10/10/2012

attendo il testo definitivo del provvedimento di contro-riforma del titolo V della costituzione che per la regione basilicata significa in poche parole aumento delle estrazioni fino a 450.000 barili/giorno di petrolio (come da dichiarazioni di questa estate del ministro passera che intende estrarre dall’appennino lucano fino al 20% del fabbisogno energetico del paese), quantificando così un peso insostenibile per la nostra regione (sono anni che avviso del pericolo della damigiana petrolifera) e lo attendo per capire cosa arriverà in parlamento in un percorso che è di legge costituzionale (quindi doppia lettura a camera e senato)…

perchè se si avvallerà una strada che porta alla surrettizia trasformazione della nostra regione in un unico, immenso, immane campo petrolifero cosa ne rimarrà della nostra terra?…io non sono d’accordo!!!

miko somma

Pubblicato in Blog

Comunicato stampa di Comunità Lucana

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

 comunita-lucana-jpeg_thumbnail55.jpg

L’agorà come un fastidio.

 

Ogni operazione architettonico-urbanistica riscrive sempre pezzi della storia di una città, intervenendo sulla sua percezione non solo da parte delle generazioni più giovani – quelle che non hanno mai visto un “prima” – ma persino delle generazioni che hanno visto, alterando in qualche modo il rapporto tra il luogo, la memoria dello stesso e la fruizione percettiva dell’opera nel contesto generale della città, ed è questo forse il motivo per cui ogni operazione urbanistica deve calarsi nella realtà sociale, a pena di apparire un solipsismo o peggio violenza contro il passato su cui fonda il presente di una comunità.

 

Personalmente non mi piace la nuova veste architettonico-urbanistica che ha assunto, dopo i discussi e recenti rifacimenti, piazza M. Pagano a Potenza, piazza che vorrei ricordare è luogo simbolo della e delle memorie collettive/personali non solo dei potentini, ma in qualche modo d’ogni lucano che nella città capoluogo si riconosca, per via dei lampioni-traversine ferroviarie che ne occludono visivamente l’accesso, appesantendo il buon intervento di pavimentazione e livellamento della piazza di manufatti certo molto più adatti alla linearità di corsi e viali, che alla squadratura di una piazza in cui si annulla ogni prospettiva lineare nella volumetria e nello stile degli edifici che la cingono.

 

Ma essendo il giudizio del tutto personale – non è di estetica che si parla, e forse neppure della piazza in quanto tale – e preferendo lasciare al giudizio fruitivo della popolazione nei prossimi mesi quelle valutazioni di merito che trascendono il personale per divenire giudizio di una comunità, ciò che sorge come domanda è quale sia il disegno urbanistico di una città come Potenza nelle intenzioni della sua amministrazione, avendo per sua intrinseca natura ogni destinazione rilievo diretto sulle funzioni della stessa, sulla sua fruizione sociale e così sulla sua economia?

 

Avendo in più occasioni il sindaco Santarsiero sottolineato come ogni opera avviata in passato e dalla sua amministrazione portata a termine, sia stata fatta propria, in continuità amministrativa, nel disegno urbanistico della città del sindaco devono quindi mettersi accanto al rifacimento della piazza interventi discutibili quali la famosa “nave” del Serpentone, il cenotafio di p.zza delle regioni – mi sia consentito di definirlo tale, pur non essendo un monumento funebre, ma avendone fattezze – gli ingombranti ed inutili interventi sulle cento scale, l’assurda riqualificazione invisibile del parco Montreale, gli attentati alla salute pubblica di lastricati in marmo levigato sotto il tempietto di san Gerardo (fortunatamente poi martellato dopo diverse cadute di passanti), solo per citarne alcuni e non dover andare ad interventi di edificazione privata autorizzati in veri e propri “non luoghi” che trasformano una città di 60.000 abitanti in una immensa periferia, non luogo per eccellenza nel quale pare completarsi l’opera di cancellazione della memoria collettiva della città, purtroppo il solo collante apparente di operazioni che, se altrove avrebbero fatto scandalo, da noi muovono invece eserciti mercenari pronti alla difesa di una malintesa modernità che è di fatto solo metro cubo, difesa del metro cubo, preparazione degli altri metri cubi che verranno e che si alimenta di quella cultura feroce che appella di conservatorismo chiunque dissenta.

 

E questa dunque la linea urbanistica delle giunte Santarsiero, il metro cubo ammantato di mercimonio culturale a rivestire tendenze che già Rosi nel suo “Le mani sulla città” mirabilmente dipinse? Anche in quel film, anche in quell’epoca il “progresso” era il cardine su cui poggiava la più bieca speculazione, il progresso comodamente ed ipocritamente trasformato oggi in “eleganza”.

 

Ma c’è urbanistica, quindi programmazione, in una lunga serie di interventi autorizzati a costo pubblico (l’origine dei tanti fuori bilancio) e di interventi realizzati in proprio, di cui poi non si riesce neppure a garantire l’ordinaria manutenzione (il vistoso deperimento di manufatti appena realizzati per ignavia amministrativa od inadeguatezza dei materiali in fornitura) o non solo approssimazione famelica? E se pur progetto potrebbe scorgersi, quale beneficio una città e la sua popolazione potrebbero ricavare da una sistematica opera di disfacimento della memoria storica che diviene identità, se non appunto una perdita dell’identità collettiva nel quale ogni luogo è fungibile ad altro luogo, quindi diviene non-luogo, fino a perdersi del tutto il senso del radicamento collettivo e personale in uno spazio, in un tempo ed in una civica e psichica relazione tra questi, il luogo e la storia appunto, e l’essere umano, il cittadino?

 

Un’amministrazione che non si occupi di questa relazione non è un’amministrazione, ma un consiglio di amministrazione, cosa che crediamo, per amore della politica come cemento della società, debba e possa estirparsi definitivamente dal palazzo di città.

 

Nel frattempo, chiediamo al Sindaco Santarsiero la rimozione dei discutibili e discussi pali-traversine di piazza M. Pagano e la loro sostituzione con più idonee strutture che restituiscano l’idea della piazza come luogo di unione e non, come purtroppo oggi appare, in una separatezza visiva tra gli edifici e le loro funzioni, la strada Pretoria e la sua socialità e l’innaturale palcoscenico-parterre in cui il “luogo” della piazza è stato coattivamente trasformato da chi forse intende l’agorà come un fastidio dal quale liberarsi.

 Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana  

09/10/2012

sentir parlare di centrodestra e di centrosinistra, entrambi abbarbicati ad un concetto di moderatismo che francamente ora più che mai appare confuso, mi pare un banco di sabbie mobili da cui occorre tirarsi fuori per evitare il tracollo del paese

miko somma

09/10/2012

il fondo mondiale prevede per l’italia un disavanzo del 2,7 quest’anno e dell’1,8% per il prossimo – bene, benissimo – peccato che però contemporaneamente si indichi per il paese un 2,3% di crollo del pil…quando l’economia si regge sui numeri e non sulle cose concrete

miko somma

a breve ripartirà la consueta attività del blog, quella alla quale siete abituati ormai da anni, critica e proposta intessute nella trama fitta di un’idea di politica basata su una visione, quella di una regione migliore che il sottoscritto vuole costruire…con voi!!!

a presto dunque…

miko

Pubblicato in Blog

08/10/2012

c’è un punto nodale intorno a cui si stringe immancabilmente il cappio di un sistema socio-politico ormai invivibile, il favore, la scorciatoia, il “furbismo” a cui il cittadino indugia per inveterata attitudine e che i politici, certi politici, usano per assicurarsi sopravvivenza eterna nei “luoghi” delle decisioni, che certi funzionari usano per assicurarsi conti bancari sempre più pingui, che certi mestatori di torbido usano per assicurarsi quella “mediazione culturale” tra malaffare e bisogni che li tiene a galla…

occorre interrompere questa perversa catena che sta bloccando ogni evoluzione, consegnandoci un sistema chiuso, immodificabile, dispendioso, inutile… che ognuno faccia il proprio, i politici siano quindi più onesti, se ci riescono, ma i cittadini siano meno stupidi, perchè dietro ogni favore chiesto c’è sempre una diretta contrazione del diritto…

ed ogni contrazione del diritto porta all’erosione di una fetta di democrazia, persino quando questa erosione veste gli apparentemente innocui panni di una piccolo favoritismo… la corruzione, il clientelismo, il voto di scambio nascono e prosperano nel favore

miko somma

Un dovere.

Abbie Hoffmann ebbe a scrivere, un giorno: “Certo eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati, ma avevamo ragione.”
Abbiamo ancora ragione… dobbiamo soltanto crederci. E ripulire ‘sta fogna dove ci hanno voluto imprigionare, accusandoci di essere vecchi, arroganti, ridicoli, eccessivi avventati e… in torto marcio!!!!

05/10/2012

Il senso della giustizia passa anche attraverso il voler riconoscere il giusto valore delle cose. Fin quando il ciarpame (materiale o intellettuale) sarà ritenuto bene supremo ad altissima priorità, capiterà inevitabilmente che il bello, il talento, l’onesto, il ben fatto e la virtù in genere vengano calpestati o criticati o derisi. Ogni volta che ci sottraiamo al compito morale del discernimento, regaliamo al mondo il nostro piccolo personale contributo d’iniquità.

art’in mente

05/10/2012

ciò che fa pensare è che in regione si trovano 6 milioni di euro (uno in più dei richiesti) per salvare una giunta decotta (giunta santarsiero a potenza) e per una leggina sui gas (gruppi di acquisto solidale) mancano e non si trovano 20.000 euro…questione di interessi prevalenti, certo interessi differenti, ma il valore di indirizzo che è compito della politica dovrebbe appunto esprimersi anche, forse soprattutto, attraverso queste piccole cose

miko somma

05/10/2012

ci sono due modi di affrontare questa inadeguatezza della politica, l’uno pensare di rompere tutto alla maniera dei bimbi, con la rabbia dell’assoluto insito nel loro io, frantumando il giocattolo avuto in dono e che non è ciò che si sognava (vogliamo chiamare quel giocattolo democrazia?), l’altro, costringendo la politica a cambiare attraverso l’impegno personale, la cognizione di causa, attraverso la ferrea volontà di non corrompersi, lasciarsi andare, ritirarsi nell’eremo, aprirsi al confronto con tutti, sempre, dovunque e comunque, persino con l’esempio personale in una forma di ecumenismo civile che forse spiazza, ma è produttivo di valori reali…

l’uno richiede poco impegno, frasi fatte ed un pensiero corto, l’altro richiede studio, impegno ed una visione lunga e di lungo periodo…personalmente ho scelto questo, seguire la strada apparentemente più difficile, ma quella che fa la differenza

miko somma

04/10/2012

ogni corsa è fatta di passi, persino stabilire un record mondiale su qualsiasi distanza è fatto comunque di passi…
COMUNITA’ LUCANA cammina e corre da molto, molta strada ha percorso, molta altra deve farne…insieme ad una comunità che deve ritrovarsi intorno alle menti ed ai cuori migliori che questa terra abbia generato od ospitato…
oggi un altro passo in avanti sulla nostra proposta di legge sui rifiuti

miko somma

Comunicato stampa di Comunità Lucana.

 questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

 

comunita-lucana-jpeg_thumbnail54.jpg

 

La Piazza in piazza.

Una piazza è quel luogo fisico, aperto, punto “centrale” di una città, che rappresenta il luogo d’incontro, di passaggio e, quasi sempre, di identificazione, da parte dei residenti, con la Città. Il termine “Piazza” viene utilizzato anche metaforicamente per indicare quel luogo non necessariamente “fisico” nel quale avviene la dialettica “politica” (intesa come Governo della Pòlis), lo scambio di idee ed opinioni e il passaggio di informazioni. In questi giorni si sta assistendo ad una situazione di Piazza, come luogo metaforico di scambio di idee, su di una Piazza quale spazio Fisico. E lo scambio di opinioni ed idee avviene al di fuori dello spazio reale della Piazza in questione, dal momento che i lavori per la riqualificazione della suddetta sono ancora in corso.
Ma mentre la cittadinanza di Potenza, dopo mesi di “tregua armata”, nell’attesa che i lavori di riqualificazione di Piazza Mario Pagano (piazza Prefettura, per i potentini) venissero conclusi, riprende il veemente dibattito su quello che è il risultato finale – anche se c’è stata l’esortazione da parte del progettista, l’Arch. Domenico Maroscia ad attendere il giorno della inaugurazione, per dare dei giudizi – e capita di ascoltare le opinioni più svariate da parte dei cittadini, entrando nel merito dei discorsi sia di tipo “storico” sia di tipo “estetico” sia di tipo “artistico”, il discorso che andremo a fare noi è prettamente politico.
Da decenni, oramai, dobbiamo prendere atto di come le amministrazioni che si sono succedute al governo di questa città abbiano fatto in modo che il suo sviluppo avvenisse  secondo canoni che risultano lontani anni luce da quei criteri che si dovrebbero utilizzare per una cittadina coi numeri di Potenza. Una crescita smisurata dell’edilizia residenziale (quasi sempre affidata ad iniziative private) e direzionale come se si fosse in presenza di numeri di crescita economica a due cifre. E il risultato è una città nella quale, paradossalmente si è giunti alla saturazione (se non alla sovrabbondanza) di unità abitative. Per non parlare della assoluta insufficienza delle infrastrutture viarie per il volume di traffico che la città deve sopportare per il solo fatto di essere il Capoluogo di Regione. I residenti possono godersi la città solo durante i festivi: quando il pendolarismo scolastico (con le centinaia di autobus di linea che accedono), il pendolarismo lavorativo ed il “turismo” di affari (con le migliaia di auto che entrano in città) sono fermi. Una risposta a questi problemi sarebbe dovuta arrivare dall’opera di Punta di questa amministrazione: Il Nodo Complesso del Gallitello. Sappiamo come è andata a finire!!! I lavori sono sospesi (per questioni giudiziarie che hanno riguardato l’impresa esecutrice dei lavori) e, ad oggi, non si sa quando potranno riprendere.
Un sistema di mobilità urbana che fa acqua da tutte le parti!!! E, nonostante il risultato di una serie di collegamenti verticali che uniscono le zone periferiche del capoluogo al suo centro storico, siamo in presenza di un sistema di trasporti urbano “monco”, per la mancanza di collegamenti tra le zone più periferiche della città ai suddetti collegamenti verticali. A questo si aggiunga l’insufficienza di posti auto in prossimità delle scale mobili.
Anni di Politiche che hanno allontanato sempre più gente dal centro storico. Certo, c’è stata anche una minima complicità di alcuni commercianti che hanno spostato i propri esercizi commerciali in Via del Gallitello… ma non si sono viste molte iniziative che invogliassero i potentini a recarsi in centro con la stessa voglia e frequenza di un tempo.
Insomma, c’è stata, fondamentalmente, disegno politico che ha contribuito ad allontanare i cittadini dal centro della città. A lasciare il centro storico in uno stato di abbandono a se stesso. E la domanda che nasce spontanea è la seguente: Se questa è stata la politica delle amministrazioni che si sono succedute nei decenni, qual è lo scopo di una riqualificazione della Piazza principale della città? Anzi, visto tutto questo pregresso, e il risultato finale dei lavori della piazza – che ha lasciato perlomeno perplessi molti dei cittadini potentini – questi lavori sembrerebbero l’ennesimo colpo inferto alla città. Perché, parliamoci chiaro: possiamo disquisire di spinte moderniste (a detta di qualcuno degli estimatori della piazza, che pure ci sono), di storia che non si ferma, e che, necessariamente, non può lasciare fuori la parte antica della città… ma se si è fatto tutto il possibile per “distruggere” le testimonianze storiche di Potenza, con decenni di cementificazioni, con una costante incuria nei confronti del centro storico, come si può non pensare che questo Restyling della piazza non sia il punto finale di questa politica scellerata?
L’opera, per noi di Comunità Lucana, assume il valore di un “simbolo” degli anni di amministrazione del Sindaco Santarsiero. Ed una specie di Consacrazione del progettista Arch. Domenico Maroscia. Non entriamo nel merito estetico, storico o di opportunità. Il nostro giudizio politico sulla piazza è negativo perché va a evidenziare l’assoluto fallimento di un’amministrazione! Un’amministrazione che poco si è occupata di progettare il futuro della città e dei suoi abitanti, e molto si e preoccupata di prepararsi un futuro politico ad altri livelli.
Ecco perché il nostro giudizio sulla piazza è assolutamente negativo. Ed ecco perché Comunità Lucana aderisce a tutte le iniziative di associazioni e comitati cittadini che si terranno per opporsi (anche se il danno è fatto) a questo modo di pensare la città.
Ed infine, ecco perché è necessario, oggi più di ieri, che Comunità Lucana continui a lavorare perché in futuro non esistano più gestioni così fallimentari per questa nostra città. Siamo pronti, fin da ora, a lavorare perché il progetto di una città differente possa realizzarsi. E siamo pronti a dialogare con tutti coloro che hanno a cuore il futuro di questa città.

Antonio Bevilacqua – Segretario di Comunità Lucana per la Città di Potenza

Sulla Piazza.

Ma, in fondo in fondo… ci meravigliamo di “impeti di modernità” nel “riqualificare” piazze di centri storici (una a caso: Piazza Mario Pagano a Potenza)? In nome di “modernità e progresso tecnologico” si creano “mostri” come le file per un iPhone 5… e vogliamo meravigliarci di una “nuova Piazza” siffatta?
I gusti, ovviamente, sono soggettivi. E se questa piazza a una buona parte dei cittadini dovesse piacere, ne avrebbero facoltà. Ma qui non si disquisisce di Storia dell’Arte o di altro: si disquisisce di decenni di “Mani sulla Città” da parte dei Costruttori e cementificatori. E questa è la ciliegina sulla torta.

ci saranno conseguenze…

così, con quest’estetica da lager, insaziabili erinni di una modernità di scarto che non conosce limiti hanno ridotto la piazza principale, il luogo della memoria collettiva della mia città…sono molto arrabbiato…molto!!!…e ci saranno conseguenze

47485_4055757585244_58649270_n.jpg

Pubblicato in Blog

03-04/10/2012

una bella, ampia, ricca chiacchierata a cena con il mio amico ilario, veneziano doc che si indigna di come stiamo trattando male la nostra regione e di come sia caduto in basso il paese, mi ha probabilmente ricaricato le batterie…sono del tutto convinto che questo paese, questa regione abbiano davvero bisogno di gente nuova che apra le finestre e faccia cambiare aria!!!

miko somma