Viti (Pd): confiniamo l’anonimo fra gli oggetti smarriti27/01/2012 12:22Le riflessioni del capogruppo Pd sulla vicenda balzata agli onori della cronaca: “la verità è che quando la politica appare come il fantasma dell’Opera, il teatro viene occupato dalla danza delle apparenze, dal gioco delle finzioni”

ACR  “In questa vicenda dell’anonimo – dice Viti – si sono incrociate lame acuminate, immersioni nella saga shakespeariana delle allegre comari di Windsor, perfino l’ipotesi di sanguinose vendette degli Ugonotti. Insomma un’ordalia di passioni sataniche mirata alla distruzione della specie. Pur avendo molta ammirazione per quanti, per via della dimestichezza con i classici, sanno scavare nelle viscere dell’umanità e ripercorrere la saga dell’ “umiltà del male”, l’opinione che mi son fatto tenendomi dentro l’orizzonte domestico nel quale siamo costretti, è molto meno ambiziosa e luciferina. Osservo perciò che quando il nostro piccolo universo si infervora nella caccia all’untore sublimando una letterina apocrifa che affastella ovvietà, banalità e qualche “inaudito” ardimento, occorrerebbe chiedersi se il gioco della simulazione non abbia preso il posto della politica offrendole quel supplemento d’anima che essa sembra aver smarrito”.

“Perfino la ricerca dell’anonimo – continua Viti – che ha preso le sembianze di Lospinoso Severini, usandolo al singolare e abusando della sua esangue innocenza, è divenuta centrale e ossessiva, quasi che scoprire l’autore possa disvelare la sottile, finanche raffinata orditura di un disegno che, come in ogni pièce teatrale che si rispetti, è destinato ad avere occulte paternità e altrettante vittime. Lo psicanalista che, sfidando i seriosi anatemi che si leggono qua e la, venisse chiamato questa volta accanto al lettino del Pd non avrebbe eccessivi problemi. Si limiterebbe a dragare la incerta prosa dell’eroico pirata, individuandone i possibili destinatari, selezionandoli per accidenti sofferti, per profili, per debolezze e per tic e definendo per esclusione il campo dei virtuali beneficiari. Mettendo nel conto anche l’ipotesi di una maionese nella quale frullare tutte le effigi della pinacoteca (si fa per dire) del Pd, con una soluzione sciasciana alla “Todo modo”. A me non appare che il paesaggio che ammiriamo evochi il romanzo criminale o ispiri fatali curiosità, a parte la comicità che suscitano le legittime indignazioni di chi si sente chiamato in causa. La verità è che quando la politica appare come il fantasma dell’Opera, il teatro viene occupato dalla danza delle apparenze, dal gioco delle finzioni, dalla banalità del male (per abusare di nobili e impegnate somiglianze). Così che le scelte che si impongono e sulle quali siamo impegnati: l’accelerazione nei tempi della verifica e la ridefinizione del progetto di governo della Regione così come il recupero di identità e confini della maggioranza che lo sostiene nel segno di una chiara, reciproca sostenibilità, rappresentano il vero antidoto agli agguati del nonsenso o del paradosso. Credo che il Pd abbia chiaro l’interesse cui dovrebbe indurlo la sua missione insieme politica e istituzionale e che debba congedare l’anonimo confinandolo fra gli oggetti smarriti. Ad una regione che dispone di attrattori come il  ‘Volo dell’angelo’ ed ora il  ‘Volo dell’aquila’, basterebbe volare a livelli non eccelsi per rivedere le stelle”.

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un vero poeta, viti, che non manca mai di dispensarci il suo bizantinismo…due risate allora, sullo scritto di questo povero gerontocrate della politica lucana, una specie in estinzione, che dopo cotanto sfoggio di cultura alla bignami, ci dice che “è tutta cosa loro la regione”!!!