denunciate chi evade le imposte

ansa – ROMA – Sottratti a tassazione in Italia 51,9 miliardi nel 2013. Il dato riguarda redditi e ricavi non dichiarati e costi non deducibili scoperti dalla Gdf sul fronte dell’evasione internazionale (15,1 mld), dell’evasione totale (16,1 mld) e di fenomeni evasivi come le frodi carosello, i reati tributari e la piccola evasione (20,7 mld). Nello specifico, sul fronte dell’evasione fiscale internazionale, i finanzieri hanno scoperto ricavi non dichiarati e costi non deducibili per 15,1 miliardi. La maggior parte dei casi scoperti riguarda i cosiddetti “trasferimenti di comodo”, ossia il trasferimento della residenza di persone o società in paradisi fiscali, e l’individuazione di organizzazioni o società con sede all’estero ma che svolgono in Italia attività soggetta a tassazione. Quanto agli oltre ottomila evasori totali scoperti, hanno occultato redditi al fisco per 16,1 miliardi, mentre i ricavi non contabilizzati e i costi non deducibili riferibili ad altri fenomeni evasivi – dalle frodi carosello ai reati tributari fino alla piccola evasione – ammontano a 20,7 miliardi.

Sono 8.315 gli evasori totali scoperti dalla Guardia di Finanza nel 2013 in Italia. Questi soggetti, completamente sconosciuti al fisco, hanno nascosto redditi – che dovevano essere soggetti a tassazione – per 16,1 miliardi.

Un’attività commerciale su tre ha emesso nel 2013 una ricevuta o uno scontrino fiscale irregolare o non lo ha proprio emesso. Degli oltre 400mila controlli eseguiti sul rilascio di scontrini e ricevute dalla Guardia di Finanza nell’anno appena concluso, sono state riscontrate irregolarità nel 32% dei casi. Le verifiche, sottolinea la Gdf, sono state eseguite sia nell’ambito “dei piani coordinati di controllo, calibrati sulle singole realtà territoriali”, sia durante i “servizi quotidiani rivolti al contrasto delle varie forme di abusivismo ed illeciti in campo economico”.

E’ di quasi 5 miliardi l’ammontare dell’Iva evasa nel 2013 dagli italiani. Il dato è contenuto nel bilancio dell’attività della Guardia di Finanza relativa allo scorso anno. Di questi 4,9 miliardi, due sono riconducibili a frodi carosello, quelle basate su false transazioni commerciali con l’estero.

Per frodi e reati fiscali la Gdf ha denunciato 12.726 persone nel 2013, arrestandone 202. Dal bilancio relativo all’anno appena concluso emerge inoltre che nei confronti dei responsabili delle frodi fiscali le Fiamme Gialle hanno avviato procedure di sequestro di beni mobili, immobili, valuta e conti correnti per 4,6 miliardi. Sono invece 14.220 i lavoratori completamente in nero scoperti nel 2013 e 13.385 irregolari, impiegati da 5.338 datori di lavoro.

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sono questi i dati che testimoniano la più grave malattia del paese, a mio avviso, malattia che è certamente il sottrarre parte delle proprie attività e dei propri guadagni al fisco in un tentativo comprensibile di diminuire il carico fiscale sentito come enorme e vessativo, ma illegale alle leggi dello stato e disonesto verso quella restante parte della popolazione (in massima parte lavoratori dipendenti, ma anche professionisti, imprenditori, agricoltori, artigiani e commercianti onesti e responsabili) che paga anche con grande difficoltà le imposte anche se le sente appunto enormi e vessative, e le paga perché crede che non ci si posa e debba  sottrarre a dare il proprio tributo al benessere collettivo…

e quanto questo fenomeno dell’evasione sia un fenomeno tristemente diffuso lo si misura prima ancora che sui dati dell’accertamento (che non sono purtroppo i dati enormi di quanto ancora sfugge e dovrà essere recuperato) su quella sottocultura ancora troppo diffusa che vuole gli evasori come furbi, come pure scrivevo a breve commento del precedente post, o quasi eretti a malintesi eroi di una resistenza contro lo “stato-nemico” che è forse un dato culturale ancora peggiore, poiché su di esso in un passato recente (che a quanto pare non vuole ancora scomparire), presunti uomini delle istituzioni hanno basato campagne elettorali e messo scientemente in campo strumenti per favorire o quanto meno non recuperare il maltolto…

e se le istituzioni e la politica che le ha riempite hanno certo le loro colpe storiche e recenti in una gestione e programmazione economica del paese al grido silente di quel “tanto paga pantalone” che è il triste motto con cui si commenta lo sfascio di un paese che invece avrebbe tutte le carte in regola, vista la sua capacità produttiva, di aspirare a mete ambiziose, certo la popolazione non è esente dalle sue colpe gravi ed è tempo che da queste colpe ci si cominci ad emendare…

denunciate chi evade le imposte!!!