le 4 tesi da cui iniziare

vi posto 4 tesi, o meglio spunti di riflessione che credo occorra sviluppare in dialogo aperto e comune e dalle quali partirà quello che sarà il programma con cui intendo sostanziare la mia candidatura alla segreteria regionale del pd che ho annunciato nei giorni scorsi…

tesi generali da cui scenderemo via via nei dettagli per arrivare alla costruzione di un partito regionale che su quei punti possa “connettersi” alla specificità lucana nel contesto nazionale a cui essa appartiene, alle sue problematiche specifiche, alle sue risorse umane da valorizzare e materiali da gestire con oculatezza, un partito che sappia dibattere nel merito e nei meriti per costruire percorsi razionali ben coesi alle immediate aspettative popolari ed alla lungimiranza che l’azione politica deve ritrovare in un proficuo ed ininterrotto dialogo tra la base, strumento di riflessione e proposta, e la dirigenza, strumento di sintesi operativa ed organizzativa 

tesi n. 1

riconnettersi ai soggetti sociali, seppur anche da noi mutati prima da anni di neoliberismo e quindi dalla crisi, ed alle loro istanze è un dovere etico maggiore dell’ossequio ai numeri freddi dell’economicismo ed al gelo degli equilibri tattici…il punto di riferimento da ritrovare è nella società e nei suoi bisogni depurati dal consumo come nevrosi

tesi n. 2

un’entropia possibile e necessaria tra ambiente ed attività umane non può prescindere in questa regione sia da una riconversione decisa delle attività e dei consumi, investendo sulla ricerca e sul cambio di paradigma produttivo, che da un rispetto generalizzato per il nostro paesaggio e la sua manutenzione, fonte diretta di occupazione in una regione la cui vocazione turistica deve essere riscoperta, tutelata e strettamente connessa alle sue altre potenzialità

tesi n. 3

prioritaria è la cura che deve dedicarsi all’uomo, alla sua salute, al buon vivere, alle relazioni familiari e sociali, al contesto in cui le parole felicità ed inclusione devono ritornare al centro dell’azione politica contrapposte alle condizioni di solitudine, precarietà e marginalità che colpevolmente si considerano come effetti indesiderati di un sistema economico che va ripensato, si da diventare esso al servizio dell’uomo e mai viceversa 

tesi n. 4

ciò su cui occorre concentrarsi non è il solo rinnovamento necessario di programmi e di uomini, ma l’inversione netta dell’antropologia del consenso che va liberato da quei vincoli di natura feudale da cui nasce il gioco del dare-avere che, riportato sull’amministrazione, blocca merito e responsabilità della rappresentanza…occorre spingere i cittadini all’essenza dell’adesione ad un progetto comune e non alla filiera del bisogno-convenienza e così i rappresentanti alla testimonianza sincera ed oltre ogni dubbio di quello stesso progetto