LAVORO: UIL: PERSI 5 MILA POSTI IN UN ANNO IN BASILICATA
 
21/03/2009 18.23.01
[Basilicata]

“I dati dell’Istat sull’occupazione alla fine del 2008 confermano la grande difficoltà del mercato del lavoro in Basilicata per la perdita di 5 mila posti in un anno, con 194 mila occupati rispetto i 199 mila di fine 2007”. E’ quanto sostiene Carmine Vaccaro, segretario confederale della Uil, sottolineando che “i 5 mila posti in meno vanno aggiunti ai 5 mila lucani in più in cerca di occupazione, in totale 25 mila, che per noi è comunque solo un dato statistico nel senso che è al di sotto della reale situazione. In questo caso si registra una ripresa di “fiducia” nei confronti del sistema di collocamento con il ritorno di giovani e donne nei Centri per l’Impiego forse più nella speranza di un maggiore ricorso alle liste ufficiali di disoccupazione rispetto alla diffusa pratica della chiamata nominativa. Rimane però aperta la questione del lavoro “debole”, come il part time e il tempo determinato ma, soprattutto, emerge nella sua drammaticità la questione Mezzogiorno che vede confermato il calo di occupati già manifestato nei mesi precedenti. Un dato, questo, che prescinde dalla crisi e che, inevitabilmente, peggiorerà nei prossimi mesi. I dati aggiornati e, quindi, più aderenti alla realtà di oggi, sulla cassa integrazione vanno letti in questo quadro e non fanno che confermare che i prossimi mesi – dice Vaccaro – potrebbero essere drammatici se non si mettono in campo, immediatamente, strumenti concreti per dare risposte ai lavoratori colpiti dalla crisi e per rilanciare uno sviluppo duraturo. Le risorse, nazionali e regionali, ci sono e vanno messe in circolo subito con l’obiettivo, non più prorogabile, di mantenere i lavoratori legati all’impresa. La Uil – conclude Vaccaro – rilancio il Patto per il buon lavoro in modo da creare condizioni ed opportunità per un’occupazione non precaria, liberando le ingenti risorse del Fse (Por Basilicata 2007-2013)”.

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credo ci sia ben poco da aggiungere…la lucania ha urgente necessità che si riveda al più presto l’intero comparto occupazionale ed evidentemente che vada rivisto il comparto produttivo, trovando nuovi indirizzi di politica economica che fin qui sono stati assenti, in virtù del modello esterno azienda-lavoro a cui troppo spesso si sono assoggettate le logiche produttive veicolate dalla regione, piuttosto che stimolare un modello interno basato sulle reali vocazioni del territorio…i dati parlano chiaro…c’è necessità di pensare ad un altro modello e subito!!!