15/09/2013

alcune persone hanno davvero una strana idea di cosa sia il cambiamento…ma questo cambiamento per caso si chiama continuità travestita?…animo gente, che l’occasione di cambiare davvero c’è

miko somma

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il programma passo per passo – 5) petrolio

il programma passo per passo – parte 5) idrocarburi

in questa parte del programma affrontiamo una tematica a noi molto cara, quella degli idrocarburi, sia liquidi che gassosi, estratti, stoccati, trasportati e ad ogni titolo trasformati sul territorio lucano e che sono diventati la “maledizione” di questa regione, riprendendo le proposte elaborate prima come comitato no oil, poi come comunità lucana ed avvertendo che l’intrecciarsi di normative di carattere nazionale sulla materia e le clausole di “interesse nazionale” su alcuni dei giacimenti ad oggi entrati a regime di coltivazione rendono di fatto impossibile ogni blocco e cancellazione degli accordi intervenuti sugli stessi, come pur spesso ascoltato finora, fino a quando non intervengano “fatti politici” determinanti nella vita di questa regione e costituiti da una volontà popolare diffusa di voler disporre altrimenti del proprio territorio, non potendo disporre della titolarità della risorsa che rimane di esclusiva proprietà dello Stato:

I. In osservanza al principio politico della statuizione regionale sul blocco delle concessioni di assenso alle richieste riguardanti le nuove titolarità di ricerca di idrocarburi, impropriamente definita moratoria, ed in itinere di esame presso la Corte Costituzionale per il ricorso del Governo, approvazione immediata di una Legge Regionale di Regolazione delle Attività Minerarie che, oltre alla regolazione della materia nella sua generalità, nello specifico delle estrazioni di idrocarburi sull’intero territorio regionale ponga condizioni di blocco delle stesse nelle potestà e materie di competenza regionale, e ribadisca il blocco alla concessione dell’assenso a qualsivoglia procedura connessa, anche in rapporto ad attività ad oggi regolate da accordi, fino a quando non siano soddisfatte sia in sede regionale, sia in sede di trattativa con lo Stato tutte le condizioni ai punti seguenti. (*ovviamente vista la sentenza di incostituzionalità proprio della moratoria, così come concepita, il punto specifico deve intendersi solo nella sua valenza politica)

legge regionale di regolazione delle attività minerarie che, nell’intrecciarsi di altre normazioni regionali ad oggi assenti e determinanti quali l’approvazione di una legge sul paesaggio, sulla tutela delle acque sorgive, sotterranee e fluenti, dei patrimoni ambientali, della tutela della salute umana ed animale dagli impatti da attività antropiche, ha il compito di regolare interamente la materia mineraria nella nostra regione, nelle more della legislazione prevalente nazionale rispetto alle potestà legislative concorrenti concesse alle regioni ex riforma del titolo V della costituzione, ed i cui principi di applicazione sono meglio chiariti ai punti seguenti, sottolineando che tale legge pur avendo come punto di impatto l’estrazione di idrocarburi, ha effetti di regolazione per ogni altra tipologia di attività mineraria, ivi compresa l’estrazione di inerti

II. Sistema di monitoraggio pubblico, pluri-giornaliero e partecipato da associazioni e comitati degli inquinanti delle estrazioni presso i singoli pozzi e delle lavorazioni presso il centro olii di Viggiano, di Pisticci e presso il costruendo centro di Tempa Rossa, nell’effettiva partenza dell’osservatorio ambientale e nella sua più ampia partecipazione pubblica aperta ad ogni soggetto interessato e che possa dimostrare continuità nelle attività di osservazione.

partiamo allora proprio dalle estrazioni di idrocarburi e dalla necessità che venga istituito un valido sistema di monitoraggio a rilevazioni continue, sia nei luoghi di estrazione, i pozzi, finora mai controllati nello specifico, per le produzioni ed emissione di gas, liquidi e fluidi, sia nei plessi industriali ove si effettuano trasformazioni degli idrocarburi, e che tale sistema sia partecipato dai soggetti interessati, coincidenti o meno con i soggetti di cui alla consulta regionale ambiente (vedi parte II) ambiente), nell’effettiva partenza operativa dell’osservatorio ambientale

III. Indagine epidemiologica sui danni delle estrazioni e del trattamento del greggio e del gas, sulla salute delle popolazioni, ed indagine conoscitiva sui danni all’ambiente (flora e fauna), all’economia (agricola e non) ed alle vocazioni originarie dei territori.

indagine epidemiologica condotta da soggetti indipendenti secondo metodi di rilevazione sanitaria statistica, generale e puntuale sul campo, con rilevanza sanitaria, ambientale, economica e storica

IV. Richiesta di ridiscussione del cosiddetto Memorandum e cancellazione di ogni istanza di ricerca, di coltivazione e di stoccaggio, nonché di ogni istanza o permesso di ricerca di idrocarburi sull’intero territorio regionale, eccezion fatta per i permessi già contrattualizzati ed in ogni caso da ri-contrattualizzare in sede nazionale sulla base dei seguenti punti.

punto che appare chiaro nella ridiscussione in sede di confronto stato-regione degli accordi già stabiliti nel memorandum, e che arrivi a definire un blocco e cancellazione di ogni istanza di ricerca o permesso di ricerca, così come delle concessioni a data attuale non contrattualizzate ed in ogni caso da ricontrattare sia con le singole compagnie, che con lo stato attraverso novazione della legislazione in grado di modificare l’attuale ordinamento della materia, con particolare riferimento a punti elencati di seguito

V. Sistema di conteggio pubblico e partecipabile delle quantità di estratto, con la creazione di un ufficio regionale presso i centri olii in cooperazione con l’Intendenza di Finanza regionale.

occorre chiarire che a legislazione, regolamentazione e prassi attuale il sistema di controllo dell’estratto, pur nelle potestà di controllo dell’UNMIG, non sembra essere mai stato direttamente controllato da funzionari dello stesso ufficio ed affidato alle sole rilevazioni e comunicazioni delle società di estrazione, necessitando così il sistema di un ingresso diretto dell’ente regione attraverso specifico ufficio che esegua in proprio verifica reale delle quantità nella collaborazione con l’intendenza di finanza regionale al fine di assicurare validazione degli stessi sia ai fini della quota royalties spettante alla regione, sia della quota di tassazione spettante allo stato

VI. Concertazione dell’estraibile futuro sulla base di parametri di sostenibilità reale delle estrazioni e del trattamento, stoccaggio, trasporto degli idrocarburi, sia liquidi che gassosi ed al trattamento, trasporto, stoccaggio di ogni frazione di scarto di lavorazione e/o residuo.

appare chiara l’esigenza di una concertazione sulle quantità di idrocarburi estraibili che vada oltre le possibilità industriali per addivenire ad un criterio di sostenibilità delle stesse e dei processi a queste legati ai parametri di salvaguardia, tutela continua e programmazione

VII. Aumento delle royalties al 25% minimo, in quota parte del 20% a carico delle compagnie e del 5% sulla tassazione nazionale rispetto ai volumi estratti, oltre ai ripristini ambientali ed al costo delle bonifiche a totale carico delle compagnie, e trasformazione della quota parte di royalties (3%) ad oggi alimentante il fondo per la riduzione del prezzo dei carburanti alla pompa (bonus idrocarburi) ex art. 45 l. 99/09, in un fondo esclusivo per l’acquisto di derrate alimentari locali biologico-biodinamiche rivolto ad ogni cittadino lucano, secondo quanto già elaborato da Comunità Lucana in una sua specifica proposta di modifica dello stesso.

chiariamo che le royalties sono stabilite in sede nazionale attraverso legislazione e che a data attuale queste sono dell’ordine del 10% (art. 45 legge 99/09) comprensive della costituzione del cosiddetto bonus idrocarburi che innalza le stesse dal precedente livello del 7%, stabilito dal d.l. 625/96 e sua conversione in legge, quindi non risultano modificabili localmente…allo scopo proponiamo che in sede nazionale la Regione Basilicata nelle sedi di confronto tra stato e regione ed i suoi parlamentari nella sede legislativa si rendano portavoce della necessità evidente che tale soglia venga fissata al 25% minimo, composta da un 20% a carico delle compagnie (che ad oggi sostengono oneri fiscali di varia natura che arrivano ad oltre il 55% del valore dell’estratto, così mantenendosi un ragionevole margine utile operativo) e da un 5% a carico della tassazione specifica ed accise che lo stato riceve dalle compagnie stornato direttamente sulla finanza regionale e sottratto alle limitazioni ex patto di stabilità

VIII. Blocco tecnico, adeguamento della struttura e, ove ciò fosse tecnicamente possibile, trasferimento del centro olii di viggiano in posizione ritenuta più idonea sulla base dei punti precedenti.

IX. Predisposizione immediata di un reale piano di sicurezza esterna degli impianti in questione con messa a disposizione dei cittadini dello stesso e puntuale analisi del rischio nella definizione di uno specifico Piano di Emergenza gestito dalla Protezione Civile, dai Comuni ed Enti Territoriali interessati.

necessitando impianti della tipologia specifica di piani di sicurezza esterna, nelle more della conoscibilità del piano ad oggi esistente che non risulta a conoscenza delle popolazioni (in ciò costituendosi inficio all’esistenza stessa del piano cui è fatto legislativamente obbligo venga portato appunto a conoscenza delle stesse), redazione immediata di un piano coordinato tra gli enti territoriali e la protezione civile nazionale e regionale, nei dettagli dei comportamenti da assumere, dei luoghi di raduno e di ospitalità, nei mezzi e vie di fuga, nella distribuzione di idonee protezioni e tutto ciò che necessita perché tale piano sia pienamente efficiente nell’intreccio ad ogni altro piano di protezione civile esistente (catastrofi naturali)

X. Blocco immediato del centro olii di Tempa Rossa e sua ri-progettazione.

blocco che ad autorizzazioni già concesse, impone la richiesta di ulteriori vincoli e prescrizioni in virtù di quanto stabilito alla parte II) ambiente

XI. Azioni legali volte alla determinazione ed al risarcimento del danno storico biologico, sanitario, economico-vocazionale derivante da tutte le attività estrattive e di ricerca di idrocarburi sul territorio regionale e richiesta risarcimenti per danni biologici e pretium doloris per la popolazione lucana da devolversi unicamente su un fondo regionale per le bonifiche ambientali.

Punto chiaro nell’intreccio con quanto già descritto al punto III) e che sulle risultanze di quanto previsto possa dar luogo ad ogni azione legale volta al risarcimento dei danni subiti

XII. Utilizzo del gas metano di quota regionale derivante da accordi (Tempa Rossa) o da ricontrattazione di accordi (Val d’Agri) che ne attribuiscano potestà alla Regione per alimentare un sistema di distribuzione dello stesso in pompe carburanti appositamente predisposte nel territorio regionale che forniscano ai soli residenti lucani un prezzo del carburante gas metano calmierato.

il punto appare chiaro e destinato a creare un’attività di ritorno ciclico sul territorio (risparmi sul prezzo di un carburante già disponibile a prezzi inferiori), un’attività economica di comparto legata alla modifica dei motori degli autoveicoli ed alla distribuzione del carburante, ed una attività di tutela ambientale diretta nella decisa bassa emissività dell’uso del metano per trazione moto-meccanica…vogliamo sottolineare che, se i punti tendono alla messa a regime di un evento, le estrazioni di idrocarburi, che finora si è nutrito di zone grigie in maggior parte derivanti dalle ambiguità della regione basilicata, la nostra contrarietà alle stesse rimane totale

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il programma passo per passo – 4) acque pubbliche

il programma passo per passo – parte 4) acque pubbliche 

 

Passiamo alla parte del programma dedicata alle acque, premettendo la necessità improrogabile del varo di un Testo Unico Regionale sulle Acque che recepisca tutte le indicazioni dei recenti referendum e stabilisca:

I. Dichiarazione programmatico-statutaria che ponga il bene “Acqua bene comune e patrimonio pubblico indisponibile”, recependo i programmi dei principali movimenti mondiali per l’acqua.

Apparentemente questa asserzione sembra superflua, ma occorre ribadire che in sede legislativo-statutaria tale punto assume una valenza “a cascata” per ogni atto, provvedimento e fatto concreto che attiene alle acque ed alla loro gestione (usiamo il termine acque per meglio definire i differenti utilizzi delle stesse, ognuno necessitante di considerazioni pratiche proprio a partire dagli usi che della risorsa si fanno…basti pensare alla differenza tra acque ad uso potabile, irrigue, minerali, ad uso civile ed industriale, alle acque meteoriche, alle acque reflue di differente natura)

II. “Servizio Idrico Integrato” come servizio pubblico inalienabile e non cedibile ad alcun titolo, sia nella sua totalità, sia nelle sue parti, in gestione a soggetti giuridici che non siano enti pubblici o organismo unico di diritto pubblico ad azionariato di cittadinanza.

Chiariamo in questo modo che se il soggetto gestore delle acque non può in ogni caso essere un privato che trae profitti, allo stesso modo non debbono esistere figure giuridiche di diritto privato a gestire lo stesso servizio, nella considerazione che se nulla vieta ad una società per azioni anche del tutto partecipata dal pubblico di essere collocata sul mercato (se non per periodi di tempo vincolati), nulla dunque vieta che simili società non possano essere poi controllate da privati…a tale scopo crediamo che l’affidamento della gestione debba in ogni caso essere affidato ad un ente pubblico o, dove la legge lo impedisca o lo renda difficile, a soggetti giuridici quali le società ad azionariato di cittadinanza, società costituite da un capitale sociale detenuto paritariamente da ogni cittadino in modo diretto, quindi nell’emissione di tante azioni quanti siano i cittadini residenti.

III. Modifiche della Legge Regionale n° 36 del 1998 (Servizio Idrico Integrato) atte a regolare il Servizio secondo il principio di cui al punto I) e tese a svincolarne la gestione da logiche di qualsivoglia natura, e genericamente indicate come spartitorie, con previsione per l’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale di mezzi per un controllo puntuale sulla gestione del Servizio ed un potere di sanzione sulle irregolarità, con la costituzione obbligatoria ed automatica di questo e della Regione in via sussidiaria di parte civile in illeciti e trasgressioni alle norme.

Crediamo che nella apparente complessità del dettato, il fine sia invece del tutto chiaro, sia nella modifica della citata legge che regola il nostro servizio idrico integrato sulla base di quanto esposto al punto I) (Acqua bene comune e patrimonio pubblico indisponibile), sia nell’adottare mezzi di svincolo delle gestione da logiche del tutto evidenti di spartizione politica attraverso concessione di cariche nei consigli di amministrazione, sia nell’assunzione effettiva dell’aato (Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale) come soggetto di programmazione e controllo con poteri di sanzione sia verso i soggetti a qualsiasi titolo gestori, sia verso chiunque operi nell’appaltistica

IV. Revisione delle norme regionali tese a regolamentare gli usi del patrimonio acqua differenti dall’uso umano, in primis uso industriale ed uso agricolo, che vanno regolamentati e tariffati puntualmente ed in modo tale da garantire un uso razionale del patrimonio idrico regionale e a diminuirne gli sprechi attraverso una capitolazione specifica per ogni attività di utilizzo.

V. Regolamentazione legislativa del settore delle acque reflue e meteoriche.

VI. Regime normativo stringente sulle acque minerali di regolamentazione dell’emunzione dai bacini idro-minerari che le tuteli secondo i principi al punto I) e ne normi puntualmente la possibilità estrattiva sulla base dei regimi pluviometrici degli anni precedenti, con revoca delle concessioni ai privati ed affidamento degli stessi in gestione a consorzi tra i comuni delle aree interessate, e, nelle more della normazione, aumento dei canoni attuali di emunzione di acque minerali nell’ordine del 100%.

Il senso di questo punto è la necessità divenuta impellente di una regolamentazione del settore non più in maniera prevalentemente contrattuale, ma secondo precisi canoni di legge, ivi compresi quelli di regolare il prelievo di acque sulla base delle capacità rigeneranti delle sorgenti onde impedirne disseccamento o diminuzione della capacità di deposito naturale, adottando specifici metodi di calcolo della possibilità concessa di prelievo delle stesse attraverso l’andamento delle precipitazioni ed il riflusso delle stesse nelle sorgenti, nella più generale intenzione di revoca delle concessioni a soggetti privati per affidarle a soggetti pubblici locali, quali consorzi tra comuni che rendano possibile una integrazione dello sfruttamento delle acque minerali con specifici progetti turistici locali…indispensabile in ogni caso un aumento dei canoni di emungimento che a data attuale risultano essere irrisori rispetto ai volumi di affari generati dalla commercializzazione delle acque minerali

VII. Divieto espresso di utilizzo a qualsiasi titolo, in zone di captazione di sorgenti o in vicinanze di invasi, di sostanze da attività agricola, civile ed industriale ritenute inquinanti sulla base del punto III parte ambiente.

Punto che riteniamo del tutto chiaro nella considerazione della facilità di raggiungimento delle falde idriche di sostanze inquinanti a qualsiasi titolo utilizzate

VIII. Compensazioni ambientali proporzionali al puntuale conferimento in rete delle risorse idriche per i comuni macrofornitori di acqua a qualsiasi uso destinata.

Impropriamente definite royalties, queste compensazioni che potrebbero anche non essere definite in denaro vanno corrisposte ai comuni macro-fornitori in rapporto diretto sia al peso del conferimento idrico, sia alle infrastrutturazioni ospitate sul territorio di competenza nello stabilirsi di rapporti di sinergia e collaborazione con i soggetti pubblici gestori e regolati puntualmente.

IX. Istituzione del consorzio unico regionale per le acque irrigue ed industriali.

L’evidenza che 3 consorzi pubblici per la gestione delle acque irrigue siano un evento non sopportabile per l’economia regionale e per un miglioramento di un servizio che appare strategico rispetto ad obiettivi programmatici che pongono l’agricoltura come vocazione primaria, prevediamo un unico soggetto consortile che assuma su di sé anche la gestione delle acque ad uso industriale, gestione delegata oggi a strutture quali i consorzi di sviluppo industriale di cui prevediamo la messa in liquidazione

X. Definizione dei contenziosi arretrati con le regioni limitrofe ed adeguamento delle tariffe per la fornitura dei servizi con accordi limitativi del prelievo per i soggetti industriali.

Punto che attiene alla definizione dei contenziosi con regioni limitrofe e strutture consortili ed industriali ed alla limitazione dei prelievi di acque per chiunque svolga una attività industriale in loco e fuori regione di qualsivoglia natura, compresa quella estrattiva

XI. Liquidazione di Acquedotto Lucano s.p.a. ed Acqua s.p.a. in accordo al punto II) e passaggio dei regimi idrici di proprietà o gestione dei consorzi a.s.i. al consorzio unico di gestione.

XII. Definizione dei rapporti con la liquidanda e.i.p.l.i. nel quadro del passaggio al soggetto unico pubblico di gestione idrica delle sue competenze sul territorio lucano

Chiariamo che i rapporti con eipli (ente per l’irrigazione di puglia, lucania ed irpinia), ente in liquidazione pongono una serie di domande sui soggetti che gestiranno gli invasi e le reti di questa struttura, domande che temiamo possano trovare risposte in società come acqua spa (capitale 60% regione basilicata, 40% regione puglia) che di fatto risulterebbero soggetti proprietari difficilmente controllabili per quanto espresso al punto II) e che andrebbero quindi sostituiti dal consorzio unico per ciò che attiene le parti di competenza della regione.

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l’unica convenienza è l’intelligenza…

ieri a matera un signore mi dice…”complimenti per la sua analisi lucidissima ed il progetto davvero innovativo e di rilancio della nostra regione…lei è senz’altro il più preparato ed intelligente, e non solo dei candidati alle primarie!”…gli dico…”allora mi sosterrà?”…e lui “volentieri, purtroppo sono già impegnato!”…

ecco qui sta il nodo lucano, la convenienza, l’obbligo, il supposto dovere di stare con qualcuno che non si stima, ma di cui si ha bisogno…

forse per una volta provare a scegliere con intelligenza e non per convenienza, farebbe capire che l’unica vera convenienza è scegliere con intelligenza!!!

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15/09/2013

la chiusura del tribunale di melfi apre una grave pagina di conflitto con le istituzioni nazionali…e se pensate che già oggi forniamo il 6% del fabbisogno energetico totale ed a breve arriveremo al 9%, direi che noi lucani diamo e loro tolgono…voglio riflettere ed agire…

miko somma

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il programma passo per passo – 3) ciclo dei rifiuti

il programma passo per passo – parte 3) ciclo dei rifiuti

 

abbiamo articolato la nostra proposta di programma sul ciclo dei rifiuti sia in un vero e proprio documento che qui diamo in versione sintetica, non potendo offrirlo in versione documentale intera, vista sia la corposità che i dettagli tecnici, sia nella forma di una Proposta di Legge Regionale a cura di consiglieri esterni al nostro partito ed a data attuale giacente presso la III commissione regionale in attesa di discussione, avvertendo che nella trattazione del tema la parte sui rifiuti speciali verrà considerata a parte, vista la legislazione nazionale prevalente sul tema stesso:

I. Piano Regionale dei Rifiuti e Ciclo dei rifiuti solidi urbani (rsu) organizzato su base regionale con formazione di un ambito territoriale fondato su 4 zone interdipendenti.

crediamo che ogni forma di organizzazione di un ciclo dei rifiuti efficiente debba superare nella nostra regione la logica della ripartizione per province ed addivenire a soluzioni territorialmente più omogenee e rispondenti ai criteri di economicità e razionalità, quindi alla ripartizione in 4 zone tra loro simili sia per numero di abitanti, e quindi utenza e produzione, che insistenti su una rete viaria comune che impedisca grandi movimentazioni della massa dei rifiuti, evitando l’aggravio dei costi e razionalizzando le fasi di raccolta, recupero, riciclaggio e smaltimento in impianti comuni…queste zone nel nostro piano sono suddivise secondo la cartina acclusa

n.b. la cartina è al momento non leggibile per un problema al file e verrà pubblicata al più presto

II. Formazione di un Consorzio Pubblico tra comuni, province e regione per la gestione dell’intero ciclo che ne garantisca l’assoluta competenza pubblica nel divieto di ingresso dei privati in ogni fase di trasporto, trasformazione, smaltimento, recupero.

la nostra proposta mira ad affidare ad un consorzio pubblico tra soggetti istituzionali (regione, province e comuni in forma singola od associata) l’interezza del ciclo, fatta salva la raccolta, allo scopo di evitare ingressi del privato in un ciclo delicato quale quello dei rifiuti, consorzio che a tutti gli effetti diviene il soggetto gestore del ciclo per le 4 zone individuate e per l’impiantistica

III. Assoluto divieto ad ogni forma di termovalorizzazione, anche attraverso impianti succedanei (centrali a bio-massa) sull’intero territorio regionale e divieto di utilizzo di combustibile da rifiuti per i cementifici od impianti industriali che anche alla data attuale ne facciano già uso.

Riproponiamo per questo punto la cui ratio crediamo chiara la formulazione dell’art. 1 della nostra proposta di legge: “Art. 1 (Principi) I) La Regione Basilicata esclude tassativamente ogni ricorso all’incenerimento dei rifiuti, siano essi non differenziati e definiti “tal quale” o in qualunque modo differenziati, dal proprio sistema di smaltimento dei rifiuti, facendo divieto di termo-valorizzazione attraverso l’uso di combustibili derivati da rifiuti sia liquidi sia solidi per affermare invece quale unico principio, la raccolta differenziata nella modalità porta a porta effettuata per tutte le frazioni merceologiche di cui al piano regionale allegato, ivi compresa la frazione organica, con l’osservanza della normativa, sia europea, sia italiana, volta prioritariamente alle azioni di Prevenzione, Riduzione, Riuso, Riciclaggio e Recupero a freddo dei materiali costituenti i rifiuti;”

IV. Indicazione della raccolta differenziata come volta al solo recupero delle frazioni merceologiche e delle materie seconde, con esclusione di ogni forma di trasformazione in combustibile da rifiuti (cdr o assimilabili).

Anche in questo caso crediamo opportuno rimandare alla nostra proposta di legge, come per ognuno dei punti la cui lettura sia chiara

V. Riduzione a monte della massa del rifiuto attraverso operazioni di incentivo/disincentivo volte ai settori produttivi e distributivi ed attraverso campagne mirate di sensibilizzazione alla raccolta differenziata spinta di tipo domestico.

VI. Trasformazione della tariffa per i rifiuti solidi urbani (tarsu) da tassa basata sulla consistenza immobiliare ed altri parametri a tariffa pagata per il conferimento effettivo di rifiuti.

ciò ovviamente presuppone l’adozione di quei criteri di pesatura e tracciabilità del rifiuto che sono a base di una raccolta domiciliare spinta in grado di far contribuire cittadini ed imprese per il reale peso del rifiuto prodotto, criteri per i quali le soluzioni tecniche esistono e sono già in uso presso amministrazioni pubbliche nazionali ed internazionali

VII. Organizzazione sul territorio regionale di una raccolta domiciliare spinta con tariffazione puntuale e premiale/sanzionatoria del conferito, atta alla separazione delle cinque componenti merceologiche principali, dell’umido da compost e dell’indifferenziato con obiettivo 60%-70% di differenziazione in un anno

chiariamo, ove ciò si rendesse necessario per la miglior comprensione del dettato che tariffazione puntuale significa provvedere ad una precisa ed identificativa bollettazione solo del rifiuto prodotto effettivamente, nello stabilimento di quote di premialità per coloro che ottemperano a criteri di selezione domestica efficiente e di sanzionalità per chi non ottempera, nel principio di base secondo cui il contribuente che ben seleziona le categorie merceologiche del rifiuto fornisce alla gestione del ciclo materiali in grado di essere re-immessi sul mercato e quindi per i quali la tassazione dovrà essere minima e limitata ad una quota costo per l’indifferenziato, mentre il contribuente che non seleziona e quindi fornisce alti quantitativi di rifiuto indifferenziato deve assumersi un costo maggiore, comprensivo appunto di sanzioni

VIII. Processi di recupero e selezione del materiale riciclato volto all’ottenimento di materie prime seconde (in n. 4 impianti) da conferire ai consorzi di recupero o al settore della riverginazione della materia eventualmente allocabile nel territorio regionale e solo in aree industriali alla data attuale esistente.

in questo punto tocchiamo il tema dell’impiantistica che deve essere allocata nei centri direzionali di ciascuna delle 4 zone già individuate e che deve rispondere al criterio di selezionare ulteriormente materie seconde da conferirsi ai consorzi nazionali o da utilizzarsi localmente in un comparto della riverginazione della materia da allocarsi in una zona industriale già in essere

IX. Processi di compostaggio dell’umido (in numero 4 impianti associati ai succitati ed attraverso il compostaggio domestico) areobici e di bio-metanazione.

sempre sull’impiantistica da allocarsi nei centri direzionali delle 4 zone indichiamo il numero di impianti di compostaggio della sostanza umida secondo tipologie sia di tipo aerobico (compost a più alto valore carbonico, quindi miglior ammendante), che anaerobico (compost a minor valore carbonico, quindi peggiore ammendante, ma con produzione e recupero di bio-gas a valenza energetica)

X. Processi di trattamento dissociativo bio-molecolare per le residue frazioni secche indifferenziate ed i residui di selezione e compostaggio (n. 1 impianti) o processi industriali conformi alle migliori tecnologie disponibili e di cui la Regione si farà carico dell’ottenimento delle licenze quando queste siano proprietà privativa industriale di soggetti terzi.

in questo punto e solo per le frazioni residue (presumibilmente a ciclo il 10-15% del totale del rifiuto) dalle lavorazioni per l’ottenimento di materie seconde, proponiamo l’adozione di questa tipologia di recupero energetico dalle basse temperature di esercizio e nulle produzioni di diossine, fermo restando la reale dimostrazione dell’efficienza del processo rispetto all’impatto che comunque ogni trattamento termico comporta, e nella possibilità di utilizzo dei volumi liberi nelle discariche regionali per allocare tale quota di rifiuto, fino alla migliore soluzione di smaltimento dello stesso

XI. Finanziamento iniziale del sistema del ciclo integrato dei rifiuti attraverso la legge regionale sulla re-industrializzazione ed altri fondi regionali, nazionali e comunitari e gestione corrente alimentata dalla tariffa premiale, dai corrispettivi per le vendite di materie seconde e compost, dai risparmi dell’utilizzo diretto per le necessità del ciclo di bio-carburanti e bio-gas ottenuti dalla vendita degli stessi esclusivamente a consorzi e municipalità dei trasporti, dai risparmi sui conferimenti in discarica.

punto che appare chiaro, dovendosi comunque provvedere alla copertura finanziaria del ciclo e dell’organizzazione impiantistica e logistica in sede preventiva, investimento da realizzarsi attraverso partite finanziarie inutilizzate o al cui differente utilizzo si possa provvedere nell’ottica di un ripensamento degli obiettivi prioritari regionali, attraverso specifiche contribuzioni nazionali e comunitarie ed attraverso il ritorno economico delle vendite di materie riselezionate ed i notevoli risparmi derivanti dal non conferimento in discarica dei materiali

XII. Blocco alla costruzione di nuove discariche od all’ampliamento delle esistenti, ove ciò non fosse necessario per le temporanee esigenze di messa in opera del nuovo piano regionale dei rifiuti, messa in sicurezza degli impianti da chiudere, revisione delle gestioni ed impianti di video-sorveglianza delle discariche organizzati su un sito web indipendente ed atto al controllo casuale della popolazione.

Appare chiaro che nella realizzazione del ciclo proposto, nuove discariche od ampliamenti delle stesse non giustificati dalle esigenze di applicazione del ciclo stesso andranno bloccate, gli impianti da chiudere messi in sicurezza secondo le normative vigenti e le gestioni amministrative attuali sottoposte a vaglio, gli impianti dotati di circuiti di sorveglianza pubblica attraverso l’adozione di tecnologie di controllo indipendente 24 ore su 24 allocate su sito web dedicato.

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ora puoi farlo!!!

io ho profondo rispetto degli altri candidati e per le loro idee, ma dal profondo del vostro animo, marcello pittela, nicola benedetto, piero la corazza vi fanno forse sognare che la nostra regione cambierà davvero?…

vi fanno pensare che saranno altro dall’ambiente da cui provengono ed in cui sono cresciuti?…

vi fanno forse battere il cuore o entusiasmare per un progetto?…

vi danno la certezza che risponderanno solo a voi ed alle vostre domande?…

forse questa volta con il cuore ed anche la ragione devi fare altro e pensare ad un altro futuro possibile..ora puoi farlo!!!

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a matera…

vi ricordo che oggi, sabato 14, saremo a matera, sempre alle ore 18:00, presso il “gahvè” di via san biagio 32 (piazza s.giovanni), per un incontro con la cittadinanza e la stampa

vi attendiamo…

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il programma passo per passo – 2) ambiente

il programma passo per passo – 2) ambiente

 

passiamo ora alla parte del programma dedicata all’ambiente, avvertendo che in questa sezione tratteremo principalmente di principi generali di conservazione, cura e tutela del patrimonio ambientale lucano, demandando a singole sezioni del programma l’applicazione pratica dei principi esposti:

I. Dichiarazione programmatica e statutaria dell’incontaminatezza del territorio come obiettivo prioritario della regione (vedi anche agricoltura).

Punto questo in assoluta conseguenza con quanto già esposto al punto 1) della parte dedicata all’agricoltura e che ci pare superfluo spiegare oltre, nella chiarezza che è presente nella statuizione stessa di un principio attivo come guida ad ogni utilizzo del territorio

II. Istituzione della Consulta Regionale dell’Ambiente, composta da esperti del settore, funzionari delegati dalla Regione, docenti universitari ed aperta alla partecipazione popolare sulla base di ricognizioni ed avvisi pubblici alla disponibilità, con attribuzione di parere consultivo obbligatorio per le attività deliberative della giunta e legislative del consiglio regionale in tema di ambiente e materie connesse.

Pur essendo di fatto già presenti nei tavoli consultivi regionali istituti dedicati, in questo punto si vuol invece rimarcare il sempre maggiore ruolo che tale consulta deve assumere nella previsione che il parere della stessa diventi appunto obbligatorio per ogni attività della giunta o del consiglio che attenga alle materie ambientali nella sua ovvia potestà decisionale che si avvarrà però di tale parere come elemento costruttivo, visto il suo carattere non solo tecnico, ma rappresentativo di una partecipazione popolare agli audit che deve avvenire sia con ricognizioni degli uffici, sia con avvisi pubblici di disponibilità alla partecipazione di singoli ed associazioni anche non riconosciute in forma pubblica, ma particolarmente impegnate nelle attività di tutela ambientale

III. Divieto espresso all’attraversamento su qualsiasi mezzo di trasporto, allo stoccaggio in qualsiasi forma, alla lavorazione a qualsiasi stadio ed all’utilizzo a qualsiasi titolo nel territorio regionale di sostanze ritenute tossico-nocive per l’uomo da rilevanze scientifiche certe e da letteratura scientifica prevalente, ivi comprese materie prime e derivati atte alla produzione di energia nucleare a scopi civili e/o militari, in questo caso nelle more delle potestà statali in materia, previa individuazione e redazione di un elenco aggiornato annualmente di sostanze proibite a cura della Consulta di cui al punto II e statuizione legislativa del Consiglio Regionale.

In questo punto, intendiamo rimarcare che nelle materie di competenza regionale o concorrenti alle leggi dello stato vi debba essere un divieto espresso attraverso specifica legge regionale a quanto indicato al punto e ciò nell’ovvietà del tenere lontane dal territorio della regione materie, fasi industriali e di stoccaggio, attraversamenti del territorio che possono nuocere ai principi di incontaminatezza già espressi, divieti dinamicamente aggiornati alla redazione annuale di un elenco di sostanze e processi proibiti da parte della consulta di cui al punto II), nella collaborazione di enti specifici (che a breve saranno indicati in questo programma) per le attività di supporto scientifico che crediamo debbano sostenere tali divieti che in quanto tali andranno specificati anche rispetto alla letteratura scientifica (in osservanza del principio generale di precauzione) in materia e normati anno per anno attraverso legge regionale che aggiorni tali elenchi

IV. Redazione a cura della Consulta e degli Uffici Regionali di un Piano di Sicurezza Industriale Regionale e di una Tabella Regionale dei Limiti delle Emissioni individuati nella totalità del territorio regionale in accordo ai parametri legislativi nazionali e per zone specifiche in accordo alla potestà legislativa regionale.

A cura della consulta e degli uffici regionali competenti, intendiamo procedere alla redazione di un piano di sicurezza industriale regionale che analizzi puntualmente le criticità del sistema regionale, per distretto e con riferimento ai singoli stabilimenti ed alla logistica energetica ed infrastrutturale, e ponga in atto tutta l’attività informativa alle popolazioni, come da leggi dello stato, in concorso con la protezione civile nazionale, regionale e con le prefetture di potenza e matera, nonché la redazione, in accordo alle potestà regionali in materia, di una tabella delle emissioni ambientali consentite, ivi compresi impatti emissivi gassosi, liquidi, solidi, fluidi, sonori, olfattivi, visuali e paesaggistici, con limiti conseguenti alla statuizione di incontaminatezza del territorio che rimane principio guida a cui attenersi da parte di qualsivoglia attività industriale presente sul territorio regionale (vedi anche parte industria)…tale piano deve assumere carattere di legge regionale in materia

V. Chiusura di ogni impianto o plesso industriale in sub-ordine a quanto stabilito al punto III) che non si adegui al Piano di Sicurezza Industriale Regionale entro il termine di mesi 12 (dodici)

Ci pare inutile sottolineare il carattere di obbligatorietà stabilito proprio dall’assunzione legislativa di cui al punto precedente, per ogni intrapresa che violi l’osservanza di tali parametri e che in quanto tale sarà obbligata all’adeguamento ai parametri fissati in un tempo congruo quale riteniamo che sia un anno per ogni genere di stabilimento od attività

VI. Divieto espresso ai processi di combustione nei settori della produzione energetica, del trattamento dei rifiuti solidi urbani ed industriali (a questo proposito vedere la parte specifica dedicata al ciclo dei rifiuti ed all’energia)

Divieto alla combustione che non solo meglio chiariremo nella parte specifica del programma relativa proprio al ciclo dei rifiuti, ma che è già contenuto in una nostra proposta di legge ad oggi depositata per la discussione di merito presso la III commissione regionale

VII. Ristrutturazione amministrativa del dipartimento ambiente (vedi premessa al punto 1. agricoltura)

Ci pare scontato che un nuovo indirizzo delle politiche ambientali non possa che non passare da una ristrutturazione del dipartimento regionale all’ambiente, e ciò non solo per le necessità organizzative di quanto indicato alla premessa al punto I) della parte dedicata all’agricoltura (segnatamente l’accorpamento del dipartimento ambiente e del dipartimento agricoltura in un interdipartimento), ma nella previsione di una revisione per competenze e titoli del personale dirigenziale e della destinazione, fatte salve le leggi dello stato, ad altro incarico di personale che abbia pendenze giudiziarie in corso per materie attinenti all’ufficio ricoperto

VIII. Ristrutturazione dell’ARPAB ed allontanamento della dirigenza attuale, ottenimento delle potestà certificanti in materia ambientale, controllo popolare della gestione attraverso un tavolo interno all’agenzia aperto alla partecipazione di comitati ed associazioni ambientaliste e di cittadini, trasparenza nella gestione dei dati di monitoraggio immediatamente resi noti sul sito web dell’agenzia e messi a disposizione della cittadinanza, anche nelle more della validazione degli stessi.

Ci sembra inutile spiegare oltre la ratio di questo punto che attiene ad un’agenzia il cui ruolo dovrebbe essere esclusivamente di tutela e che in questi ultimi anni ha dimostrato carenze e criticità evidenti e non risolvibili se non attraverso l’allontanamento della attuale dirigenza, un immediato ottenimento di ogni potestà in tema di validazione dei dati ad oggi non posseduta dalla stessa, l’apertura di un confronto coerente e continuo con le popolazioni, la massima trasparenza sulla pubblicità dei dati ambientali di monitoraggio che dovranno essere immediatamente successivi alla rilevazione stessa

IX. Avvio immediato delle bonifiche ambientali dei siti di bonifica interesse nazionale attraverso interlocuzione diretta e puntuale nelle sedi di conferenza stato-regione e bonifica a cura dell’ente regionale dei siti rinvenuti in seguito ad ispezioni, indagini, denunce e sentenze con facoltà di rivalsa totale e/o facoltà di richiesta di sequestro cautelare sui soggetti ritenuti responsabili.

Eccoci arrivati ad un argomento in cui è del tutto primario il ruolo di stimolo dell’ente regione rispetto a tematiche di risanamento ambientale già certificate dalla stato (siti di interesse nazionale) e che potrà essere praticato solo nella responsabilizzazione delle massime cariche istituzionali regionali verso la richiesta immediata di messa in sicurezza e ripristino ambientale dei siti in oggetto…a tale attività dovrà affiancarsi la più costante e pronta opera di messa in sicurezza dei territori oggetto di inquinamenti, nelle more di quanto già ad oggi disposto dalle leggi vigenti, ma in nuovo ordine di priorità che deve vedere la più completa attività da parte dell’ente regione nella prevenzione e repressione (vedi seguente punto XI) polizia ambientale regionale) di ogni forma di inquinamento ambientale, e nella più pronta attività in giudizio contro ogni responsabile

X. Apertura di un sito web regionale dedicato alla consultazione ex-ante di ogni progetto presentato presso le rispettive sedi di regione, province e comuni in tema di energia ed ambiente allo scopo di rendere immediatamente pubblico, in ottemperanza alle convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia, ogni procedimento soggetto a valutazione dei competenti uffici e la cui documentazione in file elettronico assuma carattere documentale e probatorio nella formazione dei processi di presentazione di osservazioni ed opposizioni da parte di enti, associazioni e cittadini.

Questo punto del programma è di vitale importanza nei processi di pubblicità delle attività di terzi presso le pubbliche amministrazioni nelle materie in questione e richiede non solo la realizzazione dello strumento informatico e della relativa attività di costante aggiornamento, ma che vengano resi disponibili tutte le documentazioni relative in un formato documentale e probatorio al fine di costituire esse stesse nella forma di pubblicazione sul sito, documento atto a consentire le attività di presentazione di osservazioni ed opposizioni verso le istanze relative

XI. Formazione della Polizia Ecologica Regionale, a partire dalla riforma e fusione delle Polizie Provinciali e nel concorso delle Polizie Locali, come entità di polizia giudiziaria indipendente dall’attività politica.

Già esistente in nuce nel raggruppamento delle polizie provinciali in un unico corpo regionale, che tuttavia mai è stato composto e reso effettivo, la polizia ecologica regionale si intende come un corpo specializzato nella prevenzione, vigilanza e repressione dei reati ambientali con l’ausilio delle polizie locali (ex vigili urbani) in organico presso i comuni della regione, e tale comunque da rappresentare nella sua autonomia valido ausilio ai corrispondenti nuclei di sicurezza ad oggi presenti sul territorio della regione e previsti nella legislazione dello stato

XII. Automatica costituzione di parte civile della Regione Basilicata ed in sub-ordine di ogni ente territoriale interessato nelle procedure giudiziali su reati ambientali.

Più che una specifica attività da porsi in essere, questo punto intende essere uno stimolo alla presa in carico da parte degli uffici legali della regione, in proprio ed in rappresentanza sussidiaria per tutti gli enti territoriali della regione, della più immediata ed efficace attività di tutela degli interessi collettivi attraverso l’automatica costituzione in giudizio penale e civile contro gli autori di reati ambientali anche in assenza di un mandato politico specifico.

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vi ricordo che oggi, venerdì 13, l’appuntamento con la campagna elettorale di miko somma per le primarie di basilicata bene comune per la zona del melandro è nel centro storico di satriano di lucania (pz), nella piazzetta dell’anfiteatro porticelle, sotto la rocca del poggiardo alle ore 18.00…in caso di maltempo ci sposteremo nella sala del consiglio comunale

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il programma passo per passo – 1) agricoltura

 il programma passo per passo – 1) agricoltura

partiamo dal nostro programma per l’agricoltura e la zootecnia, per il momento sviluppato su dodici punti, premettendo che per questo settore dal forte peso sull’economia della regione e dalla forte valenza ambientale posta in essere da corrette metodologie di uso dei terreni, l’integrazione con il sistema di norme di protezione e salvaguardia ambientale deve essere perseguita con forza, fino al punto nodale di creare un inter-dipartimento regionale all’ambiente ed all’agricoltura che sostituisca gli attuali due dipartimenti separati, unificando amministrativamente procedure che vanno tenute insieme in un unico progetto coese ed avente come scopo sia la conservazione del patrimonio ambientale e paesaggistico, sia la messa a sistema di un circuito agricolo strettamente connesso alla incontaminatezza del nostro territorio:

 

I. Dichiarazione programmatica e statutaria dell’incontaminatezza del territorio come obiettivo prioritario dell’azione di governo e dell’agricoltura biologica-tradizionale come vocazione economica prevalente della regione Basilicata.

si tratta di un punto estremamente importante poichè si definisce a livello statutario (e quindi programmatico) che nel territorio della regione l’incontaminatezza dello stesso è il valore cardine sul quale innestare la vocazione agricola biologico-tradizionale (di fatto ciò che oggi definiamo biologico nelle sue varie branche e che sino a pochi decenni fa era la norma di coltivazione) come evento primario dell’economia lucana, quindi da tutelarsi in maniera prevalente

II. Indicazione del sistema biologico-tradizionale di coltivazione come unico sistema compatibile e permesso nel territorio regionale con divieto espresso all’uso di fitofarmaci, insetticidi e sostanze chimiche di sintesi, concimi di sintesi, farine animali e sementi ogm anche rivolte alla sola alimentazione animale.

e veniamo già ad una delle conseguenze dirette del punto 1), l’indicazione del metodo biologico-tradizionale come unico metodo compatibile e permesso di coltivazione (e di allevamento zootecnico) sul territorio regionale, quindi nell’espresso divieto di ogni ammendante, concime, farmaco, insetticida di sintesi, quindi da processo chimico-industriale, e dell’uso di sementi geneticamente modificate…punto sul quale certamente potrebbe aprirsi uno scontro a livello di normativa europea a riguardo della libertà di mercato, ma che diverrebbe secondario rispetto ai principi generali di precauzione sanitaria ed ai poteri di indirizzo e programmazione affidati alle giunte regionali…punto questo che consentirebbe l’acquisizione di una “patente” di salubrità dei prodotti certificata da un ente territoriale che ne garantisce legislativamente la purezza e che in sede di commercializzazione dei prodotti agri-zootecnici avrebbe una grande valenza a livello di marchio tipico territoriale, con gli evidenti vantaggi che ne deriverebbero sia in termini di maggiore conoscibilità del prodotto, sia in termini di garanzia verso un mercato sempre più attento alla qualità organolettica e naturale dei prodotti di consumo

III. Realizzazione del sistema della filiera corta e del chilometro zero organizzata in reti di negozi in collaborazione con le associazioni di categoria riservata ai soli agricoltori della regione, con fissazione per il restante comparto distributivo di un limite del 50% obbligatorio di prodotti agro-zootecnici da reperire in loco.

ci pare del tutto chiara la finalità di questo punto, costruire cioè un comparto locale che tenda in primis alla cosiddetta “sovranità alimentare”, quindi alla produzione, commercializzazione e consumo a filiera corta delle derrate alimentari, eliminando cioè ogni intermediazione esterna che influisce ovviamente sulla formazione del prezzo, in tal modo consentendo per l’acquirente locale dei risparmi sulla spesa alimentare (ed una salubrità del prodotto che pone vantaggi in termini di salute), ma al tempo stesso la corresponsione di un maggior prezzo corrisposto ai produttori, cosa questa che evidentemente sostiene ed incoraggia sia l’imprenditoria agraria diffusa, sia un maggior ricorso a manodopera, quindi maggiore occupazione…ovviamente per ogni merce che non sia reperibile in loco o la cui richiesta sia eccedente il valore di produzione locale deve essere stabilito libero accesso ai mercati, nella fissazione però di un limite del 50% che ci pare congruo rispetto alle potenzialità produttive della regione

IV. Realizzazione del mercato ortofrutticolo lucano a totale controllo pubblico.

punto questo che consegue direttamente al precedente, nella considerazione che per quanto corte le filiere è ovvio che è solo teoricamente che si parla di km 0 nell’orizzonte di poter ridurre certamente il trasporto di merci ed i consumi energetici necessari (e che hanno un peso non indifferente sulla formazione del prezzo finale), necessitandosi così non solo di un punto di accumulo, conservazione e vendita rivolto ai grossisti, sia locali che provenienti da altre regioni, ma di un punto di formazione di un prezzo verso l’esterno che sfugga al ricatto degli stessi grossisti, ad oggi lasciati liberi di contrattare azienda per azienda, il più delle volte nella corresponsione di un prezzo incontrollabile ed intrattabile visto il veloce deperimento delle merci e l’impossibilità concreta alla vendita dei prodotti se non attraverso queste figure “predanti”…il controllo pubblico del mercato sarebbe appunto la garanzia di non intromissione di logiche altre che non siano l’interesse pubblico

V. Incentivazione della micro-industria diffusa di trasformazione agricola con affidamento del prodotto ad un Consorzio Regionale del Prodotto Agri-Zootecnico Lucano che ne tuteli raccolta, conservazione, etichettatura, tracciabilità ed osservanza dei principi ai punti 1) e 2), nonché le operazioni a monte di vendita di sementi e concimi.

come conseguenza agli altri punti esposti appare chiara la funzione di un consorzio che sovraintenda alle fasi più “industriali” della produzione stessa, nell’ottica di creare un marchio lucano di tipicità garantita, ma avendo cura di organizzare le fasi di ciclo del prodotto agricolo

VI. Creazione di un ufficio regionale speciale per la promozione ed il marketing del prodotto agri-zootecnico lucano in accordo al punto 5).

crediamo che questo punto sia del tutto chiaro ed in diretta conseguenza del punto precedente…appare evidente che la creazione di un team di esperti che curi tutte le fasi di studio, pubblicità ed immissione nelle reti distributive di un prodotto sia un elemento chiave per la sua affermazione sui mercati

VII. Riforma dell’ALSIA in assunzione del compito di programmazione annuale della produzione agricola sostenibile e gestione della produzione di sementi presso le aziende agricole regionali, nonché allo sviluppo di tecniche ambientalmente compatibili in accordo ai punti 1) e 2).

eccoci ad un punto spinoso e sul quale tuttavia crediamo necessaria una radicale riforma del compito istituzionale di un ente che, commissariato da tempo immemore, pur dovrebbe curare gli aspetti dell’innovazione, della ricerca e della messa a rendimento produttivo delle nostre colture, e che , tuttavia, ciò non riesce a fare per via di una “occupazione coatta” da parte della politica che di fatto fa perdere la mission originaria dell’agenzia nei rivoli del clientelismo più spiccio…crediamo che l’alsia debba e possa, una volta riformata, assumersi il ruolo di programmazione della produzione e di sperimentazione di nuove tecniche ambientalmente compatibili

VIII. Liquidazione dell’ARBEA, le cui funzioni vengono trasferite al dipartimento agricoltura della regione.

ci pare doverosa la liquidazione di un ente di fatto inutile, primo perchè copia regionale di una agenzia di stato preposta ai pagamenti delle contibuzioni, l’agea, secondo perchè troppi sono stati i casi di malversazione operata sulle sue finalità istituzionali…crediamo che le attività di arbea possano essere assunte dal dipartimento regionale

IX. Creazione dell’Ufficio Scientifico Interdipartimentale del Patrimonio Agri-zootecnico Lucano come responsabile unico, in accordo con l’Università della Basilicata – Facoltà di Agraria, della conservazione delle varietà locali, con compiti di ricerca e miglioramento selettivo non genetico delle varietà coltivabili lucane, con specifica indicazione alle specie ammesse alla coltivazione sul territorio regionale.

appare evidente che simile ufficio è in parte una conseguenza della frettolosa liquidazione di metapontum agrobios, azienda efficiente se non le fossero stati finora attribuiti compiti impropri, quali i monitoraggi ambientali, ed una gestione alquanto bizzarra che ora viene ripartita tra alsia ed arpab, nell’evidenza della perdita della sua specificità scientifica acquisita…la collaborazione con l’università di basilicata volta alla selezione e riselezione del patrimonio delle varietà coltivabili e così la tabellazione delle specie ammesse alla coltivazione delle specie ammesse a coltivazione ci sembra ottimo recupero delle finalità di ricerca, del tutto demandate ad un ente pubblico

X. Introduzione del sistema di compensazione debiti-crediti tra aziende agricole, Consorzio Regionale ed il sistema creditizio con garanzia sussidiaria regionale.

punto importantissimo e che, nella doverosa spiegazione di cosa, come, dove e quando la garanzia sussidiaria regionale entra a beneficio del sistema dell’impresa agricola (come di altri settori), spiegazione che oltre faremo nei suoi punti specifici, ben introduce la nostra filosofia di limitare le partite finanziarie a rischio per le aziende stesse, portando a garanzia da parte della regione basilicata le partite finanziarie tra aziende impegnate nel consorzio regionale e sistema creditizio, al fine di impedire sovraesposizioni debitorie

XI. Borsino dei Terreni Agricoli atto a favorire, attraverso crediti agrari garantiti (vedi punto 10) la ricostituzione, previo riconoscimento dei requisiti zonali, della Unità Minima Agri-Zootecnica come criterio di riferimento per un sistema di compravendite, permute e perequazioni che porti alla ricostituzione di entità agri-reddituali atte a garantire condizioni di reddito non inferiori al limite di povertà relativa, in accordo con le normative europee sul settore.

lo scopo del borsino appare chiaro…ricostituire attraverso compravendite, permute e perequazioni unità agricole sufficienti alla costituzione di un reddito minimo per gli agricoltori garantito dalla produzione di prodotti agricoli su superfici compatbili, nella considerazione che i frazionamenti successori alle assegnazioni delle riforme agrarie hanno spezzattato i fondi agricoli in unità troppo spesso frammentate a tal punto da impedirne una razionale coltura e favorire il progressivo abbandono di terreni, con conseguenza gravi sia dal punto di vista della manutenzione degli stessi, che, come conseguenza dell’abbandono, di pericoli di “incetta di terreni” da parte di entità che di fatto tendono alla ricostituzione di nuovi latifondi per usi troppo spesso non prevalentemente agricoli

XII. Divieto assoluto alla coltivazione di varietà agri-energetiche oltre l’autoproduzione volta al soddisfacimento dei bisogni energetici delle singole aziende, anche organizzate in consorzi e/o cooperative locali, con esclusione di ogni processo di combustione diretta e sorveglianza pubblica delle coltivazioni di masse per bio-carburanti.

chiara appare la contrarietà ad ogni coltivazione “no-food”, se non in casi strettamente monitorati e volti esclusivamente alla autoproduzione consortile di carburanti a destinazione totalmente interna, e ciò nell’ottica di impedire che la nostra agricoltura diventi un campo di produzione di energia non direttamente afferente ai bisogni locali

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la basilicata onesta…

13/09/2013

eppure lo sento che la basilicata onesta c’è e ci sarà in queste primarie…

quella dei cittadini che non vogliono più ordini dai baroni, quella di chi chiede solo di poter lavorare ed avere una dignità, quella dei giovani che vogliono poter rimanere o partire per scelta e non per necessità, quella di chi la vorrebbe pulita e non macchiata di petrolio, inceneritori e residui di una modernità alienante e dannosa, quella degli anziani che hanno diritto ad una burocrazia e servizi su misura, quella dei padri e madri che vogliono mettere il primo mattone sulla costruzione del futuro dei figli, quella di chi vuole una comunità di cittadini e non di sudditi, quella delle donne che pretendono ed ottengono la piena dignità in una società che ancora le rinchiude nella marginalità sociale ed economica…

quelle tante basilicate che ognuno di noi rappresenta ci saranno e forse per la prima volta potranno scegliere e non subire…

miko somma

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a satriano…

vi ricordo che oggi, venerdì 13, l’appuntamento con la campagna elettorale di miko somma per le primarie di basilicata bene comune per la zona del melandro è nel centro storico di satriano di lucania (pz), nella piazzetta dell’anfiteatro porticelle, sotto la rocca del poggiardo alle ore 18.00…in caso di maltempo ci sposteremo nella sala del consiglio comunale

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basta santi in paradiso che fanno l’inferno in terra!!!

cominciano gli endorsement della vecchia politica per i candidati delle primarie nel solito giochetto dei voti che ciascuno porta dal suo feudo per garantirsi un posticino sicuro…

ovviamente io non ne avrò e non ne cerco affatto, perché il carattere della mia candidatura è anche nella cancellazione dei “santi in paradiso che fanno l’inferno in terra”, nella nostra terra che alcuni considerano soltanto un risiko per le loro relazioni corte…

a farmi vincere queste primarie, semmai, ci penseranno i cittadini liberi e che vogliono liberarsi, non certo baronetti o sudditi

miko somma

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facciamo ancora in tempo…

12/09/2013

ho chiesto già qualche tempo fa dei confronti pubblici tra tutti i candidati, si facciano essi davanti ad un pubblico o magari in una televisione, ma nessuno dei candidati ha mai risposto in merito…

che pensare, che ognuno lotta per se, per la sua corrente, e la regione tragicamente muore quella mancanza di coesione che sarebbe invece così necessaria?…

dai, piero la corazza, nicola benedetto e marcello pittella che facciamo ancora in tempo a convocarlo un incontro in cui mostrare che si vuol bene più alla regione che a se stessi!!!

miko somma

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