Comunicato stampa di Comunità Lucana – Movimento No Oil

L’onda nera in Louisiana farà riflettere la Lucania?

  

La cronaca del disastro ambientale sulle coste della Louisiana in seguito al crollo della piattaforma petrolifera ed alla fuoriuscita dal pozzo sottomarino di 5.000 barili al giorno in estensione continua sulla superficie marina del Golfo del Messico e giunte ormai a toccare l’ecosistema irripetibile delle paludi alla foce del Mississipi, in un disastro dalle dimensioni maggiori perfino del crack ambientale causato dalla petroliera Exxon Valdez, dovrebbe far riflettere anche la nostra petrolifera Lucania.

 

Obietterà qualche strenuo sostenitore del petrolio-risorsa che da noi non ci sono piattaforme marine, ma si ricrederebbe costui di fronte al dato di due permessi di ricerca di idrocarburi in mare appena al largo della battigia metapontina?

 

Permessi di ricerca che posano su alcune certezze, che esistano cioè giacimenti di idrocarburi al largo delle coste lucane in continuità geo-morfologica con i giacimenti di Val d’Agri, Val Sauro e Val Basento, che vi sia per le esplorazioni in mare una sorta di by-pass da azioni di tutela da parte delle regioni visto che le coste sono territorio regionale, ma non le acque marine, che le royalties dovute allo Stato siano del 4%, che infine un recente decreto abbia di fatto espropriato le regioni di quasi ogni competenza in materia di estrazioni terrestri, figurarsi per quelle marine.

 

Per realizzare un pozzo in mare è ovvio che a trivellarlo non si possa che farlo dall’alto di una piattaforma, idem pompare petrolio da inviare a terra ad un centro olii per la desolforizzazione e di seguito immetterlo nell’oleodotto esistente per il suo trasporto fino alla raffineria di Taranto o caricarlo direttamente all’interno di navi-cisterna. Dal permesso alla piattaforma il passo è davvero breve.

 

La possibilità così di vedere presto al largo della costa metapontina qualche piattaforma petrolifera intenta a trivellare il fondo marino stagliarsi sull’orizzonte senza fine delloJonio è prospettiva dalla concretezza reale contenuta nei tempi brevi dell’accelerazione ai permessi che il ministero dello sviluppo economico sembra voler perseguire con caparbietà proprio nella nostra regione.

 

Dovrebbero aprirsi a rigor di logica democratica riflessioni in merito, anche a seconda della visione del bicchiere, mezzo pieno per gli ottimisti, mezzo vuoto per tutti gli altri, che porrebbero in un caso la prospettiva di un incidente ad una piattaforma o anche di “semplice” fuoriuscita di greggio come eventualità remota, statisticamente improbabile o comunque compensabile dai benefici relativi,  oppure come eventualità probabile e non soggetta che al caso od all’imperizia tecnica, statisticamente significativa rispetto anche al minimo danno eventuale che produrrebbe ad una zona a forte vocazione turistica ed agricola e ricca di evenienze ambientali da preservare (ricordiamo solo le cinque foci dei fiumi Bradano, Basento, Cavone, Agri, Sinni, oltre alle aree protette).

 

Danni eventuali per nulla compensabili dai potenziali benefici in termini di ricadute economiche dirette od indirette sul territorio prospiciente, benefici sulla cui sostanza e destinazione molto c’è da dire. In ogni caso rischi di incidenti la cui entità, sia pur rapportati alla doppia visione del bicchiere, sarebbero di gran lunga superiori a quelli osservabili in Val d’Agri, considerando che la natura sottomarina delle trivellazioni ed i movimenti ondosi a volte anche impetuosi lungo quella costa creerebbero situazioni potenzialmente critiche e molto più difficili logisticamente a controllarsi.

 

Non si deve essere necessariamente Cassandra per comprendere che, ben oltre i danni ambientali, anche il rischio minimo di incidente in fase di estrazione o trasporto del greggio avrebbe tali enormi ripercussioni sul turismo e sull’agricoltura locali – e sul turismo le avrebbe a prescindere, a meno non spunti qualche sindaco calvellese del mare a dire che si farà il turismo idrocarbur-balneare! – da dover stimolare all’ente regionale una tutela preventiva molto più cauta che in passato, attraverso negazioni da trasformarsi in atti politici nell’immediato, prima che si arrivi al fatto compiuto nel silenzio delle informazioni in merito, un sudario troppe volte steso su autorizzazioni in materia fatte passare come atti dovuti  – e ricordiamo le autorizzazioni concesse durante la vacatio elettorale!

 

Chiediamo pertanto alla giunta De Filippo ed al neo-assessore all’ambiente Agatino Mancusi di voler procedere da subito, non solo a fornire alla comunità esaustive informazione in merito, ma ad attivarsi al più presto presso tutte le competenti sedi ministeriali ed europee con ogni atto di diniego politico ed amministrativo circa i permessi per la ricerca di idrocarburi in questione, in una soluzione di continuità inequivoca con la facilità di delibera che ha finora contraddistinto le nostre giunte regionali a partire dagli anni novanta fino ad oggi e ci ha di fatto trasformati in una colonia.

Detto in soldoni, non vorremmo che dopo tutti gli incidenti, dall’esplosione del pozzo a Policoro ai ribaltamenti di autocisterne cariche di greggio, dopo le perdite, le sgasate di idrogeno solforato, benzene ed altro e dopo le sfiammate al centro olii di Viggiano, a sfiammare ora fosse anche il mare. 

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil

Comunicato stampa di Comunità Lucana – Movimento No Oil

Il belletto prima degli sponsali

 

 

 

Fa ben strana impressione apprendere che a soli pochi mesi dalla trasformazione dell’acta in s.p.a., trasformazione che seppur a capitale per il momento interamente nelle mani del comune di Potenza, ha di fatto privatizzato il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti nel capoluogo, le tariffe della TARSU aumentino del 15%-17% motivate da un aumento del costo di raccolta e smaltimento.

 

Stando alle dichiarazioni di Domenico Iacobuzio, ex assessore con delega ai rifiuti alla provincia di Potenza fino alla scorsa consiliatura ed oggi proiettato ai vertici della s.p.a., tale aumento deriva dal costo degli smaltimenti presso la discarica di Salandra e da non meglio precisati aumenti dei costi di raccolta (peraltro non rilevabili almeno a partire dal momento della trasformazione della azienda in società di capitali) e non già dagli oneri della costituzione degli organi societari e dagli adeguamenti dei relativi stipendi alle condizioni dell’offerta privatistica, pur se in subordine ammessi chiaramente.

 

Detto in altri termini e riportando le parole dello Iacobuzio se l’acta-azienda era presieduta da un presidente e tale carica era di tipo politico, oggi la carica di presidente di acta spa non lo sarebbe più in maniera determinante e comporterebbe oneri e responsabilità fino ad ieri evidentemente minori e che oggi necessitano di essere retribuiti alle condizioni di mercato.

 

Peccato che la sua nomina a presidente della società sia stata di schietto orientamento politico e non certo frutto di un affidamento del compito sulla base di capacità manageriali che lo stesso non ha mai dimostrato nel settore in questione, essendo state le sue nomine sempre di tipo politico.

 

Ciò naturalmente pone una domanda, quella se il presidente si sentisse meno impegnato e responsabile nell’espletamento di un servizio strategico come la raccolta e smaltimento degli RSU ieri, da amministratore eletto, e non oggi, da presidente designato, ed in maniera tale da doversi proprio oggi compensare adeguatamente ciò che ieri non lo era? O almeno questa domanda pare al sottoscritto consequenziale alle dichiarazioni rese dallo Iacobuzio alle telecamere del TG3 regionale.

 

Ma nei fatti, oltre a tali dichiarazioni, vi è da rilevare che il costo materiale del funzionamento di una spa è enormemente maggiore di quello di una municipalizzata, dovendosi costituire un consiglio di amministrazione composto da un presidente, almeno un direttore e un numero consistente di consiglieri, oltre ad un collegio di revisori dei conti, un collegio sindacale e via discorrendo, senza che naturalmente questo debba in automatico portare ad un miglioramento del servizio, che rimane penoso come qualsiasi cittadino può notare dai cassonetti strapieni del multimateriale, che certo non prende la via di Salandra, ma bensì di Tito, sede dell’Ageco e della differenziazione a contratto che il comune intrattiene con questa, o ad una razionalizzazione dei costi che semmai continuano a salire.

 

Ai più smaliziati tra i lettori non dovrebbe però sfuggire il fatto che tutte queste manovre, ancorché di bassa lega, portano direttamente a S. Luca Branca e al suo inceneritore che mai potrà partire e per il cui collaudo la città posta una montagna di soldi solo per coprire procedimenti amministrativi degli anni passati che necessitano di un atto finale, il collaudo appunto, per evitare l’interessamento della corte dei conti, propedeutici ad una chiusura immediata dell’impianto ed alla costruzione di un nuovo, più moderno, ma sempre inutilmente dannoso, inceneritore la cui “necessità” si renderebbe palese per un problema di costi, di discariche piene e via discorrendo, in un’alimentazione coatta dell’opinione pubblica che incenerire sia una via obbligata.

 

Ma non dovrebbe neppure sfuggire che a privatizzazione ormai avvenuta, a casse comunali vuote e risonanti di vuoto, occorra rendere remunerativo l’affare per suscitare l’interesse di privati veri che rilevando quote di capitale porterebbero ossigeno ad un comune disastrato nelle sue finanze, e lo si fa ritagliando già da ora un margine operativo di due milioni di euro l’anno, tale almeno dovrebbe essere il maggior cespite rinveniente dagli aumenti annunciati. Fare impresa in condizioni assicurate di margini operativi è cosa ovviamente semplice e che si destina in genere agli “amici” delle proprie cordate politiche, alla faccia di ogni logica di mercato, nel solco delle privatizzazioni all’italiana, con l’aggravante della continua, ipocrita presa per i fondelli della cittadinanza e dell’intelligenza residua.

Perché non si ha il coraggio almeno di dire che acta spa è già in vendita, che gli acquirenti già esistono e che a pagare il belletto prima degli sponsali saranno comunque e sempre i cittadini?

 

Ci si ricordi almeno che i servizi, le aziende, i comuni, persino le sedie su cui alloggiano i deretani degli amministratori sono di proprietà di generazioni di cittadini che le hanno pagate con le proprie imposte e non certo degli “illuminati” di turno – ed a scorrere gli illuminati sindaci di Potenza negli ultimi 30 anni c’è da rabbrividire – prima di disporre del patrimonio cittadino come di cosa propria, magari ricordando anche che i cittadini non andrebbero mai considerati come semplici somministrati senza alcun diritto, ma piuttosto come soci del cui parere tener di conto.

 Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil

che nessuno si preoccupi della mancanza di articoli in questo periodo…stiamo attendendo che la giunta ed il consiglio partano…poi partiamo anche noi

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prime nomine

INFORMAZIONE-COMUNICAZIONE: PRIME NOMINE DELLA GIUNTA
Portavoce Nino Grasso, Caporedattore Ufficio Stampa Gianni Rivelli, Dirigente Comunicazione Donato Pace
26/04/2010 12.45.24
[Basilicata]
(AGR) – Prime nomine della Giunta regionale. Riguardano il settore dell’informazione e della comunicazione. Portavoce del Presidente sarà il giornalista Nino Grasso, mentre il giornalista Gianni Rivelli assumerà l’incarico di capo redattore dell’Ufficio Stampa. Il giornalista Donato Pace, invece, continuerà a dirigere l’area della Comunicazione Istituzionale.

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non ho molte parole per descrivere queste nomine, quindi lascio ai lettori il giudizio su due giornalisti (nino grasso, notista della nuova, gianni rivelli, giornalista della gazzetta) che hanno accettato di passare allo scoperto…dagli appoggi velati ad uno stipendio diretto il passo va salutato come chiarificante…almeno adesso sappiamo!!!

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Comunicato stampa di Comunità Lucana – Movimento No Oil

La dis-giunta tecnica

 

 

Al primo giorno di vita la giunta “tecnica” del presidente De Filippo già si aggiusta con la sostituzione del rivelatosi incompatibile direttore del centro ENEA di Rotondella con Rosa Mastrosimone, idv con cambio di casacca a pochi mesi dalle elezioni, rimasta fuori dal consiglio e rientrata così in extremis, con tutto il suo partito, in giunta. Sono certo note a tutti le competenze tecniche della Mastosimone.

 

 

Ora, al di là delle minacce dell’idv di passare all’opposizione, cosa che evidentemente ha messo in luce incompatibilità dell’assessore per un giorno che non si comprende come mai non fossero chiare prima – e in questa regione abbiamo capito essere alcuni argomenti un elastico che si tira dove e fin dove si vuole – questo ci spinge a meglio focalizzare lo stato della giunta “tecnica”, scoprendo così che anche a volere considerare Attilio Martorano, ex presidente di Confindustria Lucana, un tecnico che ricopriva però una carica per sua natura molto politica e poco tecnica, ci si sarebbe aspettati una sua nomina alle attività produttive, non certo alla sanità.

 

Ma anche la figura di Wilma Mazzocco, patron dell’API locale – non una filiale della omonima società petrolifera, ma la neonata formazione politica di Rutelli – all’agricoltura pone qualche problema in quanto se non comprende quale sia il passaggio “tecnico” che porta la presidente di Confcooperative allo strategico assessorato, ci è invece chiaro il dazio centrista che il presidente ha voluto pagare al “tappo al centro” che la stessa API ha rappresentato in queste elezioni, fino ad arrivare all’assessore alle infrastrutture che scopriamo aver nel suo bagaglio tecnico l’essersi occupata prevalentemente di formazione professionale, tutte cose certo molto bizzarre se si parla di tecnici.

 

Il sorridente presidente De Filippo però non fra una grinza ed a margine della conferenza stampa di presentazione della giunta non solo dichiara che essere governo non significa stare in giunta, con ciò aprendo le porte del sottogoverno regionale e di tutto ciò che ne consegue in termini di clientele agli esclusi dalla compagine di governo e dimostrando che a vincere queste elezioni è stata la dorotea “DC de facto” che impera incontrastata in questa regione, ma chiosa sornione su una lapidaria frase, quella secondo cui questa non sarebbe la giunta del presidente, ma la giunta del lucani.

 

Vorremmo credergli, ma proprio non ci riesce e non ci riesce non già per preconcetto ideologico, ma per quella continuità che le scelte fatte apportano alla linea di governo del territorio già sperimentata nella passata giunta. Non si comprende infatti come mai De Filippo, volendo fare scelte tecniche di governo, non abbia affatto scelto dei tecnici lì dove questi sono stati dichiarati tali, ma proprio non si comprende come mai sia poi saltata del tutto la connotazione tecnica per quei tre assessorati chiave come ambiente, attività produttive e formazione, ma la risposta è facilmente intuibile.

 

Aver incaricato Agatino Mancusi (udc), senza alcuna competenza in materia ambientale che magari non siano le passeggiate domenicali, ma assai contiguo per dovere di “linea politica” al quel gruppo Caltagirone, a cui è imparentato il segretario nazionale, gruppo in predicato di realizzare commesse importantissime nello sviluppo del nucleare in Italia – chissà forse in Basilicata? – ed interessato con Veolia e Nestlè a mettere le mani sull’acqua lucana per rifornire l’Acquedotto Pugliese al cui 40% la cordata è in predicato di impossessarsi grazie al decreto 133/2010, ma assai interessata anche alla gestione-incenerimento dei rifiuti in regione, ci pare invece una scelta tutta politica e tutta dentro il mainstream del pensiero presidenziale di “valorizzare” le grazie della regione nel lupanare di scelte energetiche che non mancheranno certo di far l’occhiolino alle compagnie petrolifere.

 

Aver poi incaricato il democristiano Restaino, suo fedele alleato contro il lato sinistro del PD  – Folino rimarrà parcheggiato alla presidenza del consiglio – della delega alle attività produttive è una scelta di campo netta rispetto agli orientamenti che le stesse scelte produttive – quindi i contributi da erogare – avranno in questa regione proprio rispetto alle attività coerenti alle scelte energetiche, agri-energie e quindi bio-masse in modo particolare.

 

La scelta della Mastrosimone, come già accennato, alla formazione è scelta poi di perfetta continuità con la precedente gestione Autilio, non ci resta che vedere allora la composizione del sottogoverno per comporre un puzzle in cui gattopardescamente tutto sembra cambiare, ma nulla cambia davvero, oltre al fatto di avere tre donne in giunta.

 

Ci chiediamo quindi se alla luce dei fatti che si prefigurano e delle scelte che paiono impostate sia il caso di vedere all’opera la giunta regionale prima di puntare il fucile – politico, per carità! – o non sia il caso già da ora di dichiarare ostilità verso una giunta che più che tecnica ci par politica e più che giunta ci par dis-giunta – dalla ragione che vorrebbe una regione meno serva della marginalizzante internazionalizzazione che ci riduce a colonia e con un’altra idea di gestione del territorio.

 

Nell’augurare comunque a Lei ed alla giunta buon lavoro, le ricordo, presidente, che la maggioranza assoluta non vuol dire la monarchia assoluta, parola di anti-berlusconiano!

 Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento NO Oil

GIUNTA NUOVA… RESTYLING?

IL PRESIDENTE DE FILIPPO FORMA LA NUOVA GIUNTA

Gli assessori sono Agatino Mancusi, Rosa Gentile, Attilio Martorano, Wilma Mazzocco, Erminio Restaino e Donato Viggiano

21/04/2010 22.29.32
[Basilicata]

(AGR) – Il Presidente della Regione Vito De Filippo ha formato la nuova Giunta. E’ composta da Agatino Mancusi che ha ricevuto la delega di vice presidente e assessore all’Ambiente-Territorio-Politiche della Sostenibilità; Rosa Gentile (Infrastrutture, Opere Pubbliche e Mobilità), Attilio Martorano (Salute, Sicurezza e Solidarietà Sociale, Servizi alla Persona e alla Comunità), Wilma Mazzocco (Agricoltura, Sviluppo Rurale, Economia Montana), Erminio Restaino (Attività Produttive, Politiche dell’Impresa, Innovazione Tecnologica), Donato Viggiano (Formazione, Lavoro, Cultura e Sport).

*   *   *

Ma chi se l’immaginava che ci saremmo trovati di fronte ad una situazione che, pare, scontenta tutti (meno coloro che, probabilmente, riusciranno a mantenere il proprio volume d’affari invariato, se non incrementato)? E che dire  di questa metamorfosi del Presidente De Filippo? Da eterno tentennante (almeno per quanto concerne le decisioni riguardanti il bene pubblico e i cittadini) a Decisionista?

Un vero “colpo di scena” sembra profilarsi sul palcoscenico politico della nostra regione! Ma ciò che ci preme sottolineare è quanto segue: Noi, poveri “folli” e “fondamentalisti” di Comunità Lucana – Movimento no oil gridavamo da sempre, possiamo dire, che in questa regione i fatti si svolgevano in un’apparente contrapposizione tra Centrosinistra e Centrodestra… apparente, per l’appunto! Perché non sono mai mancate dimostrazioni di come il tutto fosse solo uno specchietto per le allodole! Un centrosinistra che governava col benestare del centrodestra (al quale non mancavano certo fette di torta sulla tavola imbandita). Ma allora venivamo indicati come “Folli”.

Vediamo se oggi, prove alla mano (vale a dire la giunta appena formata), qualcuno ci accuserà ancora una volta di Follia!!!! Eh sì! Perché, a ben vedere, una sedicente coalizione di centrosinistra, nomina tre (diconsi tre) assessori che di centrosinistra hanno ben poco! O ci siamo dimenticati la provenienza di Agatino Mancusi? Abbiamo la memoria talmente corta da aver già dimenticato che Attilio Martorano e Wilma Mazzocchi erano nomi ventilati come possibili candidati alla presidenza da parte del Centrodestra?

In tanti si affrettano ad obiettare a queste considerazioni blaterando di “Tecnici”… sarà! Noi, purtroppo (per loro), non la beviamo! E il fiato sul collo di questa neo-nominata Giunta, ci sarà, eccome se ci sarà!!!!

A chi dovesse mettere le mani avanti utilizzando la solfa del “Vediamoli all’opera”, facciamo sapere che, ancora una volta, Comunità Lucana – Movimento no oil sarà in trincea a combattere, con l’arma della Politica e degli strumenti democratici a sua disposizione (pochi, in verità, in questa Regione) per far sì che eventuali disegni distruttivi per questa regione non vengano portati a compimento. Vediamo come si evolverà la situazione (ma visti i mal di pancia delle varie anime della coalizione, abbiamo ben poco da stare allegri). Per ora possiamo affermare che tutta l’operazione pare un semplice Restyling di un macchinario piuttosto datato; il tempo dirà se è così o se ci sbagliamo! Ma l’attenzione sarà sempre alta: lo sappiano in Via Verrastro.

Meditiamo gente… e mediti anche la politica!

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CEA: PARCO MURGIA, LUOGO DA FERIRE IN LIBERTÀ
Il Centro di educazione ambientale denuncia episodi di incuria nell’aera Murgia Timone
17/04/2010 11.09.38
[Basilicata]
Con una lettera indirizzata al Prefetto di Matera, al Procuratore della Repubblica, alle forze dell’ordine, ed al dirigente dell’ufficio ambiente del Comune di Matera, il Centro di Educazione Ambientale di Matera ha denunciato alcune problematiche relative all’area di Murgia Timone nel Parco della Murgia Materana.
“In piena area parco – si legge nella nota a firma di Paolo Montagna, Direttore del Centro – in una zona di eccellenza per il valore ambientale, culturale e turistico, oltre al sistematico e consistente abbandono di effetti personali intimi, è in consistente aumento il rilascio di bottiglie di alcolici e superalcolici, oltre che di scarti di rosticceria.
E’ evidente e dimostrato che responsabili di questi illeciti, non siano i tanti turisti che affollano durante il giorno l’area protetta e che raccolgono il messaggio della cartellonistica istallata che invita a non sporcare ed a conferire i rifiuti negli appositi cassonetti.
Al contrario questi illeciti, sempre più difficili da tamponare per il centro di educazione ambientale che a titolo volontariato se ne fa carico da diversi anni, si verificano puntualmente durante le ore notturne da parte di nostri concittadini in quello che diventa non uno spazio da vivere in libertà, ma uno spazio da ferire in libertà.
Ma ancora più mortificante – si legge ancora nella nota – è stato aver raccolto la testimonianza fra gli altri di una coppia di esperti camperisti che in sosta notturna sul piazzale belvedere di Murgia Timone, dopo essere stati destati in modo molto turbolento in piena notte, hanno dovuto subire per circa 15 minuti ripetute violenze verbali da parte di un gruppo di giovani materani in cerca di divertimento.
Un triste episodio annotato nel lungo diario di questi viaggiatori con alle spalle esperienze in tutto il mondo: guardati a distanza e protetti e rispettati nel Kurdistan dai guerriglieri, e sbeffeggiati nella città Unesco, ovviamente da parte di una minoranza attiva non rappresentativa della intera pacifica e accogliente comunità”.
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VICE SINDACO POMARICO SU LAVORI AVIOSUPERFICIE PISTICCI
 
17/04/2010 10.31.55
[Basilicata]
“Il provvedimento giudiziario di sequestro del cantieri dei lavori per l’ampliamento dell’aviosuperficie Enrico Mattei di Pisticci conferma le valutazioni critiche che, come amministratori di Pomarico, avevamo posto da mesi nel merito del progetto che oltre ai gravi problemi di impatto ambientale evidenziati non tiene conto nemmeno delle esigenze dei cittadini che risiedono nell’area interessata ai lavori”. A sostenerlo è il vice sindaco di Pomarico, Domenico Martino (Dc), ricordando la vicenda del lungo periodo di chiusura della strada Provinciale Pomarico-Pisticci Scalo, avvenuta a partire dal settembre 2009, con l’isolamento di una ventina di famiglie che abitano le campagne di contrada Trincinaro.
“Adesso, dopo il provvedimento di sequestro del cantiere dell’aviosuperficie – dice il vice sindaco di Pomarico – questa volta tecnici e dirigenti del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Matera che hanno sempre rifiutato il confronto saranno costretti a sedersi ad un tavolo di confronto con gli amministratori locali della Valbasento che vogliono vederci chiaro sui lavori. E’ questa anche l’occasione per fare il punto sull’attività di bonifica dell’area industriale. Noi amministratori locali terremo gli occhi ben aperti e faremo pesare le esigenze dei cittadini che vogliono informazioni certe e rassicuranti per la salute pubblica”.
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POTENZA, COMUNE: INTERROGAZIONE SU BUS EXTRAURBANI
 
17/04/2010 09.28.55
[Basilicata]
Il consigliere al Comune di Potenza, Antonino Imbesi (Pdl), ha presentato una interrogazione urgente sulla questione dei bus extraurbani.
“Nonostante l’apertura del Ponte Attrezzato e delle scale mobili di via Mazzini – ha detto Imbesi – in città continuano a girare imperterriti i bus extraurbani e non si capisce quando questa problematica verrà finalmente affrontata in maniera seria dall’Amministrazione Comunale… Eppure i cittadini non ne possono più e da molti anni ed a gran voce richiedono che si impedisca agli autobus che forniscono collegamenti con la provincia di non attraversare la città!.”
Il Consigliere Imbesi ha ricordato che una decina di anni fa ci fu addirittura una proposta da parte delle ditte di autolinee Liscio-Sita, di realizzare a costi propri il terminal degli autobus extraregionali, senza che l’Amministrazione spendesse soldi, sempre a patto che si fosse sviluppato un programma coerente con la chiusura della città ai bus provenienti dalla provincia.
“Ma la proposta non fu né accettata, né presa in seria considerazione dal Sindaco dell’epoca”. “Oggi siamo ancora in attesa di sapere quando IL terminal dei bus (realizzato con fondi pubblici) verrà reso operativo… così come di conoscere quando sarà pronta la gara europea per l’assegnazione del servizio di autobus urbani che attualmente gestisce il consorzio COTRAB con un rimborso pari al 100% dei chilometri percorsi, mentre la legge impone che almeno il 35% dei costi sia a carico del gestore del servizio…”
“Nell’interrogazione – ha concluso Imbesi – invito l’Amministrazione cittadina ad attivarsi senza più perdere prezioso tempo per rendere operativo il terminal dei bus extraurbani, chiedo risposte ai ritardi fin qui perpetrati e sollecito a che, finalmente, sia indetta questa benedetta gara europea”.
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lapidaria

basilicata coast to coast è un cestino di banalità e luoghi comuni dal sapore tuttappostista…una operazione di regime per raccontare un “buono arcaico” che non c’è più…giullarismo ridanciano al servizio di total e shell…la solita favola del lucano che ha pensieri suoi e della sua terra in realtà vorrebbe se possibile farne a meno…basta emigrare!!!

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miko somma art system

troverete una nuova pagina temporanea sul blog, miko somma art system, aperta qui perchè molti mi chiedevano di poter vedere qualche mia opera, nell’attesa di poter riaprire il mio personale sito web dedicato alla mia attività…ora magari è cosa poco ortodossa aprirla su un sito a suo modo politico, ma chi se ne frega…non esiste più nulla di ortodosso in questa regione ed in questo paese…buona visione e ricordate che in qualche modo queste opere fanno parte integrante di comunità lucana

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Comunicato stampa di Comunità Lucana – Movimento No Oil

L’alchimista

 

Il lancio su basilicatanet del consigliere regionale ed assessore uscente alla formazione Antonio Autilio (IDV), a tema l’accorpamento di alcune deleghe regionali, ci ha lasciati di stucco, palesandoci ancora una volta l’estrema leggerezza con cui indistintamente, a Roma come a Via Verrastro, chi detiene il potere di una maggioranza crede di poter rifare a proprio piacimento gli assetti istituzionali.

 

L’assessore Autilio propone un riaccorpamento di alcune deleghe all’interno dei sei dipartimenti, a suo dire resosi necessario in ordine a motivazioni funzionali e di maggior rispondenza a logiche di interazione tra queste, e se si limitasse all’enunciato e ad una discussione da sollevarsi nelle sedi competenti – il consiglio regionale e la prima commissione, non certo il Presidente De Filippo – non ci sarebbe nulla di male, ma l’assessore uscente fa di più e letteralmente ristruttura la regione.

 

Autilio reinventa così un dipartimento Politiche e Attività Culturali, Turismo, Sport, Commercio e Servizi, in una miscellanea alquanto eterogenea che non tiene in alcun conto le differenze che pur esistono tra la programmazione culturale ed i supermercati, un dipartimento Formazione, Istruzione, Università, Politiche del Lavoro, Politiche Giovanili, che par più ricalcare un MinCulPop con l’occhio attento al business lavoro-formazione che rappresentare un’integrazione tra deleghe prossime tra loro, ma dopo aver deo gratias lasciato immutato o quasi il dipartimento Salute, Sicurezza e Solidarietà Sociale, Servizi alla Persona e alla Comunità, di cui ci rimane poco chiara la dizione servizi alla persona ed alla comunità, ed aver modellato dal fango primigenio un dipartimento Personale, Programmazione e Bilancio,  raggiunge l’apoteosi con i dipartimenti Agricoltura ed Attività Produttive, sostenendo che sempre di imprese si tratta pur se agricole ed infine con il dipartimento Infrastrutture, Opere Pubbliche, Mobilità, Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità, con la scusa che quando si ha a che fare con progetti che in qualche modo creerebbero rilevanze ambientali, sarebbe più logico affrontarle tutte in un unico processo decisionale.

 

Resterebbero quindi per gentile concessione in capo alla Presidenza della Giunta gli Affari Generali, la Protezione Civile, le Politiche Comunitarie e quelle di internazionalizzazione.

 

Vorremmo allora, basiti da tanta architettura istituzionale ed amministrativa, ricordare al consigliere che le direttive della U.E. recepite nelle leggi dello stato prevedono espressamente che ogni progetto abbia una sua corsia di esame dal punto di vista dell’impatto ambientale separata da ogni altra considerazione in merito e ciò allo scopo di permettere valutazione serena della fattibilità rispetto alla rispondenza o meno ad alcuni criteri imprescindibili di salvaguardia dell’ambiente.

 

Ciò sta a significare che tentare di unificare valutazioni e permessi differenti per loro intrinseca natura nello stesso soggetto burocratico, l’assessore al ramo, porrebbe problematiche rilevanti rispetto al metro di valutazione da adottarsi. Non vorremmo cioè che a decidere della valutazione di impatto di una strada, di un ponte, di un pozzo di petrolio o di una centrale elettrica fosse sia lo stesso proponente l’istanza con grave nocumento all’equilibrio di poteri che in una giunta deve poi realizzarsi. Ma lo immaginiamo un ministero dell’ambiente e delle infrastrutture?

 

Allo stesso modo crediamo che non si possa in alcun modo pensare di equiparare non solo le problematiche che vedono all’occhio del cittadino ben palesarsi le sostanziali differenza tra un’azienda agricola ed una industria metal-meccanica, ma persino le differenti corsie legali (giuslavoristiche, contributive, etc etc)  con cui vengono trattate due materie senz’altro produttive, ma l’una strettamente connessa ai mercati alimentari, alla loro sicurezza e tracciabilità per la salute umana ed animale, l’altra a ben altri mercati. Lo immaginiamo un ministero agricolo-industriale?

 

O dobbiamo pensare che l’etichetta no-food che il recente PSR lucano par voglia propagandare come una piccola panacea per risolvere i problemi reddituali degli agricoltori, sia diventata manu assessorialis la vocazione coatta dell’agricoltura lucana, tanto da poter far pensare che per ben altri scopi dal produrre cibo si seminerà e si alleverà in questa terra? La chiamano anche agri-energia.

 

Ci saremmo dunque aspettati che dal cilindro alchemico di Antonio Autilio fossero venute fuori altre proposte di riassetto istituzionale – come Comunità Lucana-Movimento No Oil avevamo messo sul nostro blog a disposizione di chiunque i nostri suggerimenti in merito – come un accorpamento delle deleghe agricole e dell’ambiente, a sintetizzare l’importanza che un’agricoltura sana riveste nella tutela ambientale avendo come principio etico e brand di mercato quello dell’incontaminatezza del territorio, incontaminatezza che proprio una agricoltura bio-tradizionale locale con mercati corti ad essa dedicati, potrebbe più di ogni alchimia consentire.

 

Se questa giunta che prevediamo a rimpasto continuo e la consiliatura che nasce con due riviati a giudizio e con un presunto ineleggibile ricorrerà alle alchimie per riuscire ad amministrare questa regione, di certo avrà necessità di un alchimista. A quando la proposta di un dipartimento ad hoc?

 Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana _ Movimento No Oil

VITI SU MANIFESTAZIONE “LEGNO – ENERGIA SUD ITALIA”
In Basilicata la prima fiera nazionale sull’economia verde
15/04/2010 13.13.24
[Basilicata]
(ACR) – “Il nuovo paradigma per l’agricoltura del futuro è rappresentato dall’economia verde. In tale contesto innovativo, che la Basilicata intende seguire, si inserisce la prima fiera nazionale Legno-Energia Sud-Italia che ritengo molto interessante e che come Dipartimento Agricoltura abbiamo fortemente sostenuto”.
Lo ha detto l’assessore uscente regionale all’Agricoltura, Vincenzo Viti, che domani inaugurerà la Fiera nazionale nella città oraziana.
“Con tale manifestazione- ha continuato Viti- si offre alla Basilicata e alle aziende del settore, un’occasione per approfondire anche scientificamente con Università e Cra le dinamiche del comparto e conoscere le opportunità offerte nell’ambito della filiera per la trasformazione e la commercializzazione del legno. Sono queste le ragioni che ci hanno indotto a sostenere e a patrocinare, con l’Autorità di gestione del fondo Feasr per l’attuazione del Programma di sviluppo rurale Basilicata l’organizzazione dell’evento”. In Basilicata, il settore foresta legno con l’uso delle biomasse per fini energetici presenta interessanti opportunità di crescita. Il Dipartimento Agricoltura, puntando alla crescita del settore in maniera sostenibile, ha già attivato misure specifiche del Psr Basilicata 2007-2013 per diffondere gli impianti di valorizzazione energetica della biomassa agro – forestale e promuovere le fonti di energia alternativa. I bandi emanati riguardano la Misura 121 sull’ammodernamento delle aziende agricole, la Misura 123 Azioni A e B sull’accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali e la Misura 311C legata ad investimenti nella produzione, utilizzazione e vendita di energia da fonti rinnovabili. “Altre possibilità di sostegno al comparto che intendiamo riorganizzare – aggiunge Viti – saranno garantite con i Bandi di Misura 321 sull’Impiantistica pubblica e Misura 122 sulla Valorizzazione economica delle foreste. Un ulteriore impulso potrà venire dalle risorse di cui alla recente riforma della PAC (Healt Check PAC) nel cui ambito il Dipartimento perseguirà la sfida legata alle energie rinnovabili. ”

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belle misure davvero…spero che la gente si renda conto di quale sfacelo state organizzando sulle bio-masse e sul nostro patrimonio forestale…a brevissimo vi illustrerò le misure specifiche paventandone tutti i rischi…no, piuttosto palesandone tutte le catastrofi…il fatto è che quando viti (oggi tra le altre entrato anche in consiglio) & soci parlano di green economy a me di verde viene in mente solo il colore delle banconote da 100 e poi il giallo ed il viola

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la rosa dei conti

ROSA E MODRONE: PDL BOCCIATO COME NOMENCLATURA REGIONALE
L’analisi della situazione del Popolo della Libertà in Basilicata alla luce dei risultati elettorali degli ultimi anni
15/04/2010 12.41.27
[Basilicata]

(ACR) – “Con la recente sconfitta a Matera si è chiuso un ciclo per il Popolo della Libertà, un ciclo che si è rilevato amaro dopo le recenti sconfitte alle provinciali del 2009, alle comunali di Potenza ed il risultato delle recenti regionali dove a stento siamo arrivati al 19 per cento”. E’ la dichiarazione congiunta del neo consigliere regionale del Pdl, Gianni Rosa e di Luigi Modrone.
“Il giorno dopo semmai – continuano – qualche piccolo commento, qualche sfogo di chi non è stato eletto, la personale soddisfazione di chi ha ottenuto il ruolo istituzionale, semmai qualche piccola scaramuccia, ma niente di più. Rimane tutto fermo, immutato come se non fosse successo nulla. Sarà che il ‘dna doroteo’ di qualche attuale dirigente ha pervaso troppo il Pdl lucano, assieme all’assurda prassi di lasciar scorrere il tempo senza affrontare le problematiche aspettando che si invischi nella melassa del ‘vogliamoci bene”’….“Eppure conosciamo bene – affermano Rosa e Modrone – chi ha delineato e condotto la strategia politica in tutto questo periodo, come conosciamo bene chi ha avuto la responsabilità di organizzare il partito nell’ultimo anno. A tutto ciò aggiungiamo anche qualche “grave” scorrettezza non solo politica commessa per disturbare qualche candidatura forse ritenuta inopportuna, arrivando addirittura ad inventarsi candidature notturne nell’ultimo giorno disponibile….Chiediamo chiaramente un dibattito interno ma anche le opportune e non procrastinabili modifiche, che ci conducano a ripensare il partito e le sue strategie, a valorizzare i dirigenti locali, a far crescere quella futura partendo dalla giovanile, a creare un nuovo patto con i cittadini, le forze produttive e il mondo dell’associazionismo. Offriamo, come abbiamo sempre fatto – concludono Rosa e Modrone – la nostra personale disponibilità, ma anche di quei tanti amici che hanno reso meno pesante la sconfitta. Sia chiaro che i simpatizzanti, i militanti, tanti dirigenti aspettano una rivoluzione politica ed organizzativa, non deludiamoli. Sia chiaro che non saremo solo qui a guardare in silenzio, nel caso in cui nulla si muova”.

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eh si, pare che nella destra lucana ci sia maretta, anzi mare grosso, dopo la sonora batosta che si sono incassati alle regionali ed alle comunali di matera, dove non sono neppure entrati al ballottaggio…sarà che la resa dei conti, anzi la rosa (gianni) tra ex an ed ex forzisti deve veramente ancora iniziare, ma per il momento tutto mi pare fermo ad una presa di posizione che peraltro già all’epoca della candidatura berluskoniana di magdi allam avrebbe dovuto portare a qualche “sommovimento”…cmq, fatto loro…inventarsi candidature all’ultimo minuto?…beh, non sono i soli…rimarrebbe da chiedersi le firme su quali liste sono state prese?…su quelle decise all’ultimo minuto?…la legge parla chiaro, le denunce son state fatte, ma tutto tace, perchè in questa regione tutto deve tacere…

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PICI (PDL): “NESSUNA CAUSA DI INELEGGIBILITA’”
Il consigliere regionale replica alle notizie di stampa
15/04/2010 12.38.54
[Basilicata]
(ACR) – In seguito a notizie apparse sulla stampa, Mariano Pici, eletto nella lista proporzionale del PdL di Potenza alle elezioni regionali, ha dichiarato che “non esiste nessuna condizione di ineleggibilità a suo carico, in base al Capo 2 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali approvato con Decreto Legislativo 18 agosto 2000 n. 267”.

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beh, come si dice caro consigliere…lei se la canta e lei se la suona…mica è lei che deve stabilire l’ineleggibilità, ma il suo “giudice naturale”…parola che certo suona strana alla destra, ma è così che normalmente si fa…allora, il consiglio non si è ancora insediato e ci sono già due consiglieri sotto processo ed uno in fumus di ineleggibilità…direi che si è iniziato bene!!!

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