a franca…

IL 9-3 A MATERA INCONTRO SU PROGETTO ZONA FRANCA URBANA
 
05/03/2009 09.48.42
[Basilicata]

Per verificare lo stato di attuazione di leggi e provvedimenti e le opportunità imprenditoriali legate alla realizzazione a Matera della Zona franca urbana (Zfm) la Camera commercio di Matera ha promosso insieme all’Associazione “ Zfm-Zona Franca Matera’’ un incontro per lunedi’ 9 marzo, alle ore 10.00. presso la sala convegni dell’ Ente. Contributi al confronto e all’approfondimento verranno da rappresentanti delle associazioni pubbliche (Comune di Matera, Regione Basilicata, Centro per l’impiego della Provincia, Agenzia per le Entrate, Inps), che saranno coinvolte nella gestione degli incentivi. Il presidente della Camera di commercio, Angelo Tortorelli, con il supporto dell’Ufficio Promozione, ha invitato e coinvolto nell’iniziativa associazioni di categoria, sindacati e ordini professionali. “In un momento di grave crisi economica e occupazionale –ha detto Tortorelli- che colpisce Matera, in particolare, a causa della crisi delle aziende del salotto, si auspica che la legge sulla Zona Franca possa essere attuata in tempi brevi. E’ una opportunità rivolta alle piccole imprese, ma che può contribuire a favorire la ripresa. La Camera di commercio metterà in campo tutte le risorse del sistema camerale per raggiungere questo obiettivo’’. Matera,infatti, è l’unica zona franca individuata per la Basilicata e coinvolge una vasta area che comprende la zona Nord cittadina tra il rione San Giacomo e le aree produttive.

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questo articolo a fugare il rimestio di ventilazioni cerebrali che ancora qualcuno agita per la zona franca in val d’agri…franca non verrà in valle!!!…ma a cosa serve la zona franca anche a matera?…se dovesse servire a creare un sistema di parziale detassazione da alcuni gravami fiscali per le piccole aziende rivolte al settore del turismo non ci sarebbero molti ostacoli, ma è questo il punto…servirà al turismo o piuttosto ad altro?…creare un settore agevolato (fatti salvi i vincoli europei in materia) rischia di essere un fenomeno più protezionistico dell’esistente che di reale incentivazione alla creazione di nuove aziende, incentivazione poi i cui principali beneficiari potrebbero essere aziende che sposterebbero la sola sede legale a matera e null’altro…forse allora c’è da chiarire quali siano gli ambiti esclusivi della zona franca e soprattutto se per zona franca si intenda, come si dovrebbe, un sistema cittadino di detassazione volta ad incentivare un turismo mordi e fuggi (e ben altri sono i motivi di questo fenomeno che nasce anche per gravi carenze programmatiche regionali in tema di integrazione dei percorsi ed intermodalità dell’offerta, nonchè da un principale motivo…è l’incontaminato che attirerebbe maggiormente in regione, non certo petrolio, gas e chimica, con l’aggiunta di un po’ di nucleare) o un sistema di deregulation di fatto che finirebbe per favorire quei fenomeni di mancata programmazione pubblica dell’economia che la crisi attuale sta evidenziando con cruda drammaticità, dopo gli anni dell’ubriacatura del “mercato auto-regolamentato?…mi spiego meglio…prendiamo il settore dei salotti e la mono-cultura produttiva che sulla presenza del comparto si era creata nella zona…una volta in crisi il settore (e sono convinto che solo errate scelte imprenditoriali ne siano alla base, vista la tendenza che molti salottieri hanno coltivato per anni, incoscientemente e sulla base di una voglia di profitto facile, verso l’offerta di un prodotto di massa sul quale poi sono risultati perdenti nel confronto con economie più duttili su salari, diritti ed orari), l’intera economia cittadina e della zona ne ha risentito massicciamente in termini di disoccupazione e quindi minori aspettative reddituali che si riverberano sempre sull’accesso ai consumi in una spirale che prima o poi coinvolge tutti i settori, ed è così entrata in una crisi di sistema…colpa delle bizzarrie del mercato globale o di una mancanza di programmazione che legasse contribuzioni pubbliche, incentivi ed altro al mantenimento di una posizione di alta offerta qualitativa della produzione?…questo è un esempio di quanto un’errata e malintesa idea del mercato ha prodotto su economie fragili come qualla lucana, economie che vanno protette non con barriere o protezionismi fini a se stessi, non con sistemi di detassazione, non con incentivazioni a pioggia, ma con la corretta programmazione di un “sistema di offerta regionale” accuratamente monitorato ed indirizzato da veri tavoli di concertazione pubblico-privato e non da desuete riunioncine confindustria-regione volte al reciproco riconoscimento ed alla procrastinazione di un sistema mercato lineare ormai senza alcun senso, vista la conclamata necessità di cominciare a rendere effettivo il ciclo continuo e circolare materia prima-produzione-uso-riutilizzo/riciclaggio