23/05/2013

sempre più convinto che la strada maestra per la ripresa economica del paese passa per due grandi piani di largo respiro, uno ripristino idrogeologico/prevenzione sismica, due strategia nazionale di ripristino e cura dei beni culturali, storici e paesaggistici…all’industria manifatturiera, vero motore economico, non servono piani, ma servono denari che le banche non danno e certezza del diritto e dell’equità che lo stato non garantisce più da tempo…

miko somma

p.s. lo dissi a suo tempo, è stato un gravissimo errore quello commesso dal monti di non volere le olimpiadi

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ma abbiamo una cultura della prevenzione sismica?

premetto che in genere le simulazioni del rischio, di qualsiasi rischio, mi lasciano sempre molto perplesso quando si fanno stime sul numero di coinvolti, soprattutto poi quando si tratta di terremoti…ma andiamo con ordine e prima di tutto diamo un’occhiata alle cifre che secondo un lvoro pubblicato sull’espresso la protezione civile stima possano avere sisma del massimo grado fino a quel momento registratosi storicamente in una data zona (i dati sono dettagliati città per città)…

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/terremoto-se-succedesse-oggi/2207135

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/quanti-morti-se-arriva-la-scossa/2207330

quindi per la città di potenza, l’unica città lucana coinvolta in questa analisi (che però esclude tanti altri comuni, anche grandi, di una regione praticamente tutta sismicamente sensibile) i coinvolti in crolli (quindi morti e feriti a vario titolo) sarebbero 19.053

un numero impressionante, a quanto pare, pur se l’analisi non sembra tener conto di fattori importanti quali gli orari ai quali un sisma può verificarsi e in qualche modo in rapporto proprio a questi, vedere amplificati i propri effetti in termini di coinvolti nei crolli (chiaro che un sisma notturno coinvolge naturalmente un numero maggiore di soggetti e via discorrendo per altri orari quali quelli scolastici e lavorativi)…

così queste analisi della protezione civile, pur eseguite con criteri di massimizzazione del danno, quindi nella loro ipotesi peggiore sulla scorta del “possibile osservato”, quindi la massima intensità registrata storicamente (cosa che non esclude però che un sisma possa avere intensità maggiori di quelle finora conosciute) e senza tener conto affatto delle differenti scale di valutazione della potenza di un sisma (ricordiamo che la famosa scala mercalli era un criterio di valutazione che si basava sul danno procurato agli edifici e quindi in quanto tale molto influenzabile dai criteri costruttivi e dai materiali più o meno poveri utilizzati per realizzare manufatti, mentre la più esatta scientificamente e moderna scala richter analizza la magnitudo, quindi la potenza generata ed osservata in termini di onda sismica), vanno prese con le pinze, soprattutto nella loro qualità ansiogena, in quel grado cioè di scatenamento di ansia collettiva che una loro frettolosa pubblicazione può generare…

mi spiego meglio…il problema non sta nella pubblicazione di questi dati (ed andrebbero verificate le fonti e le metodologie di ottenimento dei dati stessi), quanto nella inesatta dimensione che una loro pubblicazione senza indicare i parametri di riferimento e le modalità di classificazione del dato di previsione possono scatenare nella psiche collettiva…

dire che a potenza infatti in caso di un forte sisma (ed a questo punto siamo poi certi che il terremoto dell’80 sia stato quello più potente fino ad oggi registrato proprio in mancanza di un criterio di comparazione tra scala mercalli, usata dal 1902, e scala richter, 1935?) oltre 19.000 persone rimarrebbero sepolte, da un esercizio analitico di valutazione del rischio rischia di passare per un catastrofismo ed occultare invece il vero dato, quello di una prevenzione sismica, in italia come da noi, pressocchè assente o comunque molto deficitaria, tanto che manca allo stato attuale una valutazione edificio per edificio rintracciabile in qualcosa che possa somigliare ad un “fascicolo del fabbricato” in grado per esempio di far stabilire mappe esatte di rischio locale, mancando allo stesso tempo quella cultura della protezione civile che dovrebbe far pensare prima che gli eventi accadano alla informazione della popolazione (penso a quanta gente conosca luoghi di raccolta, vie di fuga, codici di comportamento, regole di primo pronto soccorso, etc etc)…

la mancanza di una seria ed uniforme cultura della prevenzione che dovrebbe permeare tanti settori, dalle costruzioni alla gestione delle strade e delle reti di servizio e soccorso sanitario e logistico, questo a mio modo di vedere l’unico vero messaggio che passa dal contenuto ai due link, e questa sicuramente l’unica maniera seria di intendere questi dati che macroscopicamente sono proiezioni senza una scientificità definibile in quanto tale, ma criteri di valutazione sulla scorta di elementi non indicati e probabilmente neppure indicabili, pur riscontrando comunque elementi oggettivi che non sono nei grandi numeri in quanto tali, ma nelle necessità anche logistiche che sorgerebbero se tali eventi si verificassero…

così se vogliamo stare al senzazionalismo un po’ becero ed alla cultura della costruzione dell’ansia tanto cara ai programmisti tv e di alcune testate giornalistiche o all’amplificazione delle stesse ansie nella costruzione di ipertesti nevrotici tipici per esempio dei social network e tutti ben orientati verso alcune costruzioni post-politiche, ciò che possiamo leggervi è la catastrofe prossima ventura di cui probabilmente accusare la politica in un giudizio ormai olistico che la vede coinvolta in ogni male od evento tragico, dalla scomparsa dei dinosauri alla notte di san bartolomeo, ma a voler essere più oggettivi e maturi, ciò che emerge è la necessità per un paese tanto esposto alla furia di alcuni eventi ed all’incuria degli uomini come il nostro, di ripensare alcune forme produttive per il nostro futuro a partire dall’oggi in funzione proprio di queste esigenze di protezione di un popolo e di un territorio per sua natura tanto fragile quanto meraviglioso…

qualcuno per esempio ha mai valutato l’importanza anche di stimolo economico-occupazionale alla ripresa del paese di un piano pluriennale speciale di ripristino idrogeologico e mitigazione del rischio da affidarsi sia nella progettazione locale che nell’esecuzione preferibilmente a cooperative di giovani disoccupati, sottoccupati e precari?…

beh, qualche stimolo del genere nel nostro programma regionale pur lo troverete e non in funzione di pannicello caldo, ma di una nuova idea di gestione della società

miko somma

  

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capaci…

“Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare.”

Giovanni Falcone

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23/05/2013

ciò che davvero serve in questo momento è avere una testa attiva e ben piazzata su spalle larghe che si reggono su una schiena dritta

miko somma

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