adesso si chiama sfiaccolamento…

Mise su ispezione dopo sfiaccolamento Centro Olio Val d’Agri

27/01/2014 15:05

BAS   Sopralluogo del Mise al Centro Olio Val D’Agri per chiarire la dinamica dello “sfiaccolamento” del 13 gennaio che ha destato allarme nella popolazione del luogo.
In linea con le proprie attività di verifica sulla sicurezza degli impianti e sulla salute dei lavoratori, – si legge in un comunicato diffusi dall’ufficio stampa del Mise –  la Direzione Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche, tramite gli Uffici Territoriali UNMIG (Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e le Georisorse), ha proceduto all’ispezione che è arrivata alla seguente conclusione: l’evento è stato causato da un’errata manovra di un operatore addetto ad un intervento di manutenzione, in conseguenza della quale l’impianto è andato automaticamente in sicurezza, portando alla depressurizzazione totale delle linee e al convogliamento in torcia dei relativi fluidi. Tutto ciò ha determinato l’alta visibilità esterna della fiaccola.
Dopo l’evento del 13 gennaio sono state adottate da Eni, su disposizione dell’Ufficio territoriale UNMIG di Napoli, misure atte ad impedire il ripetersi dell’errore di manovra che ha portato alla messa in sicurezza dell’impianto. Inoltre è stato richiesto alla società di incrementare i controlli sulla qualità del lavoro degli operatori, assicurando i più elevati standard di formazione degli stessi.
La DGRME – conclude la nota –  ha trasmesso alla Regione Basilicata il rapporto relativo all’ispezione, per garantire a tutti i cittadini più informazione e più trasparenza.

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 e siamo dunque giunti all’ennesima puntata del tutto ed ancora escatologica di una storia esponenzialmente escatologica anch’essa, quella degli “sfiaccolamenti” (oggi si chiamano così, che forse suona più innocente nella sua neutralità da divulgazione pre-scientifica alla piero angela), “sfiaccolamenti” (persino il dizionario interno li segna come errori) causati da un errore umano che avrebbe bla-bla-bla e ancora bla-bla-bla…ma adesso è naturalmente tutt’apposto!!!… 

ma non aveva comunicato eni proprio il giorno dopo lo “sfiaccolamento” che era dipeso tutto da un problema elettrico?…

che strano, invece qui si parla di un errore umano, probabilmente di qualche sfigato operatore passato senza soluzione di continuità dalla zappa alle valvole…

perdonatemi l’ingenerosa cattiveria, che per molti versi è anche del tutto verificata e verificabile, visti anche alcuni dei criteri di “filiera” che hanno portato ad alcune assunzioni da bassa manovalanza, naturalmente operate tra alcuni super-fortunati abitanti della valle più “vicini” ad alcuni sindaci, ma se è accaduto questo è mai possibile che si mettano in mano ad inesperti lavoranti operazioni che sono in grado di bloccare un impianto ad alta pericolosità, vista la materia che proprio quell’impianto tratta?…

e questo è il primo punto, non il più greve (cioè pesante, ombroso, quasi pantanoso, non ho sbagliato a scrivere), perché altri sono i punti preoccupanti…

ed il punto preoccupante che per la prima volta scende in campo senza veli l’unmig, cioè l’ufficio ministeriale che si occupa di idrocarburi ed il cui compito per la verità è seguire l’iter delle procedure di attribuzione della titolarità dei permessi e delle concessioni, non certo il controllo di impianti industriali che dipendono da più specifiche e vocate commissioni ministeriali di accertamento del rischio industriale, quello stesso rischio industriale che se in italia ha suggerito addirittura la creazione di normative ad hoc, dette appunto “seveso” dal nome della località poco fuori milano dove avvenne il primo incidente massivo e documentato di contaminazione chimica da attività industriali di un territorio vasto, e che proprio in virtù del suo impatto potenziale suggerisce che tale competenza sia della Commissione Nazionale dei Grandi Rischi istituita presso la Protezione Civile Nazionale (dpcm del 23 dicembre 2011 integrato dal  dpcm del 18 febbraio 2013)…

del tutto inopportuna, non autorizzata e forse anche sconveniente la visita quindi dell’unmig presso l’impianto, considerato che spesso il suo ruolo in passato ci è toccato doverlo considerare come quello di un board tecnico-autorizzativo delle compagnie petrolifere e dei loro accoliti…un po’ come dire che l’assassino viene visitato per l’ottenimento della non facoltà di intendere e volere, quindi della non punibilità, dal suo mandante!!!

questa visita non ha alcun valore legale, né tantomeno tecnico, e male fanno gli organi di stampa a rilanciarla come elemento tranquillizzante di una situazione che a mio avviso tranquilla non lo è affatto perché in tutta evidenza i lavori dell’ennesima linea di produzione hanno qualche intoppo proprio non da nulla!!!

e meglio forse sarebbe stata una ispezione della magistratura!!!