un intervento di astronik

Uagliò, qui di seguito il post pubblicato un minuto fa sul mio blog a questo link,

http://www.astronik.ilcannocchiale.it/post/1982088.html

l’ho pure mandato ai giornali locali, non se pubblicheranno…..

Ti sarai certamente accorto che è iniziata una vergognosa campagna mediatica per favorire nuove trivellezioni e si usano mezzi subdoli per prendere per il culo noi lucani….

Bisognerebbe usire dai recinti mediatici locali e trovare consensi fuori regione… come fare?

Cià.

Petrolio sempre petrolio. Sui media non si parla altro che di petrolio, del suo vertiginoso aumento e delle tragiche conseguenze sull’economia mondiale. Anche in Basilicata le cronache quotidiane non possono fare a meno di trattare tematiche legate al petrolio. Robin tax, royalties, Tempa Rossa, Valdagri, riduzione del prezzo dei carburanti per i lucani sono i tag più ricorrenti.

Qualche giorno fa il quotidiano romano “il tempo” pubblicò un reportage dalla Lucania in cui il giornalista magnificava il connubio ambiente-petrolio in maniera davvero scandalosa, con un articolo superficiale il cronista metteva in evidenza i benefici ottenuti dai lucani per le royalties incassate in questi anni.

Oggi è un articolo di Giuseppe Zaccaria, questo il nome del giornalista sceso in Basilicata per constare le mirabilie di una regione baciata dal benessere, su  “La Stampa” di Torino ad occuparsi del petrolio nostrano, ma già dal titolo del reportage Quel pezzo d’Italia salvato dal petrolio, ti cascano le braccia

Nel corpo dell’articolo si fa riferimento alle vicende politiche di questi giorni che hanno illuso i lucani perché nella manovra finanziaria di recente varata non c’è traccia di ulteriori fondi da destinare alla regione maggior produttrice di petrolio in Italia. Nessun accenno da parte di questi inviati ai danni arrecati all’ambiente, in una regione dove anche gli aumenti dei casi di tumori viene tenuto quasi nascosto, ci si dimentica che il piano di monitoraggio ambientale che doveva partire insieme alla perforazione dei pozzi in Valdagri è ancora al palo nonostante 10 anni di estrazioni, ne Il Tempo ne La Stampa accennano ai danni all’agricoltura nei pressi dei pozzi, delle tante lamentele di chi è costretto a vivere fra olezzi e aria inquinata. Il monitoraggio fino ad oggi è stato affidato alla stessa ENI che estrae il petrolio e, da che mondo è mondo, nessun oste ha mai parlato male del suo vino.

A me e a tanti lucani questo interessamento per il petrolio lucano insospettisce non poco, c’è un assedio mediatico senza precedenti (solo l’altro ieri la società che dovrebbe fare le ricerche a Brindisi di Montagna ha addirittura presentato un sito internet per imbonire noi lucani).

La realtà è un’altra ma sono in poche le testate giornalistiche che la evidenziano.

La Basilicata vive da qualche anno un lento ma inesorabile declino che è certificato da ISTAT ed altri istituti specializzati. Popolazione in continuo calo, sempre meno nascite, povertà che assale fasce di popolazione sempre più ampie, un tessuto industriale che si è letteralmente liquefatto (resiste, per quanto? solo il polo automobilistico a Melfi), aree industriali deserte, emigrazione a livelli di inizio del ventesimo secolo (a partire non solo manodopera ma soprattutto cervelli), una situazione infrastrutturale sempre più carente (la rottura di un ponte sulla Potenza-Sicignano ha messo a nudo la fragilità dell’intero sistema viario lucano), isolamento di tutte le aree interne, perdita di servizi e peggioramento della qualità della vita derivante dalla fuga o del ridimensionamento delle principali Aziende (FF SS, ENEL, ITALGAS, TELECOM, POSTE), un sistema scolastico che si ridimensiona sia per quanto riguarda gli alunni che per il numero degli insegnanti, l’agricoltura che vede i campi svuotarsi. La finisco qui per evitare una crisi di depressione ma è questa la fotografia della Basilicata di oggi. Ed in questo desolante panorama è fin troppo facile desumere che il petrolio non ha cambiato la vita ai lucani e alle popolazioni della Valdagri, anzi..

Esiste un’altra Basilicata, quella dei comitati spontanei sorti per opporsi a nuove e sempre più devastanti perforazioni, gente qualsiasi che ha capito che non si deve continuare a svendere l’intera regione alle lobbies dell’energia presenti in Basilicata in maniera massiccia insieme a quelle dei rifiuti.  Ma questi movimenti trovano spazio solo sulla stampa locale o su internet, la grande stampa è a servizio solo dei petrolieri..