta deve esserci la fiducia assoluta del cittadino nella correttezza dell’istituto elettorale, che noi di Comunità Lucana – Movimento No Oil abbiamo deciso di non delegare rappresentanti di lista presso i seggi, fiduciosi che il concetto di democrazia sia ormai fatto concreto nella cultura del nostro popolo e che non si abbisogni d’altro a costruzione della democrazia reale in questa terra che di quella naturale buona fede che, lungi dall’essere dabbenaggine, sia il diritto a credere che esiste un concetto Alto a cui affidarsi, la democrazia, nella certezza che il diritto alla cittadinanza implichi anche il diritto alla verità.

  Miko Somma,Comunità Lucana – Movimento No Oil