fenice, si sospende…forse…

AGR Diffida alla società Fenice srl e sospensione delle attività del forno a tamburo rotante per l’incenerimento di rifiuti speciali. Lo hanno annunciato questa mattina, in una conferenza stampa il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella e il sindaco di Melfi, Livio Valvano. Il governo regionale si appresta a ratificare la decisione con un atto formale.

Il 2 novembre scorso dal camino, siglato E2, dello stabilimento situato a San Nicola di Melfi è scaturita per diverse ore una fiammata lunga e di insolito colore rossastro. Un episodio sul quale, però, Fenice non ha fornito gli elementi necessari per fare chiarezza sulle cause della combustione e soprattutto sulla natura dei materiali bruciati. Su esplicita richiesta dell’Arpab, intervenuta per i controlli e per monitorare la situazione, la società Fenice si è limitata a produrre una nota in cui indica tra le possibili cause la presenza di iodio, ma senza addurne le prove.

La nota è stata giudicata insufficiente e in più fa rilevare, come si evince nel rapporto di Arpab, “l’inadeguatezza da parte della società, nel governo del processo produttivo” in quanto difforme dalle prescrizioni date dal governo regionale attraverso la concessione dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), compreso l’utilizzo di adeguate tecnologie. Inoltre, l’Arpab sottolinea anche “l’inappropriatezza della gestione dei rifiuti e il non corretto funzionamento del sistema di abbattimento dei fumi”……

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episodio, questo del fumo rossastro riferitomi da nicola abbiuso, del comitato diritto alla salute, durante un incontro a lavello per la raccolta firme alla petizione nel quale abbiamo incorciato le differenti eppure simili tematiche del rapporto tra intraprese industriali e territorio, e che ancora una volta sottolinea quanto fenice e non solo (chiaramente parlo del centro olii di viggiano, di tecnoparco, della mythen, dei cementifici, etc. etc. ) siano non solo inadeguate tecnologicamente e gestionalmente ad un corretto rapporto democratico e lineare sia con le istituzioni locali, che con le popolazioni, ma oscure, paludose, persino reticenti nell’ammissione di cosa trattino realmente in quegli impianti…

staremo dunque a vedere perché alla sospensiva della regione, fenice ricorrerà, come altre volte in passato al tar, e lì misureremo anche la consistenza legale di una regione a cui da tempo si dice di smetterla di sonnecchiare nell’omertà e nella mediocrità e tirare fuori le unghia, perché l’istituzione non può continuare a far finta di nulla rispetto a situazioni ormai gravi di inquinamento reale…

aggiungo che forse sarebbe ora di passare ad un piano rifiuti serio e soprattutto non commissionato ai soliti noti che indirizzano comunque verso l’incenerimento…guarda un po’ un piano, nelle sue linee generali e non solo, c’è già ed è pure gratis… http://www.comitatonooilpotenza.com/?page_id=2822

 

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(ANSA) – LAGONEGRO (POTENZA), 9 DIC – Giovanni Mango – fratello di Pino, il cantante morto a Policoro nella notte fra domenica e ieri – è morto stamani a Lagonegro, forse anche lui per un infarto. Giovanni Mango, che era il fratello maggiore del cantautore ed era un muratore, ha avuto un malore ed è stato trasportato nell’ospedale di Lagonegro, dove è morto. I funerali del cantante sono già fissati per domattina, a Lagonegro, dove oggi è aperta la camera ardente, nella villa dell’artista.

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ma chi sorveglia il nostro patrimonio artistico?…

Ritrovato il ‘Bambino Malato’, il ladro pentito riporta l’opera di Medardo Rosso alla Gnam di Roma

Il 'Bambino malato' di Medardo Rosso in un'immagine d'archivio ANSA/ MAURIZIO BRAMBATTI © ANSA

ansa – A tre giorni dal furto degno di Arsenio Lupin, torna al suo posto il ‘Bambino Malato’ dello scultore torinese Medardo Rosso, trafugato venerdì dalla Galleria nazionale d’Arte Moderna. La piccola testa in bronzo è stata ritrovata in un uno degli armadietti riservati ai visitatori all’ingresso del Museo. Quando l’addetto alla vigilanza l’ha vista non riusciva a credere ai suoi occhi e ha immediatamente contattato il 112. Il ladro, forse pentito o sentendosi alle strette, potrebbe essere ritornato personalmente nel museo e aver riposto la piccola statua all’interno dell’armadio riuscendo a non dare nell’occhio.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia Trionfale, guidati dal capitano Luca Acquotti, che indagano sulla vicenda con il coordinamento del reparto operativo del carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Al vaglio dei militari ci sono le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza della Galleria che potrebbero aver ripreso gli istanti in cui l’opera dello scultore torinese, importante esponente dell’impressionismo, è stata riportata nel museo.

I militari stanno vagliando i frame dal pomeriggio di domenica fino a lunedì mattina alle 10.30, orario del rinvenimento. Solo così si potrà accertare se la persona che l’ha riconsegnata è l’uomo di mezza età immortalato venerdì pomeriggio dalle telecamere mentre in una sala della Galleria prendeva il ‘Bambino Malato’ e lo metteva in una borsa. Sono in corso anche accertamenti sulla scultura, che fortunatamente non ha riportato danni, per poter rilevare ‘tracce’ del ladro come un’impronta digitale o un capello. Si tratterebbe di elementi utili per risalire all’ identità dell’autore del furto del piccolo capolavoro che vale intorno ai 500mila euro. Gli investigatori sono sicuri che la testa in bronzo venerdì scorso sia uscita dal museo e che sia stata riportata solo in un secondo momento. Quegli armadietti, infatti, sarebbero stati visionati anche dopo il furto e dell’opera non c’era traccia.

Non si esclude che il responsabile del gesto conoscesse bene la Galleria e sapesse che l’opera non era protetta da un sistema d’allarme. Ma intanto il ritrovamento ha fatto tirare un bel sospiro di sollievo all’interno della Galleria di viale delle Belle Arti dove un furto così non avveniva dal 1998 quando furono trafugate addirittura due tele di Van Gogh e un Cezanne. Anche in quel caso le opere furono poi ritrovate.

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tutto bene ciò che finisce bene e parrebbe così che, riportata al suo luogo di esposizione permanente l’opera (molto espressiva a mio parere e sintomatica di un’epoca di passaggio di paradigma artistico a cavallo tra ottocento ed avanguardie), tutto debba tornare alla normalità…

non è così, a mio avviso, poiché il tema della sorveglianza e cura del nostro immenso patrimonio artistico e culturale è un punto centrale delle strategie di ripresa del paese, avendo ciò a che fare non soltanto con la conservazione mai reliquaria del patrimonio in sé, in quanto eredità culturale da tramandare per mantenere salda ed integra l’identità culturale di un paese in cambiamento, ma anche per quella importante “incidentalità” turistica che andrebbe forse meglio inquadrata come il vero propulsore di fuoriuscita dalla crisi…

l’italia DEVE ritornare a considerare cultura, arte e turismo le “fuoriserie” di cui ci ha dotato la nostra grande storia, con cui rimettersi in cammino…

e male non sarebbe affatto che, memori di quanto accade ed in tempi celeri, presso il ministero dei beni culturali si avvii al più presto una seria commissione di analisi e proposta sullo stato di sorveglianza e cura del maggiore patrimonio artistico e culturale mondiale… 

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