non commenterò i seguenti lanci sull’intesa per la nomina del totaro a presidente del parco…mi sono gìà espresso stamane e per tempo…e con maggiore compiutezza, presumo, dell’ufficio legale della regione che cita un comma e non ne cita altri…

Intesa presidente Parco: legge la chiede a Presidente Regione19/03/2012 14:27    Chiarimento tecnico dagli uffici del Dipartimento Presidenza dopo la nota del sen. Digilio AGR   In merito alla nota diramata dal sen Egidio Digilio, gli uffici della Regione Basilicata precisano quanto segue.
L’art.9 comma 3 della legge 6 dicembre 1991, n.394 (Legge quadro sulle aree protette), in materia di nomina dei presidenti degli Enti Parco nazionali recita testualmente: “Il Presidente dell’Ente Parco è nominato con decreto del Ministro dell’Ambiente, d’intesa con i Presidenti delle Regioni o delle Province autonome di Trento e di Bolzano nel cui territorio ricada in tutto o in parte il parco nazionale”.
Tanto si ritiene doveroso precisare, senza entrare in considerazioni di carattere politico, al solo fine di dare certezze in merito alle procedure seguite. Procedure, del resto, richiamate anche dal Ministero dell’Ambiente che, con nota dello scorso 15 marzo, ha formalmente invitato il Presidente della Regione Basilicata ad esprimere l’intesa proprio sulla scorta della citata norma

Presidente Parco Appennino lucano, interviene il senatore Digilio19/03/2012 12:55BAS  “La nomina a presidente del Parco Nazionale Appennino Lucano non spetta né al Presidente della Regione Basilicata De Filippo e né al Ministro dell’Ambiente Clini, ma spetta agli organi amministrativi dell’Ente (Consiglio Direttivo e Comunità del Parco) e coinvolge innanzitutto i Comuni che ne fanno parte, i soggetti sociali e dell’associazionismo ambientalista e civile”. E’ quanto sostiene il segretario regionale di Fli sen. Egidio Digilio, aggiungendo che “la scorrettezza istituzionale è contenuta nel disco verde dato al passaggio senza ostacoli da commissario a presidente” .
In discussione non è la competenza che l’attuale commissario Totaro ha acquisito in questi anni in cui ha esercitato le funzioni commissariali, quanto piuttosto, da una parte, la forzatura attraverso una scelta che esautorerebbe completamente le autonomie e le comunità locali, contravvenendo specifiche normative di legge (a meno che non si vogliano interpretare a proprio uso e consumo), e dall’altra, l’ennesimo caso di inciucio con il Pdl. Non regge la tesi che in passato, quando al Ministero all’Ambiente c’era Prestigiacomo, la Regione contestava la nomina del commissario e adesso che c’è un Ministro-professore è stata sufficiente una telefonata del Ministro Clini per far sbocciare l’amore tra Regione e Governo. La contraddizione politica del comportamento del Presidente De Filippo è sin troppo evidente e – continua Digilio – mi meraviglia che sinora tra i suoi alleati, specie quelli di IdV che a livello provinciale e regionale non hanno mai risparmiato critiche alla scelta del commissario governativo e non hanno mai smesso di sollecitare il superamento per consegnare la gestione del Parco agli organi democratici, non si sia levata nessuna voce non dico di contestazione ma quanto meno per chiederne conto. Se invece la strategia è quella di tenersi buono il Pdl perché necessario a fare da “cavallo di Troia” contro le mura ciclopiche erette dal Governo Monti e dalle compagnie petrolifere a presidio proprio di quei pozzi a due passi dal Parco, si abbia l’onestà intellettuale di ammetterlo. Del resto l’apertura manifestata dal Partito-Regione alle opposizioni e alle minoranze del Consiglio Regionale è attesa nei prossimi giorni da altri atti di concessione, fatto salvo sempre il principio di pseudo competenza, di posti di sottopotere in enti, agenzie, società e strutture sub-regionali che completeranno il “Patto Pd-Pdl del Parco Appennino Lucano”.