margiotta e la giunta

pubblico per dovere di cronaca la deposizione di margiotta alla giunta per le autorizzazioni a procedere:

DEPOSIZIONE DI MARGIOTTA ALLA GIUNTA PER LE AUTORIZZAIONI

Pubblichiamo il testo integrale depositato oggi nel Corso dell’audizione presso la Giunta per le autorizzazioni dal deputato Salvatore Margotta.
17/12/2008 10.56.54
[Basilicata]
“Onorevole Presidente, colleghi deputati, sono qui anzitutto per difendere il mio onore, la mia dignità ed il decoro del ruolo che rivesto, con il massimo impegno, grazie al voto dei cittadini lucani. Potrei affrontare questa audizione invocando il fumus persecutionis: non sono nuovo io, non è nuova la mia famiglia, alle iniziative del dott. Woodcock. Già nella precedente legislatura la Giunta si è occupata di una richiesta di autorizzazione all’utilizzo di conversazioni telefoniche tra me e mia moglie, avanzata dal medesimo pm. L’accusa era all’epoca di falso ideologico. Avendo dimostrato che ogni mia affermazione corrispondeva a verità, l’imputazione è stata successivamente trasformata in concorso in abuso d’ufficio, per il quale nel mese di luglio ho ricevuto l’avviso di conclusione indagini. Successivamente, sempre il dott. Woodcock, in altro procedimento, avanzò richiesta al GIP di inoltrare alla Giunta, per l’autorizzazione all’utilizzo, altre conversazioni telefoniche riguardanti me, oltre ad un’altra decina di deputati. Il GIP rigettò la richiesta, motivandola con l’assoluta insussistenza di reati. Ancora e sempre il dott. Woodcock ha per ben due volte sottoposto ad intercettazioni telefoniche mia moglie, dott.ssa Luisa Fasano, la prima volta quando ella era il capo della Squadra Mobile di Potenza, ed in tale veste sua stretta collaboratrice in inchieste importanti (Vallettopoli, o Vittorio Emanuele), ed ha formulato al suo riguardo ipotesi di reato. Potrei invece utilizzare un altro punto di vista: non sono un avvocato, ma i reati addebitatimi non reggono giuridicamente, in quanto non ho alcun ruolo di pubblico ufficiale in relazione alla vicenda appalti-Total, né alcuna competenza o potere decisionale, sicchè non si capisce come e perché potrei essere stato corrotto. O, in aggiunta, ricordare che la Total è una società privata, che, ritengo, avrebbe potuto affidare i lavori a chiunque volesse, anche senza effettuare una gara. Non si tratta infatti di opere pubbliche, o realizzate con i fondi dello stato. Potrei, ancora, invocare la insussistenza di uno dei tre casi in per i quali scatta l’esigenza della custodia cautelare. Voglio invece andare alla sostanza del problema: non è vero che l’Impresa Ferarra mi abbia promesso soldi nel caso di vittoria della gara di appalto. Non è vero: non ho mai permesso a nessuno di parlare con me in questi termini. Inoltre io non sono intervenuto in alcun modo nella vicenda: faccio notare che l’incontro tra me ed il Ferrara è avvenuto il 16 dicembre 2007, e l’aggiudicazione, come ho letto oggi, il 14 gennaio 2008. Dunque avrei dovuto contattare qualcuno della Total in questo lasso di tempo: ciò non è avvenuto, ed infatti non ve ne è traccia nel dispositivo del pubblico ministero. Peraltro per gran parte di quel periodo sono stato in vacanza all’estero. Faccio inoltre presente che in tutto il faldone non vi è mai, mai, una mia parola o una mia frase; ogni volta che si incontra il mio nome –ammesso che “Salvatò” sia io, cosa di cui dubito fortemente- o un’espressione che secondo il pm indica la mia persona, è sempre perché ne parlano, a mia totale insaputa, terze persone. E’ francamente strano, e spero insolito, che si subisca una richiesta di arresto sulla base di frasi, tra l’altro non chiare, spesso in codice, scambiate da altre persone. Questi sono i fatti che voglio sottoporvi, nel poco tempo che ho avuto a disposizione per studiare le carte; la preghiera che rivolgo a ciascuno di voi, è solo quella di leggerle con attenzione, prima di pronunciarvi. Mi rimetto poi totalmente alle vostre determinazioni: non chiedo alcun favoritismo o alcuna decisione in spirito di casta; chiedo solo, se la riterrete tale, di impedire che io sia vittima di un’ingiustizia”.