le barbarie di una destra barbara

La Lega: “Castrazione chimica per scarcerare gli stupratori”

18 marzo 2009 – Chi è stato condannato per violenza sessuale e vuole permessi o arresti domiciliari dovrà accettare di sottoporsi alla castrazione chimica. E’ quanto proposto nell’emendamento presentato dalla Lega al recente Dl sicurezza elaborato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, nel quale è previsto il ricorso a questo tipo di pena. Che dovrà essere “chimica, reversibile e volontaria e, se applicata, porterà a benefici di pena”, spiega il capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia alla Camera Matteo Brigandì, firmatario della proposta emendativa.

Carcere? Non per tutti – Non è però soltanto questa la novità inserita dai deputati nel Dl Maroni. Enrico Costa e altri hanno infatti proposto un emendamento “tecnico” per modificare la norma che prevede il carcere obbligatorio per gli stupratori. Di fatto, spiega il parlamentare del Pdl, “abbiamo cercato di mantenere il principio di discrezionalità del giudice nell’applicazione della custodia cautelare”, senza però riportare la situazione alla normativa precedente, come invece preferivano magistrati e Pd. Insomma, carcere sì, ma non in proprio tutti i casi di stupro.

Sicurezza partecipata – Non solo: Mariarosaria Rossi, deputata del Pdl, ha presentato un emendamento per consentire la pubblicazione delle foto dei latitanti “in tutti i posti di massima visibilità”, con l’obiettivo di favorire il ricorso alla “sicurezza partecipata” con cui il governo ha inteso coinvolgere i cittadini nel monitoraggio del territorio. A tal proposito, il deputato del Pdl Manlio Contento ha presentato un emendamento sulle cosiddette ronde. In buona sostanza, la proposta emendativa di Contento ha come fulcro la richiesta al ministro dell’Interno Roberto Maroni di sottoporre i regolamenti attuativi del decreto al vaglio della Commissione Giustizia della Camera prima della loro pubblicazione.

Dubbi sulle ronde – Questo, forse, anche alla luce delle osservazioni sollevate ieri da magistrati e polizia: sia l’Anm che il vicecapo della Polizia Francesco Cirillo hanno sollevato dubbi sull’inquadramento dei cittadini volontari, chiedendo e chiedendosi se “saranno pubblici ufficiali, persone incaricate di pubblico servizio o privatio cittadini organizzati in associazione”. Una domanda alla quale dovrà rispondere il titolare del Viminale.

Pd: benefici solo dopo un anno – Le proposte della maggioranza non incontrano però il favore dell’opposizione, anche se è da registrare il fatto che nessuno del Pd ha presentato emendamenti soppressivi della norma che prevede il carcere obbligatorio per gli stupratori. “Abbiamo presentato invece un emendamento – ha spiegato la capogruppo dei Democratici in commissione, Donatella Ferranti – per modificare quanto previsto dalla maggioranza in materia di scarcerazione e benefici carcerari. Sostanzialmente, il testo così com’è prevede i benefici se il condannato collabora, mentre noi chiediamo che benefici carcerari e di pena siano concessi soltanto dopo un periodo di osservazione di almeno un anno, in carcere, da parte di strutture e soggetti idonei a capire davvero il grado di pericolosità sociale dell’individuo”

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non ci sono parole di commento alle barbarie di questi malversatori delle ansie collettive che alla stessa stregua di hitler usano il consenso elettorale pur ottenuto e che legittimamente li pone al governo del paese per altri fini che quelli sui quali si basava la loro delega popolare…l’introduzione della barbarie, della legge del taglione, dello spostamento dell’azione di polizia dallo stato ai privati, del depotenziamento dell’azione della magistratura in favore di un “diritto delle piazze e della visceralità”…e fa ridere la “timidezza” del pd che continua ad inseguire su un terreno che porta pericolosamente altrove chi sposta il baricentro della politica dalla razionalità all’umoralità, di fatto contribuendo a fascistizzare il paese

in quanto agli stupratori, pur con tutte le garanzie che la legge riconosce a chi commette un reato, pur con tutte le ragioni che devono far considerare le misure cautelari anche una forma di rieducazione, pur con tutte le considerazioni sul disagio sociale, io credo che il carcere resti il posto migliore per persone che non sono certo dei “malati” o dei semplici “disadattati”, ma fondamentalmente persone che utilizzano la forza fisica e la violenza per imporre ad una donna o a chi è incapace di difendersi ciò che invece non può che essere frutto di un gesto consapevole d’amore e che sottratto a questa sfera precipita il genere umano nella negazione della gioia della sessualità …ma il problema è ancora una volta in una società in cui i valori sono diventati merce ed in cui troppo spesso si confonde il desiderio personale con la “libertà” di fare ciò che si vuole in spregio a qualsiasi norma umana, prima che giuridica