Pollino, Parco: le misure per abbattere i cinghiali 31/01/2012 10:25

BAS   Centonovantuno nuovi esperti nel censimento e prelievo di ungulati o meglio selecontrollori del Parco Nazionale del Pollino che l’altra sera hanno ricevuto l’attestato di partecipazione al corso e che a breve potranno rispondere al bando e sottoscrivere la collaborazione con l’ente parco per l’abbattimento controllato dei cinghiali. Lo rende noto il vicepresidente del Parco nazionale del Pollino franco Fiore. “Il problema ungulati nell’area protetta Calabro-lucana è al centro di dibattito da tempo a causa dell’elevato numero dei maiali selvatici e dei danni che arrecano alle coltivazioni. Il Parco – dice il vicepresidente Franco Fiore – sta portando avanti una seria politica per il controllo della presenza della specie nell’area protetta dove è massicciamente presente causando gravi problemi all’agricoltura e generando preoccupazioni per l’incolumità pubblica delle popolazioni. Diversi i punti di intervento, tra cui l’abbattimento selettivo del Cinghiale, misure che dovranno e potranno essere adottate da persone opportunamente formate ossia selecontrollori. A ciò si aggiunge la cattura da parte degli agricoltori con appositi chiusini che gli stessi potranno installare e gestire. Oltre all’indennizzo per i danni riconosciuti, ricordo – continua Fiore – che gli uffici stanno lavorando per accelerare l’iter burocratico delle pratiche presentate, sarà previsto un contributo per la realizzazione di apposite recinzioni, per prevenire i danni.
La problematica dell’invasività e della eccessiva presenza del cinghiale nei nostri territori è un problema che va certamente affrontato con gli strumenti consentiti dalla legge ma anche concentrando e unendo le forze, il corso di formazione è uno degli strumenti che dovrà portare al ridimensionamento del problema”.

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chi di voi mi segue da qualche tempo saprà delle mie idee sulla caccia (sono del tutto contrario, ma essendo attività permessa dalle leggi la mia è una contrarietà di fondo e non nel merito specifico) e quanto io creda questa dovrebbe essere limitata per qualche tempo in rapporto alla conservazione di specie al momento per lo più introdotte articialmente dagli stessi cacciatori, ma che, una volta ripresa la naturale genia della selvaggina in loco, potrebbe riprendere senza troppo alterare gli equilibri e nella assoluta proibizione di far entrare altri cacciatori che non siano i pochi lucani, nel territorio regionale…in rapporto al lancio…certo l’abbondanza di cinghiali è al momento un serio problema nel parco del pollino ( e non solo), tale da esseresi resa necessaria una campagna mirata di abbattimento, campagna alla quale, certo a malincuore, devo associarmi…ma una rapidissima considerazione…come mai quei cinghiali hanno proliferato tanto sino a diventare un problema?…

più ordini di causa ovviamente…primo, l’introduzione di specie non autoctone (cinghiale del balcani) da parte degli stessi cacciatori, specie molto più resistenti e dalle dimensioni maggiori dei relativamente piccoli cinghiali locali, che in breve hanno soppiantato questi stessi, prima tenuti a bada dai predatori naturali ora del tutto incapaci di predare animali più grandi ed aggressivi…secondo, una generale diminuzione del predatori frutto certamente di più cause, ma primariamente della caccia di frodo, degli abbattimenti illegali e dalla maggiore antropizzazione dei luoghi…terzo, una cultura troppo chiusa rispetto al prelievo di fauna selvatica (una problematica della legge istitutiva dei parchi ed innegabilmente anche di alcuni eccessi ambientalisti, pur sacrosanti) che nel mentre proteggeva alcune specie sensibili, coinsentiva a specie più resistenti (appunto i cinghiali) di prosperare oltre ogni limite…e tante altre considerazioni che ovviamente non è questa il momento di esternare…bene quindi la formazione dei cacciatori, ma rimane un punto…siamo certi che il diploma basti e che non sia necessaria anche una presenza costante del corpo forestale a controllare la reale selettività degli abbattimenti?