Evasori fiscali:Digilio (Fli),al Sud ci sono compagnie petrolifere

07/01/2012 09:34

 

BAS  “C’è un modo concreto per smentire la campagna leghista contro gli evasori fiscali al Sud come ritorsione dopo l’operazione a Cortina: verificare il comportamento delle compagnie petrolifere che estraggono il petrolio in Val d’Agri”. A sostenerlo è il sen. Egidio Digilio (Fli). “Condivido in proposito l’iniziativa avviata dalla sen. Adriana Poli Bortone che – sottolinea – ha denunciato, a fronte dell’aumento dei carburanti, una molto probabile evasione fiscale da parte delle grandi aziende petrolifere, di molte decine di milioni di euro all’anno. La collega senatrice non fa che riprendere una mia battaglia che risale al 2008. Da allora, appena eletto in Senato, segnalai che una parte significativa del petrolio estratto nella Val d’ Agri, finisce in export: più di 540 mila tonnellate l’anno, il 12,43% della produzione regionale, sono vendute all’ estero, con un incasso di circa 200 milioni di euro l’anno. E a comprare il grosso (quasi il 70%, per 139 milioni) è una società che opera in Turchia nel comparto energetico. Quasi un giorno a settimana i pozzi della Lucania pompano greggio per la Turchia. Dal 2008 ho chiesto al governo quali iniziative intende prendere affinché l’ Unmig, e cioè l’ Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e la geotermia, che fa capo al ministero dello Sviluppo economico, “adegui la propria attività di verifica e controllo”. L’ Unmig, ricordo, è l’ organo preposto al rilascio delle licenze petrolifere che, per ora, non fornisce comunicazioni adeguate sull’ export di greggio verso la Turchia. Anche se tra i suoi compiti c’è anche quello di rilevare quanto gas e petrolio viene prodotto. La misurazione avviene quotidianamente. I dati vengono quindi trascritti nei registri a disposizione della Finanza. Ma, particolare non certo irrilevante, i contatori sono presenti solo nel Centro olii di Viggiano, che funziona come bacino di raccolta del greggio, poi instradato, tramite oleodotto, fino alla raffineria di Taranto. Non c’è pertanto -¬ dice Digilio – una verifica adeguata.
A questo – continua – si aggiunga, come ha denunciato la sen. Bortone, che la misurazione del prodotto petrolifero avviene attraverso la densità dello stesso in rapporto all’acqua. L’acqua è 1, il gasolio mediamente 0,840. Questa misura equivale ad un litro di acqua. Nel calcolo matematico si prende il peso del prodotto, prima si calcola la tara dell’autobotte, poi il lordo, con il prodotto dentro e dunque si desume il peso netto del gasolio. E lì cominciano le differenziazioni. Per fare un esempio pratico: 10.000 kg diviso 0,840 (densità riscontrata a 15 gradi centigradi) si hanno 11.900 kg. Su questo la compagnia versa allo Stato l’accisa allo stato di 0,47220/litro. Quindi nel caso specifico di Taranto c’è un’anomalia, come in tutto il sud d’Italia, dove la temperatura esterna supera abbondantemente i 15 gradi. Nel momento in cui si va a caricare il prodotto ad una temperatura esterna di 30-35 gradi, la differenza è che il prodotto non è più 0,840 (la densità di riferimento), ma 0,820. La compagnia incassa l’accisa su 300 litri in più rispetto a quella che ha pagato.
Non so in base a quali elementi la sen. Bortone ha stimato su Taranto, dove arriva il greggio estratto in Val d’Agri attraverso l’oleodotto da Viggiano, in maniera molto prudenziale, un mancato versamento di accisa di 60 milioni annui, ma credo che sia una cifra non proprio lontana dalla realtà sopratutto perchè non tiene conto della quantità di greggio esportato in Turchia senza una verifica rigorosa”.

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riporto perchè il senatore di gilio ha l’immunità parlamentare, il sottoscritto no…poi vi sono degli errori grossolani, ma la sostanza è quella!!!