tutti sicuri di aver insegnato ai figli ad essere uomini e non belve idiote?…

ansa – Sarebbe stata una bravata, uno scherzo finito male, e non una rapina come inizialmente ipotizzato, a causare la morte del 77enne Giuseppe Dibello, spinto ieri pomeriggio- probabilmente da due giovanissimi – dagli scogli a Monopoli e morto annegato. All’indomani della tragedia si fa più chiara la ricostruzione di quanto accaduto, anche grazie alle dichiarazioni dell’anziano amico della vittima che era con lui e che si è salvato.

 Stando a quanto raccontato dall’uomo che si trovava insieme con la vittima, tuttora in stato di shock dopo essere stato spinto anche lui in mare, e confermato dalle immagini di alcune telecamere di videosorveglianza, i due anziani sarebbero stati seguiti da due ragazzini che avevano incontrato in un bar della città fino sulla scogliera. Sarebbero poi stati aggrediti durante un diverbio, i cui motivi sono ancora in corso di accertamento.

Due minorenni sono stati sentite nella notte dagli inquirenti. I due ragazzi, di 17 anni, sono stati convocati in caserma e ascoltati dai militari nell’ambito delle verifiche finalizzate ad identificare i presunti responsabili dell’aggressione

————————————————–

queste giovani bestie che spero siano puniti senza troppe attenuanti per la loro giovane età, perché a 17 anni il limite tra bene e male dovrebbe cominciare ad apparire con una certa chiarezza almeno rispetto alla vita ed alla morte, pur sono figli di qualcuno e questo qualcuno, paradigmatizzando l’accaduto tragico e proiettandolo su tutti, è sicuro di aver insegnato ai propri figli ad essere uomini e non belve idiote?

Pubblicato in Blog

…#fuorienidallavalle…

se uno ti fa la cacca sul pavimento di casa, mica tratti per fargliela pulire, gliela fai pulire, prendendolo per le orecchie, e non lo fai più entrare a casa tua…#fuorienidallavalle

in regione ho paura siano pronti a calarsi le braghe e domani in consiglio sentirete parlare di risorsa, di incidenti, di piani di rilancio, di una nuova stagione…ora serve che siano i lucani a dare una indicazione chiara…convoco a breve riunione operativa aperta a tutti a potenza per concordare il da farsi

Pubblicato in Blog

tornado europei

Un tornado (fonte: Mike McCune) © Ansa
Un tornado (fonte: Mike McCune) © ANSA/Ansa

 

Non solo gli Stati Uniti. Anche l’Europa è a rischio di tornado ed è un errore sottovalutarli: in particolare l’Italia settentrionale è uno dei paesi più a rischio, insieme a Gran Bretagna e Germania. Lo spiegano sul Bulletin of the American Meteorological Society i metereologi dell’università di Manchester, in quello che è il primo calcolo dei danni provocati dai tornado nel continente europeo.

Grazie all’analisi dei rapporti dal 1950 al 2015 dello European Severe Weather Database (Eswd), i riercatori hanno calcolato che i tornado in Europa hanno causato circa 1 miliardo di euro di danni, oltre 300 morti e più di 4400 feriti. Tra il 1950 e il 2015, sono stati segnalati ben 5478 tornado in 42 paesi europei, e la stagione in cui avvengono è da maggio ad agosto, con il picco a luglio. Anche se Italia, Regno Unito e Germania sono stati i paesi più a rischio, è nell’Europa più orientale e meridionale che i tornado hanno avuto l’impatto sociale maggiore, visto che il numero dei feriti è stato doppio e quello delle vittime triplo.

”L’attuale minaccia di tornado in Europa non viene pienamente riconosciuta. Pochi servizi meterologici hanno sviluppato e mantenuto delle banche dati su questi fenomeni e ancora meno hanno emesso delle allerta”, commenta Bogdan Antonescu, coordinatore dello studio. I ricercatori vogliono aumentare la consapevolezza su questa minaccia, sottovalutata dal pubblico, i servizi di emergenza e i governi. ”I tornado colpiscono anche l’Europa e hanno causato migliaia di feriti, centinaia di morti e moltissimi danni”, continua.

La loro reale magnitudo è però sconosciuta per la mancanza di dati, anche se non sempre è stato così. Prima della Seconda Guerra Mondiale infatti la ricerca sui tornado in Europa era più attiva che negli Stati Uniti. L’interesse è calato dopo il 1950, e i dati non sono stati quasi più raccolti dai servizi meterologici nazionali, ma fuori, ed è una situazione che tuttora persiste in Europa.

Pubblicato in Blog