la sintesi minestronica del milleproroghe

(ANSA) – ROMA, 27 DIC – Arriva stamane sul tavolo del Cdm il consueto decreto di fine anno, il ‘milleproroghe’ dopo che il ‘Salva-Roma’, nonostante la fiducia, è stato lasciato decadere su pressioni del Colle. Nel dl anche la correzione della norma sugli affitti d’oro per i palazzi delle Camere. Attesa per la proroga dello stop agli sfratti. Slitta a gennaio il possibile aumento ‘Tasi’ al 3,5 per mille.

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e ci risiamo dunque con questo assurdo decreto di fine anno che erroneamente viene definito consueto, quando in realtà è divenuto prassi “correttiva” solo da qualche anno esattamente dal 2005 e riproposto ogni anno con la sola eccezione del 2012…ma correttiva di che?…di tutto ciò che per svariati motivi non si è riusciti ad approvare entro la fine dell’anno…e fin qui tutto sembrerebbe normale, si porta a sintesi “minestronica”, in una sorta di calderone che tiene e contiene tutto e di tutto, ciò che non si è avuto tempo o modo di poter mettere in campo nell’ordinarietà dell’azione governativa e parlamentare (ricordiamo che è il governo a presentare decreti ed il parlamento a convertirli in legge definitivamente, ma in questo caso spesso il governo recepisce atti parlamentari il cui iter non si è chiuso e li ripropone in un pacchetto unico per favorirne l’approvazione)…un decreto omnibus, quindi un decreto che porta con se molte cose, anche del tutto scollegate tra loro…ecco, definiamolo un rattoppo con cui si coprono dei buchi, opera questi di usura, tarme o sciatteria – ahinoi!!! – quando purtroppo non di “magagneria”…

bene (per niente!!!), passino usura, tarme e purtroppo sciatteria (questa si ormai diventata consuetudine), ma la magagneria (mi consentirete questo ed altri usi poetico-disinvolti della lingua italiana, ma credo che forzarla a volte renda meglio un’immagine che si vuol comunicare) è arma pericolosa quando si è costretti in qualche modo a mettere tanti ingredienti nel pentolone, perchè  essa utilizza le “manuzze” e si nasconde, subdolamente mimetica, tra le pieghe delle necessità, consentendo “innesti” a volte vergognosi di “materiale altro” rispetto a questa pianta, la necessità appunto…o se volete della ricetta antica del minestrone!!!

così in questo decreto 2013 non solo ci sarà il “necessario” e tutto quanto quasi “inspiegabilmente” pur “fiduciato” ed approvato in aula, oggi viene riproposto ancora per coprire “falle” evidenti su indicazione del colle, ma potrebbe esserci (il condizionale è d’obbligo, altrimenti si scivola nel grillismo) l’opera pia e disinvolta di qualche manuzza che, operando nelle pieghe del decreto, procura qualche altra piaga ad un paese già sofferente e che non ne può più di quella perniciosa curatela degli interessi corporativi e delle lobbies che, con faccia molto tosta, solo qualche giorno fa si è ripresentata nelle aule di un parlamento che vorremmo tutti diventasse “normale”, una casa comune degli italiani dove legiferare al meglio, per tempo e per l’interesse della collettività, e non più un “luogo/non-luogo” di cui diffidare sempre per consolidata prassi di osservazione…