ansa – Il presidente del Senato Pietro Grasso ha accettato l’invito a un confronto con Marco Travaglio lunedì a Piazza Pulita (La7), la trasmissione condotta da Corrado Formigli. “Gentile Corrado, accetto volentieri il suo invito in trasmissione per il confronto”, scrive Grasso su Twitter…

ora a parte questi tweet che stanno cominciando a rompere non poco (esattamente come fb) perchè se è vero che i luoghi della comunicazione si sono dematerializzati, è pur vero che uno non può stare tutto il giorno connesso per sapere “chi fa cosa, dove, come e perchè”, richiedendosi a chi ricopre cariche ufficiali maggiore di usare anche i canali usuali, bene ha fatto grasso a proporre, dopo le accuse abbastanza infamanti rivoltegli, questo confronto con chi ha usato (e non dissimilmente da grillo, anche a pagamento nei suoi spettacoli) la critica pur legittima come feroce – e spesso senza confronto alcuno con l’accusato – arma ideologica di delegittimazione della politica, piuttosto che di “quei politici”, nella costruzione di un giacobinismo di cui oggi cominciamo a pagare le conseguenze…

dopotutto travaglio è sempre stato uomo di destra, oggi a suo agio tra i grillini… 😀 sapevatelo!!!

Pubblicato in Blog

le speranze di bersani sono attaccate al filo della volontà di non rinunciare ad un lauto stipendio di alcuni grillini timorosi di ritornare alla loro vita “normale” di disoccupati e precari, di alcuni montiani in cerca di notorietà e spazi, di alcuni pdl in cerca di continuità personale…mi sono stati fatti dei nomi in una telefonata con un caro amico pd…vedremo!!!

 

Pubblicato in Blog

ciao mennea!!!

ho deciso di non dedicare troppe parole a pietro paolo mennea, da barletta, il nostro più grande velocista, deceduto questa mattina a 61 anni in seguito ad una malattia incurabile, e non le dedico perchè un grande campione come lui possiamo solo ricordarlo per le sue gesta sportive…quelle che ci fecero sobbalzare di gioia!!!…e che ce lo faranno ricordare per sempre!!!

http://www.youtube.com/watch?v=YbGbEbO4FTQ&feature=share

Pubblicato in Blog

21/03/2013

al quirinale stamani è andata in consultazione l’inadeguatezza di chi, avendo preso tanti voti, non sa come gestirli e chiede di governare senza indicare chi dovrebbe guidare un governo, chiede presidenze di commissioni lì dove ed a chi non può proprio chiederle, continua a prendere in giro gli italiani con un atteggiamento che, ad urne chiuse, non ha più ragion d’essere se non nella messa in scena di un delirio che prefigura di continuo nemici per poter esistere…il paese non è un circo, signo grillo!!!

miko somma

Pubblicato in Blog

piccoli gerarchi crescono

crimi e lombardi mi danno un senso di repulsione fisica con quel loro atteggiamento etico-fascisitico e la presupponenza grillo-copernicana che il mondo giri intorno a loro…piccoli gerarchi crescono!!!

miko somma

Pubblicato in Blog

(ANSA) – ROMA, 21 MAR – E’ morto stamattina, in una clinica romana, all’eta’ di 61 anni, Pietro Mennea, ex velocista azzurro, olimpionico e per anni primatista mondiale dei 200 metri. Da tempo lottava contro un male incurabile. Appresa la notizia della morte dell’ex campione, il presidente del Coni, Giovanni Malago’, e’ rientrato precipitosamente da Milano, dove si trovava per impegni di lavoro. Il n. 1 dello sport italiano ha disposto l’allestimento della camera ardente per il pomeriggio, nella sede del Coni, a Roma…

credo che sia notizia più importante dei deliri di qualche piccolo duce e ducessa e della corte dei miracoli che si portan dietro in acclamazione perpetua del nulla!!!

Pubblicato in Blog

20/03/2013

è probabile che qualche irresponsabile od ingenuo non si renda del tutto conto della debolezza intrinseca del tessuto sociale lucano, figlia di tanti decenni di un paternalismo che non ha mai dato modo di far crescere una vera e propria società civile, dotata dei suoi anticorpi naturali…qui le “avventure” hanno lo strano retrogusto di una regione circondata dalle mafie che non potendo più accordarsi sull’omertà in cambio del “quieto vivere”, potrebbero essere tentate di giocare allo sfascio integrale del sistema, tanto ad accordarsi si fa sempre in tempo…

miko somma

Pubblicato in Blog

Comunicato stampa di Comunità Lucana

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

 

 

Su Fenice si rischia l’incomprensione popolare

 

Sul termo-distruttore Fenice si è detto e scritto di tutto in questi anni e così la relazione del presidente della Commissione, Pagliuca, letta martedì in Consiglio Regionale, avrebbe dovuto porre alcuni punti fermi ed inequivocabili su una vicenda che pare non attendere altro che la parola fine, decretandosi la necessità di un superamento della stessa “necessità” di ospitare ancora in questa regione un plesso di incenerimento dannoso all’evidenza dei fatti ed inutile alla previsione di un ciclo dei rifiuti normale.

 

Eppure ciò che sarebbe dovuto apparire una ovvia conseguenza di una lunga attività di indagine, cioè chiudere Fenice senza se e senza ma, come da anni si chiede insistentemente e come ci si sarebbe aspettati con le ragioni di una impossibilità di soluzione alcuna che non l’immediata calendarizzazione di un provvedimento legislativo regionale specifico, la discussione si è impantanata nella schermaglia di fondo tra una opposizione che ha tentato di strumentalizzare anni di innegabili pantani, vanificando anche l’ottimo ed analitico lavoro della commissione ed una maggioranza che ha preso il suo tempo per smorzare nel rinvio l’effetto di condanna di sistema che sarebbe emerso dalla relazione stessa se approvata così come richiesto dal consigliere Rosa.

 

Comprensibile richiesta quella di Rosa, mettere ai voti non solo la relazione, ma i sistemi di gestione che hanno operato in due decenni in una condanna politica tout court,  ma altrettanto comprensibile il rinvio richiesto dalla maggioranza, stando almeno a quelle logiche di tecnica consiliare aduse certo ai consiglieri regionali ed ai gruppi, ma ben poco comprensibili ad una opinione pubblica per la quale la domanda che con certa semplicità si poneva era – ma Fenice la chiudiamo o no? – e che di certo non si sarebbe aspettata ciò che gli appare come un annacquamento del tema nel trascorrere del tempo.

 

Urge allora una chiarezza che nella seduta consiliare e nel suo terminare burrascoso in una uscita dal consiglio del gruppo PDL che ha fatto mancare il numero legale, a detrimento così di altri argomenti di vitale importanza quali la rimodulazione del finanziamento della COPES per non incidere sugli assegni di cura, proprio non è emersa, trascinata in sterili polemiche di parte che anziché far emergere comuni intendimenti su come superare una faccenda, riportano la stessa in un mare magnum di rivendicazioni contrapposte che non aiuta la risoluzione dei problemi, ma la confina nel limbo ormai incomprensibile alle persone comuni di una politica che litiga sull’eziologia degli stessi, anziché cercarne vie d’uscita.

 

Vie d’uscita che, come pur emerso in qualche intervento, sono affidate alla redazione di un piano rifiuti regionale che superi quell’impianto nella realizzazione di una raccolta differenziata e di quel circuito di riverginazione della materia che tante esperienze nazionali ed internazionali dimostrano ormai come unica alternativa all’incenerimento o alla bufala mediatica della termo-valorizzazione all’italiana, piano e legge che di fatto esistono già alla discussione, la proposta di legge sul ciclo dei rifiuti elaborata dal sottoscritto e da Comunità Lucana e presentata dai consiglieri Mollica, Romaniello, Falotico e Navazio che ne hanno assunto l’onere di firma, ma impantanato nelle secche delle commissioni e nel vincolo di studio e realizzazione affidata da un documento della giunta agli stessi uffici che già si sono dimostrati poco capaci di operare perché il problema rifiuti in regione non si demandi più ai fuochi di Fenice.

 

Ecco, sarebbe occorso che martedì sera in Consiglio, proprio al termine della relazione del presidente della Commissione, Pagliuca, qualcuno avesse preso parola per il richiamo immediato della proposta di legge in aula come primo strumento per superare Fenice nella dettagliata e chiara dizione dell’art. 1 della stessa che recita un testuale divieto di incenerimento in qualsiasi forma di materiale proveniente dai rifiuti, siano essi tal quale o selezionati, e ciò per rendere subito chiaro che ai problemi occorre che si risponda prima con le soluzioni, poi con la ricerca di colpevoli.

 

Questo probabilmente sarebbe stato linguaggio fattivo comprensibile all’opinione pubblica ed a quella  sua sensibilità che, non compresa od elusa, è sin troppo facile immaginare cada preda di facilonerie e demagogismi che sarebbe facile evitare solo mettendo nel calendario della politica fattualità e volontà di ben operare e presto e non più tecnicismi e tatticismi che rinviano alle calende prossime venture ciò che da anni attende risposte non più rinviabili. Chiudere Fenice è ciò che vi chiede la gente.

 

Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana

20/03/2013

probabile che riesca a far di più per i “punti di crisi” di questa regione se taglio i contatti con qualche “signor-io-so-tutto” che s’agita nei movimenti alla ricerca dell’impossibile, per dedicarmi invece al possibile, cioè a quello che oggettivamente si riesce ad ottenere

miko somma

Pubblicato in Blog

l’ipocrisia dei cosiddetti movimenti verso la mia persona mi era nota!!!

miko somma

Pubblicato in Blog

aumenta dunque il numero di inadeguati grillini presenti in parlamento, neppure in grado di dare due risposte, due, che dimostrino una latente almeno conoscenza delle cose…gente che crede che legiferare sia una riunione di microchippati, in parlamento non dovrebbe neppure starci…spero che chi ha votato senza neppure conoscere i candidati ed il loro programma, così solo per rabbia verso il sistema, ne sia cosciente

miko somma

Pubblicato in Blog

Comunicato stampa di Comunità Lucana

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

 

 

Idee nuove e gambe su cui farle camminare

 

Il dibattito sull’assetto della nuova Giunta Regionale pare ormai latitare più nell’alveo della ricerca dei nuovi equilibri che permetterebbero di continuare la stanca navigazione finora intrapresa, che di quella ormai ineludibile soluzione di continuità che è prodromo ad un cambiamento sostanziale del progetto, se è mai esistito davvero, in nome del quale finora si è amministrata questa terra.

 

Inutile negare che l’attuale crisi economica è solo il catalizzatore evidente di un malessere che nasce da molto lontano e che finora non si è mai voluto affrontare, essendosi nel corso di decenni mai sciolta la prima delle domande, quale sia cioè il ruolo strategico della regione in un contesto economico certo nazionale – e crediamo evidente a tutti ormai che tale ruolo non può quello di estrarre idrocarburi – ma anche e forse soprattutto locale, nella considerazione che il nostro sistema economico non regge da solo per l’evidenza di essere stata poco assentita ogni richiesta di quell’autonomia di partecipazione al contesto produttivo che altresì può leggersi come chiusura al merito, nel privilegiarsi dell’accesso alle opportunità alle cordate amicali, le comparizie potremmo definirle, nel panorama difficilmente negabile di una regione dove “solo se hai il santo in paradiso” fai impresa con qualche prospettiva di successo.

 

Un simile contesto di relazioni ha prodotto finora da un lato fenomeni di asservimento, quando non già presenti atteggiamenti partecipativi alle filiere che portano ad appalti, commesse, provvidenze, degli imprenditori che, vivendo in un sistema di affidamento, poco sono stati inclini all’auto-stimolazione di ciò che è l’essenza stessa dell’impresa, l’inventiva e la capacità di lavoro, preferendo i percorsi meno faticosi della collateralità al sistema, ma dall’altro lato ha prodotto quella vera e propria fuga di cervelli e forze produttive che non si può pensare come solo legata all’umana ricerca di migliori condizioni per emergere, quanto alla sostanziale impossibilità di trovare spazi senza appartenenze imposte.

 

E se tutti sappiamo come l’essere stati sostenuti debba poi ricambiarsi nel solito sistema del ritorno di consensi, ad essere premiata non sarà più la capacità di stare sul mercato con le proprie forze, qualità e capacità di impresa , ma la natura e qualità dei legami che a loro volta dovranno intrecciarsi sia con i propri dipendenti, sia con gli altri attori imprenditoriali ed amministrativi che concorrono alla vita di una azienda, in pregiudicanti circoli viziosi.

 

Così quando collassa il sistema dei pagamenti alle imprese per le note cause legate a patti di stabilità, senz’altro da rivedersi in sede nazionale e comunitaria, questa non è che la causa scatenante di una sintomatologia, il cortocircuito della liquidità e l’impossibilità a fare fronte a pagamenti di stipendi e di forniture, mentre la malattia è purtroppo altrove che non nella congiuntura, ma nell’universo di legami finora basati sul “paga pantalone” come “motivo” sulla quale la stessa relazione perversa è cresciuta.

 

Allora forse a ben poco servono quei minimi aliti di ossigeno che si tenta di estorcere a caro prezzo al sistema del credito se non si interviene sulla struttura morale che è alla base del concetto di impresa e così per ricaduta diretta sull’occupazione, ridando spazi finora di fatto negati a cominciare dalle poche provvidenze comunitarie rimaste che si auspicherebbe siano concesse alle idee e non alle comparizie, nella costituzione di fondi immateriali specifici a supporto di nascenti aziende che non siano le vacuità degli incubatori di imprese, ma facilitazioni sulle forniture energetiche per i comparti innovativi e sulla semplificazione burocratica “appoggiata” a strutture regionali, l’esatta corrispondenza della formazione professionale a obiettivi concreti di professionalità e l’inaugurazione di una stagione programmatica tarata su potenzialità del territorio che continuiamo a vedere nell’agricoltura generalistica – non solo di nicchia – tipicizzata all’indirizzo di incontaminatezza della regione, nell’agri-industria diffusa supportata dal pubblico nella logistica di base e nel marketing, nel turismo dell’inconsueto della nostra relazione spazio-tempo, e via discorrendo, ma soprattutto nel liberare il mondo della formazione dell’impresa da ogni vincolo di un sistema che ora necessita di idee nuove e gambe su cui farle camminare.

 

Idee che, fondandosi sul rispetto del territorio, necessitano di atti conseguenti a cominciare da dinieghi a prospezioni per idrocarburi che cominciano ormai ad insistere anche sui luoghi dell’Aglianico, gambe che è fuori dai recinti canonici di sistema e dalle sue patenti di inadeguatezza che andranno cercate.

 

Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana

attenti al fronte cipriota…

Crisi: Cipro, paura fuga capitali, banche chiuse martedi’

Paura dopo decisione eurozona di tassare i depositi

NICOSIA – Il governo di Cipro, nel timore che le banche dell’isola possano perdere altri miliardi a causa del panico innescato dalla decisione dell’eurozona di tassare i depositi, ha deciso che martedi’ prossimo gli istituti di credito resteranno chiusi per ”ferie”.

La chiusura – come riferiscono vari siti web locali – potrebbe essere estesa anche a mercoledì dopo che già domani, lunedì, le banche resteranno chiuse in seguito alla festa religiosa del cosiddetto ‘Lunedi’ pulitò, l’equivalente ortodosso del ‘Mercoledi’ delle Cenerì. Il governo di Nicosia, intanto, ha rinviato a domani il voto del Parlamento, previsto inizialmente per oggi, per approvare l’accordo raggiunto ieri con i ministri delle Finanze dell’eurozona che prevede, in cambio di un piano di aiuti per circa 10 miliardi di euro, un pesante prelievo sui depositi bancari.

La banca Centrale Europea starebbe facendo pressing sul governo di Cipro, affinché il voto del parlamento sul salvataggio Ue deciso dall’Eurogruppo, avvenga oggi e non domani. Lo scrive Bloomberg citando fonti vicine al dossier.

L’accordo proposto ieri dai ministri delle Finanze dell’eurozona per dare aiuti all’isola per 10 miliardi di euro prevede un pesante taglio dei depositi bancari e dell’incremento, dal 10 al 12,5%, delle tasse sugli introiti societari. Il presidente Nikos Anastasiades ha rinviato a domani il voto in Parlamento (previsto oggi) circa l’accordo perché sinora non otterrebbe la maggioranza dei 57 deputati che compongono l’assemblea e stasera alle 21:00 locali (le 20:00 in Italia) farà un discorso alla nazione trasmesso dalle Tv. Ma, come riferiscono i media locali, la Bce insiste per una rapida approvazione dell’accordo in quanto vi sarebbero già segnali di un “effetto domino” che potrebbe innescarsi a partire da lunedì mattina nei mercati e negli istituti bancari europei. L’insistenza della Bce – secondo quanto riferiscono siti web ciprioti – sarebbe invece da attribuire al timore che Cipro riesca ad ottenere aiuti finanziari da altri creditori internazionali non europei. Esclusa la Russia, che ha già fatto sapere che non intende fornire altri aiuti a Nicosia dopo il prestito di 2,5 miliardi di euro dato nel 2011, sembra che in queste ore una delegazione di parlamentari ciprioti sia arrivata a Pechino per chiedere al governo cinese un sostanzioso prestito che consenta a Nicosia di non toccare i depositi nelle banche dell’isola. Da tempo la Cina è interessata ad investimenti su quest’isola mediterranea che si sono finora manifestati soprattutto nel settore immobiliare.

————————————————————————————————————————

ok, ora tocca a cipro, a quanto pare…e la cosa, pur nella piccolezza dei numeri apre scenari differenti dalla vicina grecia poichè per evitare il solito massacro europeo pare potere entrare in campo proprio la cina con i suoi capitali immensi, frutto di anni ed anni di crescita economica a ritmi selvaggi e costi umani altrettanto selvaggi…e di fatto all’isola di cipro (alla sua parte europea per intenderci), cosa mai chiederebbe la cina che non sia una colonizzazione vera e propria che risulterebbe tanto efficace per dare una base logistica ai prodotti cinesi che finiscono sul mercato europeo?…qui non è più un problema finanziario, poichè i numeri ciprioti sono troppo piccoli per innescare ulteriori crisi del debito, ma un problema di strategia economica fallimentare dell’europa che continua a sacrificare paesi sull’altare della ragioneria!!!

Pubblicato in Blog

‘Likes’ su Fb rivela sesso e religione

Studio su Wsj, dimmi chi clicchi e ti diro’ chi sei

(ANSA) – WASHINGTON, 17 MAR – Dimmi cosa ti piace su Facebook e ti diro’ chi voti, chi ami, se fai uso di droghe. E’ quanto emerge da uno studio della Cambridge University, a cui il Wall Street Journal dedica un articolo, realizzato su 58mila utenti del social network, secondo cui la gente che condivide contenuti su Fb cliccando ‘mi piace’ o ‘non mi piace’ lascia molte tracce sulla propria identita’. Incrociando i dati e’ possibile fare il ‘targeting online’, cioe’ liste di persone di cui si conoscono tante attitudini.

…non pensate subito ad un complotto internazionale per tracciarvi in un gigantesco matrix…pensate piuttosto ad una targetizzazione ad personam dell’offerta pubblicitaria e ad attività di orientering della domanda…cosa della quale è esperta la casaleggio & associati, tanto per stare in tema di offerta pubblicitaria di un prodotto

Pubblicato in Blog

il debito

avevo promesso due giorni fa, contestualmente alla pubblicazione di una tabella comparativa dui debiti pubblici europei, che saremmo ritornati sull’argomento debito…bene, mantengo la promessa, pur precisando che la trattazione di un simile complesso argomento è cosa ardua nella necessaria semplificazione delle cose, per cui mi avvarrò di alcune tabulazioni in uso sulla rete per rendere spero più visibili e percebili gli argomenti stessi…

cominciamo con il dire che il “debito pubblico” è il debito dello stato nei confronti di altri soggetti economici nazionali o esteri che hanno sottoscritto un credito allo stato acquistando obbligazioni o titoli di stato (BOT, BTP, CCT, CTZ, etc) destinate a coprire il disavanzo del fabbisogno finanziario statale (quindi anche coprire l’eventuale deficit pubblico nel bilancio dello stato) ed è pari al valore nominale di tutte le passività lorde consolidate delle amministrazioni pubbliche (amministrazioni centrali, enti locali e istituti previdenziali pubblici), quindi escluso il debito delle amministrazioni locali, e costituito da biglietti, monete e depositi, titoli diversi dalle azioni (esclusi gli strumenti finanziari derivati) e prestiti…

il debito contratto con soggetti economici esteri è il debito estero, quello contratto con soggetti economici interni allo stesso stato è il debito interno e di norma entrambi sono in misura variabile parte del debito pubblico di uno stato, trattandosi comunque di obbligazioni a vario titolo emesse dallo stato verso soggetti terzi che prestano denaro contro la restituzione della somma prestata più un interesse corrisposto alla scadenza del titolo…

la presenza di un debito impone, oltre alla sua copertura finanziaria nei tempi e modalità di scadenza prestabilite dai titoli stessi compresi gli interessi, di tenerlo sotto controllo per non cadere nel rischio di insolvenza sovrana o fallimento (default) dello stesso, o stampando cartamoneta nel rischio però di fenomeni inflattivi o ricorrendo a politiche di risanamento dei conti pubblici all’interno di politiche di bilancio pubbliche, come ad esempio lo sono politiche di rigore, ma nel rischio di bloccare in casi simili l’economia stessa, con pesanti conseguenze sul ritorno di entrate pubbliche costituite proprio dalle tasse pagate da cittadini ed imprese…

ma più che il valore assoluto del debito in se stesso, il suo ammontare insomma, indice della solidità finanziaria ed economica di uno stato è il rapporto tra il debito pubblico e il prodotto interno lordo o PIL, cosa della quale si sente molto spesso parlare soprattutto a riguardo dei parametri stabiliti dal famoso trattato di maastricht, in quanto il PIL in questo caso rappresenta un parametro di quanto lo Stato è in grado di risanare il proprio debito pubblico tramite la tassazione o imposizione fiscale da cui sarebbero tratte somme maggiori proprio in virtù della crescita economica…

in genere è proprio il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo che dà origine a quattro possibili scenari in cui uno stato può ritrovarsi e che provo brevemente a spiegare:

I) il tasso di crescita del PIL risulta minore del tasso di interesse dei titoli di stato, quindi l’economia cresce meno di quanto siano pagati gli interessi sul debito stesso, a volte nella presenza di un cosiddetto disavanzo primario (un passivo nel bilancio dello stato al netto degli interessi pagati proprio sul debito) in rapporto al PIL, cioè le uscite (spese) sono maggiori delle entrate (tasse) proprio in rapporto al PIL, ed in questo caso il rapporto tra debito/PIL tende ad aumentare all’infinito…

 

II) il tasso di crescita del PIL risulta maggiore del tasso di interesse dei titoli di Stato, ma c’è ancora un disavanzo primario in rapporto al PIL ed in questo caso il rapporto debito/PIL convergerà in modo decrescente verso un certo valore (detto stato stazionario, cioè uno stato di uguaglianza tra il tasso di crescita dello stock di capitale, il denaro circolante, ed il tasso di crescita della produzione, il PIL, senza alterazioni significative di questi due tassi di crescita, quindi vi è equilibrio), ma solo se, il rapporto debito/PIL iniziale è maggiore dello stato stazionario stesso ed in tal caso, affinché il rapporto debito/PIL decresca, occorre che il PIL cresca a tal punto da rendere la differenza tra PIL e tasso di interesse sul debito sufficientemente grande in un disavanzo primario più piccolo possibile. Se invece il rapporto debito/PIL iniziale è minore dello stato stazionario, il rapporto debito/PIL convergerà sempre verso lo stato stazionario, ma in modo crescente…

III) il tasso di crescita del PIL risulta minore del tasso di interesse dei titoli di Stato, ma si è intervenuti aumentando le tasse, per cui non c’è un disavanzo primario e le entrate sono più delle uscite, così determinandosi la condizione di un rapporto debito/PIL che decresce, ma solo se il rapporto debito/PIL iniziale è minore dello stato stazionari, ed affinché il rapporto debito/PIL decresca, occorre che la differenza tra PIL e tasso di interesse sul debito sia piccola e che le entrate sufficientemente grandi, mentre se il rapporto debito/PIL iniziale è maggiore dello stato stazionario, il rapporto debito/PIL tenderà ad aumentare all’infinito…

IV) il tasso di crescita del PIL risulta maggiore del tasso di interesse dei titoli di Stato e si è intervenuti aumentando le tasse per cui non c’è un disavanzo primario e le entrate sono maggiori delle uscite. In tal caso il rapporto debito/PIL decrescerà rapidamente fino ad annullarsi

questi sono sostanzialmente le quattro condizioni (esistendono però tutta una serie di commistioni tra diversi indici e parametri a cui per brevità non accenneremo ora) sulle quali è possibile mettere in campo delle forme di intervento per riportare il rapporto debito/PIL in condizioni di sicurezza…

nel prossimo articolo affronteremo quindi le soluzioni… 

Pubblicato in Blog