18. Forestazione, altri impegni ambientali, altre proposizioni
temi di rilevanza specifica a livello di programmazione territoriale
abbiamo anche dedicato un punto alla caccia, attività verso cui nutriamo contrarietà, nel limite nelle leggi che ad oggi la tutelano come un diritto, ma che, inserita in un contesto di salvaguardia ambientale, potrebbe dare un suo specifico contributo.
I. Nuovo Piano Forestale volto al
– ripristino della massa forestale in zone ad oggi disboscate e non agricole ,
– contenimento del dissesto idrogeologico,
– conservazione del patrimonio primigenio di essenze arboree locali,
– assorbimento di CO2, da considerarsi non contabilizzabile ai fini del computo delle emissioni,
– mantenimento e ampliamento di zone atte alla conservazione e reinserimento di fauna locale,
– riconduzione della forestazione produttiva alla coltivazione di materiale ligneo da bio-edilizia e bio-arredamento e/o di essenze pregiate ad uso artigianale, officinale, medicale, ed in subordine alla produzione di materiale ligneo da camino domestico
– coltivazione dei prodotti del bosco, da affidarsi in lotti a cooperative tra i lavoratori forestali.
la presenza di circa 4000 operai forestali a fronte di meno di 600 mila abitanti (nella regione Calabria vi sono 7000 operai a fronte di una popolazione tripla di quella lucana) ci appare come il paradigma di una gestione legata al clientelismo politico mascherato da paracadute sociale e non certo all’obiettivo primario della forestazione, ricostruire la massa arborea regionale, e tale pratica deve essere interrotta, ma senza eventi traumatici, attraverso razionali e graduali riconversioni dei lavoratori in altri ambiti comunque a valenza di protezione del territorio…riconversione da operarsi con una strategia di forestazione che, oltre alla sua funzione naturale, nella sua parte produttiva è da indirizzarsi verso scopi di produzione di materiali biologici per edilizia ed arredamento, di produzione di medicamenti naturali e di coltivazione del prodotto del sottobosco (fragole e bacche, funghi, tartufi, etc), obiettivi programmatici di politica industriale ed agricola, che innescherebbero la formazione di un comparto produttivo locale in grado di assorbire la manodopera in eccesso sia nella produzione che nella coltivazione e cura delle masse forestali a scopi produttivi
II. Divieto espresso con legge regionale all’introduzione di essenze arboree/arbustizie non appartenenti al patrimonio vegetale lucano, di essenze anche ad uso agricolo od agri-energetico derivanti da modificazioni genetiche, sintesi di nuove specie o varietà attraverso manipolazione genetica o con funzioni differenti dall’uso strettamente agricolo ed in ogni caso da approvarsi preventivamente.
impedire qualsiasi penetrazione di essenze estranee sia al patrimonio naturale sia all’utilizzo programmato dello stesso
III. Catalogazione e riconoscimento legislativo del patrimonio floro-faunistico lucano come bene comune da preservare.
IV. Programma speciale ed iniziative legislative di protezione delle specie floro-faunistiche a qualsiasi livello di rischio di estinzione o da proteggersi come bio-tipo fondamentale per la conservazione del patrimonio di cui al punto III), in concorso alla legislazione nazionale di materia.
V. Divieto legislativo espresso ai non residenti nella regione Basilicata di caccia, raccolta di prodotti boschivi e parametrazione, in cooperazione con associazioni venatorie ed ambientaliste, di una lista e delle pratiche ammesse per la predazione delle specie animali da intendersi nell’ottica di un progressivo abbandono concertato delle pratiche venatorie, con l’esclusione di abbattimenti selettivi ed autorizzati a soli scopi di contenimento della proliferazione ed unificazione degli Ambiti Territoriali di Caccia in un unico ambito regionale.
maggiore cura e conservazione del territorio con un espresso divieto di raccolta dei prodotti del bosco e della caccia da parte di non residenti, con regolamentazione più precisa per i residenti, che, su specifica richiesta e fatti salvi gli obblighi di legge in materia sanitaria, diventano soggetti titolari del diritto di vendita a terzi del prodotto del bosco raccolto e delle prede, si da consentire maggiore razionalità, controllo e redditività per gli stessi…nell’ottica di un progressivo abbandono della pratica venatoria, intese con le associazioni venatorie sono da mettersi in campo per una maggiore razionalità nella regolamentazione del settore
VI. Divieto assoluto all’introduzione ed al popolamento di specie faunistiche ed ittiche non appartenenti alla catalogazione di cui al punto III)
in rapporto sia punto III) che IV), in ordine ad una tutela del patrimonio genetico della fauna locale, non saranno permessi ripopolamenti o lanci di specie non autoctone al fine di evitare fenomeni di abnorme od incontrollabile proliferazione di alcune specie a danno di quelle locali nell’alterazione degli equilibri della catena alimentare animale e del patrimonio genetico delle specie locali
VII. Completamento delle azioni volte alla costituzione dei parchi regionali, della Rete Natura 2000 e programma di individuazione di zone di ri-naturalizzazione Integrale.
complemento di quanto già ai dettati legislativi e regolamentari in ordine ad obiettivi di tutela, con la costituzione effettiva ed il potenziamento dei parchi regionali del vulture, della murgia materana, dei calanchi di pisticci e montalbano, del parco di gallipoli cognato, completamento delle reti di zone sic e zps e la loro esclusione da qualsiasi intervento antropico con ulteriore intervento legislativo, in particolar modo rispetto alle attività estrattive e/o energetiche, ed un programma teso ad individuare zone peculiari del territorio in cui operare la ri-naturalizzazione integrale, ossia il ripristino integrale dei rapporti naturali per specifiche esigenze di tutela anche legate ad operazioni di bonifica ambientale e di quanto al seguente punto VIII)
VIII. Creazione di una rete di corridoi verdi protetti per il collegamento tra le zone di protezione al fine di permettere la mobilità della fauna ed il naturale ripopolamento.
La frammentazione dei territori protetti e la loro non continuità (vedi parco dell’appennino lucano) impediscono una naturale migrazione e mobilità delle specie animali in ambito protetto, esponendoli a rischi nell’attraversamento di zone antropizzate, deve portare alla creazione di specifiche zone di attraversamento protette (corridoi verdi), recintate, protette da vincolo all’accesso ed atte a consentire la migliore mobilità delle specie, con la creazione di specifiche facilitazioni al transito, quali piccoli tunnel di attraversamento stradale o sopraelevate protette sulle arterie a maggior percorrenza, anche in ordine ad una maggiore sicurezza dei veicoli transitanti
IX. Rimodulazione delle specifiche azioni PSR alle loro vocazioni originarie di perequazione del reddito degli agricoltori con metodo tradizionale in zone di prossimità sic e zps.
tutelare il reddito di questi agricoltori nel riconoscimento di una specifica opera di protezione ambientale e cura del territorio che i metodi tradizionali di coltivazione consentono
X. Studio e varo di un piano di protezione delle coste sabbiose ioniche fondato sul ripristino dell’apporto naturale di materiali di sedimento dai fiumi, sul ripristino dei corridoi naturali tra spiaggia ed entroterra, sulla difesa delle dune e della vegetazione di duna, sulla limitazione di attività costruttive in prossimità del litorale e sugli eventuali abbattimenti o riduzioni delle stesse e loro ricostruzione in materiali idonei.
l’unica opera efficace di protezione dei litorali dello Ionio minacciati di erosione è uno specifico piano in grado di valutare ed intervenire sulla totalità dei processi sia naturali che antropici (che sospettiamo essere i principali artefici di mutate condizioni erosive in zone che normalmente dovrebbero essere di espansione storica dei litorali stessi), per riportare a stato di equilibrio l’apporto dei materiali sedimentosi e l’erosione marina, giudicando del tutto errata la continuazione della attuale gestione fatta di costosi ripascimenti di sabbie e posa di strutture di contenimento in mare
XI. Programma di abbattimento di ogni struttura edilizia abusiva costruita lungo le zone di rispetto fluviale, lacustre e marino.
Altre proposizioni
IA. Revisione delle Aree Programma, da sostituirsi con apposite commissioni di zona della consulta dei sindaci (vedi parte istituzione) ed abolizione di ogni struttura di gestione, programmazione e promozione intermedia, con particolare riferimento alla figura dei GAL, le cui funzioni vanno riassunte nella programmazione regionale e, per le parti di competenza territoriale, dalla commissione di zona della consulta dei sindaci.
sostituire le strutture delle attuali aree programma con specifiche deleghe a commissioni territoriali della consulta dei sindaci organiche all’assemblea
IIA. Ristrutturazione e ridefinizione delle funzioni degli uffici di rappresentanza della Regione Basilicata presso le istituzioni nazionali e comunitarie (vedi parte istituzione).
IIIA. Tavolo mensile degli interessi regionale con la partecipazione della giunta regionale, di rappresentanze consiliari, dei parlamentari ed euro-parlamentari eletti nei collegi regionali per la definizione e concertazione di azioni comuni (vedi parte istituzione).
IVA. Approvazione di una nuova legge regionale sull’editoria che miri alla regolamentazione delle attività editoriali pubbliche e dei siti e portali istituzionali, con regolazione della pubblicità istituzionale e dei finanziamenti all’editoria periodica.
impedire la discrezionalità, individuando parametri di riferimento certi ed una maggiore trasparenza dell’azione regionale, riconoscendo l’importanza della contribuzione per il settore informativo ed editoriale in un quadro di regole fisse e valide per tutti, in special modo per strutture direttamente riferenti all’azione istituzionale
VA. Azioni locali e nazionali volte ad una lettura critica più ampia dei fenomeni storici regionali
VIA. Studio ed adozione di un Piano Antenne Regionale per la regolamentazione delle emissioni elettromagnetiche e la integrale copertura trasmittente-ricevente del territorio regionale attraverso strumentazioni idonee alla salvaguardia della salute umana ed animale ed alla tutela del paesaggio.
VIIA. Adozione di una legge regionale sul randagismo e sulla regolamentazione dei canili, delle corrette pratiche di ospitalità degli animali, dei soggetti abilitati alla gestione delle strutture, delle sterilizzazioni, della microchippatura, delle adozioni, delle importazioni, della cura e tutela degli animali da affezione e delle responsabilità oggettive dei proprietari, delle pratiche veterinarie, dei comportamenti e dei doveri delle ASL e dei comuni per le parti a loro competenti.