Unioncamere: rincari record in Basilicata27/01/2012 12:16

BAS   E’ della Basilicata il record dei rincari registrati a dicembre nelle venti regioni italiane, con un aumento dei prezzi superiore di 1,6 punti percentuali rispetto a quello del Lazio – che occupa il secondo posto in questa speciale graduatoria – e di 2,7 punti a quello del Molise, che chiude la classifica. Lo evidenzia la Nota su “L’inflazione in Basilicata nel secondo semestre 2011”, curata dal Centro Studi Unioncamere Basilicata per l’Osservatorio Regionale Prezzi & Tariffe.
Il contributo più rilevante alla crescita dei prezzi viene dal comparto dei trasporti (+9,8%), sotto la spinta della “voce” carburanti, con un’accelerazione di ben 4,5 punti percentuali rispetto a giugno. A pesare sono anche i rincari dei generi alimentari (+4,5% a fine 2011). I rialzi più consistenti dei prezzi si sono registrati, tuttavia, nel comparto degli “altri beni e servizi”, che comprende – tra gli altri – gli articoli e i servizi per l’igiene personale e l’assicurazione auto: +10,7%, ben 8 punti e mezzo in più rispetto al dato di inizio anno. Nel comparto “abitazione, acqua ed elettricità”, invece, il ritmo di crescita dell’inflazione è passato dal 3,6% di giugno al 6,8% di dicembre, scontando soprattutto la risalita delle tariffe energetiche (gas naturale in testa).
Le maggiori spinte al rialzo dell’inflazione vengono dunque dalle voci di spesa più importanti del paniere (nell’ordine, alimentari, trasporti e abitazione) che, insieme, spiegano quasi il 60% dei rincari registrati a fine anno: «Una tendenza preoccupante – conferma il presidente di Unioncamere Basilicata, Angelo Tortorelli – che contribuisce ad aggravare ulteriormente l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie. Se pensiamo che, dal primo gennaio, è scattata una nuova ondata di rincari su benzina, bollette e tariffe autostradali e che nella seconda parte del 2012 è atteso un nuovo aumento dell’Iva, l’accelerazione dell’inflazione potrebbe continuare per tutto l’anno in corso, mettendo ulteriormente in difficoltà imprese e famiglie».
Un’ultima curiosità: a Potenza, a guidare la classifica dei rincari sono i prodotti dell’oreficeria; le apparecchiature telefoniche sono invece quelle che hanno subìto flessioni più consistenti dei prezzi.
La nota integrale è disponibile sul nuovo sito dell’Osservatorio Regionale Prezzi & Tariffe all’indirizzo

http://osservatorioprezzi.regione.basilicata.it
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e francamente se non ci fosse da piangere, verrebbe quasi da ridere…che le voci inflattive maggiori siano rappresentate dei carburanti ed energia in generale, se pure è questo il trend nazionale, fa pensare in una regione come la basilicata che è una produttrice netta di energia alla voce petrolio e gas naturale…ma fa ancora più pensare quel rincaro sui generi alimentari in una regione che è (o dovrebbe essere, nelle more di assessori all’agricoltura del tutto incompetenti) ancora agricola…non so se ci rendiamo conto che il settore primario dovrebbe essere “calmierato” dalla vicinanza e dalle filiere corte tra produzione e consumo ed invece il quadro non è quello, palesandosi un controllo de facto della grande distribuzione anche in un settore che da noi dovrebbe registrare più prossimità tra offerta e domanda…questa sarebbe la prima domanda che l’attuale assessore (incompetente) ed i vecchi assessori all’agricoltura(incompetenti) dovrebbero farsi sulla gestione di fondi europei spesi “alla leggera” (diciamo così, ma è roba da reato in molti casi) in una programmazione che ha allontanato sempre più la produzione dal consumo diretto e quasi in situ che invece andava incoraggiato come forma di “calmiere prezzi” per i compartori e maggiore introito per i coltivatori, il tutto in questo caso con inevitabili aumenti di occupazione diretta nel settore…domande a cui il prossimo assessore all’agricoltura(inevitabilmente incompetente anch’egli) si spera abbia qualche volontà almeno di ascoltare chi, come questo movimento, ha elaborato idee e progetti in tal senso…ovviamente non sarà così perchè da noi si è ormai deciso politicamente di distriggure l’agricoltura per avviarsi verso altre funzioni del territorio e, quando invece di agricoltura si parlerà, si parlera o di eccellenze “sovvenzionate” in assenza di cura quali-quantitativa per la produzione generalistica o meramente di agricoltura no-food, quindi agri-energia, leggasi tristemente produzioni intensive di vegetali per bio-carburanti e bio-masse vegetali!!!