partiamo da questo mio post su facebook:
La parola centrosinistra mi dà l’orticaria…possibile che sfugga come renzi sia figlio proprio dei compromessi e del profilo sempre più basso che la sinistra ha assunto fino a perdere la sua natura e la sua progettualità?…no, la risposta non è mendicare un centro di accorgersi di una sinistra e darle spazi di praticabilità che finiscono nella contrattazione di un diritto di tribuna o fare inutile appello a truppe stanche di farsi massacrare, la risposta semmai è ritrovare un progetto che rappresenti i soggetti sociali in un cambio di paradigma produttivo…ovvero come non far pagare ai soliti il prezzo di cambiamenti ormai improcrastinabili, ma renderli protagonisti della volontà di cambiare…trovato il progetto coeso e sostenibile si può parlare dei compagni di viaggio…il resto francamente non mi interessa!!!!
cosa avrò mai voluto dire, nostalgici arzigogoli dialettici sinistrorsi o un vero e proprio intendimento programmatico per ciò che io ritengo oggi debba e possa essere una vera sinistra moderna ed inclusiva?…mi conoscete, per cui ovviamente nell’utilizzo magari di qualche formula di scrittura che potrebbe far pensare alla prima ipotesi, è alla seconda di sicuro che faccio riferimento…
stante le condizioni del paese, quello di cui oggi abbiamo tutti un urgente bisogno non è una sinistra identitaria che declama stancamente “frasi a cui nessuno crede” (cit.), ma certo neppure una sinistra a traino di qualcosa, magari a traino di un “qualsiasi” centrosinistra per come in questo paese l’abbiamo conosciuto a partire dalla metà degli anni 90, figlio illegittimo un po’ della svolta della bolognina, un po’ della tempesta di tangentopoli che strozza sul nascere la “gioiosa macchina da guerra” occhettiana, togliendo dalla scena i due soggetti di riferimento, la dc ed i socialisti di craxi…
quindi in questo caso una sinistra vocata alla pura rappresentanza e rappresentazione di se stessa attraverso delle supposte e molto spesso autonominate classi dirigenti che blaterano senza attenzione alcuna in un sempre più vuoto diritto di tribuna (qualcuno lo ricorderà come il “regalo” di d’alema a bertinotti in cambio di una succedaneità di rifondazione comunista ai governi ulivisti e post-ulivisti che da prodi traghettarono purtroppo direttamente a berluskoni ed oggi a renzi)…
e sarebbe allora come oggi una operazione inutile perché per esistere un centrosinistra necessita di un centro (ad oggi occupato da renzi) e di una sinistra che nei fatti non esiste, a meno di non voler considerare tale una libera associazione temporanea di parlamentari, sinistra italiana, che per ora numericamente non esiste, non essendo ancora neppure un partito…e poi ovviamente c’è possibile, quello si un contenitore di sinistra, forse ancora troppo in fieri, ma che quantomeno esiste, ha i suoi iscritti, i suoi comitati, dunque è a tutti gli effetti una sinistra che esiste sui territori…a proposito ricordino tutti (anche qualcuno di sinistra italiana e di possibile) che in italia, per tradizione e cultura storico-politica senza i territori la politica dei numeri, quella che poi ti fa contare o meno sulla scena nazionale, non esiste affatto…
ciò premesso, se la situazione nazionale ed internazionale mostra chiaramente il bisogno di una sinistra che ritorni ad essere sinistra in un progetto di sinistra ed oggi in questo paese più che in altri, dove una nuova sinistra di progetto pur faticosamente c’è ed avanza (portogallo, grecia, regno unito, germania, etc), abbiamo tutti bisogno di una sinistra che recuperi ad un dialogo costruttivo i propri soggetti sociali di riferimento purtroppo dimenticati da tanto tempo, i lavoratori in senso lato prima di tutto, i giovani, gli esclusi cronici e gli inclusi critici (non fate caso a chi dice che non li ha mai dimenticati perché alla prova dei fatti costui mente sapendo di mentire), però sappia contemporaneamente indicare un progetto per traghettare la società tardo-capitalista che abbiamo ereditato, anche nella complicità a volte ingenua altre volte troppo spesso interessata della sinistra storica e parlamentare, società i cui paradossi sono sempre più tragici ed evidenti, dalla sperequazione ormai assurda nella distribuzione del reddito al cambiamento climatico indotto da tre decenni di “follia ambientale”, e così traghettarla verso una modernità non qualunque…
traghettarla verso una modernità quasi necessaria ormai e che abbia nel cambio di paradigma produttivo (e così nel modello di consumo) sia la chiave progettuale, spendibile e sostenibile per affermare altri processi ed altri modelli di progresso (non uso casualmente questo termine invece dell’odiosa crescita con cui tendiamo a chiudere in numeri freddi sperequazioni evidenti ed uno sfruttamento ormai criminale delle risorse del pianeta), sia però e preventivamente la chiave per intessere un nuovo dialogo con una società ormai abbandonata a se stessa, quindi un dialogo ed una proposta che deve rendere protagonista i cittadini, la sinistra sociale se mi è consentito il termine, prima ancora che la sinistra politica…
e rendere partecipi e protagonisti i cittadini che se hanno contezza dell’insostenibilità di questa situazione e troppo spesso sono fuggiti alla complessità deviando verso formule pre-politiche o post-politiche quali il 5 stelle o l’astensione tal quale quali, oggi però necessitano di strumenti di sintesi costruttiva di un nuovo programma di cui occorre che diventino protagonisti attivi…in altre parole sono i cittadini che attraverso i propri bisogni inevasi ed insoddisfatti indicano la strada per costruire un nuovo modello ed alla sinistra necessita allora, per essere tale e non fotocopia di processi ormai estinti o non più ai fatti credibili, di essere strumento di sintesi di quelle stesse richieste e di una nuova elaborazione di modelli sociali ed economici…
tutto ciò a significare che se piuttosto che cominciare ad elaborare progetti credibili si perde tempo o lo si fa perdere, qualcuno parla ancora di rifondare un centrosinistra, questo qualcuno o non ha capito nulla delle dinamiche che hanno mutato la percezione sociale verso la politica e verso la sinistra e così le domande che a questa si pongono e le risposte che da questa si pretendono (è un ingenuo, quindi), o semplicemente questo qualcuno è in odiosa ed ipocrita malafede, tentando una operazione molto “pelosa” ed evidente di succedaneità politica a vecchi “marpioni” della politica che finirebbe per ingabbiare il dissenso in una meccanismo di rappresentazione politica eventuale che riporta al consenso verso formula di potere che rimangono stabili e che non vogliono, in ogni caso, cambiare radicalmente modelli e processi democratici e produttivi, quanto semmai procedere a riforme che alla fine dei conti appaiono del tutto confermative del modello dominante…questi i fatti nudi e crudi…
appare allora evidente che ingabbiarsi (o volersi coscientemente ingabbiare perché non usi alla libertà di pensiero e di azione politica) in simili prospettive, ancorché deliranti nei fatti perché numericamente non esiste quel centrosinistra – figurarsi una sinistra un po’ meno sinistra, se mi consentite – a cui accordarsi per ritrovare un centrosinistra ideale è operazione a rischio “servitù della gleba” e così pur nell’evidenza che non vi è alcuno spazio politico in cui praticarlo in prospettiva governista, a meno appunto di non fare da asinelli alle mire di qualche capobastone stanco e deluso, appare quantomeno stupido dimenticare, nella personificazione che poi in politica occorre tener di conto soprattutto in tempi di mancanza di idealità, che nessuno premierebbe intese con chi finora ha partecipato al gran banchetto con cui si è spolpato un paese ed una regione (parlo della mia lucania, ovviamente)…
perché il vero problema che si pone in queste assurde operazioni di ricostruzione di un centrosinistra era ed è una perdita assoluta di interesse verso il portato ideale della sinistra stessa (diciamo di quella che ancora insiste a definirsi tale) che si vorrebbe poi porre a base di un eventuale centrosinistra, perdita di interesse quando non assoluto disinteresse da parte proprio di quei soggetti che invece erano il sociale di riferimento e come tali, non essendo stati rappresentati finora od essendo spesso stati ingannati, di fiducia in operazioni sentite appunto come di palazzo o di ceto politico in riposizionamento neppure vogliono sentirne parlare e sbaglia chi pensa che possibile possa diventarne viatico…con certa gente non si può avere a che fare, non perché costoro abbiano qualche malattia politica, semplicemente perché non sono più credibili agli occhi dei cittadini…
e per essere ancora più chiari e senza perdere tempo prezioso in analisi che a tutti dovrebbero essere ormai note, se certa sinistra non è stata in grado di percepire finora il progressivo spostamento dell’asse di riferimento popolare verso altre rappresentanze, perché mai oggi dovrebbe rendersene conto se non legata al tentativo di “salvare” se stessi nel proprio ruolo di rappresentanza?…e dal momento che non voglio scrivere saggi sulla perdita di identità della sinistra che è certo argomento interessante, vorrei limitarmi ad una semplice dichiarazione di principi…
io con una sinistra che prima di elaborare progetti che marchino una differenza di portato ideale e concreto, pensa ad alleanze proprio non posso o voglio averci a che fare e per essere ancor più chiaro, io che non sono figlio di folino, che pur in questo sistema ha prosperato ed oggi pretende di essere nuovo, non mi sarei mai sognato di fargli concludere un incontro che porta in qualche modo la firma di possibile in basilicata…
questione di serietà e di progetto, prima che di persone, di alleanze, di conclusioni ad incontri pubblici e se mi è consentito di storia personale e politica di ciascuno di noi che avendo aderito a possibile dovrebbe mettere da parte le antiche relazioni e pensare ad altro, ma proprio ad altro…
io preferisco lavorare con possibile, a cui ho aderito con entusiasmo, al progetto di portare fuori la mia regione e con essa il mio paese dalla follia di queste classi dirigenti e di questo sistema, ma anche senza possibile, se a questo dovessi essere costretto dai compagni di viaggio che qualcuno si è scelto anche in virtù del suo passato in un pd che in questa terra ha seminato distruzione e clientela e che scopre solo ora i “guai” di questa terra…
miko somma