credo che molte cose siano chiare adesso e la verità appaia chiara a chi non ha fette di calcestruzzo sugli occhi…ci hanno impedito di esprimere il nostro dissenso, direttamente attraverso l’invito diffuso a non firmare per le nostre liste, indirettamente, attraverso qualche pagliaccio che ha drenato nel nostro bacino naturale…ora tenetevi de filippo!!!

seguiranno comunicazioni

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urne chiuse

urne chiuse finalmente, ed a prescindere da chi prevarrà, come e perchè, un primo dato emerge chiaramente dai dati dell’affluenza, continua cioè a calare la volontà degli italiani (e dei lucani) di voler ancora sorreggere un meccanismo che proprio la gente non riconosce più, tanto esso è artefatto e rispondente a bisogni che sono sempre altrove, e non certo in quelle schede a cui i cittadini affidano il loro principale diritto, scegliere non solo chi li governerà, ma soprattutto sulla base di quali idee programmatiche e di quali proponimenti a lungo termine costui lo farà…

o meglio, dovrebbe…ed è qui la nota dolente, il punto nodale sui cui alcuni si arrotolano a spiegare un’antipoliticità viscerale dei cittadini verso una politica sentita come “aliena” dai bisogni concreti e dalle aspettative personali e collettive, altri con fare sufficiente a prenderlo come un dato di fatto sociale a cui non è possibile dare risposta, ma che tutto sommato “autorizza” la politica ad arrogarsi il diritto di scegliere ancora per tutti…per tutti coloro che rappresentano meno del 50% degli aventi diritto al voto, come i dati delle affluenze stanno a dimostrare…

si aprono allora scenari “americani”, con maggioranze che rappresentano poco più del 25% dell’elettorato attivo che delegano gli strumenti del governare a chi di fatto rappresenta una parte, seppur importante, ma una sola parte e non certo la maggioranza della volontà popolare…questo è uno dei prezzi che il nostro paese paga a quel concetto astratto di “governabilità” che il bipolarismo pervicace bipartizan presuppone nasca proprio da un sistema che schiaccia le idee al centro fino a renderle quasi del tutto omogenee e ad orientare le scelte dei cittadini non più verso le idee ed i programmi, ma verso la telegenia, l’apparire cioà più o meno coerente ad uno stile, ad una icona di comportamento che dovrebbe sintetizzare le aspettative degli stessi cittadini…altro che governi del fare, da questo sistema nascono governi dell’apparire che vivono nel consenso espresso come un atto di fede, o meglio, come un atto di tifoseria…

a questo ci ha portato non tanto la necessità di governare e prendere decisioni, una pratica politica necessaria causalmente prima ancora che alla politica, al sistema istituzionale, e di prenderle in maniera condivisa almeno idealmente con chi quelle maggioranze ha espresso, ma una degenerazione di quello stesso concetto che divenendo un atto di fede pseudo-religioso (come ogni liturgia di massa sia essa sportiva, che sociale in senso più ampio) perde ogni connotabilità di riconoscimento, di critica e di presupposto di accettazione condivisa…di fatto diviene una “comunione”, un rito di riconoscimento collettivo a cui dover partecipare in quanto elemento della massa che si riconosce in quel rituale, piuttosto che parteciparlo come evento di nemesi personale che presuppone un cambiamento di se stessi…

ma questo riguarda i fan, i fedeli, i partecipanti alla liturgia del voto espresso non per convinzione di star facendo la cosa giusta avendo chiara la corrispondenza tra le proprie aspettative socio-ideali e la scelta che si va a depositare nell’urna, ma per partigianeria, per quel confuso gioco pro-anti che schiaccia la politica ed il governo su un referendum continuo ad un personalismo o ad un “partitismo”, se mi si consente il termine…e gli altri?…coloro che in un modo o nell’altro non si sono recati ai seggi, non hanno scelto (o invece hanno scelto di non scegliere), coloro che dissentono, coloro che non si sentono rappresentati dal “gioco” di una politica che esclude le idee e premia invece le “pratiche”?…

gli altri saranno sempre più lontani dalla politica, almeno apparentemente poichè risulta sempre difficile stabilire quale sia stato il senso dell’astensione, se il non voler dire o il non avere nulla da dire, mentre la politica continuerà a viaggiare sul suo binario, indifferente o quasi al fatto che non vi sia una vera maggioranza a sostenerla, ma solo una parte dei cittadini…la politica continuerà a fare le sue scelte, più o meno autoreferenti ad un sistema di valori o dis-valori (poichè tali appariranno a chi da quella politica non si sente rappresentato) che risulterà assolutamente minoritario nella società, avendo questa espresso per la sua maggioranza assoluta contrarietà proprio a quel sistema…

detto in altri termini, se il 50% o più dei cittadini si astiene dal voto e se il vincente vince con qualcosa più del 50% di quei consensi residui, la legittimità formale e sostanziale del proprio diritto-dovere a governare è sostenuta dal consenso del 25% dei cittadini…un po’ poco davvero per affermare che il popolo si è espresso…

urgono allora non solo profonde modificazioni istituzionali, di fatto una legge elettorale che rappresenti tutte le idee nelle assisi parlamentari e consiliari, lasciando il compito di governare a chi meglio di altri riesce a mediare le differenze di visione in un progetto di governo, ma occorre che la politica torni ad interrogarsi profondamente sul proprio ruolo…se essa cioè abbia il compito di governare e basta, o di dover magari quell’attività basarla su una corrispondenza verificabile e riconoscibile che nasca dalla società e dalla politica venga fatta sintesi e pratica di governo…

in ultima analisi occorre che la politica ritorni alla rappresentanza dei cittadini, in una visione sempre più ideale e legata alla pluralità delle visioni del mondo ed un po’ meno pragmatica e legata agli interessi del momento, poichè se è vero che questo è il paese del machiavelli ed il fine giustifica i mezzi, ne vedremo davvero dei più funebri e terrifici colori per l’intera democrazia per accaparrarsi quel fine, il governo, che è giustificato dai mezzi, il più becero dei populismi qualunquisti cucito sopra il più mortificante clientelismo che si regge su bisogni a cui nessuno si sentirà mai di dare risposte…

buona italia e buona basilicata a tutti… 

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