un santuario dell’età del bronzo…scoperta da validare però…

Oliveto L.: Petre de la Mola era “Santuario” dell’Età del bronzo

22/12/2013 16:31
immagine sito di Monte Croccia

immagine sito di Monte Croccia

BAS “Petre de la Mola”, il complesso megalitico situato a Monte Croccia nella riserva antropologico-naturalistica del Parco di Gallipoli Cognato, era un santuario dell’Età del bronzo. Lo hanno confermato – si legge in un comunicato diffuso da Olea-Pro Loco di Oliveto Lucano, Comune e Gruppo Archeologico Lucano – i sopralluoghi effettuati nell’area sabato scorso che hanno portato alla scoperta di altri marcatori calendariali e di un reperto dell’Età del bronzo, avvalorando così la valenza astronomica e cultuale del sito. I nuovi elementi, in continuità con i primi studi che furono condotti da una èquipe multidisciplinare guidata dal prof. Emmanuele Curti, – aggiunge il comunicato – sono emersi durante una escursione che anticipava la visita guidata, nel pomeriggio, per l’osservazione, al tramonto, del raggio di sole che si insinua nella spaccatura della roccia, nel giorno del solstizio d’inverno. E’ stato Alberto Scuderi, vice direttore nazionale dei Gruppi Archeologici d’Italia a ritrovare, all’interno di un bacino posto sulla sommità del megalite, un piccolo frammento ad impasto dell’Età del bronzo. «Questa testimonianza – evidenzia il prof. Vito Francesco Polcaro, dell’Istituto nazionale di Astrofisica di Roma che ha descritto il fenomeno dell’allineamento diretto alla posizione del sole al tramonto del solstizio d’inverno – è l’ulteriore conferma che per il calendario di pietra di “Petre de la Mola” è ormai da scartare la casualità. Eravamo già a conoscenza di due bacini artificiali scavati nella roccia per raccogliere l’acqua piovana. La recente scoperta è la prova definitiva che questo sito fosse un luogo di culto”.
Le incisioni sul calcarenite sono state scoperte dagli archeologici Ferdinando Maurici e Leonardo Lozito, rispettivamente dirigente dell’assessorato ai Beni culturali della Regione Sicilia e presidente del Gruppo Archeologico d’Italia e video documentate.

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credo che questa scoperta vada validata un po’ meglio per poterle dare una simile importantissima valenza che mi auguro fortemente e l’occasione è quindi buona per stimolare un parere specifico della sovrintendenza ai beni archeologici che non mi pare essere stata della partita…

con tutto il rispetto per le persone che hanno fatto simili scoperte, credo che sia importante un parere più tecnico, sia sul sito del ritrovamento del frammento (andrebbe meglio chiarito come sia stato trovato il reperto in questione in quella fossetta, dove, a rigor di logica, dopo qualche migliaio di anni il ritrovamento non è che lo si fa dando un’occhiatina rapida e trovando il “tesoro”, ma probabilmente scavando nei detriti che vi si sono accumulati nel trascorrere del tempo, ed a maggior ragione in un bosco, dove l’accumulo di foglie morte a formare terriccio e la crescita di muschi e licheni di sicuro hanno formato spessi strati di materiale organico), sia sulla datazione stessa del reperto che non è operazione che si fa sul campo, ma necessita di prove scientifiche da laboratorio…a cominciare dalla corrispondenza tra l’età del reperto e la datazione storica dell’età del bronzo che va dal 3500 a.c. al 1200 a.c. circa per ciò che attiene l’europa… 

staremo a vedere allora se la sovrintendenza, stimolata, darà o meno delucidazioni in merito, perché se confermata questa notizia darebbe un nuovo taglio ad una storia che in questa regione è iniziata sin dalla fine della preistoria, assumendo caratteri di rilievo