Com. stampa Comunità Lucana-Movimento No Oil verso il partito della Comunità Lucana

questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

                                                  

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Politica lucana e permesso Monte Cavallo…chiudere un occhio oggi per trovarsi ciechi domani

  

Le aspettative di Shell di trivellare, nelle more di iter di autorizzazione che pericolosamente si stanno spostando sempre più in ambito regolamentare da parte del Ministero dello Sviluppo Economico per il combinato disposto dei decreti liberalizzazioni e competitività in ulteriore aggravio a quanto alla Legge 99/09, le montagne a cavallo tra Campania e Basilicata ricadenti nel permesso Monte Cavallo devono immediatamente ricevere negativa risposta dalla Regione Basilicata ancorché questa risposta rivesta i caratteri della sostanza politica prima ancora che amministrativa.

 

 

E’ da ricordarsi infatti che le suddette montagne inquadrano un bacino di macrofornitura di acque che assomma a circa il 15% del totale delle acque lucane, oltre ad essere in buona parte interessato dalla perimetrazione del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, rivestendo carattere altamente strategico, sia in ordine alla corretta gestione del bene primario acqua messo in questo caso a forte rischio dalla natura idrosolubile dei fluidi di trivellazione (quindi facilmente disperdibili a contatto con vene d’acqua, nel fenomeno del “pozzo che beve”), e ciò anche in relazione all’addendum di recente firmato dal presidente De Filippo, sia alla più generale invadenza delle compagnie petrolifere che andrebbe in modo inequivoco e senza infingimenti subordinato agli obiettivi regionali in materia di programmazione dei territori e delle risorse, anche in presenza di sole richieste di prospezione.

 

 

Si è cioè in presenza di rilevanze strategiche tali per la nostra regione (l’acqua nella sua rinnovabilità e necessità di essere tale) da rendersi del tutto inaccettabile qualsiasi tentativo di utilizzo altro di zone in cui è la purezza dell’ecosistema a garantire la qualità idrica e la continuità della fornitura (e ciò al netto di considerazioni tecniche sul tipo di intervento di ricerca e di considerazioni amministrative sullo stato della richiesta), e da necessitare di una decisione politica immediata che ponga al riparo quelle creste montuose da ogni obiettivo di ricerca di idrocarburi, condizione questa che crediamo debba passare in Consiglio Regionale con priorità assoluta, anche in rapporto ai numerosi dissensi registrati tra i sindaci dei comuni il cui territorio ricade nel limiti del permesso stesso.

 

 

Chiediamo, in sostanza, che sia la politica ad esprimersi preventivamente e non gli uffici ad assentire i passaggi meramente burocratici a cui si tenta sempre di ridurre la materia delle ricerche di idrocarburi in questa regione, con ciò assumendo la politica stessa le responsabilità in merito in virtù della potestà di indirizzo e programmazione delle scelte che crediamo non possano essere delegate a burocrati, ma assunte in prima persona dai rappresentanti eletti del popolo lucano nella assise di una discussione di Consiglio e non nelle salette della Giunta Regionale.

 

 

E’ da lungo tempo che questo movimento chiede che si addivenga a limiti all’attività delle compagnie petrolifere sul nostro territorio espressi nelle forme istituzionalmente corrette e non limitate alle “vaghe” promesse di un presidente e peraltro subordinate al memorandum, limiti che vadano oltre la genericità delle prescrizioni ambientali di vincolo troppo facilmente aggirate ed oltre le contestualità del momento economico che potrebbe far allentare ancor di più le remore ambientali in cambio del totem royalties e promesse di occupazione, ma che afferiscano in primo luogo al dovere di tutela del territorio lucano ed alla programmazione conseguente.

 

 

Non pretendiamo quindi che le nostre idee, che ricordiamo andare oltre l’ambientalismo per giungere alla sintesi di un altro modello di sviluppo locale che dall’ambiente e dalla necessità di non prescindere mai dalla sua tutela come forma di investimento per il futuro trasla in programma, diventino idee della politica che “momentaneamente” gestisce la regione ed i suoi modelli-non modelli di sviluppo, ma forte e chiaro arrivi il messaggio che deve essere subito posto un limite alle richieste delle compagnie ed a quella forma di ipocrisia delle classi dirigenti che il petrolio da noi faccia meno disastri che altrove.

 

 

La politica lucana si esprima quindi subito sul permesso Monte Cavallo, prima che sia troppo tardi per opporre sterili lamentazioni su conferenze di servizi a cui si sarà chiamati solo a dire si nelle more del processo di colonizzazione energetica in atto del territorio regionale, perché chiudendo un occhio oggi ci si ritroverebbe ciechi domani.

 

 Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil