Benedetto (Idv) sul voto ai minori di 18 anni

24/01/2012 17:21

“Abbassare la soglia di età per il diritto al voto può rappresentare un esempio di investimento nei giovani ai quali dobbiamo dare risposte per aiutarli a realizzare i sogni del proprio futuro”

ACR  “La proposta di Tito Boeri, uno dei più celebri economisti italiani, di dare il voto anche ai minori di 18 anni, mi piace non tanto perché si darebbe una nuova possibilità di partecipazione civile a poco meno di 12.500 giovani lucani sedicenni e diciassettenni ma per il messaggio positivo che si lancerebbe alle giovani generazioni soprattutto di svecchiamento della classe politica che nel nostro Paese ha l’età più alta in assoluto”. E’ il commento del presidente del Gruppo Idv alla Regione, Nicola Benedetto.

“Non è infatti il numero limitato di nuovi elettori che conta quanto piuttosto – aggiunge – la chiara indicazione che il Paese intende finalmente occuparsi dei giovani e del proprio futuro. Un’indicazione che assume nuovo e particolare significato dopo l’esternazione, di cattivo gusto, del viceministro del Lavoro Michel Martone, che con il suo messaggio (‘se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato’) non si differenzia di molto dal ‘mandiamo i bamboccioni fuori di casa’ dell’allora ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa. Sono passati più di quattro anni tra le due esternazioni e la situazione è senz’altro peggiorata. La crisi economica ha accentuato un ritardo, quello dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, che i dati sulla disoccupazione giovanile, da vicina al 40 per cento, e con centinaia e centinaia di ragazzi che non studiano e non lavorano, rischiano di rendere drammatico. Per questo – dice Benedetto – penso che abbassare la soglia di età per il diritto al voto possa rappresentare un esempio di investimento nei giovani ai quali dobbiamo comunque dare risposte per aiutarli a realizzare i sogni del proprio futuro non più a casa dei genitori e senza lavoro. E chi sa che la nuova Giunta regionale che sta per nascere non istituisca una delega specifica alla questione giovanile oltre a definire un programma straordinario di misure eccezionali per il lavoro a laureati e diplomati”.

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non ci siamo affatto…il problema dei giovani non si risolve abbassando l’età del voto, ma intervenendo sul mercato delle opportunità che non sono solo il lavoro e la formazione, ma soprattutto l’educazione ai diritti civili e politici, un punto spesso trascurato…che tito boeri, sopravalutatissimo economista che a ballarò esterna i suoi pensieri liberal, che titolo ha per proporre ancora una volta un tema che molte volte è stato proposto in passato e sempre “addormentato” da una considerazione quasi ovvia…c’è sufficiente maturità per operare una scelta politica a quell’età?…ovvio che non è detto affatto che tale maturità ci sia a 60 anni, come l’esperienza ci insegna nell’italia dello” stadio politico” o nella basilicata del voto di relazione corta, ma certo a 16 anni si pone un problema reale non tanto di comprensione del mondo e della sua complessità che certo un ragazzo può aver già maturato, ma l’effetto di convincimento che su un ragazzo ancora dipendente dalle “casse familiari” possono avere i giudizi parentali…chiediamoci piuttosto se la cultura del diritto politico è qualcosa che stiamo insegnando nelle scuole o piuttosto è un qualcosa che abbiamo lasciato ai talk-show ed alle prime serate televisive!!!