ad ogni “no a”, un “si a”…

qualche volta capita durante la raccolta delle firme o durante qualche altra attività del comitato che qualcuno ci chieda – ok, siete contro le trivellazioni ed il sistema energetico basato sugli idrocarburi…ma allora per quale sistema siete? – e se qualche volta dietro questa domanda c’è la malignità inespressa dialetticamente di chi non avendo argomenti propri, tenta di svelare le contraddizioni altrui, altre volte dietro questa domanda c’è la semplice voglia di capire per poter scegliere…leggendo qua e là tra gli articoli del nostro blog verrebbe fuori per quale sistema energetico ci battiamo (dal momento che per il senso comune della gente ad ogni “no a…” dovrebbe seguire un “si a…”), ma proviamo a sintetizzare in poche righe un argomento che sarebbe però troppo lungo voler approfondire in questa sede…noi siamo per le energie rinnovabili, per un sistema di entropia tra uomo ed ambiente, per una modificazione degli stili di vita che porti al risparmio energetico non solo come scelta economica singola, ma come scelta socio-economica globale e collettiva…ma andiamo con ordine…intendiamo come energie rinnovabili tutte le manifestazioni naturali,  suscettibili con il ricorso alle tecniche attuali o di prossimo e prevedibile sviluppo, di essere trasformate in energia utilizzabile ai fini umani…parliamo di fotovoltaico, solare termico, geotermia, idroelettrico, eolico, bio-masse, maree e moto ondoso, etc. etc., ma ne parliamo in un’accezione diversa dall’attuale logica di produzione massiva centralizzata e di distribuzione capillare alle utenze (il ciclo fonte energetica-centrale-elettrodotto-utenze), per parlare con convinzione di una logica diversa…quella che partendo dall’auto-produzione per singoli e singole comunità sulla base del soddisfacimento dei bisogni locali (il ciclo bisogno-produzione-consumo locale) liberi dalla logica della produzione verticale (quella nelle mai delle multinazionali) per arrivare ad una produzione orizzontale, più consona ai bisogni individuati ed alla necessità di non impattare sull’ambiente con mega-centrali e soprattutto più democratica, perchè espelle dal circuito chiunque tenda a ricavare profitto da un bene comune, per restituisce alle comunità il controllo responsabile delle risorse e dei consumi stessi…a chi potrebbe obiettare l’estrema difficoltà del sistema, rispondiamo con un esempio concreto…la comunità di cles in trentino produce da sola il proprio fabbisogno attraverso piccoli impianti tarati sulle necessità di non impattare sull’ambiente e addirittura fornisce energia all’enel in cambio di un corrispettivo che finendo nel bilancio globale del costo dell’energia, riduce enormemente le bollette energetiche gestite dal comune stesso…la basilicata è piena di piccoli paesi delle dimensioni di cles…senza contare che la dispersione di energia (e quindi il magnetismo spesso denunciato), lungo elettrodotti di ridotte dimensioni e potenza si riduce significativamente… in questo modo si potrebbero utilizzare i grandi impianti di produzione solo per città medio-grandi ed i complessi industriali…passiamo al concetto di entropia…che cos’è l’entropia?…equilibrio, quindi equilibrio del sistema…in altri termini l’uomo e le sue attività non possono più, come avvenuto finora, consumare sulla base di una richiesta energetica non in equilibrio con quanto l’ambiente può offrire e rinnovare senza che ne sia intaccata la sua capacità auto-rigenerante e questo attiene nello specifico al terzo dei punti, la modificazione degli stili di vita singoli, collettivi e produttivi, non solo attraverso una politica del risparmio energetico che, dalle abitazioni alle industrie, può essere attuata (e spesso è stata scoraggiata proprio dal sistema privato dell’energia che si basa solo sul profitto e quindi prevede e incoraggia il maggior consumo possibile), ma attraverso la radicale modificazione culturale dell’accesso stesso al consumo energetico…come vedete tutti e tre i punti sono strettamente interdipendenti tra di essi e soprattutto praticabili da subito  se l’intero sistema energetico venisse affrontato come necessità dal sistema politico e non più, come avviene adesso, come scelta del singolo e quindi soggetta a parametri come la possibilità economica di sostenere i costi di una riconversione, la sensibilità personale verso il tema, la fattibilità tecnica che di fatto invalidano qualunque tentativo di costruire una rete globale energetica basata sulle energie alternative…ogni ipotesi altra rispetto al sistema idrocarburi, come il nucleare, tornato in auge da qualche tempo, è fallace, falsa ed alla fine non risolve affatto il problema della rinnovazione virtuosa dell’energia…dato e non risolto il problema delle scorie e della possibilità mai escludibile di incidenti, che nel caso del nucleare assumerebbero per sua stessa natura proporzioni enormi e dai tempi di eventuale soluzione così enormemente lunghi da apparire fin da subito come insostenibili per l’umanità, non si risolverebbe affatto il problema della finitudine della risorsa e della dipendenza ancor più accentuata dal sistema centralizzato di controllo dell’energia…spero di non aver annoiato per la lunghezza di questa estrema sintesi (che ossimoro!)…miko.