24/05/2013

chiaro che i partiti devono ritornare ad essere macchine di ragionamento collettivo in maggior parte volontaristiche e con bilanci più accorti alle spese, ma stante che i costi ci sono comunque e non del tutto comprimibili, con l’abolizione tout court del finanziamento pubblico le entrate degli stessi sarebbero costituite dalle rimesse degli eletti, dal libero finanziamento degli iscritti, da donazioni, etc etc…  
 
a qualcuno viene per caso in mente che così facendo si lascia spazio libero ai finanziamenti più o meno velatamente lobbystici ed al prevalere di strutture di raccolta fondi sempre più “americane” all’interno degli stessi partiti, così quasi completamente orientati dal segno di alcuni finanziamenti cospicui?…
 
non è forse poco casuale che proprio enrico letta si faccia interprete di una abolizione che di fatto spalanca la porta ai lobbysti sin da questo consiglio dei ministri?
 
miko somma