I POPOLARI UNITI GIOCANO D’AZZARDO: “SCOMMETTONO”.

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LA “SCOMMESSA BASILICATA” DEI POPOLARI UNITI

12/10/2009 16.24.24
[Basilicata]

(RI) – “I Popolari uniti, durante la festa regionale di Lauria, hanno voluto lanciare un messaggio forte alla gente di Basilicata, guardando dentro il sistema delle alleanze politiche ma soprattutto avviando quella che i dirigenti del partito hanno chiamato la fase dell’ascolto” . E’ quanto dichiara il capogruppo dei Popolari Uniti in Consiglio regionale, Luigi Scaglione, il quale fa sapere che “si è trattato di un confronto tra tesi diverse, aperto dagli interventi del Segretario provinciale Vito Rossi, del presidente della Comunità Montana del Lagonegrese Domenico Carlomagno. Una serata che ha visto protagonisti il segretario del Pd, Erminio Restaino, il capogruppo alla Regione del Pdl, Nicola Pagliuca ed il presidente dei Popolari, Carmine Nigro”.

“Un confronto sulle politiche industriali, sullo sviluppo possibile, sulle occasioni mancate ma soprattutto sul senso da dare ad alcuni indicatori economici che parlano di una regione virtuosa, che utilizza bene i fondi europei ma che segna il passo con le continue crisi industriali, figlie – dicono i Popolari – anche di un sistema imprenditoriale distratto dalle chimere della politica e dei sostegni economici ad imprese più preoccupati di conservare che di investire. Tesi contrapposte tra Restaino e Pagliuca con quest’ultimo che ha evidenziato una sorta di mancanza di lungimiranza nelle azioni messe in atto nel settore industriale, e con Restaino che ha contestato l’affermazione richiamando i processi di innovazione e di riforma dei sistemi industriale, agricolo, economico, che con forti finanziamenti anche nella ricerca e nella formazione, daranno fiato ad un nuovo sviluppo regionale”.

Del ruolo del Terzo settore e delle azioni messe in campo a sostegno di un nuovo welfare, hanno invece parlato il Capogruppo dei Popolari alla regione Luigi Scaglione, il vicepresidente del Cesvit, Emidio Lamboglia, il sociologo Michele Finizio ed il Presidente di Stella Maris, Mario Marra. “Un Terzo settore, quello lucano, diverso nella sua azione di sostegno alle politiche sociali dove – ha detto Scaglione – la tradizione cattolica fa emergere la sua caratteristica di solidarietà vissuta come missione e di azioni in politica che attraverso la cittadinanza solidale e la difesa dei progetti di inclusione sociale, fa uscire dall’ombra il disagio diffuso che pure nelle famiglie lucane è forte. E il
Terzo settore può dare il segno che un altro welfare è possibile, attraverso lo sforzo di centinaia di associazioni (ben 494 a fine 2008) e di centinaia di volontari, per rispondere ai bisogni della gente con nuove strategie d’intervento ed una completa affermazione dei diritti dei cittadini”.

Le conclusioni sono state affidate al Segretario politico, Antonio Potenza. “Siamo preoccupati – ha affermato – del ritardo con cui nasce questo nuovo Pd, con il portato di contraddizioni che ad una destra confusa e antimeridionale, contrappone la tutela di talune politiche di saltimbanchi. E questo fa male alle politiche di sviluppo che la Regione vuole portare avanti”. E poi un attacco “a chi sostiene ed ha sostenuto la presenza negli schieramenti tradizionali di liste civiche o eterogenee. Vediamo solo emergere battaglie di posizionamenti che non ci aiutano a fare chiarezza e che, come nel caso di Matera, dimostrano la inefficacia di queste politiche confuse e confusionarie, lontane dalla gente”. “Noi moderati-riformisti – ha concluso Potenza – lavoreremo anche per riformare questa politica”.

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La “Fase dell’ascolto” è bellissima. Se non fossimo i soliti sospettosi, potremmo anche “abboccare”… ma la campagna elettorale in corso d’opera, purtroppo, ci lascia sperare ben poco. A leggere il comunicato, si può intuire che “il messaggio forte alla gente di Basilicata” sarà sempre, e comunque, quello di evitare di uscire dai binari soliti. Insomma, ci pare di capire che il messaggio recondito di Scaglione sia il solito “Gente di Basilicata, votate per noi che ci pensiamo noi a giocarci le strategie delle alleanze” (ecco la scommessa, secondo noi).

Quello di una regione virtuosa che impiega bene i fondi europei, al solito, è propaganda bella e buona. Mai nessuno che parli chiaramente di quell’uscita dall’obiettivo 1 (uno) non per un sopravvenuto sviluppo strutturale… soltanto per un incremento del PIL provocato da fattori che, purtroppo, poco c’entrano con lo sviluppo e l’occupazione: si chiamano FIAT-SATA ed estrazioni petrolifere che, come sappiamo, producono “ricchezza” che non rimane in regione, ma emigra verso altri “lidi”. E quando i soldi provenienti da Bruxelles diminuiranno sensibilmente, ci sarà ben poco da stare allegri. Ma, chissà, forse anche il sistema di clientele ne risentirà! E i nostri politici dovranno inventarsi qualcosa d’altro per tenersi stretti i loro parchi buoi (ci perdonino gli elettori per questa metafora brutale). Quanto agli imprenditori “più preoccupati di conservare che di investire”, di grazia: il merito di chi è? Non è di quella classe politica che ha sempre foraggiato i sedicenti imprenditori con piogge di quattrini senza alcun ritorno? E se Pagliuca parla di scarsa lungimiranza nelle azioni messe in atto nel settore industriale – tesi condivisibile soltanto se pensiamo alla “piccola” Basilicata inserita nel gigantesco sistema “globale”, che con in numeri che abbiamo nella nostra regione, è perdente in partenza – ecco farsi avanti Erminio Restaino che subito spara le sue cartucce propagandistiche parlando di “processi di innovazione e di riforma dei sistemi industriale, agricolo ed economico che daranno fiato ad un nuovo sviluppo regionale”. Peccato che, da anni, ascoltiamo sempre dichiarazioni al futuro. Ma nei decenni passati, signori, il tempo futuro utilizzato nelle dichiarazioni di intenti (e nella propaganda), dove ci ha portati? Campagna elettorale, nient’altro.

Sulle politiche sociali, stendiamo un velo pietoso! Non vogliamo essere disfattisti, ma l’aumento di numero delle associazioni e volontari per “rispondere alle esigenze dei cittadini”, è un dato negativo: se il cittadino è costretto a “far da sé” con associazioni e volontariato, vuol dire che la Politica ha fallito alla grande.

Sulle conclusioni di Antonio Potenza, ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate se la situazione non fosse drammatica! Se le “politiche da saltimbanchi” sono riferite a chi ha gestito la cosa pubblica in questa regione, allora ci si domanda: Ma l’assessore Potenza, in questi ultimi 40 anni, dove ha vissuto? Che cosa ha visto (o non visto) di ciò che è stata la politica in Basilicata? E l’attacco alle civiche (che è condivisibile se ci si riferisce alle “liste civetta” che gli schieramenti hanno utilizzato indiscriminatamente) vuol significare qualcosa di più profondo? Magari è un attacco a quei movimenti che hanno voluto mantenere le distanze dalla vecchia politica, provando a proporre nuovi modelli per la regione; cercando di intercettare il malcontento di tutti quei cittadini che vedevano nel vecchio modo di gestire la “cosa pubblica” un danno per la popolazione?

Se l’attacco a coloro che hanno voluto operare una rottura con la vecchia politica è una sorta di velata minaccia ai movimenti che si muovono per cercare di cambiare qualcosa in questa regione beh… ribadiamo che la nostra corsa anche per le Regionali non si ferma di fronte a queste affermazioni, anzi! E la cosa dovrebbe convincere tutti coloro che sono stanchi di questo “sistema”, e vorrebbero un nuovo modo di fare politica in Basilicata, a muoversi in direzione diametralmente opposta al proclama dei “moderati-riformisti” che soltanto sotto elezioni si propongono di “riformare” quella politica nella quale, fino all’altroieri, hanno fatto il bello e il cattivo tempo.

Le politiche “lontane dalla gente”, finora, le abbiamo viste in Via Verrastro (ex via Anzio). Noi con la gente cerchiamo di parlare!

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