il parlamento serve a parlarsi…

credo sia risaputo che sono a favore del ddl cirinnà, art 5 compreso, e credo sia anche risaputo che non sopporto i 5 stelle ed il loro elettoralismo nevrotico ed opportunista, nazifascitoide e demenziale a tratti (‪#‎gomblottoaroma‬), ma due cose occorre dirle per non rimanere vittima dell’odiosa propaganda renziana che sfrutta la buona fede delle persone…

forzare la democrazia fa male sempre, anche quando in ballo c’è una legge onesta e necessaria…quale era infatti il bisogno di far saltare gli emendamenti a fronte del ritiro del 9/10 di questi, se non dare una prova di forza muscolare sulla tenuta della maggioranza e mettere alla berlina chi vi si opponeva (non alla legge, ma al metodo) solo per guadagnare qualche posizione per le prossime amministrative?…

il parlamento serve a “parlarsi” ed intendersi sul bene del paese, non come machiavellico strumento elettorale per affermare, a seconda del bisogno del momento, che si è meglio o peggio dell’interlocutore…

…o del nemico, che è più renziana come prassi…

miko somma

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start up innovative a potenza…

dalla gazzetta di oggi…
una start up innovativa che dobbiamo alla tenacia illuminata del sindaco de luca, dei suoi immensi assessori, dei “responsabili” consiglieri che lo sostengono…
coltivare funghi sui bus potentini…c’è l’ok dell’assessore all’agricoltura braia-n di materah…

in seguito alla pubblicazione della pagina sul profilo facebook di un giornalista della gazzetta e probabilmente anche della pubblicazione su questo sito, voglio, per onor di verità, pubblicare anche la precisazione di bellettieri…

Gerardo Bellettieri dall’inchiesta interna attivata si evidenzia con assoluta certezza che questa foto riprende una poltrona montata su podestre, non presenti sugli autobus urbani, la poltrona è in velluto tipica degli autobus turistici o di linea extraurbana per cui non presenti nel nostro parco vetture.
Si tratta dell’ennesimo attacco mediatico

Gerardo Bellettieri Podestre=è il pavimento rialzato dove sono montati i sedili negli autobus che hanno le poltrone come i pullman turistici o extraurbani

precisazione alla quale personalmente ho risposto così…

Miko Somma bellettieri, che era un bus extraurbano lo si era già capito, ma #stiasereno che non cascava comunque la giunta per due funghetti…e se la faccia una risata ogni tanto, no? 😀 …e per onor del vero, dopo aver dato notizia ironica e leggera sul mio blog della cosa, pubblico anche la sua precisazione…

 

 

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il 17 aprile…

17/02/2016

beh, facciamo poche storie…è un referendum quasi inutile senza gli altri e costa tanto (non imputatelo alla democrazia, ma a chi la “usa”) eppure ha una sua valenza emotiva che non va sottaciuta…

da ora al 17 aprile si lavora per il SI per dire no al mare dato in pasto ai petrolieri

miko somma

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le geometrie

15/02/2016

è inutile stare ad aspettare colpi di tosse parlamentari che squassino la corpulenza di una maggioranza ed un governo che definire a geometrie variabili è ormai ridondante, trattandosi semmai di geometria post-gelliana guidata da un amebico partito-nazione dai confini che non saranno mai chiari…
 
la partita per rimandare a casa questa gentaglia che si è appropriata del potere fraudolentemente (renzi si è auto-nominato con il voto della direzione pd) si gioca o nelle piazze, dove tuttavia non sono prevedibili grandi sommovimenti, o al referendum costituzionale, dove occorrerà che tutta la passione democratica si risvegli e prenda vita in un corale e trasversale NO a questa schifezza che ancora chiamano riforma…
 
miko somma
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il bagnasco…

13/02/2016

dico velocemente la mia su bagnasco ed il suo “sgambetto”..

giuricamente l’intervento di bagnasco è l’intervento di un qualsiasi cittadino italiano, parlando egli a nome (ma poi neanche tanto visto quanto dice galantino) della CEI, la conferenza dei vescovi italiani, e non del vaticano che è uno stato estero…

intervento certo indecente ed irrituale, non tanto nel merito (mi pare normale che la chiesa italiana sia contraria a tutto il ddl cirinnà e che pure sui esprima a riguardo), quanto nel modo con cui si è espresso (è evidente che bagnasco sapeva di forzare ed ha forzato lo stesso), ma non è un intervento diretto del vaticano, quindi non ha senso alcuna dichiarazione sui patti concordatari da rivedersi (che regolano i rapporti tra vaticano e stato italiano, modificati nel contesto dei patti lateranensi del 29, dalla riforma del 1984, e che oggi sostanzialmente si riducono alla materia economica dell’8% per mille ed alle scuole cattoliche foraggiate dallo stato), quanto ha a che fare con un colpevole “vuoto laico” delle/nelle istituzioni che puntualmente viene ricoperto dal cattolicesimo militante…

così prima di invocare riforme inutili che suonano a regalo alla propaganda renziana, sempre a caccia di qualche nemico per coprire e deviare l’attenzione dalle falle dell’azione di governo, occorrerebbe ci si interroghi su quanto impianto laico dello stato debba ancora essere realizzato per arrivare alla serena concretezza dei rapporti tra fede ed istituzioni che pure la costituzione ha instradato in quella laicità delle istituzioni che è fondamento giuridico dello stato moderno…

e chiediamoci pure quanta e quale politica italiana sia collaterale ad opus dei ed comunione e liberazione, così tanto per capire di cosa parliamo…

miko somma

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trame da ricostruire…scenari da delineare…oggi…

12/02/2016
 
ricordo che il corso di storia controversa contemporanea d’italia è anticipato ad oggi…ne avremo di cose da dire, di trame da ricostruire, di scenari da delineare, inaspettati forse per i più giovani, dimenticati forse per i più vecchi…vi aspetto in via portasalza, 16 a potenza…
miko somma
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due cose due sul referendum…ma io voterò si!!!…

dunque alla fine, come già del resto era noto da tempo, la montagna dei referendum sugli idrocarburi ha partorito il topolino di un unico referendum, per la verità abbastanza innocuo negli effetti pratici (limitare all’autorizzato ed alla sua naturale scadenza il perdurare dei permessi in mare già concessi, quindi senza i rinnovi automatici previsti dallo sblocca-italia fino ad esaurimento tecnico del bacino), ma certo importante a livello emotivo perché alla fine saranno i cittadini per la prima volta a dire qualcosa in merito ad una pervicacia senza senso delle istituzioni su un settore “pericoloso”, quello delle estrazioni di idrocarburi più prossime alle coste, per le naturali tendenze economiche dei “territori di mare”, ovvero turismo, pesca e bioconservazione (che poi è naturalmente prodromica ai primi due)…

in altre occasioni abbiamo avuto modo di contestare come una vittoria di pirro (o di pirla se proprio vogliamo dirla tutta) la “graziosa concessione” di alcuni emendamenti governativi che alla fine, come pur subito avevo dichiarato, senza modificare troppo il quadro effettivo delle cose, ovvero la ricerca ed estrazione degli idrocarburi in terraferma ed in mare oltre le 12 miglia dalla costa), anzi peggiorandolo nella scomparsa dell’unica tutela locale, quella del famoso “piano delle aree” che è svanita nel nulla furbesco degli estensori del testo (figurati poi se in parlamento qualcuno osava dire o peggio fare alcunché), sono stati solo un mezzo comodo per evitare i quesiti più “pericolosi” sulla materia, pur se quesiti in molte parti odoranti “acqua di rose” di una sperata mediazione con il governo che i consigli regionali non hanno mai taciuto essere il peso posto sulla bilancia del conflitto (ovvero, caro renzi se fai finta di ripensarci e ci dai modo di spenderci una vittoria sui territori, noi alla fine trattiamo e soprattutto trattiamo al ribasso)…

ben altro peso avrebbero avuto i due quesiti referendari secchi per i quali questa estate abbiamo raccolto le firme, fermandoci purtroppo prima del limite delle 500.000 firme, e per i quali abbiamo dovuto registrare un vero e proprio “sabotaggio” da parte dei no-triv, certo più interessati a “tessere ed ordire” con consigli regionali per motivazioni ancora tutte da chiarire (ed in realtà ben chiare in certo piddismo di risulta che avrebbe dovuto contrastare le ali più dure che forse occhieggiavano ai 5 stelle ed a sel), che a sostenere praticamente una raccolta firme che avrebbe portato a due quesiti secchi difficili a scardinarsi con qualche emendamentuculo, ovvero il carattere strategico di tutte le estrazioni (che diventa poi carattere di pubblica utilità, come dire la stessa cosa, perchè a modificare ci si mette poco e perché l’utilità pubblica è materia sempre molto controversa) ed il divieto di quelle a mare..ma questa ormai è storia ed attiene alla capacità di saper guardare oltre che evidentemente molti movimenti non hanno affatto, preferendo allori che diventano presto spine di rovo…

e diventano spine di rovo perché “delegare” la materia degli idrocarburi ad una richiesta di referendum da parte di consigli regionali che troppo spesso invece ed anche in un passato recente hanno deliberato altrimenti sulla materia, significa consegnare la materia degli idrocarburi alla solita questione della mediazione al ribasso che la politica di provincia spesso opera nel confronto con quella nazionale, particolarmente oggi, nell’era del piccolo ducetto fiorentino

basti vedere il nostro consiglio regionale lucano, sia nel passato più remoto della storia delle estrazioni in basilicata, in cui si è distinto per ignoranza trasversale e cieca sugli effetti di lungo termine che il miraggio delle royalties evidentemente non palesava agli occhi dei vari consiglieri regionali, sia in quel recentissimo 4 dicembre 2014 quando si sono “scagazzati” (lo so è una forzatura dialettica estrema, ma per questa volta passatemi il termine perché rende bene l’immagine e l’idea) di fronte al sig. renzi&associati di poter opporre qualche timida resistenza, anche a fronte di 15.000 firme, dal sottoscritto e da pochi volontari raccolte in breve tempo, che pur avrebbero potuto far da puntello a qualche atto di coraggio, come impugnare e basta lo sblocca-italia…

storia appunto, che se a priori tutti dovrebbero saper leggerne gli effetti, è mentre essa è ancora “il presente” che proprio si spererebbe qualcuno in più sappia poi leggere la concatenazione tra eventi, cause ed effetti che al sottoscritto forse viene più facile, chissà magari perché ragiona di più con la testa e meno con la pancia, ma storia…

oggi abbiamo questo unico referendum sopravvissuto alla falcidie delle corti, certo il meno utile negli effetti, ma sempre utile e come tale da sostenere senza se e senza ma, pur se qualche presidente del consiglio, le cui idee a riguardo degli idrocarburi sono sempre andate in senso contrario (ma si sa che oggi per ragionamento o calcolo speso si #cambiaverso), potrebbe essere tentato di intestarselo politicamente per giocare qualche partita su qualche tavolo, locale o nazionale che sia…

e per non lasciare spazio a dubbi, dico subito che si tratta di piero lacorazza, presidente del consiglio regionale lucano, a cui in ogni caso va il merito, ben oltre le sue intenzioni (cavalca o non cavalca?) ed i suoi giudizi pregressi (sempre a favore delle estrazioni in val d’agri e pur si può mutare, nel bene o nel male), di aver promosso la questione con altri consigli regionali…che ovviamente conduce la sua battaglia, interessata o meno che sia contro/insieme a pittella, presidente renziano di provincia che pur di entrare nelle grazie del giglio magico venderebbe agli amichetti di renzi la regione soprassuolo ed aria compresa, che un giorno si e l’altro pure lascia intendere che lui di appoggiare una campagna referendaria che suonerebbe come anti-renziana non ci pensa affatto e continua a rimestare le sue presunte capacità di mediatore… 

ma qui non c’è la questione se ci piaccia o meno lacorazza, che ovviamente può giocare a fare il cavalleggero se vuole o ci riesce, o se ci piaccia o meno pittella (ed al sottoscritto non piace affatto quel suo pigio possibilista su tutto), qui c’è un testo referendario che tra le mille difficoltà che dovrà affrontare (oltre al disdicevole e costoso disaccorpamento dalle amministrative, anche il breve periodo di campagna referendaria che dovrà informare i cittadini) deve essere conosciuto per essere valutato dai cittadini, un testo referendario che pone un si, ovvero abrogare le norme che oggi consentono l’estensione temporale dei permessi fino ad esaurimento del giacimento, o un no, ovvero lasciare le cose così come stanno… 

e se passerà il “sì”, ovvero l’abrogazione, quando scadranno le concessioni verranno bloccati per esempio tre grandi giacimenti attivi per i quali ci sono già delle ipotesi di potenziamenti da parte di chi già sfrutta il titolo, i giacimenti guendalina (eni) nel medio adriatico, gospo (edison) davanti all’abruzzo e vega (edison) al largo di ragusa

occorre sapere che nei nostri meri ci sono già ben 106 istallazioni per estrarre metano o petrolio e nonostante queste abbiano esaurito buona parte del potenziale di risorse disponibili all’epoca dei permessi e della loro realizzazione, i giacimenti a tecnologia corrente sono ancora grandi e quindi appetibili, soprattutto ad infrastrutture già realizzate, cosa che ovviamente “tempera” i bassi costi raggiunti da greggio e gas ultimamente…nessun effetto sui grandi giacimenti oltre le 12 miglia dalla costa (cioè in acque internazionali), dove si prospettano riserve dalle dimensioni notevoli e verso le quali nulla può questo referendum…

se ovviamente passerà il no, tutto rimarrà a legislazione corrente, ovvero quella prevista dallo sblocca-italia, ovvero a queste ed altre società operanti entro le 12 miglia sarà concesso andare avanti fino alla fine del giacimento

questo è quanto, quindi niente miracoli se vincesse il si, ma avremmo molto da perdere se vincesse il no, ed è per questo che nonostante le mille odiose difficoltà che la campagna referendaria dovrà sopportare, occorre invece accorrere numerosi al referendum del 17 aprile e votare si per provare ancora ad “aprire” la questione degli idrocarburi alla volontà popolare e non più agli stolidi consessi lobbystici che si consumano nei tinelli sporchi della politica e nei salotti buoni degli affari…

il 17 aprile io voterò e voterò si

miko somma

 

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referendum il 17 aprile…

11/02/2016

il referendum sulle trivelle in mare (l’unico rimasto e fondamentalmente ben poco incisivo, visto che si tratta di permessi già in essere di cui si tenta di limitare l’esistenza temporale) si terrà il 17 aprile, quindi senza nessun accorpamento con le amministrative, cosa che avrebbe consentito un risparmio di circa 300 milioni di euro…evidente che a renzi non interessa sperperare quei soldi che meglio avrebbero potuto essere spesi…

io andrò a votare e voterò SI all’abrogazione delle norme in essere, nonostante le critiche all’intero percorso referendario che sento di dover fare (e che meglio espliciterò), ed invito tutti e tutte a fare altrettanto

miko somma

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il 3° incontro del corso di storia anticipato a venerdì…

informo i partecipanti al corso di storia contemporanea che per impegni non prorogabili nella giornata di sabato 13, saremo costretti ad anticipare il 3° incontro di storia controversa contemporanea d’italia a VENERDI 12 sempre dalle ore 17 alle 20…scusandomi per l’anticipo e sperando che la cosa non vi crei problemi (ma era impossibile conciliare gli impegni), vi aspetto così venerdì…
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la giornata della memoria…di tutte le memorie…

10/02/2016

la giornata della memoria dovrebbe esserlo di tutte le memorie..e così oltre a ricordare il dramma delle foibe e quello di un esodo giuliano-dalmata colpevolmente e forse dolosamente “dimenticato” dal sistema politico-culturale italiano fino al 2004, anno dell’istituzione ex-lege della giornata, dovremmo anche ricordare la verità che racconta atrocemente delle 20.000 vittime fatte dalla criminale occupazione italiana dal 1919 al 1945 di istria e dalmazia che fece scattare le vendette anche su chi aveva come unica colpa quella di essere italiano…

perchè la verità è pace solo se la raccontiamo tutta…

miko somma

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ad ogni costo ed a tutti i costi, giustizia per giulio regeni…

Giulio Regeni trovato con entrambe le orecchie mozzate

Fonti investigative: “Strappata unghia mano e piede. Piccoli tagli su tutto il corpo” Egitto insiste: “Mai arrestato. E’ un atto criminale, non era una spia”. Gentiloni: “Non ci accontentiamo di verità presunte”. Pm Roma ascolta i genitori.

ansa – Il passaporto e il cellulare spariti, entrambe le orecchie mozzate, decine di piccoli tagli sul corpo, fin sotto la pianta dei piedi, provocati da uno strumento che potrebbe essere simile ad un punteruolo, numerose ossa rotte, le unghie di un dito della mano e di uno del piede strappate: l’Egitto continua a smentire che Giulio Regeni sia finito nelle mani degli apparati di sicurezza e sia stato torturato, ma tutti gli elementi finora a disposizione dell’Italia sembrano andare nella direzione contraria.

Compresi gli ‘aggiustamenti’ che quotidianamente arrivano dal Cairo e che contribuiscono a infittire la nebbia che fin dal primo giorno è calata sull’uccisione del ricercatore friulano. In attesa che l’Egitto fornisca una versione quantomeno plausibile, e che decida se rispondere positivamente alle richieste italiane di poter esaminare i tabulati e le celle telefoniche, le videocamere della metropolitana e le testimonianze raccolte dagli inquirenti, l’Italia non può far altro che tentare di mettere in fila gli elementi a disposizione di una vicenda che ogni giorno che passa diventa sempre più complicata per entrambi i paesi, soprattutto sul piano diplomatico. E questo è stato l’obiettivo della riunione, svoltasi stamani a piazzale Clodio, tra il pm titolare dell’indagine Sergio Colaiocco e gli investigatori. Un incontro utile, se non altro perché dal team che ormai da venerdì scorso si trova al Cairo e che finora ha potuto fare poco o nulla, comincia ad arrivare qualche risposta. La prima e forse più importante è che altri testimoni – sentiti direttamente dagli investigatori italiani – smentiscono che Giulio, la sera della scomparsa, sia andato alla festa. Cosa che l’Egitto continuava ad accreditare anche ieri attraverso le colonne del quotidiano governativo Al Ahram

E dunque dopo Noura, la sua migliore amica, e Amr Assad, la persona che ha ricevuto uno degli ultimi sms del ricercatore, anche altri due ragazzi, stavolta italiani, dicono che Giulio non è mai arrivato al compleanno. Dove è finito dunque? Cosa è successo attorno alle 20 del 25 gennaio? Ma non solo. Agli investigatori sia gli amici sia i genitori hanno detto che l’attività di Giulio al Cairo non era poi così pericolosa. “Non ha mai fatto cenno a rischi imminenti per la propria incolumità, anche se era consapevole di trovarsi in una realtà difficile” hanno detto questi ultimi. Secondo gli amici, invece, da parte di Giulio “non c’era un forte impegno politico” e tutti i contatti presi erano finalizzati alla sua tesi: “il suo era solo il lavoro di un ricercatore“. Ma se Giulio non è sparito per via del suo lavoro, chi e perché lo ha preso? Da qualche giorno tra gli inquirenti si sta facendo strada un’altra ipotesi, in realtà mai scartata fin dall’inizio: il ragazzo è probabilmente finito in una qualche retata dalle parti di piazza Tahir e lì portato in qualche ufficio statale o parastatale.

La domanda è: è stato ucciso da qualcuno a cui è sfuggita la situazione di mano, e in questo caso la ‘pressione’ di Sisi è servita quanto meno a far ritrovare il corpo che altrimenti mai sarebbe apparso, oppure è finito nella mani di soggetti che avevano come obiettivo quello di colpire il governo egiziano? Un’ipotesi, quest’ultima, che ben si concilia con il cadavere fatto ritrovare in quelle condizioni. Ma su questo fronte, l’Egitto continua a negare ogni responsabilità. Come dimostrano ampiamente le parole del ministro dell’Interno Magdy Abdel Ghafar che più volte ha definito “allusioni” e “speculazioni” le tesi della tortura e dell’arresto da parte della polizia o di qualche apparato paramilitare. Peccato che sia stato un membro degli apparati di sicurezza del suo stesso paese – il procuratore capo di Giza Ahmed Nagy, titolare delle indagini – a parlare di tortura. “Su tutto il corpo, compreso il viso – ha detto subito dopo il ritrovamento del corpo alla Ap – c’erano lividi, tagli da accoltellamenti e ustioni da sigarette. Ha subito una morte lenta“. E sono stati sempre membri degli apparati di sicurezza a dire che a trovare il corpo in un fosso lungo la strada Cairo-Alessandria fu una squadra di operai. Oggi però il ministro ha aggiustato la versione: il corpo di Giulio non era nel fosso ma “sopra il cavalcavia”. E a trovarlo “è stato un tassista, la cui vettura era finita in panne”.

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troppe contraddizioni in questa vicenda tragica dove non vorrei si dimenticasse che un ragazzo di 28 anni ha subito indicibili torture (molte media si sono trattenuti dal descrivere lo stato del cadavere per non ferire ulteriormente una famiglia già distrutta), è stato barbaramente e lentamente assassinato ed infine abbandonato…il problema è che i segni inequivocabili di tortura sono tipici delle pratiche di uno stato di polizia e l’egitto è a tutti gli effetti uno stato di polizia (pur se piace tanto all’occidente questo egitto reso tranquillo da un colpo di stato)…ed i tentativi di depistaggio sono altrettanto tipici di uno stato di polizia, creare confusione sulle persone, i luoghi, gli orari e le date, le modalità…

ma tralasciando le indagini sulle quali non ho alcuna notizia se non le scarne cose che trapelano dai media ed appunto lasciandole agli investigatori, la mie domande sono: ma può l’italia, in un quadro di relazioni amichevoli di lunga data (e di affari che coinvolgono anche i giacimenti di gas recentemente scoperti da eni al largo della costa mediterranea del paese, occorre dire) accettare dalle autorità di un paese “amico” che si raccontino “balle” così plateali, quando un proprio cittadino viene massacrato barbaramente e quando la sua scomparsa è durata ben nove giorni senza che nulla, ma proprio nulla, fosse fatto?…e può invece il nostro paese cavarsela con generiche parole pronunciate dal ministro degli esteri senza mettere in campo attività diplomatiche dure e nette, a cominciare dalla convocazione dell’ambasciatore egiziano  per formalizzare non solo le proteste, ma anche una diffida vera e propria con conseguenze economiche, come il blocco dei pagamenti verso il proprio paese fintanto che non giunga una verità più accettabile?…e possono invece, ancora una volta, gli affari in ballo e le loro  intermediazioni politiche “condizionare” un atteggiamento italiano tanto morbido che quasi ricorda il famoso “non vorrei disturbarlo” di berluskoniana memoria?…

il fatto è che renzi se non è un premier di cartapesta dovrebbe fare il premier e chiedere conto con durezza e senza mezzi termini all’egitto non solo di cosa sia accaduto e chi abbia torturato ed ucciso un povero ragazzo, pretendendo la massima celerità nell’accertamento della verità e la massima severità nell’applicazione di una pena per questi assassini, ma del come e del perché siano state inflitte tante sofferenze ad un cittadino italiano le cui attività in egitto erano del tutto lecite e del perché si tenti di coprire con assurdità palesi un probabile evidente caso di eccesso della polizia, dei servizi o delle bande paramilitari che da qualche tempo, come in tanti denunciano, fanno “il lavoro sporco”…

ovviamente renzi non è un premier, ma un sensale per conto terzi, e gli affari da curare certo avranno il loro peso anche in una storia che fa indignare, per cui le mie speranze che costui realmente abbia a cuore la vicenda sono scarse…spero di sbagliarmi, ma le parole di gentiloni, se non accompagnate dai fatti sono come le vuote minacce di un ragazzino gracile verso un omaccione truculento e prepotente…

e nel mentre porgo le mie più sentite condoglianze alla famiglia di giulio regeni, vittima di un odioso gioco del potere dove vita e dignità umane hanno così poco valore, chiedo con forza alle nostre autorità che si faccia luce e si arrivi alla verità ed alla giustizia per giulio regeni, ad ogni costo ed a tutti i costi…

miko somma 

 

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dai ghiacciai riemerge la guerra…

vi invito a leggere questo articolo di cui, come al solito, copio ad incipit la prima parte e vi invito a seguire il resto al relativo link che riporto appena sotto l’introduzione…è una storia dimenticata, triste, violenta, ma su cui si è fondata l’identità di ciò che, nel bene e nel male, oggi siamo come italiani ed europei…e per convincercene del tutto non ci bastò quella prima orribile carneficina, ma ci precipitammo in una carneficina ancora più orribile, la seconda guerra mondiale…

mi è capitato qualche volta di scrivere della prima guerra mondiale e di alcuni ricordi familiari ad essa legati, di altri ricordi che affiorano dalla conoscenza reale di alcuni di quei soldati che ebbi la fortuna di conoscere da ragazzo e di ascoltarne i racconti, ma credo che le suggestioni che ci rimanda questo articolo, suggestioni che vanno ben oltre l’articolo ed il suo contenuto, dovrebbero farci riflettere tutti sul nostro presente…

un presente che deve essere considerato attraverso un passato ancora molto recente e che, nonostante la velocità dei nostri tempi che tutto sembra voglia riporre negli archivi delle celebrazioni di un centenario ovvio e doveroso da doversi celebrare, pure non deve farci dimenticare che è nel volgere di solo qualche generazione che quei ragazzi morti al fronte e quelli ritornati ed oggi non sono più, erano vivi ed a loro dobbiamo più di un semplice ricordo celebrativo e così quasi esterno a noi…100 anni sono nulla per la storia e fin quando qualcuno che ricorda esiste ancora (ed ho la fortuna di essere tra questi), quella storia è solo ieri l’altro e quei ragazzi sono i miei nonni ed i vostri nonni e bisnonni che forse, se guerra e morte non li avessero cancellati, avreste potuto conoscere ed ascoltare di fronte al camino una sera d’inverno…buona lettura… 

 

I morti della prima guerra mondiale riemergono dai ghiacciai in disgelo

In quello che probabilmente è il risultato più bizzarro del riscaldamento globale finora, un ghiacciaio in scioglimento delle Alpi italiane sta lentamente svelando i cadaveri di alcuni soldati morti durante la Prima guerra mondiale. Dopo quasi un secolo, i corpi congelati sembrano essere perfettamente mummificati dal ghiaccio. Con i resti arriva anche la storia della battaglia più alta della storia—’La Guerra Bianca’.

È il maggio 1915. L’ Italia appena unificata decide di schierarsi con le forze alleate nella Prima guerra mondiale, che aveva avuto inizio dieci mesi prima. L’Italia, desiderosa di espandere i suoi confini, muove guerra contro l’Austria, nel tentativo di annettere i territori montuosi del Trentino-Alto Adige e del Sud Tirolo. Il risultati è un conflitto che oggi è conosciuto come ‘La Guerra Bianca’: un freddo braccio di ferro lungo quattro anni tra gli Alpini italiani e i loro avversari austriaci, i ‘Kaiserschützen’. La battaglia è stata combattuta ad alta quota, con armi speciali e infrastrutture come trincee nel ghiaccio e trasporti via cavo. Spesso i due fronti avrebbero anche usato i mortai per cercare di provocare valanghe—’la morte bianca’—e travolgere i campi nemici, strappando migliaia di vite….

http://motherboard.vice.com/it/blog/ghiacciai-alpini-in-disgelo-restituiscono-cadaveri-prima-guerra-mondiale

e vi invito alloraa rileggere  anche questo mio ricordo che qualche tempo fa dedicai in formato familiare ai caduti, a tutti i caduti della grande guerra… www.comitatonooilpotenza.com/?p=10771

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le nostre riflessioni in merito alle 10 domande a civati…

bene, dopo il post di ieri con le 10 domande che il comitato c. levi di potenza ha elaborato per se stesso e per il nostro nuovo segretario, giuseppe civati, nell’attesa di ricevere un suo cenno di risposta che sappiamo non mancherà di arrivare, qualche considerazione pur vogliamo farla e, fuori da ogni polemica, vorremmo che queste 10 domande che corrispondono a 10 elementi di critica costruttiva, vorremmo fossero considerate tali, elementi di costruzione e non certo, come pur sotteso da alcuni, di distruzione…perché, sappiano costoro, che noi ad un “possibile” che nasce e cresce come elemento di svolta nella ormai drammatica situazione politica del paese, crediamo e crediamo anche molto…

partiamo allora con le domande e con le relative considerazioni che come comitato facciamo allo scopo di aumentare la consapevolezza di tutti e migliorare il migliorabile, coscienti che fare un partito, elaborare uno statuto e celebrare un congresso, seppure solo in forma di consultazione on-line e non in un confronto diretto tra mozioni, e soprattutto coscienti che l’unica candidatura possibile era quella di civati che nessuno disconosce, compreso il sottoscritto che pure non ha votato in polemica proprio con le modalità scelte per la presentazione delle mozioni…  

1) Il filtro tra i Comitati e Civati stesso, creato dai tanti che si dedicano e che lo aiutano, può dirsi accettabile?

no, riteniamo che questo filtro non sia affatto accettabile e probabilmente neppure sufficiente a che il segretario abbia una visione a 360° delle complessità anche locali che i comitati, il vero motore del partito nell’espressione anche degli stati generali come organo supremo, affrontano non solo in momenti elettorali, ma anche e soprattutto nell’azione quotidiana, quella magari lontana dai riflettori e dal contesto dell’immediato elettorale, complessità che se secondo lo statuto che ci siamo dati, sono “liberate” da vincoli dirigisti provenienti dal centro, pure avrebbero bisogno di essere rappresentate da posizioni di quel centro che servano a fare maggiore chiarezza nel rapporto con le persone che incrociamo e che dobbiamo convincere della giustezza delle posizioni di “possibile”, ovvero avrebbero quei comitati bisogno di una maggiore visibilità propositiva del partito per fare in modo che la gente poi si accorga dell’esistenza locale di possibile e ne comprenda finalità e motivazioni sia nel contesto nazionale, sia in quello locale…insomma la realtà dei comitati è varia e pretendere che vi sia uno spontaneismo eterno senza stimolo reciproco è puramente perdente cone strategia…pure le realtà operative ed i contesti in cui operano gli stessi si presentano in maniera non omogenea a seconda delle varie zone del paese e su questo occorre che un segretario abbia una piena e corretta rappresentazione e conoscenza che finora riteniamo non vi sia stata, in parte per le difficoltà del processo costituente, ma anche probabilmente per scelte operative che si sono dimostrate non corrette o quanto meno non funzionanti…ecco, la critica verso i filtri tra i comitati ed il segretario sta nel fatto che ancora non esistono piattaforme di reale scambio tra comitati e tra questi ed il centro e tutto viene affidato alle cure di un manipolo, certo volenteroso, di persone che non sappiamo quanto, come e se informano correttamente il nostro segretario delle dinamiche territoriali e di cui non conosciamo la reale capacità di comprendere che un partito è tale non perché esista un giglio magico di fedeltà, ma perché esiste una ricchezza di dialogo che va incoraggiata, tutelata e diretta alla conoscenza di chi nei fatti era già segretario prima ancora di essere eletto…e non prendiamoci in giro su questo, perché faremmo torto alla ragione condivisa di tutti noi e tua stessa, pippo…

quindi che scopo ha limitare con degli imbuti la tua conoscenza della realtà del partito, affidandosi a chi dimostra di non essere stato scelto per la sua capacità di inter-relazionarsi, conoscere e così riportare quanto dalla base proviene come stimolo, critica e suggerimento (attività delicatissima questa), quanto piuttosto per la preesistenza di un rapporto di “fedeltà” che se è valido per te, non è detto che sia valido per tutti noi alla prova provata dei fatti?

perché pippo, senza la base non esistono le altezze, come pur dovrebbe esserti chiaro, e quelle basi non sono solo espressione numerica di tessere e voti, ma il sostrato su cui deve crescere un concetto nuovo di politica che non vede separatezza tra centro e periferia, ma un costante interlacciarsi di esperienze e conoscenze che bivettorialmente ci interessano e permeano una nostra cultura g-locale contro le logiche rigidamente centralistiche che oggi sembrano essere divenute lo schema con cui si esercita la politica…quindi servono e subito non solo strutture di comunicazione dirette tra comitati che agevolino il dialogo ed il contatto tra questi (penso per esempio ad una semplice pagina sul sito di possibile in cui tutti i comitati siano presenti con il contatto mail ed il numero di telefono dei portavoce dando così spazio ed occasione di coordinamento tra essi), ma spazi dedicati sul portale a ciascun comitato in cui informare in dettaglio sulle attività che ciascuno porta avanti localmente ed in relazione ad altri comitati, e soprattutto canali di comunicazione diretta tra questi, il segretario, i comitati organizzativo e scientifico…detto in altri termini, serve comunicazione e facilitazione e non filtri che ostacolino o limitino questa comunicazione…

e questo è solo uno dei nostri suggerimenti operativi per fare in modo che chi è al centro non si senta al centro e chi è in periferia non si senta in periferia

2) L’intervento di Possibile sulle questioni locali può dirsi efficace?

in linea con quanto espresso al primo punto, no, direi che l’intervento di Possibile sulle questioni locali non è efficace, ma non nell’articolazione locale, nel comitato insomma, che sulle questioni locali si muove con la consapevolezza di essere parte di quelle questioni e con la conoscenza delle cose che gli è propria, quanto nella struttura centrale che non pare interessarsi alle piccole realtà, quanto concentrarsi solo o prevalentemente in quelle a più ampia demografia elettorale…ciò a dire che il tema di canicattì non è meno importante di quello di roma, in una visione g-locale del partito, e così necessita di trovare adeguate risposte o relazioni, se richieste, in un percorso comunicativo con il centro del partito chiaro e non affidato alle relazioni pre-esistenti o ad affiliazioni fideistiche o peggio all’appartenere o meno ad una filiera di consenso, ma alla considerazione che tutti, persino chi dissente, fa parte di un partito e così necessita di attenzione, sostegno e dialogo…ciò vale a dire, pippo, che forse dovresti ascoltare più chi critica apertamente che chi assente plaudente e magari chiamare tu direttamente il sottoscritto che “fa il ribelle” e non un semplice “delegato senza delega” che è sin troppo facile zittire perché non ha argomenti validi, ovvero risposte alle domande, ma dogmi assertivi di savoiarda memoria…

nello specifico del comitato di potenza, come faccio io, miko somma, a renderti edotto di una situazione assurda che vede al comune di potenza un sindaco eletto da fratelli d’italia ed ora sostenuto dal pd che forse meriterebbe un intervento stigmatizzante del partito e non di un semplice circolo?…come faccio a renderti edotto di una situazione regionale al collasso e nelle mani di “spacciatori di fumo”, che al meglio sono inadeguati a fronteggiare la situazione di una regione che pur avrebbe opportunità di venire fuori da sottosviluppo, filiere e colonizzazione petrolifera (e mi fermo qui nell’elenco che sarebbe troppo lungo) e che richiede, come pure ho “urlato” a napoli agli stati generali, che sia l’intero partito a farsi carico di verificare e migliorare una progettualità alternativa e “nuova” nei contenuti ed obiettivi che pure ti ho inviato perché tu la esaminassi e mi dessi il tuo parere?…

vedi a roma, milano ed altrove i comitati saranno anche contenti della partecipazione di possibile alle dinamiche locali, qui probabilmente non lo siamo, come altrove probabilmente, e vorremmo trovare spazi di confronto che suffraghino le nostre convinzioni che sia opportuno proseguire un percorso locale in un contenitore nazionale e non invece, come pur siamo tentati di fare dopo qualche mese di comunicazione “stramba” (mettiamola così), per conto nostro, avendo preparazione, competenza, volontà e passione che non giudichiamo seconda a nessuno, neppure alla tua, se ci consenti?…

3) I coordinamenti spontanei e disorganizzati sono sufficienti?

è evidente che quanto allo statuto, a cominciare dalla mancanza di strutture coerenti di collegamento tra i comitati (grave errore quello di non volere strutture di coordinamento stabili e riconosciute per paura di innescare la corsa alla carica intermedia che, pur se mi è chiara e per molti versi comprendo la ratio, poi di fatto conduce al nulla organizzativo) è di ostacolo ai coordinamenti regionali che pure servono per dare coerenza organizzativa, tematica e progettuale ai progetti di area larga che non si può pensare possano servire solo quando vi saranno elezioni regionali…lo spontaneismo spesso si spegne nel vuoto partecipativo, nell’incoerenza dei contenuti, nella parzialità della proposta e financo nella incapacità politica ed intellettuale di coniugare teoria e pratica in assunti comprensibili ai cittadini a cui possibile si dovrebbe rivolgere…

quindi no, forme di coordinamento senza statuizione che li regoli, sono inutili e dannose, un’armata brancaleone che se fa contenta certa anima antipolitica di vulgata che rifiuta quell’intermedio politico che spesso ha dato prove nefaste di se stesso, nei fatti concreti si risolve nello spegnersi dell’iniziativa stessa o, ancor peggio, in una pericolosa deriva cinquestellina dove esiste un centro che tutto coordina e decide, persino i temi, ed una periferia vasta che si trastulla con i piccoli temi, e che, come direbbe il marchese del grillo…spero di essere stato chiaro…

grave errore non aver previsto nello statuto quei livelli intermedi di coerenza e coordinamento che consegnano un partito al suo segretario ed alle “sue” liste bloccate per i comitati organizzativi e scientifico senza ulteriori strutture di riflessione e costruzione di senso politico…e le mie personali critiche andavano e vanno appunto a questo riproporsi di un meccanismo a liste bloccate che se pur comprensibile, ma non giustificabile per chi come me critica da sempre questo sistema odioso e da spoil system, per il comitato organizzativo (che pure dovrebbe vedere rappresentanza per chi eventualmente dissente sulla base di una mozione congressuale che, per quanto ai punti precedenti sulla comunicazione tra comitati, era nei fatti impedito) non si comprende perché debba valere per il comitato scientifico che dovrebbe essere struttura a disposizione di tutti, quindi composta sulla base di un riconoscimento della sua imparzialità

4) Quali sono i criteri per cui determinati post sono autorizzati e altri no, su questo gruppo? (ovviamente ci riferiamo ai gruppi facebook che ufficiali, semiufficiali o meno, qualche regola chiara di funzionamento dovrebbero possederla)

qui sarò breve perché quanto accaduto su un gruppo facebook (ufficiale o meno che fosse, era comunque una struttura di dialogo e conoscenza) proprio a riguardo dei temi congressuali, è materia che non ci interessa nei toni che pure ha raggiunto da parte di tutti (il sottoscritto di suo, si è arrabbiato solo per alcune censure sui post a nome del comitato che pur ci sono state e per le quali vorrei pubbliche scuse, non a me, ma a tutti i lettori di quel gruppo), ma ci interessa nella sostanza della comunicazione…molti usano facebook per la sua immediatezza, così auspicabile sarebbe la creazione di un gruppo ufficiale, con regole di partecipazione chiare da subito e non affidate ai criteri mutevoli di un gruppo di coordinamento del cui operare poco o nulla si conosceva…

5) L’attuale strategia comunicativa del partito è vincente?

no, secondo noi e secondo il sottoscritto, la strategia comunicativa è del tutto autoreferente ad un universo partecipativo già convinto della necessità di un nuovo soggetto a sinistra e nella disponibilità di strumenti intellettuali e cognitivi tali da saper discernere tale necessità, quindi attiene ad un universo minoritario, e non si rivolge affatto ai tanti che pur potrebbero essere interessati, ma che non possedendo genoma cognitivo sufficiente non si sentono affatto coinvolti da un messaggio che viene percepito come identitario e strettamente legato al dissenso a sinistra del pd…non è questione di andare di più in televisione per farsi conoscere dalla casalinga di treviso, dal pastore sardo o dal contadino lucano, ma uno sforzo per far comprendere la fondatezza dei nostri argomenti sul cambio di prospettive produttive, culturali e sociali deve essere spiegato meglio anche a chi pur non comprendendo molti temi, tuttavia sente necessario un cambio di passo rispetto al liberismo e all’esclusione…ecco a noi spetterebbe il compito non solo di recitare formule scientifiche e culturali, ma impegnarsi a fornire all’uomo della strada gli strumenti per cui tale cambio di passo è necessario ed improcrastinabile…

e poi il tema della platea a cui possibile si rivolge…ma davvero possiamo pensare che concorrendo e sottraendo decimi ad un pd renziano in cui la sinistra non trova spazio o alle forme alternative che si sono formate a sinistra (penso a sinistra italiana) , ricostituiamo un elettorato di sinistra…possibile che non si capisca che oggi questo partito deve rivolgersi prevalentemente al mondo dei delusi dal non voto, divenendo attraente per temi e passione e prospettive a breve e lungo periodo, e a quell’universo del voto incoerentemente dato nel 2013 ai grillini per disperazione e mancanza di prospettive concrete (io aggiungo anche per inganno vero e proprio consumato da grillo&casaleggio, ma è altra storia questa…) e smetterla di agitarsi in un vomitatoio identitario trito e ritrito?…

ti consiglio pippo di dotarci prestissimo di una web tv che possa fungere da veicolo per quella comunicazione che il solo materiale scritto non riesce a comunicare con immediatezza e di un gruppo specifico e competente di comunicazione che non solo amplifichi il messaggio di possibile, ma funga anche e soprattutto da punto di riferimento per quanti, fuori da possibile, necessitano magari di punti di riferimento… 

6) Quali sono le intenzioni di Possibile in rapporto alla nascita del nuovo partito di sinistra radicale nel prossimo febbraio?

su questo punto crediamo di non dover elaborare per il momento alcuna proposta, lasciando ovviamente al segretario l’avvio di consultazioni, ma consigliamo caldamente di non sottrarci mai al dialogo con questa forza politica, pur se magari non ne condividiamo alcuni passaggi…

7) Cosa si può fare per incentivare l’avvio di un dialogo politicamente produttivo?

chiariamo che questo punto è in stretta relazione con il precedente, quindi è in completamento di quella domanda di dialogo, ma ovviamente si apre anche ad un confronto oltre i nostri confini di identità, confronto che crediamo sia necessario esca fuori dalle aule parlamentari e diventi patrimonio comune per affermarsi come volontà condivisa di un cambio di paradigma politico, sociale e soprattutto economico che questo paese non può rinviare oltre…

8) In che modo si possono incentivare i rapporti tra i Comitati e i loro portavoce?

la domanda molto semplice, eppure non compresa da alcuni savoiardi, è come si fa in modo che i comitati, che non sono solo gli iscritti (almeno per noi del c. levi) entrino in una relazione più produttiva con i loro portavoce, attraverso strumenti predisposti di partecipazione che il solo voto sulla piattaforma non sembrano assicurare?…in altri termini, se è vero che tutti gli iscritti sono in un comitato e che alla recenti votazioni per il segretario ha votato il 50% degli aventi diritto e che ogni portavoce, compreso il sottoscritto, si è fatto carico di informare e invitare al voto, perché solo la metà degli iscritti ha votato?…può essere che lo strumento impersonale del portale serva meno di una votazione diretta dentro un comitato?…può essere che un portavoce ben informato possa spiegare meglio mozioni ed idee ai propri iscritti di quanto non faccia una semplice mail o un link?…può essere che dotare un portavoce di qualcosa più di una voce da portare e riportare, ma di una connessione diretta ai comitati organizzativi e scientifici tali da far sentire gli iscritti più vicini alla “centro” del partito attraverso il proprio portavoce non serva a stimolare maggiore e migliore partecipazione e maggiore e migliore capacità attrattiva per futuri aderenti e/o simpatizzanti?…

9) A parte le battaglie tematiche una tantum e i post ideologici, perché in oltre tre mesi di vita Possibile non ha ancora presentato uno schema di future iniziative politiche tese ad affermare la nostra visione per l’Italia (se ne abbiamo una)?

la critica espressa nella domanda è chiara e, nonostante si dovesse eleggere un segretario per ufficializzare una linea politica, perché nel frattempo chi era già, nei fatti e nei sentimenti di tutti gli iscritti, il segretario non si è dato pena di comunicare una linea politica pro-tempore utile soprattutto a chi localmente opera per affermare alla gente l’esistenza e la vitalità del partito?…

10) Perché non abbiamo discusso una nostra adesione a un partito europeo, come ad esempio il Party of European Left?

punto nodale, questo…e se un savoiardo afferma che non ci sono elezioni europee al momento, cosa si dovrebbe mai pensare delle idee di costui che ignora la valenza dello stare in un gruppo politico a bruxelles nell’ordinario dell’attività parlamentare e le lega invece alle sole elezioni?…mah, comunque polemiche a parte con chi si permette persino di offendere senza comprendere né il trascorso politico ed umano dell’interlocutore, né il suo spessore culturale ed ideale (dai avrete capito chi è la testa d’uovo con cui ho litigato, chiosando la conversazione con “con uno come te non si può parlare ed è inutile parlare”) è un argomento fondante che spero in brevissimo tempo si possa affrontare per definire il nostro atteggiamento in sede di U.E…

ciò lungamente esposto ed in attesa di comunicazioni di civati (e solo di civati, perché lui è stato eletto, gli altri “funzionari e dignitari” erano in una lista bloccata, quindi non sono degni da parte mia di alcuna considerazione al riguardo di queste domande), comunicazione che non mancherò di postare su questo sito appena giunge, mi fermo qui per il momento…per il momento perché di cose che non vanno come dovrebbero andare in possibile ce ne sono tante e logica, e solo logica, vorrebbe che la strada per risolvere le cose passa anche e soprattutto dall’ascolto di chi ha da dire cose e non solo da chi, preconfezionandole, al massimo ha predisposto meccanismi di metabolizzazione più o meno capziosa delle stesse…

miko somma, per il momento ancora tenacemente iscritto a possibile, ma senza alcun torcicollo

 

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le razze non hanno posto nella biologia…

Basta con il concetto di razza negli studi di biologia e genetica applicati all’uomo: oltre ad essere una categorizzazione inutile ai fini della ricerca scientifica, puo’ diventare un pericoloso strumento di discriminazione nella societa’. A dirlo e’ un gruppo di esperti di biologia, genetica, scienze sociali e giuridiche, che dalle pagine della rivista Science lanciano un appello al mondo scientifico affinche’ si superi il concetto di razza e si convochi un tavolo per definire un nuovo vocabolario che descriva la diversita’ umana.

”E’ tempo che i biologi trovino un modo migliore”, si legge nell’articolo firmato da Michael Yudell, esperto di salute pubblica della Drexel University di Philadelphia, Dorothy Roberts, giurista dell’universita’ della Pennsylvania, Robert DeSalle, biologo evoluzionista dell’American Museum of Natural History, e Sarah Tishkoff, genetista dell’universita’ della Pennsylvania.

I quattro esperti ritengono che il concetto di razza dovrebbe essere eliminato dalla genetica umana, visto che moltissimi studi hanno gia’ dimostrato l’inconsistenza scientifica di questa categorizzazione: al suo posto potrebbero essere usati altri termini, come ‘popolazione’ o ‘stirpe’. ”Il linguaggio e’ importante – affermano – e il linguaggio scientifico ha una notevole influenza sul modo con cui il pubblico, inclusi gli stessi scienziati, comprendono la diversita’ umana”.

Se le riviste scientifiche facessero uno sforzo per rinnovare e definire meglio il loro vocabolario, ”si potrebbe mandare un messaggio importante, ai ricercatori cosi’ come al pubblico: le categorie storiche delle razze, considerate come naturali e intrise di concetti di superiorita’ e inferiorita’, non hanno posto nella biologia”. Da qui l’appello, rivolto all’Accademia statunitense delle scienze, affinche’ convochi un tavolo di esperti di tutte le discipline ”per superare l’uso della razza come strumento di classificazione nella ricerca clinica e di laboratorio”.

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e vediamo di farlo ficcare bene nella testa ai tanti che, ancora oggi, sono convinti che avere una pelle o dei tratti somatici diversi dai propri, configuri un’altra razza da cui inevitabilmente occorre tenersi lontani…apparteniamo tutti ad un’unica specie e questa specie è l’homo sapiens (anche se spesso tanto sapiens proprio non dimostra di esserlo)…

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gazebo ed il dramma di homs…

Gazebo si conferma, nella sua deliziosa leggerezza scanzonata, come unico contenitore di informazioni non imbavagliato…dopo i servizi sulle jungles di calais e dunkerque, ieri un terrificante video di un viaggio sulle rovine di homs ripreso da un drone che occorrerebbe condividere sui social per zittire chiunque blatera di rimandare a casa chi fugge…
 
ed eccovi il terrificante video di cosa sia una guerra e dove andrebbero rispediti i fuggiaschi…
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