Non di sole royalties
La concretizzazione apparente, nelle more di una situazione “fluida e volatile” dei conti dello Stato, del bonus benzina derivante dal fondo finanziato dall’aumento delle royalties per le estrazioni degli idrocarburi dal 7 al 10%, ex L.99/2009, venne già al tempo del suo apparire, durante il viaggio nella Val d’Agri dell’allora ministro Scaiola in occasione delle elezioni provinciali, duramente apostrofata dal sottoscritto e dal movimento che rappresenta come diseducativa, dannosa, miserevole, inutile ed iniqua, sia al fine di costituire ristorazione ad un diritto compensativo per le popolazioni, sia perché legata ad un prevedibile aumento delle estrazioni stesse, come poi la realtà ha dimostrato con una apertura di confronto che coinvolge governo regionale, Stato e compagnie su un memorandum per l’aumento di estrazioni di idrocarburi nella valle dell’Agri e surrettiziamente nel resto della regione.
La nostra considerazione del provvedimento di costituzione del bonus benzina, che “pare” diventi finalmente realtà, rimane inalterata, giudicandola al più un contentino di natura populistica nella più perfetta tradizione demagogica della parte politica che lo ha proposto e se ne è fatta alfiere, pure in quella sua esiguità e destinazione a ritornare in termini di utili per le stesse compagnie (si tratta di un bonus al consumo, infatti) piuttosto che alimentare un conto investimenti di carattere generale, ma altrettanto severo rimane il giudizio sull’atteggiamento ipocrita ed equivoco del “potere” politico regionale (antitetico nominalmente al centrodestra) che pur in presenza di “contraddizioni” palesi la cui reale portata viene sistematicamente distorta in quel tutt’apposto diventato ormai costume, non esita ad aprire altre trattative, prima ancora di aver messo a redde rationem le precedenti.
Ma non è per ripetere elementi di critica politica, economica, ambientale, sanitaria, programmatoria finora abbondantemente esposti e ben a conoscenza di chi ci dona attenzione (ragione per la quale abbiamo preferito negli ultimi tempi limitare gli interventi) che riprendiamo “carta e calamaio”, quanto per una considerazione sull’atteggiamento che quei 90 euro stanno scatenando in molte coscienze.
Riteniamo che nonostante tutte le critiche di merito e sostanza al bonus stesso, nonostante la sua esiguità che volge alla carità piuttosto che al beneficio, nonostante il sentimento di rabbia e presa in giro, tali denari, o poche decine di litri di benzina, vadano comunque ritirati dai concittadini lucani, sia poiché frutto di legge dello Stato la cui ampia natura di “regalo” alle mire delle compagnie di trivellare ovunque ci sia una goccia di petrolio non viene messa in discussione dalla “nobiltà” di non accettare il bonus considerandolo inutile obolo, sia perché poco o nulla si racconta nel provvedimento di quale destinazione prenderebbero i fondi non ritirati (e la beffa di vederli finire nei conti generali di regioni a cui è stato reso possibile invece disporre delle cifre, altrimenti che accettare coattivamente il bonus, come appunto alla Basilicata, produrrebbe ulteriore ingiustizia nei confronti proprio della regione che alimenta l’85% del fondo stesso).
Riteniamo altresì che mentre tutte le critiche di sistema rimangano uguali, dall’inopportunità di legare le royalties all’accettazione di ulteriori estrazioni alla valutazione negativa dei criteri di spesa finora seguiti dai governi regionali, l’utilizzo del bonus (i cui criteri di accesso e distribuzione andavano resi meno macchinosi e dispendiosi del montante del fondo) sia, nel caso non alimenti consumi aggiuntivi di carburanti in funzione di maggior disponibilità, ma reali risparmi dei costi attuali sostenuti dalle famiglie, parziale ristoro economico per chi soffre e soffrirà gli effetti di una crisi sottovalutata, male affrontata, peggio comunicata, sia a livello statale che locale, e la cui soluzione richiederebbe rimedi meno taumaturgici dell’impossibile dogma della ripresa dei consumi come volano della ripartenza.
Ma a fronte dell’invito a ritirare il bonus benzina per i cittadini lucani, ci sia consentito avanzare una proposta, già lanciata durante la conferenza stampa della recente manifestazione di Viggiano e poi ripetuta durante l’intervento del sottoscritto nella stessa, la proposta di destinare su base volontaria una percentuale libera dell’ammontare del bonus benzina attraverso deposito del suo controvalore su un conto corrente o libretto di deposito acceso dal nostro movimento e da associazioni che vorranno aderire, un conto o un libretto tenuto da un notaio a garanzia, ed il cui ammontare serva a finanziare monitoraggi ed analisi indipendenti di quelle situazioni ambientali e sanitarie più a rischio della nostra regione e sulle quali troppo spesso si è steso sudario, dalla Val d’Agri a Lavello, dalla Val Basento a Tito scalo e via discorrendo l’elenco triste.
E crediamo sarebbe l’uso più nobile del bonus.
Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil.