comunicato congiunto

Mentre l’amministrazione regionale latita in un silenzio imbarazzante, anche questa volta Fenice Ambiente, proprietaria dell’inceneritore Fenice-EDF,  continua con il “gioco sporco” prima di un evento importate, la pronuncia della sentenza del TAR Basilicata.

 

Dopo i vani tentativi di abbonire i Sindaci di Melfi e Lavello con visite guidate, conferenze stampa con “light-buffet” e richieste risarcitorie prima della conferenza di servizi indetta dalla Provincia, adesso EDF ci dice che abitare in prossimità di un inceneritore che brucia rifiuti industriali pericolosi è come passeggiare in via Pretoria a Potenza!

 

Ed è a dir poco offensivo e vergognoso il modo in cui continuiamo ad essere trattati da un colosso senza scrupoli che solo la settimana scorsa si è vista recapitare in Francia una multa per 1,5 MLN di Euro perché ha pagato degli hacker incaricati di violare i computer di Greenpeace.

 

Dobbiamo forse aspettarci che abbiano violato anche i nostri?

 

E secondo loro dovremmo ancora fidarci?

 

Dovremmo fidarci di un’azienda che per anni non si è autodenunciata consapevole che stava inquinando le falde acquifere?

 

Dovremmo fidarci di un’azienda che il 3 ottobre scorso ha cercato di “minimizzare” un incidente dichiarando che i fumi sprigionati dall’incendio notturno erano stati “risucchiati” dal forno rotante, quando la realtà mostrata dalle foto era ben diversa?

 

Dovremmo fidarci di un’azienda che è allo stesso tempo controllato e controllore?

 

Dovremmo fidarci di un’azienda che in questo momento è indagata dalla Procura di Potenza per “disastro ambientale”?

 

Fenice-EDF farebbe bene ad avere più rispetto per la popolazione lucana!

 

Per quanto ci riguarda l’anello al naso l’abbiamo tolto già da tempo.

 

In attesa del “risveglio” degli amministratori lucani e dei pronunciamenti della Magistratura, domani 16/11/2011, davanti al TAR in un presidio democratico a partire dalle ore 9.30, le associazioni, comitati e movimenti firmatari continueranno a chiedere un gesto di responsabilità appellandosi ancora al Principio di Precauzione ed al principio non scritto della ragionevolezza che sulla vicenda Fenice crediamo sia stata “silenziata” da troppi interessi a che un impianto inutile e dannoso rimanga aperto ad incenerire il nostro futuro, prima ancora che i nostri rifiuti.

 

CHIEDIAMO AL TAR IL RIGETTO DELL’ISTANZA EDF E LA REVOCA IMMEDIATA DELL’ESERCIZIO PROVVISORIO DI FENICE!!!

Comitato Diritto alla Salute/WWF Basilicata/Comunità Lucana NO-OIL/Radicali Lucani/Matera Città Plurale/EHPA – Comitato per la tutela dell’Ambiente e della Salute Basilicata