il giornaletto di silvio

copincollo

Il Giornale torna alla carica contro vertici Basilicata24/12/2010 11:48Nessun atto giudiziario è stato notificato al presidente De Filippo AGRDopo un attacco al Pd senza nemmeno nominare un solo uomo del Pd “Il Giornale” della famiglia Berlusconi torna alla carica contro l’unica regione a guida Democratica del Sud Italia. Questa volta lo fa attingendo a storie vecchie, trite e ritrite sui giornali, parlando di una “iscrizione recentissima” nel registro degli indagati e di un ”avviso di garanzia”. Si tranquillizzino al Giornale: da almeno 6 mesi al Presidente della Regione Basilicata non è stata notificata nemmeno una multa per divieto di sosta.—————————————————————————————————————-

mi associo alla stigmatizzazione verso questa testata, il giornale, il giornaletto, un infido e viscido pamphlet presso cui trovano rifugio occupazionale una serie di personaggi dal profilo morale discutibile che ancora hanno il coraggio di definirsi “indipendenti” dalla gestione proprietaria della stessa testata e che spacciano fanghiglia maleodorante per delegittimare con mezzi altri alla politica gli avversari del nano-dittatore mister b., ma alcune considerazioni pur si debbono fare…

chi ha scritto questo commento?…è una difesa del presidente messa in campo del sito basilicatanet, e quindi assolutamente impropria vista la natura di terzietà che esso deve mantenere (e così facendo non fa che confermare la natura proprietaria del presidente sul sito stesso) o chi lo ha scritto facendolo pubblicare senza alcun autore?…

quando spesso ho parlato di berluskonismo in associazione all’operato del nostro presidente, è proprio di questo che parlavo…condannare una pratica di gestione della politica e dell’informazione (comprimerla ad uso e consumo delle proprie strategie ed avviare pratiche di delegittimazione degli avversari) significa soprattutto non praticarla poi ognuno pro domo sua, almeno per una distinzione di ordine etico che crediamo debba essere primaria…

ci sono appunto mister b. di destra (il nano-dittatore) e mister b. di sinistra ed a meno che questa laconica difesa non sia il risultato di veloci ed autonomi colpi di lingua in soccorso a chi oggi detiene potere assoluto in questa regione (qualcuno pur se ne deve pur assumere la paternità di questa dichiarazione riportata sul sito), la conclusione è che ad un berluska per interposta persona non se ne dovrebbe contrapporre un altro per altrettanto interposta persona   

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Rete Movimenti: al via la campagna verso “Rifiuti Zero”24/12/2010 12:01

BASA Sasso di Castalda, sabato 18 Dicembre, col patrocinio del Comune, con la partecipazione di Libera Basilicata e della rivista “Decanter”, si è tenuto un incontro pubblico promosso dalla Rete Regionale dei Movimenti Lucani sul tema “ Verso Rifiuti Zero, per un altro governo dei rifiuti”. Scopo dell’iniziativa informare e sensibilizzare cittadine/i ed amministratori locali sulla necessità di dare una prospettiva alternativa alla predominante logica emergenziale della gestione dei rifiuti, presentando alcune esperienze di comuni della Toscana, della Campania, della Calabria.
Di centrale importanza è stata la relazione tenuta dal Dott Ferdinando Laghi, direttore U.O. di Medicina Interna dell’Ospedale di Castrovillari, membro dell’Associaz Medici per l’Ambiente – ISDE Italia -, che col supporto di una dovizia di dati scientifici ufficiali ha messo in evidenza sia i danni alla salute ed all’’ambiente causati dagli impianti di incenerimento di ogni tipo (i cosiddetti “termovalorizzatori”, i cementifici, le ferriere, le centrali a biomasse), sia l’inadeguatezza della maggior parte dei sistemi di gestione dei rifiuti.
E’ da considerare infatti inadeguata ed arcaica una gestione che agisce addirittura in deroga alla scala di priorità delle direttive europee, e che continua a privilegiare discariche ed impianti d’incenerimento, piuttosto che favorire la riduzione a monte, il riutilizzo, il riciclo, dei materiali da rifiuto.
Presenti sindaci ed amministratori di alcuni comuni del Marmo Platano Melandro e del Metapontino, che nel riportare le esperienze di recente avviate nei rispettivi territori hanno evidenziato la concreta attuabilità – in tempi tra l’altro sufficientemente rapidi – di forme di raccolta differenziata col metodo “porta a porta”, ma hanno allo stesso tempo denunciato i numerosi ostacoli di natura “burocratica” incontrati in sede di confronto con l’Ente Provinciale.
Da sottolineare le importanti ricadute sul piano occupazionale della gestione del porta a porta ed i tangibili risultati che si vanno progressivamente ottenendo e consolidando in termini di riduzione dei costi in bolletta a fronte, tra l’altro, della creazione di siti di compostaggio in loco, proporzionati alle dimensioni di piccoli centri a vocazione agricola.
A conclusione dell’incontro le componenti della Rete Regionale dei Movimenti hanno deciso di lanciare una campagna diffusa sul territorio lucano per promuovere la logica e la pratica della strategia Rifiuti Zero, intesa come riduzione a monte, risparmio, riuso, recupero, riciclo totale della materia, nella piena consapevolezza della necessità di evitare senza ambiguità il ricorso alla combustione in qualsiasi forma.

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ma libera e decanter, quindi il coacervo che tenta di spingere qualche candidatura nella sel, lo sanno che abbiamo presentato e stiamo presentando un piano regionale sui rifiuti?…crediamo che lo sappiano bene e che stiano semplicemente ignorando la cosa, delegittimandola semmai, per il solito gioco che troverete nella categoria “i nemici di comunità lucana”…detto tra noi, il piano è aperto a tutti e vuole il contributo di tutti, ma ci vorrebbe un minimo di onestà intellettuale, meno slogan e più spirito di collaborazione con chi lavora seriamente al bene comune di questa terra…le porte sono aperte, dunque, ma ora basta con le conventio ad escludendum nei confronti del sottoscritto operate da qualche idiota che sulla base di rancori personalistici spacca le realtà per motivazioni ai più inconoscibili

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comunicato stampa di comunità lucana-movimento no oil

comunita-lucana-jpeg.jpg 

L’insostenibile pesantezza della governance locale

 

E’ con viva soddisfazione che apprendo della definitiva cancellazione delle Comunità Locali (L.R. n. 11/08) dall’assetto istituzionale del territorio lucano operata in Finanziaria 2011.

 

Debbo però constatarne la scomparsa per soli motivi di bilancio, non già perché in sede di riflessione istituzionale più ampia sull’assetto del territorio si sia convenuto l’assoluta inutilità di fotocopie delle nosferatu Comunità Montane che rimangono agonicamente in un commissariamento che speriamo non superi i sei mesi troppo abbondantemente concessi alla loro scomparsa, non comprendendosi il perché di tali lungaggini a fronte di ben due anni di comoda sopravvivenza delle relative poltrone di commissario liquidatore fin qui accumulatisi.

 

Ora è da intendersi che se le strutture territoriali intermedie (Comunità Montane) immaginate dalla L. 1102/71 avessero avuto valenza di raccordo di prossimità tra cittadino ed istituzione e non di mero centro di spesa perlopiù clientelare, ben diverso sarebbe stato il loro destino, ma nella nostra regione si pensò di sostituirle con delle fotocopie istituzionali (Comunità Locali) del tutto simili nel modello di governance locale che rimaneva sostanzialmente invariato, poltronifici per trombati assorti al ruolo di capobastone o postazioni per arrembanti affaristi della politica, al netto di ogni retorica “nuovista” con cui pure si apparecchiò lo stessa tavola.

 

Ma oltre il destino più o meno assicurato ai lavoratori delle Comunità Montane e non avendo alcuna significativa importanza umana quello dei presidenti e dei relativi consigli, la discussione che pur dovrebbe aprirsi con serenità scevra da “postazionismi”, è su quale debba essere il modello di un governo comune delle realtà locali più svantaggiate della nostra terra, dovendosi finalmente mettere da parte quell’insostenibile pesantezza della governance locale con cui abbiamo spesso dovuto far conto e giocoforza concentrarsi sul maggior dialogo tra sindaci ed enti regionali.

 

Dialogo che ovviamente non deve o può concentrarsi solo sulle appartenenze a cordate politiche più o meno rappresentate nel governo regionale, quindi in grado di assicurare ascolto alle istanze locali, ma necessita di strutture dialoganti e di concertazione istituzionale che la sola esistenza dell’ANCI non pare riuscire ad assicurare.

 

La regione pensa così di introdurre le cosiddette “aree programma” che letteralmente “dovranno assicurare, attraverso la costituzione di apposite conferenze di sindaci, la rappresentanza dei territori nella gestione delle politiche regionali” e francamente non risulta agevole comprenderne la differenza sostanziale proprio rispetto a quanto le Comunità Locali avrebbero rappresentato nelle intenzioni del legislatore regionale che ne aveva statuito l’esistenza ben prima di averne regolato le funzioni, e neppure rispetto alle conferenze di servizi che attualmente regolano molti aspetti del rapporto tra enti regionali e comuni.

 

Il rischio è così quello di far rientrare dalla finestra ciò che si è buttato fuori dalla porta, poiché non si capisce quali siano, al netto di regolamenti specifici, le modalità di partecipazione e rappresentanza dei comuni nelle aree di programma che, in mancanza di norme che ne statuiscano partecipazione e rappresentanza, rischiano o di essere un puro proclama di bassa retorica o di fotocopiare le modalità delle vecchie comunità, in questo caso con una legittimazione tutta da verificare per strutture non previste dalle leggi vigenti dello stato.

 

Altro invece sarebbe l’inserimento di queste aree in un più ampio disegno di architettura istituzionale che preveda, come questo movimento sostiene, la creazione ponderata di una consulta regionale dei sindaci a carattere obbligatorio a cui delegare competenze specifiche di programmazione territoriale.

 Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil

la bilan-ziaria 2011

Consiglio regionale, approvata la legge finanziaria 201122/12/2010 23:19 Confermate le misure di sostegno all’economia, alle famiglie ed alla cooperazione territoriale. Previste misure di razionalizzazione della governance territoriale e settoriale ACRIl Consiglio regionale ha approvato oggi a maggioranza (con 17 voti favorevoli quelli di Pd, Idv, Udc, Sel, Pu, Api, Psi; 8 voti contrari, quelli del Pdl; e 2 astensioni Plb e Ial) il disegno di legge della Giunta sulle “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione annuale e pluriennale della Regione Basilicata – legge finanziaria 2011”, che prevede innanzitutto una serie di disposizioni relative al contenimento della spesa pubblica e al rispetto del patto di stabilità.A fronte di una considerevole riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, pari a circa 112 milioni di euro (20 dei quali, riguardanti la materia dei trasporti, dovrebbero essere recuperati in base ad un accordo raggiunto nella Conferenza Stato – Regioni) la legge finanziaria intende realizzare una razionalizzazione delle risorse a disposizione, confermando per il 2011 il divieto di istituire nuovi comitati, commissioni e altri organi collegiali che comportano oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale e stabilendo che le spese degli enti strumentali non potranno essere superiori al complesso delle entrate accertate nell’anno.

Anche quest’anno la finanziaria regionale prevede una serie di misure di sostegno all’economia, alle famiglie ed alla cooperazione territoriale. Confermato lo stanziamento per l’Università degli studi della Basilicata che quest’anno è di 10 milioni di euro( e 1 milione di euro per il diritto allo studio universitario). Per il “Programma regionale di contrasto delle condizioni di povertà e di esclusione sociale” previsti 4 milioni di euro. Previsti inoltre stanziamenti destinati alla ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico (28 milioni di euro), alla politica agricola regionale (46 milioni di euro), alla forestazione (45 milioni di euro), al progetto “Vie Blu” (12,5 milioni di euro), al trasporto pubblico regionale (138 milioni di euro), al Programma operativo Val d’Agri (40 milioni di euro) e al Programma per il Senisese (29 milioni di euro). Di nuova istituzione è invece il fondo di garanzia per il capitale circolante delle imprese, con una dotazione di 10 milioni di euro. Riconfermati gli stanziamenti per il Fondo di prevenzione e solidarietà per le vittime dell’usura e dell’estorsione (400 mila euro), per la stabilizzazione dei lavoratori Asu autofinanziati (1,1 milioni di euro), per l’inserimento lavorativo dei soggetti diversamente abili (1 milione di euro) e il contributo alle Amministrazioni provinciali per l’attuazione del piano provinciale di supporto organizzativo per il trasporto e per l’attivazione di progetti educativi individualizzati per gli studenti diversamente abili o in situazioni di svantaggio (420 mila euro).

In materia di governance territoriale e settoriale, sono previste alcune misure di razionalizzazione e di armonizzazione alle disposizioni nazionali in materia di esercizio in forma associata delle funzioni fondamentali dei Comuni (decreto legge n. 78 del 2010 convertito in legge n. 122/2010) e della governance del servizio integrato idrico e dei rifiuti (legge n. 42/2010). Previsto l’esercizio in forma associata delle funzioni fondamentali di amministrazione, gestione e controllo, di polizia locale, di istruzione pubblica, gestione degli asili nido, assistenza scolastica dei Comuni con meno di 5.000 abitanti. Contestualmente all’istituzione delle “aree programma” che dovranno assicurare, attraverso la costituzione di apposite conferenze di sindaci, la rappresentanza dei territori nella gestione delle politiche regionali, entro sei mesi è prevista l’estinzione definitiva della Comunità montane. Viene inoltre abrogata la legge regionale n. 11/2008 sulle Comunità locali. Cambia, infine, il sistema di gestione del Servizio idrico e dei rifiuti, con la conseguente abrogazione dell’attuale sistema di governo delle Autorità d’ambito e la contestuale istituzione di una “Conferenza interistituzionale idrica” e di una “Conferenza interistituzionale di gestione dei rifiuti”.
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Consiglio regionale, approvato il bilancio 201122/12/2010 23:25Tre miliardi e 310 milioni di euro l’ammontare complessivo della manovraACRIl Consiglio regionale della Basilicata ha approvato a maggioranza (17 voti favorevoli, quelli di Pd, Idv, Udc, Sel, Pu, Api, Psi; 9 voti contrari, quelli del Pdl, e di Mpa; ) il bilancio di previsione per il 2011 ed il bilancio pluriennale per il triennio 2011/2013. L’ammontare complessivo della manovra, al netto delle contabilità speciali, è di circa 3 miliardi e 310 milioni di euro, al netto delle partite di giro, a fronte dei 3 miliardi e 496 milioni del 2010.Il limite massimo di indebitamento, cioè la possibilità di ricorrere al mercato finanziario, per il 2011, è di circa 123 milioni di euro.

Quanto alla specifica destinazione delle risorse del bilancio 2011, viene ancora una volta confermato lo stanziamento per l’Università degli studi della Basilicata, che quest’anno è di 10 milioni di euro (e 1 milione di euro per il diritto allo studio). Per le politiche di sostegno all’occupazione ed all’inserimento lavorativo (Lsu e lavoratori svantaggiati) le risorse ammontano a circa 14 milioni di euro, per l’istruzione e formazione professionale sono previsti circa 25 milioni di euro.

Per il completamento del Programma operativo Val d’Agri, sono stati stanziati circa 40 milioni di euro, mentre 29 milioni saranno utilizzati per interventi di valorizzazione delle risorse turistiche, storico – ambientali, culturali e sportive del Senisese.

Questi gli stanziamenti per i settori produttivi: 110 milioni di euro per l’industria (di cui 73 milioni di euro sono destinati alle piccole e medie imprese, comprensivi del fondo di garanzia per il capitale circolante delle imprese, con una dotazione di 10 milioni di euro, e 34 milioni di euro alla reindustrializzazione della Valbasento) 46 milioni di euro per l’agricoltura, 7 milioni di euro per il turismo, 28 milioni per ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico e 138 milioni di euro per la gestione dei servizi di trasporti. Per la forestazione lo stanziamento è di circa 44,5 milioni di euro.

Il finanziamento complessivo per le politiche sanitarie è pari a 1 miliardo e 130 milioni di euro.

Agli stanziamenti ordinari vanno ad aggiungersi i fondi della programmazione comunitaria 2007/2013. Per i programmi finanziati dal Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) sono previsti 578 milioni di euro, di cui 27 milioni di fondi regionali, mentre per quelli finanziati dal Fse (Fondo sociale europeo) lo stanziamento è 175 milioni di euro, di cui 11 milioni di fondi regionali.

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dunque, come annunciato, passiamo ad una disamina di questa finanziaria 2011 che ancora una volta ha sul collo il fiato della mancanza di fondi, mancanza resa ancora più acuta dall’ingente riduzione di fondi dello stato…ma seppur di necessità virtù, non basta evocare lo spettro del “nemico” a palazzo chigi per giustificare una manovra che non investe direttamente su settori strategici, ma continua la sua politica di elemosine parziali e clientelari…

come definire quei 10 milioni (in larga parte provenienti dalle royalties del petrolio) postati su una università che non si comprende bene cosa realmente sia, un centro di ricerca e formazione utile all’elaborazione di strategia di uscita dalla marginalità o piuttosto, come è vero, un centro di privilegi per una casta di interessati professoroni dalle dubbie qualità…sia chiaro non si tratta di un attacco stile gelmini, ma la serena constatazione che se dietro ai pericolosi progetti sulle bio-masse, dietro la programmazione dei rifiuti, dietro la gestione allegra delle coste e dei fiumi lucani, del disessto idrogeologico curato con le speranze ci sono alcuni di questi “dottori” mi chiedo se sia giusto donar soldi a chi intende svendere la regione…

il “programma regionale di contrasto delle condizioni di povertà e di esclusione sociale” con 4 milioni di euro postati è la solita elemosina gestita elettoralmente dai sindaci con liste regionali formate su indicazione degli stessi (niente di diverso da programmi simili che in passato hanno diffuso il senso di assistenzialismo con cui in molti casi bisogna fare i conti in regione), ma come al solito si regala il pesce invece della canna da pesca…

gli stanziamenti destinati alla ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico (28 milioni di euro) fanno letteralmente sorridere poichè rappresentano molto meno dell’1% della manovra totale, confermando la tendenza italiana al suicidio della conoscenza e se teniamo conto che nella  maggior parte dei casi questi denari andranno alle filiere di clientele gestite dagli organi intermedi, capiamo facilmente quanto di questo investimento finirà realmente all’innovazione…

la politica agricola regionale (46 milioni di euro) sconta ancor di più le clientele sul territorio con progetti di “eccellenza” che rimangono sulla carta dopo le corpose false fatturazioni che aumentano il valore dei progetti a finanziamento e quindi il bonus da ricevere, non hanno peraticamente alcuno strumento di controllo reale sulla qualità dell’investimento e soprattutto finiscono sempre nelle mani degli stessi soggetti (torneremo sull’argomento specificatamente e facendoci ancora un po’ di nemici, una nostra specifica vocazione a quanto pare), dimenticando però quasi del tutto l’agricoltura generalistica, quella che dovremmo trovare sulle nostre tavole quotidianamente (dove invece al meglio troviamo prodotti di bassa qualità e provenienti da altri lidi produttivi)…

della forestazione (45 milioni di euro) abbiamo molte volte parlato definendola come prodromica all’instaurarsi di una “dittatura dei forni” da praticarsi attraverso le bio-masse…

il progetto “Vie Blu” (12,5 milioni di euro), colossale truffa clientelare e soprattutto inutile quando non dannosa alla tenuta dei fiumi lucani… 

il trasporto pubblico regionale (138 milioni di euro), che ancora una volta invece di rilanciare sull’autonomia di un sistema di trasporti locale tarato sulle reali esigenze e sui reali diritti, consegna generose prebende alle aziende di trasporto, senza neppure pretendere servizi decenti o quantomeno umani…

il Programma operativo Val d’Agri (40 milioni di euro) ed il Programma per il Senisese (29 milioni di euro), sono l’apoteosi della clientela, il primo nei fatti di centinaia di milioni impegnati e spesi per giochetti dei sindaci ed opere quasi sempre inutili e fuori dalla logica, il secondo per gli appatiti che già si stanno muovendo su quelle cifre…

diremo in seguito delle “aree programma”, una bufala che va a sostituire le comunità locali che a loro volta hanno sostituito le comunità montane (che comunque ancora esistono in un coimmissariamento lungo due anni finora ed allungabile di ulteriori sei mesi salvo proroghe che a parole si escludono e nei fatti si fanno come sempre con la scusa che non si è terminata la fase liquidatoria delgli enti, cioè il nulla)…

la formazione è una di quelle aree di intervento poi dove ci pare che se i denari siano stati praticamente sprecati finora per il mantenimento di una pletora di interessi privati organizzati in quasi 200 enti formatori accreditati sul territorio regionale, anche i milioni di oggi finiranno in quel solco…chiunque abbia frequentato corsi di formazione sa di cosa si stia parlando e non mi si venga a dire che le percentuali di operatività rappresentate fa apofill ed ageforma (i due enti provinciali a cui è delegata la formazione) siano altro che una fotografia impietosa non solo di un fallimento, ma di una gestione davvero bizzarra…prima o poi pubblicherò l’elenco dei corsi di formazione accreditati e ne discuteremo…

sui fondi per la reindustrializzazione il capitolo diventa poi comico…bene, confermiamo gli investimenti, ma non ci sono le aziende e quando ci sono i requisiti mancano…

ma la faccio breve e vi risparmio chiacchiere sul resto della finanziaria, per lo più bloccata dalla sanità…

ciò che emerge è ancora una volta l’incapacità di pensare a sistemi altri in grado di connettere l’ordinaria amministrazione di questo disastro chiamato basilicata con una “visione” alta ed altra anch’essa di ciò che la regione potrebbe diventare e che spesso questo movimento ha indicato nell’incontaminatezza del territorio come volano di uno sviluppo diverso dagli indici finanziari, dal turismo di massa, dalla politica delle etichette senza prodotto in agricoltura, dalla ciclizzazione dei rifiuti, da una politica economica rispondente ai bisogni della gente e non ai profitti degli imprenditori…

dove sono gli investimenti di rottura del ciclo negativo?…non se ne vedono, poichè la rottura di questi cicli sono principalmente la rottura delle dipendenze da sistemi esterni alla regione che ingabbiano ogni dinamica economica nel bisogno del lavoro e dei ricatti che ne seguono immancabilmente…vogliamo fare forse l’esempio della fiat?…

ma troppo lungo sarebbe in un solo articolo che rischierebbe di essere illegibile tentare di riassumere le contrarietà di fondo che esistono a queste previsioni di spesa che sono e rimangono di fondo, riguardando una diversa visione del mondo e dei rapporti che in esso esistono tra tutte le sue principali componenti, società, mercato, ambiente…vi invitiamo pertanto a ricercare nell’identico articolo postato un anno fa sullo stesso tema non solo la corrispondenza tra il fiato corto di oggi e quello di ieri in tema di programmazione, ma le ragioni che ancora una volta ci spingono a guardare negativamente una politica regionale che ci collassa nella marginalità nel mentre blatera di internazionalizzazione, mercato globali e competitività…

in questa terra ora più che mai dobbiamo fare altro…ed una basilicata che sappia trovare una sua autonoma strada è ancora l’obiettivo di questo movimento

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storie di destra, nell’assenza di una sinistra

Stefania Prestigiacomo: “Lascio il Pdl, per ora resto ministro”“Lascio il Pdl, vado nel gruppo Misto”: così Stefania Prestigiacomo, ministro dell’Ambiente, annuncia lo strappo con il Pdl dopo che la maggioranza non ha appoggiato il rinvio della legge sulla libera imprenditorialità. A chi le chiede se intende restare al governo, Prestigiacomo dice: “Resto finché Berlusconi lo riterrà”. Al suo fianco si schiera Mara Carfagna che chiede a Berlusconi un immediato intwervento per recuperare la Prestigiacomo al Pdl.Prestigiacomo lascia il Pdl  – Nell’Aula della Camera il ministro dell’Ambiente vota diversamente dalla maggioranza, e non per errore. L’Assemblea di Montecitorio respinge per soli tre voti la proposta di sospendere l’esame il testo sulla libera imprenditorialità ed il sostegno del reddito avanzata dal Pd e sostenuta dalla Prestigiacomo che vota a favore della sospensione. Dopo il voto, visibilmente contrariata, prende le sue carte e lascia di corsa l’Aula, mentre dai banchi del Pdl c’é chi grida : “dimissioni, dimissioni”.Nel Pdl scoppia il caso Prestigiacomo  – Nella maggioranza appena uscita per il rotto della cuffia dalla prova di forza con Fli sulla sfiducia scoppia dunque la grana Prestigiacomo. Al culmine di una lunga serie di dissapori e veri e propri incidenti di percorso il ministro dell’Ambiente ha annunciato a sorpresa la sua uscita dal Pdl. Visibilmente scossa, praticamente in lacrime, il ministro parlando con i cronisti in Transatlantico ha spiegato: “Non mi riconosco più nel Pdl, pertanto resterò al governo, ma mi dimetto dal gruppo e mi iscriverò al Misto”. “Parlerò direttamente a Berlusconi” della vicenda, ha poi aggiunto.Fli: Su Prestigiacomo bell’esordio dei ‘responsabili’ – Bell’esordio del gruppo dei responsabili. Noi ci eravamo appellati al senso di responsabilità dell’onorevole Moffa, ma sono riusciti a provocare oggi l’addio della Prestigiacomo al Pdl…”. Così Antonio Buonfiglio e Angela Napoli, deputati di Fli, commentano lo strappo del ministro e il ruolo che nella vicenda ha rivestito il gruppo dei ‘responsabili’ che sostengono l’esecutivo. Tutto questo è avvenuto, aggiungono, “a distanza di pochi giorni” dalla scelta di Moffa e degli altri ex Fli di non sfiduciare l’esecutivo lo scorso 14 dicembre.Schifani: Prestigiacomo? Credo Micciché non c’entri – È l’opinione del presidente del Senato, Renato Schifani, interpellato durante la tradizionale cerimonia di scambio di auguri natalizi con la stampa parlamentare. “Non credo a nulla di tutto ciò – ha detto la seconda carica dello Stato – non credo Micciché c’entri in questa vicenda. Si sta occupando bene della sua forza politica. Da quello che leggo si tratta di questioni legate a iniziative legislative del ministro Prestigiacomo. Non credo a dietrologie o altro”.”Non conosco il merito di questa vicenda – ha proseguito Schifani – non posso dire molto. Evidentemente c’è una tensione tra lei e Cicchitto ma non ne conosco nel merito le motivazioni. A caldo ho parlato di scontro personale, ma dietro questo scontro probabilmente c’è qualcosa di politico ma non sta a me entrarci. Mi auguro si chiarisca”.Idv: Sfiducia Moffa a Prestigiacomo supera demenzialità – A giudizio di Italia dei Valori “il teatrino messo in scena in aula alla Camera supera ogni limite di demenzialità e spiega bene – afferma il vicecapogruppo dell`Italia dei Valori alla Camera Antonio Borghesi – come si sia potuti arrivare ad una situazione politica come quella in cui ci troviamo: Moffa, Pdl, ex finiano, che sfiducia il ministro Prestigiacomo era già uno spettacolo, completato poi dal salvataggio della ministra ad opera di Fli”.Finocchiaro: “La maggioranza non c’è più – “Le dimissioni e il passaggio della Prestigiacomo al gruppo Misto – secondo la la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro – testimoniano ancora una volta che questo governo e questa maggioranza non ci sono più”. “La fiducia del 14 è stata solo numerica. Ma politicamente sono finiti. Noi e il Paese ne siamo consapevoli. Non riesco a capire come facciano Berlusconi e i suoi amici a non rendersene conto”.Cesa: “Il caso dimostra totale confusione” – “Il voto in Aula sul provvedimento per l’imprenditorialità ha messo in luce da una parte la responsabilità della nostra opposizione e dall’altra la totale confusione del governo, come dimostra il caso Prestigiacomo. La maggioranza si chiarisca le idee, perchè così non si può più andare avanti”, ha commentato il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa.Cicchitto: “Dispiace ma devo ascoltare il gruppo” – Il presidente dei deputati si dichiara dispiaciuto per le annunciate dimissioni del ministro Stefania Prestigiacomo dal gruppo parlamentare ma rivendica la scelta fatta in aula dalla maggioranza, in contrasto con il ministro. “Sono assai spiacente per cio’che ha dichiarato il ministro Prestigiacomo,ma ho il dovere in primo luogo di ascoltare i parlamentari del gruppo che hanno lavorato per lungo tempo a questo provvedimento senza che fosse venuta nessuna indicazione diversa da parte del ministro. Su questo provvedimento, che va incontro alle esigenze delle piccole imprese – sottolinea Cicchitto- si e’ registrato un largo schieramento favorevole che e’ andato al di la’ della maggioranza avendo avuto il consenso dell’Udc e del Fli”.Mara Carfagna: “Avverto un disagio diffuso” – Il Ministro fa appello al Premier Silvio Berlusconi per fare ogni sforzo per recuperare la presenza del ministro Stefania Prestigiacomo all’interno del Pdl. “Spero che il Ministro Prestigiacomo ci ripensi e resti nel Popolo della libertà. Se così non fosse – dice Carfagna- la perdita sarebbe soprattutto per il partito, che vedrebbe allontanarsi un`esponente molto radicata, un`ottima parlamentare, un Ministro dalle capacità indiscusse, riconosciute anche al di fuori dai confini del centrodestra, e dimostrate, tra l`altro, ancora questa mattina durante il Consiglio dei Ministri”. “In ogni caso – aggiunge- sarebbe sbagliato sottovalutare l’accaduto: il disagio espresso da Stefania Prestigiacomo nei confronti di un partito nel quale, troppo spesso, si preferisce, per fretta o disattenzione, non prestare ascolto alle idee diverse, è molto diffuso”, aggiunge. “Sono certa che il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, come sempre ha fatto, sarà capace di trovare una soluzione ai problemi posti dalla collega, ma, allo stesso tempo, sogno un Partito che sia in grado di sintetizzare da solo punti di vista diversi, pronto ad assorbire le differenze piuttosto che enfatizzarle, che ha voglia di costruire consenso invece di soffiare sul fuoco ed, eventualmente, bollare posizioni politiche come “capricci”, magari “da donne””, conclude Carfagna

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domani (oggi, sempre lo stesso problema a scrivere a tarda ora) un’analisi accurata del bilancio 2011 approvato oggi in consiglio regionale…non ci sono sostanziali novità da commentare se non la continuazione di una politica al ribasso dallo stile ragioneristico e come sempre dallo stampo clientelar-basso-imperiale…entreremo nei dettagli, cercando come sempre di toccare le questioni chiave che le cifre nascondono e non le cifre in se stesse (forse è questa l’unica maniera di leggere oggi i bilanci istituzionali), ma evidenziando ciò che si sarebbe potuto fare e non si fa per vizi ideologici di fondo

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comunicato stampa di comunità lucana-movimento no oil

Modelli bulgari, anzi no, nord-coreani

Se dovessimo giudicare quanto accade nella nostra regione solo dalla lettura dell’attività quotidiana del sito istituzionale Basilicatanet, vetrina per sagre, presepi e progetti vari e collettore di memorabilia di comunicati in stile Tass da cui è quasi sistematicamente escluso ogni dissenso, dalla lettura delle attività personal-cultuali del Diario del Presidente, propagandistico cine-giornale Luce dei nostri giorni redatto tenuto da chi fino a qualche mese fa tuonava dalle pagine di un giornale contro “maggioranze incapaci di governo”, dai toni chiaroscuristici di scuola accademica espressi dal TG3 regionale, tutto sembra andar bene o quasi in questa regione.

 

 

Ma in una regione dove nulla o quasi sembra funzionare sulla base dell’empirismo inevitabile con cui il cittadino lucano dovrebbe cominciare ad osservare la realtà, pare assurdo ascoltare che tutto vada bene, un evidente assurdo che fa suscitare lecita la domanda se non sia scarso pennivendolismo di regime messo in cottura in presunti salottini buoni della locale intellighencjia a far da pietanza per il desco dei cittadini od attitudine a servire messa per conto dei poteri in attesa del paradiso che verrà.

 

 

Così accade che chi dovrebbe concorrere alla libera formazione delle opinioni dei cittadini, spesso se ne fa tanto cattivo interprete da allontanandosi da ogni deontologia fino a ricadere nel più classico dei modelli di informazione, quello bulgaro – anzi no! – nordcoreano. In ciò aiutato da certa politica a cui non interessa certo fare i conti con la realtà, ma costruirne una ad uso e consumo delle sue esigenze e dei suoi punti di contatto tra affari privati ed affari pubblici.

 

 

Ma il punto vero non sta nel giudizio della stampa e delle sue esternazioni teleguidate, ma in ciò con cui questa regione oggi deve realmente confrontarsi al netto del tuttappostismo di certa propaganda o delle cecità di comodo e di interesse, l’esigenza cioè di scattare onestamente oggi una istantanea  reale della regione ben prima di pensare alle pose del domani.

 

 

E se la fotografia del presente rivela un fallimento totale delle politiche economiche fin qui seguite in questa regione, più che in contingenze politiche e finanziarie esterne ed a cui schizofrenicamente si cerca di attribuire colpe per dislocare altrove il nesso causale tra eventi e cause (il comodo leit-motiv giustificazionista che prende il sopravvento su ragionamenti più ampi e che occorrerebbe con onesta mettere al centro del dibattito istituzionale e civile), la domanda che emerge, a nostro avviso, è se il fallimento sia il risultato solo di errate programmazioni in rapporto ad errate previsioni o non piuttosto anche il risultato di classi dirigenti inadeguate al compito e viziate da clientelismi tanto allignanti nell’azione politica da farne supporre un’anomalia genetica che ne pregiudica la stessa fisiologia.

 

 

Domanda non strumentale, ma pregnante rispetto al futuro stesso di questa terra, nel momento in cui qualche scelta di fondo pur si dovrà fare per assicurare alla regione ed ai suoi cittadini un domani dignitoso e ben comprendiamo come se ogni domanda sul futuro debba passare anche attraverso qualche domanda sulla classe dirigente che ne ha finora determinato le fasi, tale domanda non può o deve esaurirsi nell’autoreferenzialità del giudizio che fino ad oggi è stato il metro attraverso cui quella stessa classe dirigente si è auto-assolta da un clamoroso insuccesso che emerge da considerazioni ovvie, a cominciare da quanto finora si è speso (miliardi di euro) e per quali risultati (scarsi o nulli).

 

 

A quanto ammontano i finanziamenti globali di cui questa regione ha usufruito da Stato e U.E. in via ordinaria e straordinaria e distinti per campi di intervento (infrastrutture, agricoltura, politiche sociali, aiuti alle aziende, turismo, etc.)? Quali sono stati i risultati raggiunti distinti campo per campo in rapporto alle cifre impegnate e spese? Si è raggiunto l’obiettivo di far uscire la Basilicata dal sottosviluppo esattamente come indicato dalle procedure dell’obiettivo 1 dell’azione comunitaria? Si è proceduto a verifiche di merito in grado di analizzare l’efficacia concreta della spesa?

 

 

Queste crediamo siano solo le prime domande a cui occorrerebbe dare una risposta e crediamo che in un periodo in cui sono in voga tanti tavoli e stati generali, queste dovrebbero essere le “domande” a cui la classe dirigente dovrebbe rispondere prima di programmare alcunché, impegnando il futuro dei cittadini lucani in vie ai più sconosciute, ma evidentemente ben mappate da chi oggi preme per una maggiore destinazione del territorio lucano a sistemi produttivi esterni alla regione stessa nel nome di un’economia della competizione che la storia sta dimostrando essere una prevaricazione dei più elementari diritti, quello ad una esistenza dignitosa in buona salute ed in un ambiente sano.

 

  

E l’ulteriore domanda crediamo debba essere :“E’ questa classe dirigente all’altezza etica dei compiti di guidare la regione verso un futuro, abbandonando quell’idea monocratica di un “modello lucano” che mentre consegnava la regione alle compagnie petrolifere, nel frattempo produceva il nulla?”.

 

 

E nel mentre cerchiamo di capire quali siano le linee guida che hanno impedito l’accesso alle riunioni del Consiglio Regionale per la seconda volta in poche settimane, attendiamo risposte.

 

 

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil

Sanita’: Tinchi; occupata zona pubblico Consiglio regionale

Presidente Folino sospende riunione per approvare Finanziaria

20 dicembre, 13:24

potenza, 20 DIC – Per protestare ”contro la chiusura dell’ospedale di Tinchi di Pisticci (Matera)”, a Potenza, alcuni manifestanti hanno occupato lo spazio riservato al pubblico nella sede del Consiglio regionale della Basilicata: il presidente dell’assemblea, Vincenzo Folino, ha sospeso la riunione per l’approvazione della Finanziaria ”fino alle ore 16”. Alcuni manifestanti si sono incatenati alle poltrone per il pubblico e uno di loro ha in mano una bottiglietta piena di benzina e minaccia di darsi fuoco. (ANSA).

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da tinchi

ricevo dagli amici in lotta di tinchi e volentieri inoltro il seguente comunicato

  

Il “Piano per Tinchi”: ingannevole, offensivo!!

 

I comitati in lotta in difesa dell’ospedale di Tinchi giudicano il Piano presentato da De Filippo ingannevole, indegno e offensivo nei confronti del territorio, dei cittadini che dal 1° luglio presidiano ininterrottamente il tetto del nosocomio pisticcese e delle altre migliaia di cittadini che hanno affollato le tantissime manifestazioni, fiaccolate, marce, invasioni di feste che hanno caratterizzato il periodo estivo.

Ingannevole perché sembra essere tutto proiettato a convincere il resto della Basilicata che a Tinchi la Regione addirittura investe per il futuro. In realtà è un elenco di interventi che non ci sono, falso nella descrizione della situazione attuale e anche nelle cosiddette “implementazioni e prospettive future” che, tranne la riabilitazione, sono già parte integrante della situazione attuale.

Rappresenta uno schiaffo anche al partito di maggioranza relativa, il PD, che aveva avanzato una sua proposta che pareva fosse stata accolta anche dal gruppo in Consiglio Regionale.

È un Piano che ratifica i tagli fin qui operati illegittimamente dalla Direzione Generale ASM in contrasto con il Piano Sanitario ancora vigente. Tagli operati attraverso atti monocratici e, spesso, anche attraverso ordini verbali o telefonici.

Non c’è traccia nel Piano del trattamento del Piede Diabetico e delle ulcere, dell’ambulatorio chirurgico, del Pronto soccorso o Punto di Primo Intervento con le reperibilità. Non c’è traccia della Day Surgery aziendale e neanche dei posti letto, se non quelli destinati, dopo l’approvazione del nuovo piano sanitario, alla riabilitazione e lungodegenza.

I Comitati confermano lo stato di agitazione e le iniziative già annunciate, la manifestazione di martedì 21 dicembre davanti alla sede materana dell’ASM, la lunga notte di Natale nel piazzale dell’Ospedale, manifestazione organizzata dagli studenti fuori sede, fino ad arrivare al rogo dei certificati elettorali nei prossimi giorni come protesta estrema nei confronti del governo regionale.

TINCHI, dal tetto dell’ospedale 19 dicembre 2010

I Comitati in lotta

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non sono per nulla d’accordo con il rogo dei certificati elettorali perchè come più volte espresso astenersi dall’esercizio del voto è consegnare la rappresentanza senza esprimere cocretamente il proprio dissenso, ma non posso non pensare all’esasperazione che regna a tinchi per questa ennesima presa in giro da parte della politica lucana e pensare che se non si ha un’alternativa, questo autolesionismo può rappresentare un sacrificio indispensabile a chi non riceve ascolto da mesi e mesi

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il piano a 5 stelle

vi riporto un commento di vito petrocelli che troverete anche appunto come commento al piano regionale dei rifiuti, ma che riporto in chiaro per maggiore visibilità

grazie agli amici del 5 stelle per l’analisi, la discussione ed i suggerimenti di cui faremo tesoro e che speriamo presto di discutere insieme, a matera come in altri luoghi della nostra regione, per arrivare in tempi celeri ad una proposta forte ed organica 

vito petrocelli

  1. Il Movimento 5 Stelle Basilicata ha completato con una votazione la fase di analisi e discussione degli aspetti principali di “Un Altro piano regionale dei rifiuti”. Gli iscritti al Movimento 5 Stelle che hanno partecipato a questa fase hanno votato all’unanimità in favore della condivisione del Piano, della sua diffusione sul territorio e della presentazione di alcuni suggerimenti.

    Vi riporto in basso la sintesi della discussione conclusasi lunedì scorso.
    A presto. Vito

    INDICAZIONI DEL GRUPPO OPERATIVO AMBIENTE
    A tutti gli iscritti al Movimento 5 Stelle Basilicata. Chi vuole approfondire potrà farlo; noi abbiamo lavorato per riassumere i punti essenziali (a nostro parere) del Piano e ve li riportiamo in modo che possiate, informati, decidere per il Sì o per il No.
    Se la maggioranza si esprimerà a favore della condivisione del Piano, useremo alcune di queste ipotesi sia nell’intervento a Sasso di Castalda (area Matera città), sia nell’organizzazione dell’assemblea pubblica con i No-Oil’s :-) per discutere del Piano, con cittadini e amministratori comunali (di sta cippa :-P ). I tempi sarebbero da definire prima tra noi e poi con loro.

    Al momento abbiamo preparato uno schema descrittivo della gestione rifiuti nel Comune di Matera, recuperando i dati di smaltimento RSU e relativi costi dal 1998 al 2008. Ho chiesto ai No-Oil’s se hanno dati anche per il 2009 e aspetto risposta. Nell’intervento a Sasso di Castalda, se non ci sarà anche un video sulla situazione nella discarica di La Martella, illustreremo la situazione attuale e come potrebbe trasformarsi avviandosi il Comune di Matera verso “Rifiuti Zero”. Lo faremo non con le chiacchiere da bar, ma con i numeri attuali, quelli che trovate qui sotto, e quelli che si prospetterebbero, risparmi economici compresi, se i nostri sciagurati amministratori adottassero un Altro sistema di gestione RSU.

    Buona lettura.
    Antonio, Gianrocco, Giuseppe, Saverio e Vito

    Siamo d’accordo con un Altro Piano Regionale dei Rifiuti?
    Nel caso la risposta sia positiva avremo l’obbligo di suggerire modifiche o integrazioni, poiché il Piano è un documento open source e in divenire, da modificare con l’integrazione di tutte le realtà locali che lo condivideranno, lo adatteranno al proprio Comune e lo proporranno alle amministrazioni locali (fatti e non chiacchiere… da bar).
    Crediamo che la maniera più efficace per sintetizzarne gli elementi principali fosse quella di mettere in evidenza i principali punti di forza ed i punti deboli di questa proposta, i rischi a cui andiamo incontro con l’attuale gestione del ciclo dei rifiuti e le opportunità che questo Piano offrirebbe qualora fosse realizzato

    PUNTI DI FORZA DEL PIANO
    – descrive tutto il quadro della normativa vigente (da pag. 3 a pag. 15)
    – c’è un’analisi accurata della situazione attuale: quantità di rifiuti raccolti, costi, sistema gestionale-tecnologico, tassazione, smaltimento differenziato (da pag. 19 a pag. 28, da pag. 35 a pag. 76)
    – avanza la proposta concreta della creazione di un Consorzio Obbligatorio Regionale dei rifiuti, organismo pubblico che gestirebbe tutto il ciclo dei rifiuti (da pag. 28 a pag. 29)
    – dichiara chiaramente gli obiettivi che potrebbero essere raggiunti (da pag. 29 a pag. 35):
    a) recupero del 100% di materie seconde dai rifiuti
    b) raccolta differenziata al 75-80% in due anni e in contemporanea la riduzione a monte della produzione di rifiuti
    c) esclusivamente raccolta porta a porta spinta
    d) no all’incenerimento
    e) ritorno occupazionale dai risparmi effettuati
    – quantifica i ricavi dalla vendita delle materie seconde (frazioni differenziate)
    – descrive il bilancio economico e sociale del sistema gestione rifiuti (da pag. 77 a pag. 78)

    PUNTI DI DEBOLEZZA DEL PIANO
    – è sottovalutata l’opzione del compostaggio domestico (pag. 51)
    – può essere proposta meglio la riduzione a monte della produzione di rifiuti (pag. 42) e la differenziazione domestica (pag. 43), con altre modalità operative
    – nella sezione dedicata alle campagne educative (pag. 41) si possono tenere in considerazione le migliori esperienze già avviate in Italia e all’estero (rete dei comuni virtuosi, rete del nuovo municipio, ecc.)
    – non si mette in relazione (salvo qualche accenno) il ciclo di gestione dei rifiuti e il relativo Piano con il diritto dei cittadini ad essere informati sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo, quindi ad altri strumenti che le amministrazioni virtuose devono attivare (Rapporti sullo stato dell’ambiente, Piani di gestione ambientale del territorio)

    RISCHI DELL’ATTUALE GESTIONE RIFIUTI
    – le norme vigenti hanno equiparato di fatto i rifiuti ad una qualsiasi merce
    – la tendenza dell’amministrazione regionale è verso l’incenerimento dei rifiuti; la raccolta differenziata sembra finalizzata solo alla produzione di CDR da avviare agli inceneritori o agli impianti a biomassa (esistenti e da costruire) perché il CDR è stato equiparato alla legna ecologica
    – saturazione entro 1,5-2 anni delle discariche esistenti
    costi di gestione sempre maggiori

    OPPORTUNITA’ OFFERTE DA UN ALTRO PIANO
    – gestione dei rifiuti completamente pubblica, vista la sua rilevanza sociale (mi è venuto in mente che si potrebbe usare lo slogan dei comitati acqua pubblica: “Rifiuti bene comune”)
    – riciclare spinto per risparmiare veramente energia
    – raccolta e smaltimento differenziati efficaci, misurabili attraverso: % raccolte e smaltite, efficienza del funzionamento, vantaggi economici per gli enti locali e per i cittadini, diminuzione degli impatti ambientali relativi, generazione di cicli di processo virtuosi

    La fonte dei dati attuali di gestione dei RSU sono i Conti Consuntivi del Comune di Matera dal 1998 al 2008 consultabili sul sito del Ministero dell’Interno, Direzione Centrale della Finanza Locale a questa pagina

    http://finanzalocale.interno.it/sitophp/home_finloc.php?Titolo=Certificati+Consuntivi

    Consultare i Quadri 1, 2, 4A, 4B, 4C, 13

    Nei prossimi giorni dovremmo capire come si evolverà la gestione del passaggio di consegne da AIMERI al Consorzio Nazionale Servizi. Dovremmo chiedere all’assessore Falcone come intende procedere visto che solitamente AIMERI ha vinto le gare di appalto con un ribasso dello 0.01% e, se così fosse, come diceva Gianni, anche la seconda ditta classificata nella gara di appalto potrebbe essere bocciata dal Consiglio di Stato.
    Dovremmo parlare con gli assessori di Montalbano e Montescaglioso per capire le difficoltà che incontrano dovendo fare la raccolta differenziata senza poter usufruire dello smaltimento differenziato.
    Dovremmo parlare con l’assessore Giovanni Bonelli della provincia a seguito delle sue ultime dichiarazioni: “Su un possibile nostro futuro da immondezzaio nazionale, una parziale risposta negativa l’ha per ora data il vicepresidente della Provincia di Matera, nonché assessore all’ambiente, Giovanni Bonelli, che ha negato la realizzazione di un inceneritore nel materano, ha bocciato la centrale a biomassa di Tricarico, non risposto su quella enorme di Acinello e ha affermato che per il virtuoso materano in tema di rifiuti, verrà dato un impulso alla differenziata con la realizzazione di un impianto di compostaggio in tempi brevi nel Metapontino. Operazione quanto mai necessaria per non collassare e inibire la raccolta differenziata partita così bene anche a Matera città. L’impianto per compost verde sarà utilizzato da cinque comuni: Montalbano, Montescaglioso, Pisticci, Bernalda e Scanzano Jonico e consentirà il percorso virtuoso che potrà dare nuova spinta fertile anche ai terreni agricoli del Metapontino, dichiarato proprio di recente da una direttiva europea come area nazionale vulnerabile ai nitrati e, dunque, obbligata a rifertilizzarsi.” (da http://www.olambientalista.it/index.php/compost-metapontino/).
    Quindi chiedergli dell’impianto di compost verde, della gestione commissariale dell’ATO unica e come mai il sindaco di Matera fa accordi con i cittadini sulle discariche quando il comune non ha nessuna competenza sugli impianti di smaltimento.

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avviso ai naviganti

esaurita questa fase di intensa attività che mi tiene un po’ lontano dal blog, tra brevissimo ritornerò a mettere al centro dell’attività tutte le analisi critiche che svelano una regione “venduta” e “vendibile” al peggior offerente e presentano qualche soluzione per venirne fuori…per il momento vi attendo oggi a tramutola per la presentazione del nostro piano rifiuti regionale, sperando che la parola nostro si allarghi sempre di più oltre i confini di comunità lucana…buona domenica a tutti

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a tramutola un “altro” piano regionale dei rifiuti

piano-rifiuti-copertina.jpg

domenica 19/12 alle ore 18.oo a tramutola (pz) presso la biblioteca comunale verrà presentato al pubblico il nostri piano rifiuti (scaricabile da questo sito in formato pdf)

sarà la prima delle tappe di presentazione del nostro progetto di un “altro” piano rifiuti che porteremo in giro per la regione al fine di condividere la nostra proposta, accogliere suggerimenti e miglioramenti, tararlo sempre più puntualmente su necessità locali attraverso lo stimolo a farsi parte attiva nella raccolta di dati (sarà presto disponibile sul blog e negli incontri un questionario che ci aiuterà a raccoglierne di più dettagliati), in un concreto e fattibile slancio verso una gestione meno “incenerente” e più virtuosa

vi attendiamo    

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la navazietà

Magdi Cristiano Allam presenta il suo libro “Grazie Gesù”16/12/2010 12:28BAS

Domani, venerdì 17 dicembre, alle ore 18.30, presso la Chiesa M.S. delle Grazie, in Genzano di Lucania, Magdi Cristiano Allam presenta il suo libro “Grazie Gesù: la mia conversione dall’islam al Cattolicesimo” edito da Mondatori.
“Grazie Gesù”, – si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa di “Io amo la Lucania” – è un racconto della sua conversione religiosa, del suo percorso di fede, del suo impegno per la difesa della vita, oltre che del suo controverso rapporto con l’islam.
Il suo ultimo libro “è anche un grido d’allarme in difesa della sacralità della vita e della dignità e libertà della persona e, insieme, un forte messaggio di speranza per un’autentica cultura del dialogo, della convivenza e della pace”.
Al termine della presentazione del libro seguirà un dibattito aperto al pubblico e le domande dei giornalisti.

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bene, ecco per chi hanno votato coloro che aspettavano chissà quale miracolo dalla venuta di costui in lucania e nel frattempo hanno portato in consiglio il cicisbeo navazio nel suo impeccabile gessatino da piccolo boss di provincia e la sua navazietà come cifra politica del nulla mischiato col niente (oltre ai soliti discorsi sul fatto che costui dall’opposizione pdl in cui militava prima della “conversione”, ha fatto il commissario asi per incarico diretto del presidentissimo de filippissimo)…e quando penso che molti invece di aiutare noi a raccogliere le firme per le elezioni regionali, hanno creduto di dover aiutare costoro quali epigoni di chissà quale cambiamento e magari si sono anche candidati in quelle liste, mi viene un po’ da rabbrividire…per il freddo, si intende!!!

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ostia e libretto (degli assegni)!!!…

Udc, Berlusconi dovrebbe rilanciare l’unità dei cattolici16/12/2010 10:32

BAS
Ora che il governo Berlusconi ha ottenuto dal Parlamento la fiducia, più che ricercare la dirigenza dell’UDC, per allargare la maggioranza, dovrebbe rilanciare l’unità dei cattolici in politica attorno ai principi non negoziabili, indicati dal Santo Padre. C’è bisogno, più di ieri , di una politica in cui l’elettore cattolico del PD e dell’UDC si possa riconoscere nei fatti di chi governa più che nelle dichiarazioni d’intenti dei loro rappresentanti di partito.
E’ quanto ha sostenuto il presidente dei Liberi e Forti di Basilicata, Vincenzo Giuliano, a commento dell’attuale fase politica nazionale e locale.
Soprattutto ora, ha continuato Giuliano, con l’annunciata nascita del Polo della Nazione che antepone esclusivamente strategie elettorali per la conservazione della propria dirigenza, più che per il rilancio di principi derivanti dalla Dottrina Sociale della Chiesa. Altrimenti come si spiegherebbe l’incontro con chi vede come “necessario passaggio per la modernizzazione del Paese l’introduzione di forme camuffate di eutanasia o il riconoscimento giuridico di unioni diverse da quella fondata sul matrimonio”.

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bene, queste le posizioni clericali di alcuni…gente da evitare a tutti i livelli!!!…ma insomma, contano quanto il quattro di bastoni a briscola, però nelle attuali derive la pericolosità di alcuni confessionalismi diviene attuale, volendosi costruire intorno a posizioni subalterne alla chiesa ed alla sua dottrina papa-raztiana non già l’unità politica dei cattolici (per sua natura una mostruosità in tempi in cui la fede diviene sempre più un fattore etico del tutto personale e non certo il dogmatismo ‘gnorante che da alcune parti si invoca contro la “bruttura dell’oggi”), ma la predisposizione alla costruzione di universi politici paralleli in cui allegramente mischiare l’affarismo di alcune emanazioni cristiane (leggi chiaramente comunione e liberazione, opus dei e consimili) con la più becera e retriva dottrinalità con cui si ammantano personaggi ammalati di potere politico che persino in una repubblica delle banane avrebbero poco spazio…e non mi riferisco certo a giuliano a cui almeno do’ atto di credere ingenuamente ad una visione messianica del mondo, ma alla schiera di “cattolici” affaristi di cui si sta colmando la regione e che i loro affaracci sporchi li fanno da tempo e continuano a farli…insomma i cattolici ostia e libretto (degli assegni)!!!…ripeto, gente da evitare!!!

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un “altro” piano regionale dei rifiuti

allego per la condivisione dei contenuti ed in formato pdf il file del piano regionale dei rifiuti elaborato da comunità lucana – movimento no oil e presentato alla stampa venerdì 03

buona lettura e per ogni spiegazione siamo a disposizione, sul blog, rispondendo alle vostre domande che potrete postare come commenti e che riporteremo in una pagina specifica, e dal vivo, attraverso la serie di incontri territoriali che è nostra intenzione organizzare con chiunque abbia volontà di entrare nei dettagli

piano-rifiuti-copertina.jpg

un-altro-piano-regionale-dei-rifiuti.pdf

buona lettura…attendiamo i vostri commenti

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