l’eni si fa privata…

in primo luogo vi posto questo link ad un articolo del sole 24 ore a riguardo dell’assemblea eni tenutasi la scorsa settimana, assemblea il cui voto ha aperto un fronte pericoloso per la nostra regione che in qualche modo è una “colonia eni” per le ovvie e visibili ragioni che da noi in lucania si concentra la stragrande maggioranza delle attività estrattive in italia della multinazionale un tempo pubblica…

http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-05-15/diventa-privata-fondi-battono-071232.shtml?uuid=Ab24dyvH

dalla lettura dell’articolo si evince una realtà preoccupante che sintetizzo con un passo dello stesso articolo “…La partecipazione massiccia dei fondi (in larga maggioranza esteri) all’assemblea dell’Eni ha tolto allo Stato la maggioranza dei voti in assemblea…”

cosa significa tutto questo, in un quadro generale dell’assetto proprietario della multinazionale che sembrava solidamente in capo allo stato con il suo 30% (golden share) in mano ad investitori istituzionali e che a molti pareva una sorta di rassicurazione sulla “presenza benevola” dello stato nella gestione delle delicate attività di eni proprio nella nostra regione?…

più volte in passato avevo avvertito via comunicati stampa e con altri mezzi della assurdità del considerare quella presenza dello stato nel capitale eni come rassicurante in quanto tale, vista l’interfaccia strategico tra i temi energetici che pure sarebbero pubblici e le lobbies di interessi che invece sono maledettamente private, e la cui convergenza portava qui da noi ad operare volutamente in un generale clima di melassa tutt’appostista garantita dalla poltica regionale e non solo e dai vari livelli dirigenziali, sottolineando sempre che il mercato poteva stravolgere quell’assetto (e lo stesso valeva anche per il discorso acqua) in ogni momento…

bene quel momento pare sia arrivato e seppure l’articolo evidenzia solo una tendenza economica e finanziaria appena avviatasi degli assetti societari della multinazionale erroneamente finora considerata pubblica, a strutturarsi in maggioranze non più facenti capo all’attore pubblico, ma sulla base di interessi incernierati sulle quote di maggioranza in mano ai privati (anche esteri) – lo stampo dell’analisi economica del sole 24 ore d’altronde è nota – se l’avvenimento si legge dalla nostra regione le cose cambiano un bel po’, trattandosi nel nostro caso non di tendenze, ma di attività concrete, le estrazioni, con carichi di impatti ambientali, sociali ed economici che, cambiando la struttura di controllo societario potrebbero modificarsi in senso ancor più peggiorativo se a prevalere fossero quelle logiche imprenditoriali di massimizzazione del profitto che hanno come conseguenza quasi sempre il taglio di alcune spese improduttive, quali ad esempio quelle di monitoraggio e tutela ambientale…

certo qualcuno potrebbe obiettare che quelle regole, ancorchè fissate dalle leggi ordinarie dello stato, sono regolate anche dall’accordo di programma eni-regione firmato nel ’98 (al proposito vi consiglierei di andare a controllare la struttura del capitale in quegli anni e la presenza delle quote pubbliche, trattandosi in quell’accordo anche di una clausola ben espressa di “interesse nazionale” posto sulle estrazioni in val d’agri/val camastra che pur aveva rassicurato i “tutt’appostisti” che a loro volta “tutt’appostizzavano” una regione intera, annacquando ogni ragione contraria – e qualcuno dovrebbe ricordarsi quando in solitaria fui proprio il sottoscritto ad aprire e reggere il tema petrolio sino a portarlo al centro dell’attenzione pubblica…ora diciamo che è molto più facile essere contrari!!!)…

bene, obietti pure, ma dovrà pur considerare oggettivamente che quell’accordo è di fatto un elastico che può tirarsi a piacere da un lato o dall’altro (esattamente come fatto finora) e che, in caso di una volontà meno favorevole a spendere ulteriori quattrini per attività considerate a perdere, potrebbe di fatto influire negativamente proprio su quelle partite spese per rassicurare “tutt’apposticamente” una regione (diciamoci la verità che sono attività bufala di pura facciata)…in altre parole eni potrebbe decidere di tagliare quei fondi e mandare a ramengo ogni protesta di un ente regione che, guarda caso, proprio ora è in crisi e di fatto deve limitarsi all’ordinarietà, senza contare che prevedo con facilità una sua presenza dietro qualche “salvatore” della patria che apparirà senz’altro per partecipare e vincere le elezioni…

questa sono ovviamente alcune considerazioni che ritroverete nel comunicato stampa che sto scrivendo e di cui ovviamente questo articolo rappresenta un preannuncio…

miko somma