il millantatore

copincollo dal sito (meno male che hanno ripreso con i comunicati, sennò come ci facciamo due risate?) l’estrema arroganza delle dichiarazioni di vincenzino l’assessore petrolifero:

SANTOCHIRICO: SUPERARE L’APPROSSIMAZIONE SU VICENDA PETROLIO
 
28/12/2008 15.57.18
[Basilicata]

(AGR) – Occorre investire sull’ambiente, utilizzando le risorse ai fini dello sviluppo, ma salvaguardando il territorio monitorandolo costantemente e dotandolo, con l’aiuto dello Stato, di fondamentali infrastrutture. Lo ha detto il vice presidente e assessore regionale all’Ambiente, Vincenzo Santochirico a conclusione dei lavori del convegno sul “Petrolio dei lucani”, organizzato a Lagopesole dall’associazione politico-culturale “100 Comuni”, cui hanno partecipato, tra gli altri, il consigliere regionale del Pdci Giacomo Nardiello, il sindaco di Avigliano Domenico Tripaldi, rappresentanti di partiti, associazioni ambientaliste, cittadini comuni. Il convegno è stato introdotto dal coordinatore dei “100 Comuni”, Giovanni Samela, ed è stato arricchito dalla proiezione di schede sulle estrazioni petrolifere in Basilicata e documentazione giornalistica visiva. L’appuntamento è stato determinato dalla presentazione da parte dell’Eni del cosiddetto “Progetto Frusci” che prevede uno studio del sottosuolo in una vasta area che comprende i Comuni di Avigliano, Potenza, Bella, San Fele, Atella, Filiano e Pietragalla. Il progetto è stato presentato lo scorso anno al Comune di Avigliano ed è in una fase avanzata per gli espropri dei terreni ai fini deell’effettuazione di sondaggi diretti a verificare l’esistenza di idrocarburi e la convenienza economica per una eventuale loro utilizzazione commerciale.
L’assessore Santochirico ha fatto chiarezza sulla vicenda del petrolio, ripercorrendo le tappe significative che hanno portato alle estrazioni in Val d’Agri, al riconoscimento delle royalties, alla loro utilizzazione da parte delle comunità locali, alla necessità di un adeguamento della compensazione attraverso una rinegoziazione con lo Stato e con le compagnie petrolifere, ai processi di sviluppo che si sono avviati, alla riqualificazione urbanistica dei centri interessati alle estrazioni. Santochirico ha insistito molto sulla opportunità di far tesoro di questa prima esperienza nel settore, riconoscendo alla Basilicata il merito di aver ottenuto dieci anni fa un ristoro economico che altre regioni come il Piemonte e l’Emilia Romagna non erano riuscite a farsi riconoscere. Più che royalties – ha precisato – servono maggiori investimenti da parte delle compagnie petrolifere, per radicarle al territorio.
L’assessore ha poi rimarcato con decisione la necessità di istituire non solo il Centro di monitoraggio ambientale (presumibilmente dalla prossima primavera), quanto la costruzione da parte dell’Università della Basilicata di una rete unitaria di costante e rigorosa osservazione dove far affluire, gestire e pubblicare i dati in modo da garantire la massima trasparenza possibile e il più democratico coinvolgimento delle popolazioni. La complicata vicenda petrolio – ha osservato Santochirico – richiede da parte di tutti protagonisti istituzionali e privati una grande capacità di ascolto e una grande predisposizione alla verità dei fatti. Bisogna superare la sensazione che possa esserci un’aggressione al territorio, valorizzando maggiormente i primi benefici che dal petrolio la Basilicata ha ottenuto, con investimenti significativi sull’Università, con la riduzione della bolletta energetica (lo sconto gas sarà ora esteso anche alle famiglie non allacciate alle reti del metano), con nuove risorse a disposizione di fonti energetiche alternative. La Basilicata non è mai stata né il Texas, né la California, né l’Arabia Saudita. Finora è stata dilatata la percezione degli svantaggi ed ora è necessario cominciare ad avvertire i benefici, isolando giudizi sommari ed esaltando il processo di creazione di un clima di fiducia, senza il quale nessuna società è mai riuscita a svilupparsi.
L’assessore Santochirico ha infine ricordato che negli ultimi anni alcun permesso di ricerca e di esplorazione è stato rilasciato dalla Regione alle compagnie petrolifere. Le autorizzazioni sono datate, soprattutto agli anni ’80 e comunque coprono non più del 20 per cento dell’intero territorio lucano.

hanno solo dato delle valutazioni di impatto ambientale positive a tutto…mente e sa di mentire per reggere il bordone a de filippo, ma ci mette anche del suo!!!…lo abbiamo già sbugiardato sui media illo tempore all’epoca di un confronto televisivo dove millantava di controlli e monitoraggi ambientali di arpab ed agrobios e della conta per lui evidentemente nuova dei permessi ed istanze chiedendone anche le dimissioni, ma alla luce dei fatti farebbe ridere chiederle ancora e magari ottenerle per poi riavere ancora il peggiore assessore di tutti i tempi…questa è gente da  da rimandare subito a  casa!!!…vergognatevi!

a proposito assessore, ma lo sa che molti di quei comuni hanno detto no a quel permesso e lei che fa lo magnifica pure?…non è così che guadagna in immagine, non ci riuscirebbe più neppure con l’ausilio del miglior chirurgo plastico-politico della galassia!!!

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andiamo avanti!!!

l’eccesso di presenza di italia dei valori, una certa attitudine alla sovradeterminazione da salotto da parte di alcuni personaggi, la stramba idea di alcuni di poter associare i partiti della ex sinistra arcobaleno, l’inconcludenza delle riunioni sin qui tenute, la non chiarezza programmatica e di percorso sin qui seguito mi inducono a terminare personalmente l’esperienza che presso il ce.st.r.im. si stava tentando di portare avanti in previsione di una ipotetica lista per le prossime amministrative a potenza

troppi i dubbi che ho rilevato sulla reale volontà di incidere sulla situazione cittadina attraverso quelle idee forti che oggi più che mai sono necessarie all’individuazione di un’altra città possibile, le idee che sole possono reggere il peso di quelle scelte programmatiche importanti che porterebbero a soluzione una continuità di gestione pseudo-democratica fallimentare che è sotto gli occhi di tutti, ma al tempo stesso indicherebbero una via d’uscita possibile dalla crisi di una città e di una regione

il comitato no oil lucania e comunità lucana, movimenti che rappresento ed alla cui volontà non posso far riferimento senza una riunione specifica sull’argomento, avevano a suo tempo già esplicitato la necessità di elaborare propri programmi e di formare proprie liste sia alle comunali che alle provinciali, mi attengo quindi a quelle scelte

il percorso non cambia affatto, solo riprende quel suo naturale procedere che non si è mai interrotto, sospendendosi piuttosto nella volontà di dialogo che abbiamo inutilmente cercato di portare avanti in quelle riunioni e che evidentemente riguardava solo noi

andiamo avanti!!!comunita-lucana-logo-piccolo.jpg

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continua il massacro

Nuovi raid contro Gaza: almeno 400 i morti

Si aggrava di ora in ora il bilancio dell’incursione aerea dell’aviazione israeliana contro il sud della Striscia di Gaza. I morti, stando a quanto dichiarato da un portavoce di Hamas, sarebbero 400 mentre il numero dei feriti avrebbe ormai superato i mille. La tensione nell’area è altissima. Molti carri armati israeliani sono al momento schiarati al confine meridionale del paese con la Striscia di Gaza.

L’Egitto accusa Hamas: “Impediscono trasferimento dei feriti” – “Noi abbiamo aperto il valico di Rafah e aspettiamo che i feriti di Gaza lo attraversino – ha affermato il ministro degli esteri egiziano, Ahmed Abul Gheit, nella conferenza stampa congiunta con il presidente palestinese, Abu Mazen – ma questo non è permesso loro” perché, ha aggiunto Mazen, il movimento integralista di “Hamas ha ormai assunto il potere nella Striscia”.

Diverse le zone interessate dai bombardamenti aerei – Stando a quanto fatto sapere dai giornalisti sul posto sarebbero state bombardati dall’aviazione israeliana anche diversi centri del sud di Israele, come Ashkelon, Sderot, Gan Yavne e Ashdod. In queste località comunque non vi sarebbero vittime.

Gli attacchi proseguiranno – Un portavoce militare israeliano a Tel Aviv ha dichiarato “noi proseguiamo i nostri attacchi contro le installazioni rilevanti di Hamas nella Striscia di Gaza”. Secondo il portavoce, l’aviazione israeliana nella notte fra sabato e domenica ha condotto “un certo numero di raid, in particolare contro una moschea del quartiere di Rimal, nella città di Gaza, che dava riparo a terroristi”. La radio pubblica israeliana ha parlato di una ventina di raid dell’aviazione.

Almeno due morti nella Moschea colpita – Almeno due palestinesi sono rimasti uccisi ieri sera nella città di Gaza quando un missile israeliano ha colpito una moschea. Lo hanno riferito fonti mediche palestinesi.

Soldati al confine con la Striscia di Gaza – Una operazione terrestre contro Hamas a Gaza è possibile. Lo ha detto stamani il ministri israeliano della Difesa, Ehud Barak, in una dichiarazione riferita da un portavoce del suo ministero. “Siamo preparati a ogni eventualità. Se è necessario dispiegare truppe per difendere i nostri cittadini, lo faremo”, ha dichiarato Barak secondo quanto ha riferito il suo portavoce. Secondo i media israeliani, l’esercito ha cominciato ad ammassare soldati al confine con la Striscia di Gaza. Un portavoce militare si è però rifiutato di commentare l’informazione.

L’Onu chiede la fine delle attività militari – Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha lanciato un appello alla fine di tutte le attività militari nella striscia di Gaza. Si tratta, secondo la prassi del massimo organo dell’Onu spesso seguita in simili casi, di una dichiarazione del presidente del Consiglio stesso, il rappresentante croato Neven Jurica. La richiesta non ha valore vincolante. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu aveva iniziato sabato sera alle 22 ora locale (le quattro del mattino in Italia) una riunione d’urgenza per discutere di una richiesta libica di arresto immediato dei raid aerei israeliani sulla striscia di Gaza in rappresaglia ai tiri di razzi da parte di Hamas. I rappresentanti dei 15 membri del Consiglio di sicurezza avevano avviato le consultazioni a porte chiuse per decidere dell’eventuale convocazione di una riunione formale sui raid israeliani. “Il nostro principale obiettivo è un cessate il fuoco immediato” aveva dichiarato il vice-ambasciatore libico all’Onu, Ibrahim Habbashi, precisando di aver domandato questa riunione d’urgenza “in coordinamento con il gruppo arabo all’Onu”. “Abbiamo l’intento di ottenere una dichiarazione della presidenza” dei 15 membri del Consiglio. I rappresentanti delle 15 nazioni del Consiglio hanno discusso a porte chiuse un documento preparato dalla Russia che chiede un alt alle operazioni militari di Israele a Gaza e ai lanci di razzi su Israele.

Abu Mazen: “Massacro poteva essere evitato” – Se le fazioni palestinesi avessero continuato il dialogo, si sarebbe potuto evitare il massacro di Gaza. Lo ha affermato il presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen), in una conferenza stampa al Cairo con il ministro degli esteri egiziano, Ahmed Abul Gheit. Il rais egiziano ha affermato che continueranno i contatti per riprendere la tregua scaduta il 19 dicembre, anche in vista della scadenza del mandato di Abu Mazen alla presidenza palestinese fissata per il 9 gennaio. Una riunione dei ministri degli esteri arabi che era stata convocata d’urgenza per stasera dalla Lega Araba al Cairo è stata rinviata a mercoledì, mentre per venerdì è stato confermato a Doha, Qatar, un vertice straordinario dei capi di stato arabi. Manifestazioni di protesta sono previsti oggi nelle università egiziane contro l’operazione militare israeliana.

continua dunque il massacro a gaza e sembra non importare a nessuno che dietro i miliziani di hamas ci sono comunque esseri umani che definire genericamente come “terroristi” non aiuta a comprendere la complessa geografia delle fazioni palestinesi

hamas è un movimento radicale che raccoglie molti consensi tra la diaspora palestinese in libano (tra le più antiche e risalente alla guerra del ’48), soprattutto tra i campi profughi del sud del paese dei cedri, per via di una sua vecchia “attitudine sociale” che forniva delle risposte di solidarietà e di organizzazione sociale a profughi abbandonati da tutti, mentre nella striscia di gaza l’attività del gruppo si è estesa e radicata anche per via di un esteso malcontento popolare riguardo della gestione dell’anp degli aiuti della comunità europea (principale sostenitore economico della zona), gestione contestata e contestabile anche per via dei numerosi casi di corruzione e “distrazione” degli aiuti fin qui registrati

il “colpo di stato” di hamas di qualche tempo fa nella striscia di gaza ha di fatto già esautorato il controllo e l’amministrazione dell’autorità nazionale palestinese e dei fedeli di abu mazen, ridotta così alla sola cisgiordania ed incapace ormai di rappresentare un momento politico unitario per il popolo palestinese residente, tanto che i raid attuali, più che rappresentare una risposta ai lanci di missili verso insediamenti israeliani e città del sud (ben poco concludenti militarmente), sembra andare nella logica di impedire qualsiasi seduta di hamas ad un tavolo della trattativa, dove per via di uno status quo evidente questa pur avrebbe dovuto sedere in rappresentanza della popolazione della striscia di gaza…piaccia o meno questa è la realtà dei fatti nella zona ed una prossima occupazione militare israeliana, come appare del tutto probabile, non farebbe che radicalizzare ulteriormente la situazione a danno di ogni accordo di pace…evenienza questa tutt’altro che sgradita al partito della guerra israeliano (militare ed industria bellica), ai falchi della politica di bush (che è ancora lì ad avvelenare il mondo con le sue strategie), agli iraniani (ben contenti che gaza tenga occupata israele), ai siriani in cerca di nuovi assi strategici che abbiano al centro damasco ed agli egiziani, a cui il contrabbando con gaza rende benissimo…e nel frattempo la gente crepa!!! 

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non ci siamo!!!

a proposito delle riunioni che si stanno tenendo a potenza al ce.st.r.min in vista dell’assemblea, pubblico questa singolare mail ricevuta da pietro bianchi:

Scusandomi per il ritardo (dovuto a problemi tecnici), vi invio la bozza di manifesto e la versione definitiva del volantino, da utilizzare come proposta per la raccolta delle firme. Con l’occasione faccio presente che è stata avanzata la richiesta di spostare l’assemblea al giorno 17 gennaio. Ritengo la richiesta meritoria di essere accolta, considerando che solo il 23 dicembre ho avuto la disponibilità dell’aula Magna (e non della Quadrifoglio). Rinviare l’assemblea di solo una settimana ci consente di preparare adeguatamente l’iniziativa, senza modificarne la sostanza. Invito tutti, pertanto, a raccogliere le firme da porre in calce al manifesto entro il prossimo 5 gennaio. L’appuntamento previsto per il giorno 29 dicembre è, pertanto, rinviato al 5 gennaio alle ore 18.30 presso il Ce.St.Ri.M. con le firme raccolte (possibilmente riportate in un file di testo al fine di velocizzarne il trasferimento sul manifesto). Chi non potesse essere presente il 5 gennaio, è pregato di inviare le firme tramite posta elettronica al mio indirizzo.
Su richiesta di alcuni amici è stata espressa la volontà di incontrarsi il prossimo 30 dicembre alle ore 18.30 presso il Ce.St.Ri.M.. Chi ne avesse voglia e tempo è pregato di venire, soprattutto coloro che non hanno potuto seguire tutti gli incontri.
In ultimo, ritengo arbitrario aver già inserito delle firme sul manifesto, soprattutto di chi non ha mai partecipato agli incontri e non ha ancora avuto modo di esprimere la propria adesione, ma ritengo ancora più arbitrario che il manifesto sia comparso, con le suddette firme, sul sito di qualche organizzazione che ha partecipato agli incontri. Mi pare non fossero questi gli accordi, ma di raccogliere le firme e poi ufficializzare il tutto. Se vi era la necessità di far comparire delle firme (a mò di gruppo promotore) erano da evitare quelle di chi non ha mai partecipato agli incontri, a meno di averne formalmente raccolto la disponibilità.
Auspico per il futuro un miglior coordinamento e meno “slanci in avanti”. Nel frattempo pregherei di togliere il manifesto con le firme dai siti che lo hanno reso pubblico, almeno fino alla prossima riunione, mentre può restare quello senza firme, aggiungendo il volantino (allegato al presente messaggio) e spiegando le modalità di adesione (anche invitando all’incontro del prossimo 30 dicembre)
Auguro a tutti buone feste.
 Pietro Bianchi mail a cui ho appena risposto in questo modo:

preciso quanto segue dopo la mail ricevuta da pietro bianchi:

1) la bozza del manifesto aveva dei nomi solo ed unicamente a titolo
esplicativo e non certo quale gruppo “dirigente” o “promotore” e giova ricordare
che simile procedura era stata approvata da tutti i partecipanti alle riunioni
come metodo per sottolineare una partecipazione già attiva dei firmatari…
l’unico nome inserito tra i non partecipanti era quello di don marcello, cosa
di cui mi scuserò con lui personalmente all’occorrenza e se da lui stesso
richiestomi, ma che francamente, essendo l’associazione LIBERA partecipante
direttamente alle riunioni come esplicitato più volte, non mi appare
assolutamente grave…non si capisce infatti come un rappresentante di una
associazione non debba sentirsi rappresentato da un percorso della stessa
associazione…forse se ci sono cose che non capisco e dovrei capire, “qualcuno
mi illumini”!!!
2) mi pare che se si critica l’iniziativa di apporre già dei nomi ad una
bozza provvisoria di manifesto, ci si dovrebbe chiedere come mai il volantino
viene dato invece per definitivo quando da più parti si sono espresse critiche
serrate e costruttive tanto alla sua forma, tanto alla sua sostanza che appare
vacua, generalistica e non includente alcuni temi importanti di cui pure si era
discusso
3) ) la pubblicazione del manifesto sul sito del comitato no oil  è scelta
personale del sottoscritto che avendo materialmente “fatto” il manifesto è
libero di pubblicarlo in forma di bozza (come chiarito bene, ma evidentemente
non letto altrettanto bene) senza che alcuno parli di “slanci in avanti” con
atteggiamento censorio assolutamente fuori luogo, visto il metodo seguito poi
nell’elaborazione del volantino dato per “definitivo”…non esiste alcun
problema nel ritirare la stessa bozza di manifesto ed invitare al non utilizzo
dello stesso, cosa a cui chiedo a tutti di attenersi da subito.
4) se il comitato no oil è di intralcio a percorsi che a questo punto paiono
inesplicabilmente (visto il concetto di partecipazione) come immodificabili,
questo comitato valuterà la continuazione della propria partecipazione a questi
percorsi in una propria riunione, se il problema è invece l’irruenza dialettica
del sottoscritto che lo si chiarisca subito…il sottoscritto può fare a meno
di partecipare se il proprio atteggiamento critico, ma estremamente costruttivo
(mi pare che alcune, tra le poche proposte concrete ascoltate siano venute
fuori proprio da lui!), è visto da taluni come un ostacolo a non si comprende
più bene quali percorsi partecipativi…avendo delle idee, il sottoscritto è
libero di esplicitarle anche in altre sedi
potenza, lì 27/12/2008
miko somma

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