agriturismi…

 Turismo rurale, Mastrosimone: opportunità per aree interne

26/11/2012 19:41
 
Partecipando all’incontro tematico a Sant’Angelo Le Fratte l’Assessore ha spiegato l’importanza per i comuni delle aree interne di creare servizi a supporto delle attività agrituristiche

AGR “L’agriturismo ha concorso e concorre notevolmente allo sviluppo delle aree interne. Infatti, il ragguardevole numero di aziende agricole ( 254 ), a tutt’oggi iscritte nell’Elenco Regionale degli Operatori Agrituristici, come conseguenza della compiuta attuazione della L.R. 17/2005, rappresenta un concreto ed apprezzabile contributo allo sviluppo delle nostre aree interne, non fosse altro per la permanenza degli addetti nel territorio rurale”. E’ quanto dichiarato dall’assessore regionale all’Agricoltura Rosa Mastrosimone partecipando all’incontro a Sant’Angelo Le fratte su ‘Turismo rurale e le prospettive delle aree interne’. “Il perdurare dell’attività agrituristica, connessa all’attività agricola –ha aggiunto l’esponente della Giunta – delle 140 aziende operanti sull’intero territorio regionale è frutto anche dell’incremento del reddito agricolo cui tale attività concorre. Se a ciò, si aggiunge quanto si è potuto registrare negli ultimi anni e, specificatamente, l’obiettivo miglioramento ed un uso più efficace del patrimonio rurale ed edilizio, con il conseguente innalzamento delle condizioni di vita degli imprenditori agricoli interessati all’attività agrituristica, si può anche affermare che tali miglioramenti hanno prodotto altrettanti benefici su gran parte del settore imprenditoriale agricolo e sull’intero territorio regionale”. Sulle prospettive future l’Assessore ha aggiunto che “tanto altro si potrebbe realizzare potenziando l’offerta e le infrastrutture turistiche ( anche su piccola scala – quali centri d’informazione, segnaletica stradale , progettazione di itinerari e percorsi) che consentano di migliorare la fruizione turistica del patrimonio naturale, storico, culturale e ed enogastronomico della Basilicata”.

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vi posto questo lancio a sottolineare una incongruenza che non è solo nei dati citati nel lancio stesso (si parla di  254 aziende agricole iscritte nell’elenco regionale degli operatori agrituristici, e poi si da come dato operativo quello di 140 aziende operanti sull’intero territorio regionale…mah!!!), ma anche nella stessa visibile incongurenza tra quanto disposto alla legge e quanto invece esistente…è infatti notorio e direttamente percebile che alcune aziende agrituristiche, che pur a quegli elenchi ed alle cospicue elargizioni di denaro pubblico hanno attinto, a volte senza neppure soddisfare alcuni parametri minimi stabiliti nel disposto di varie altre norme sia regionali che statali, sono dei veri e propri ristoranti del tutto distaccati da una reale produzione agricola che pure è stabilito dalla legge dover essere prevalente rispetto al reddito derivante dall’ospitalità…se infatti si legge quanto disposto all’art. 3 comma 1-2-3 della legge regionale “Definizione di attività agrituristiche
1. Per attività agrituristiche si intendono esclusivamente le attività di ricezione ed ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 del codice civile, singoli od associati, e da loro familiari di cui all’articolo 230-bis del codice civile, attraverso l’utilizzazione della propria azienda, in rapporto di connessione rispetto alle attività di coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento del bestiame.
2. Lo svolgimento di attività agrituristiche, nel rispetto delle norme di cui alla presente legge, non costituisce distrazione della destinazione agricola dei fondi e degli edifici interessati.
3. Rientrano fra tali attività:
a) dare ospitalità, nell’abitazione dell’imprenditore agricolo, ovvero in locali a ciò destinati siti all’interno dell’azienda agricola, o in spazi aperti destinati alla sosta di campeggiatori all’interno dell’azienda stessa;
b) somministrare per la consumazione sul posto pasti e bevande, costituiti prevalentemente da prodotti propri, ivi compresi quelli a carattere alcolico e superalcolico;
c) svolgere attività ricreative, culturali e didattiche, nell’ambito della diffusione di prodotti agricoli biologici o di qualità, ivi inclusa l’organizzazione di fattorie didattiche;
d) svolgere, anche all’esterno dei beni fondiari nella disponibilità dell’impresa, attività ricreative, culturali e didattiche, di pratica sportiva, escursionistiche e di ippo-turismo finalizzate alla corretta fruizione e conoscenza del territorio, nonché attività rivolte alla degustazione dei prodotti aziendali, ivi inclusa la mescita del vino;
e) vendere direttamente prodotti aziendali, anche previa degustazione degli stessi….”

…quanti agriturismi conoscete che attuano quanto disposto?…e quanti ne conoscete che rispettano appieno i parametri, se mettiamo in relazione questo anche al seguente art. 6 che recita. “ARTICOLO 6
Connessione
1. Le attività di cui ai precedenti articoli 3 e 4 si reputano connesse a quelle principali, agricola o di pesca, quando non sottraggono risorse all’esercizio dell’attività agricola o dell’attività di pesca, ed assicurano la piena utilizzazione delle risorse aziendali, finalizzata anche ad una più efficace commercializzazione dei prodotti…”?

e potrei a lungo proseguire con le incongruenze “tollerate”, come al seguente art. 7…”Utilizzazione immobili
1. Possono essere utilizzati per attività agrituristiche i locali siti nell’abitazione dell’imprenditore agricolo ubicata nel fondo, nonché gli edifici o parte di essi esistenti nel fondo e non più necessari alla conduzioni
dello stesso. La edificazione di nuovi volumi potrà essere consentita solo se si configura in termini di adeguamento delle strutture esistenti e di più funzionale fruizione delle stesse

etc. etc. etc., incongruenze che di fatto hanno consentito una denaturazione del concetto stesso di agriturismo e turismo rurale, senza contare le “stranezze” che negli anni precedenti alla legge stessa e ad alcune leggi precedenti, nonchè alle provvidenze disposte ai vari piani di sviluppo rurale succedutisi negli anni, hanno visto a volte la concessione delle stesse provvidenze ad aziende agricole fantasma che hanno prodotto ovviamente agriturismi fantasma…

che non si esalti dunque l’assessore (una incompetente, come del resto i suoi predecessori), quei dati, ancorchè bizzarramente comunicati, necessitano prima ancora che di un controllo tra quanti sono autorizzati ad esercitare e quanti esercitano realmente e nel rispetto dei parametri, di una lunga discussione sull’ammontare dei finanziamenti stessi, sugli iter burocratici, sul sistema dei controlli e sulla reale entità recettiva, sia essa di ristorazione che alberghiera, che certo qualche “frizione” pur crea tra l’essere e l’apparire in un settore che pure, se ben gestito, rappresenta (ci sono tanti gestori che realmente sono operatori agrituristici) e rappresenterebbe per una economia agricola regionale ormai al collasso per errata, mancante e distorta programmazione…