come i miei lettori più affezionati sapranno molto spesso anticipo gli argomenti e ne tratto persino quando ancora non si è sedimentata alcuna opinione, ma non è questione di bravura, quanto di velocità di esecuzione…passiamo al punto…
avrete letto al post precedente della mia accorata difesa del lupo, difesa che troverete in tanti articoli precedenti, in particolare in alcuni recenti dove denunciavo un atteggiamento culturale verso la fauna selvatica che si sta cercando di sobillare, aizzando verso campagne di abbattimento, se non peggio, ma oggi si è superato ogni limite a mio avviso…
il fatto…
sul tg3 regionale di oggi passa un lunghissimo servizio sull’ultimo di una serie di predazioni di animali da allevamento sulle dolomiti lucane, e più in generale nella regione (si citano 300 capi abbattuti dal 2012) che si riconnette alla più lunga serie di danni della fauna selvatica ai danni di agricoltori ed allevatori della regione…e parrebbe nulla di particolare, un semplice evento informativo su una tematica che comunque esiste…
ma non è così…la contemporanea presenza di diversi personaggi dell’associazionismo agricolo tutti favorevoli come da lanci pubblici sulla stampa ed in pubblici convegni alle campagne di abbattimento della fauna selvatica (usare il termine riduzione o contenimento secondo voi, significa altro?), del sindaco del paese in cui si è consumato il “misfatto”, di un veterinario della asl che era lì per un esame sommario allo scopo di certificare l’uccisione stessa e così dare avvio alle operazioni di risarcimento previste dalla legge, tutti pronti a giurare che trattasi di un attacco di lupi, non viene contrappesata da alcun parere contrario o quantomeno dubbioso del fatto che proprio di un attacco di lupi possa trattarsi…
e di dubbi ce ne sono tanti…
in primo luogo mi chiederei se tutte le autorizzazioni sanitarie ed urbanistiche degli ovili esistano e siano conformi a leggi nazionali, regionali e regolamenti comunali, soprattutto in termini di protezioni esterne degli allevamenti dalla fauna selvatica in zone a protezione ambientale rilevante, ma questo sarebbe il minimo e non vale la pena di soffermarsi oltre…nell’allevamento in questione, ripreso dalle telecamere e nelle parole dello stesso allevatore, si evidenzia il carattere di piccola impresa (una decina di capi), quindi più ad un carattere strettamente di sussistenza, visto il piccolo reddito che si desume dalle dimensioni del gregge…
il vero punto, il secondo, è nelle parole del veterinario che conferma che l’uccisione multipla è stata causata da lupi all’esame della conformazione del morso…e qui subentra una domanda topica…
ma se l’impronta del morso di un grosso cane non è affatto dissimile da quella di un lupo all’esame esterno dello stesso morso (ed ovviamente l’esame non poteva che essere esterno, visto che si era sul luogo dell’uccisione), dovendosi per appurare la vera natura dell’impronta dentale sulle carni procedere ad un esame autoptico che riveli la profondità con cui i canini sono penetrati nelle carni di pecore la cui uccisione in verità non appariva proprio recente, come dimostravano evidenti segni di decomposizione che lasciavano presumere una morte risalente ad almeno due-tre giorni prima (chiamiamolo punto 2.a), come ha fatto questo veterinario così preparato ad asserire senza dubbi che si trattava di “un attacco di lupi a giudicare dai morsi”?…
ma all’esperto veterinario sfugge forse un altro particolare che qui assume il valore di terzo punto…i lupi hanno un etologia conclamata, osservata e pacifica da decenni e decenni che li spinge alla predazione singola della preda, quindi all’uccisione della sola preda di cui si nutriranno e non di più animali, come invece si vedeva chiaramente dalle immagini…addirittura il veterinario si spingeva ad affermare che trattasi di una coppia di lupi…l’uccisione di più animali è evento che nelle specie canine appartiene alle volpi, che nel caso specifico però, viste le loro dimensioni ed attitudine predatorie, proprio non avrebbero potuto essere chiamate in causa…
e dal momento che appare difficile che i lupi possano in tempi di crisi aver cambiato abitudini e fare un inutile massacro, l’esperienza minima derivante dalla connessione logica di un evento con una causa, tale uccisione pare più essere stata procurata da cani da pastore inselvatichiti (viste le dimensioni occorrenti all’abbattimento di una pecora da più di una generazione (figli o nipoti quindi di cani domestici fuggiti od abbandonati) che abbiano perso ogni imprinting, che da lupi più adusi semmai a penetrare un recinto ed abbattere una singola preda da trascinare via e consumare lontano…
quindi di fronte ad una predazione quanto meno dubbia, come fa costui, il veterinario, ad affermare che trattasi di lupi?…e come mai poco prima della testimonianza di costui sindaco e rappresentanti di associazioni si sperticano a chiedere una nuova legge che garantisca maggiore celerità nei risarcimenti (ci potrebbe stare, ma credo sia più semplice ed efficace una semplice circolare interna), minore burocrazia (è di moda) e soprattutto una campagna di “riduzione della fauna selvatica”?…
avevo già denunciato in un lungo articolo precedente di un tentativo molto strumentale che se da un lato mirava a creare proprio una più semplice filiera degli accertamenti e dei risarcimenti in questione (uso non a caso il termine filiera) attraverso una vera e propria operazione culturale di deviazione del senso comune, dall’altro tendeva a “far superare” la tutela delle specie protette, da un lato chiedendo proprio campagne di abbattimento (che con il lupo però poco potrebbero, vista la natura di specie strettamente protetta, valendo al più con il cinghiale e qui occorrerebbe aprire un’altra pagina, essendo di fatto la presenza degli stessi ormai oltre il limite di guardia), dall’altro però stimolando degli atteggiamenti di bracconaggio da necessità che vanno ben oltre quello attualmente già praticato da molti criminali (questo è il termine da usarsi, visto il carattere penale del reato) con esce avvelenate, trappole, fucilate e chissà cos’altro ancora…
è cioè in atto una vera campagna di lobbying da parte di associazioni agricole e di allevatori (che meglio farebbero a preoccuparsi dei controlli di filiera, della qualità dei prodotti e di quant’altro attiene direttamente la loro opera di rappresentanza), campagna di cui spiace la sede rai di basilicata (o qualche giornalista) si rende in qualche modo complice, o consapevolmente (con ciò turbando profondamente il concetto stesso di deontologia) od inconsapevolmente (cosa forse anche più grave per evidenti motivi), illustrando con dovizie una problematica e le ragioni a sostegno di una tesi, ma non preoccupandosi di alcun contraddittorio…
così mentre spero che si avvii al più presto una indagine della magistratura per una serie di ipotesi di reato tutte da accertare, spero si dia corso subito ad un serio esame autoptico per accertare la natura dei morsi e in caso di controversia evidente tra la tesi del veterinario e la realtà scientifica legale, provvedere ad una indagine sul funzionario asl in oggetto ed a tutto quanto previsto dai regolamenti interni…
in quanto al tg3 sarebbe cosa buona ascoltare le altre tesi e non procedere monocraticamente e monoculturalmente verso una direzione suggerita ad hoc e che pare recitare che “nei nostri boschi s’aggirano lupi cattivi…occorre il fucile!!!”…
non si tratterebbe di buon giornalismo…
miko somma