comunicato stampa

il presente comunicato non viene inviato al sito istituzionale basilicatanet

L’accoglienza ai tempi di un presidente più renziano che lucano.

Ciò che sorprende davvero, pur giudicando doverosa l’accoglienza dei profughi da zone di guerra e dei migranti “politici” e positiva l’intenzione di ripopolare i nostri paesi dell’interno con nuclei familiari la cui ricerca di serenità incontra le tante opportunità che un altro modo di vedere e costruire economia pure assegnerebbe a queste comunità, è forse una cattiva conoscenza dell’aritmetica che porta il presidente Pittella a non considerare che al momento la nostra regione ospita la più alta percentuale di richiedenti asilo del paese, ovvero uno ogni 286 abitanti.

Ciò premesso e premesso che ad una piccola comunità dell’interno in via di spopolamento la presenza di immigrati stabili consente la sopravvivenza di servizi altrimenti destinati a scomparire, quali presidi scolastici, sanitari, poste, pubblica sicurezza e via discorrendo, non si può comunque non considerare il peso culturale che per le stesse comunità un afflusso massiccio ed improvviso di migranti con lingue, costumi, alimentazione e naturalmente culture, tra cui l’approccio religioso, potrebbe trasformare quella naturale accoglienza dei lucani in fenomenologie differenti che, se nessuno auspica seguire i biasimevoli e vergognosi esempi di alcune località nel nord del paese (dove certo qualcuno strumentalmente soffierà anche sul fuoco per fini elettoralistici), sarebbe tuttavia ingenuo non considerare come una risposta che potrebbe innescarsi anche da noi, un certo grado di risentimento viscerale delle popolazioni.

Risentimento che, sebbene non si sia mostrato finora, per quel gradiente di ospitalità e solidarietà che i  l“poveri” sanno mostrare verso gli altri poveri, culturalmente naturale per le popolazioni meridionali forse ancora memori di quando a partire erano proprio i loro nonni ed i genitori, l’atteggiamento ultra-lealista ed a tratti servile di un Pittella (che a volte sembra un maggiordomo renziano) nei confronti delle politiche di accoglienza del governo, atteggiamento che sembra volere aprire le porte della regione più di quanto  questa potrebbe sostenere in termini di ospitalità, solo per apparire entusiasta sostenitore delle politiche del governo in materia, sta scavando ormai una trincea con una popolazione che vuole certo accogliere, ma che chiede anche e ragionevolmente un’attenzione verso se stessa che viene sentita come sempre più carente ed in ogni caso insufficiente a colmare divari economici e sociali ormai storicizzatisi.

E naturalmente se non esiste una coscienza del fatto che la disponibilità ad una maggiore accoglienza – il presidente Pittella rilancia ormai di continuo la “sua” disponibilità senza che neppure gli venga chiesto e pur di entrare in un “giglio magico” dei subalterni sarebbe forse disposto a colmare i vuoti demografici che decenni di cattivi governi, più attenti ai clan che alla popolazione, hanno prodotto in questa regione – vuol dire che il polso dell’opinione pubblica lucana non viene neppure più avvertito da chi segue flussi di interessi che conducono alla solita, vecchia storia di una Basilicata in svendita al primo offerente.

Ci dica, il presidente Pittella, come è entrato in contatto con tycoon egiziani e mediorientali, quali sono le partite finanziarie messe in campo, chi ci guadagna e chi ci perde, quali sono le relazioni con il potere, ed il suo potere, delle cooperative che gestiscono l’accoglienza, ma soprattutto ci dica se le intenzioni in merito a questa disponibilità, sventolata come un capo di lingérie in un postribolo, tengono conto di una demografia difficile a cui occorrono di certo nuovi cittadini, ma che è necessario venga sostenuta senza che le popolazioni autoctone sentano mai di avere meno diritti di chi arriva, per fare in modo che l’accoglienza sia tale e non un “obbligo” che alla lunga produce resistenza in questo difficile settore delle relazioni umane che ha bisogno di empatia reciproca, curiosità verso lo scambio etno-culturale, capacità di “meticciarsi”, tempi lunghi ed infinita pazienza.

Perché questa regione, presidente, è tanto resiliente da comprendere le necessità di essere ripopolata, tanto paziente da comprendere che in nome di quelle ragioni occorre pazienza e solidarietà con chi oggi fugge dalla sua terra, compie una traversata del Mediterraneo tanto rischiosa e non chiede altro che un luogo dove ricominciare, ma non sarebbe disponibile, se mai dovesse evidenziarsi che qualcuno lucra e specula sull’accoglienza, come pure alcune recenti accadimenti sembrano far supporre, ad accogliere numeri non tollerati altrove (in calce le fornisco alcuni dati percentuali regionali dell’accoglienza), forse non tollerabili se in ulteriore aumento, perché qualcuno possa farsi vanto in una sala di palazzo Chigi di un’accoglienza che non offre a casa sua, ma in quelle piccole comunità che lei da qualche tempo molto  indegnamente rappresenta, avendo fatto voto ormai d’essere più renziano che lucano.

Veneto abitanti 5.000.000 richiedenti 1.300 rapporto 442/1

Lombardia abitanti 10.000.000 richiedenti 18.000 rapporto 555/1

Piemonte abitanti 4.400.000 richiedenti 9300 rapporto 473/1

Emilia romagna abitanti 4,450.000 richiedenti 7000 rapporto 635/1

Basilicata abitanti 576.000 richiedenti 2000 rapporto 288/1

Miko Somma, Comunità Lucana

la fascinazione semicosciente della trappola …

02/11/2016

lo faccio spesso per “leggere” le persone in tv, azzerare il volume e concentrarmi sugli occhi e la gestualità…

Risultato immagine per renzi a preci

ed ieri a preci, durante la messa all’aperto, gli occhi del premier, attratti narcisisticamente dalla telecamera, i movimenti delle sopracciglia e la sua distratta, lontana, recitazione della liturgia, mi hanno restituito l’immagine di un uomo ubriaco di vanagloria, di un culto speciale del sè, e di quell’odiosa certezza di prendere tutti per i fondelli che i truffatori trasmettono sempre alle loro vittime per aumentare la fascinazione semicosciente della trappola in cui li stanno facendo cadere…

un essere repellente, viscido e pericoloso da cui, incontrandolo non conosciuto per strada, mi terrei epidermicamente lontano

miko somma

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un si contro la propria terra…

01/11/2016

fondamentalmente un lucano che vota si, vota contro se stesso e la sua terra che, a riforma passata, verrebbe invasa ancor di più di trivelle e parassitosi tangentizia a queste legata…ma mentre sono certo che i lucani voteranno in massa NO, nelle altre regioni capiranno che cosa accadrà anche ai loro territori?…

miko somma

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addio a tina anselmi…anche nell’ipocrisia di un indegno…

ansa – E’ morta Tina Anselmi, prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica: fu nominata nel luglio del 1976 titolare del dicastero del lavoro e della previdenza sociale in un governo presieduto da Giulio Andreotti. Tina Anselmi, eletta più volte parlamentare della Democrazia Cristiana, aveva 89 anni. E’ deceduta la scorsa notte nella sua casa di Castelfranco Veneto.

Risultato immagine per tina anselmi

Dopo aver ricoperto la carica di ministro del Lavoro, Tina Anselmi fu ministro della Sanità nel quarto e quinto governo Andreotti e legò il suo nome alla riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale Nel 1981, nel corso dell’ottava legislatura, fu nominata presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2, che termina i lavori nel 1985. I funerali saranno celebrati venerdì 4 novembre nel Duomo di Castelfranco Veneto…

una grande perdita morale per il paese, perché tina anselmi, ex partigiana, da cattolica fervente seppe comprendere il valore della laicità delle istituzioni rispetto alle convinzioni etiche personali di chi le rappresenta, e seppe difenderle quando, da presidente della commissione di inchiesta sulla P2 non si fermò di fronte alle complicità con questo “mostro” che molti esponenti del suo stesso partito avevano intrecciato, denunciando quelle relazioni e quelle persone, e soprattutto il livello di complessità che la loggia massonica di licio gelli (ndr.che possa bruciare all’inferno, se esiste) aveva intessuto perché il paese “derivasse” in un autoritarismo che ebbe il suo compendio nel piano di rinascita democratica, di cui questa riforma costituzionale pare figli in molti suoi aspetti, e nei mezzi odiosi messi in campo per precipitare il paese nel terrore e quindi, nelle intenzioni di quell’ex agente dei servizi americani, nella necessità dell’uomo forte…e se oggi, matteo renzi, questo indegno figlio del pensiero politico cattolico, un uomo mediocre e figlio solo dell’imbecillità conclamata e dell’inconsistenza culturale e politica del partito nel quale è cresciuto come un tumore al colon fino ad invaderlo del tutto di metastasi, il pd, da mentore palese di una riforma becera (che tuttavia non è sua, ma figlia di quello stesso connubio salottiero, benpensante e lobbysta di poteri forti a cui già allora gelli faceva riferimento) che proprio da quel piano concettualmente nasce, si permette di dichiarare  

Matteo Renzi

@matteorenzi

Un pensiero a Tina Anselmi, grande esempio di cattolica impegnata in politica e donna delle istituzioni.

…bene, eccoci arrivati ad un capolavoro di ipocrisia strumentale che a breve troverà seguito in altre dichiarazioni di boiardi di regime che costruiranno l’immagine di una tina anselmi fervente sostenitrice del si, ma questa è la tristezza mediatica nella quale è precipitato un paese che alcuni vorrebbero sempre pronto a bere qualsiasi stupidaggine…
io non lo so come potesse pensarla sulla riforma tina anselmi, che saluto con l’affetto che si deve a chi alle istituzioni ha dato tutta se stessa, ma so solo che se proprio quelle istituzioni a lei care non possono né essere strumento, né rappresentarsi in una persona, il 4 dicembre forse tina anselmi avrebbe votato NO…
non lo so e forse non è importante saperlo, perché lei avrebbe votato secondo le sue convinzioni, come qualunque cittadino italiano, perché consapevole di essere prima ancora che un esponente delle istituzioni, una cittadina…altri magari pensano di essere gli “unti dal signore”, ma questa è appunto un’altra storia…
 
una generazione “morale” che ha fatto il paese sta morendo ed a noi tocca rimpiazzarla con lo stesso e forse maggiore fervore nella difesa dell’eredità che ci hanno consegnato, la democrazia…
miko somma

 

 

 
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