qualche morsetto…per ora

da controsenso basilicata

INDOVINA CHI VIENE A PRANZO? Miko SOMMA: “Bardi e Rosa la materia Petrolio non la conoscono proprio”

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di Walter De Stradis

Alle ultime Regionali –dopo che qualcuno lo aveva anche indicato tra i papabili candidati governatore del “nuovo centrosinistra unito”- si è ritrovato in lizza con i Verdi, «una formazione che non era la mia». Infatti Michele “Miko” Somma, 56 anni, ristoratore potentino (“La Taverna Oraziana”) e opinionista con la voce da doppiatore del cinema, da sempre è per tutti il leader del “Movimento NO OIL”.

D: Come giustifica la sua esistenza?

Costruendo sul giorno prima e attendendo quello dopo.

D: Entriamo subito nel vivo. La settimana prossima c’è l’incontro con Eni, per il rinnovo delle concessioni. L’assessore Rosa dice che con Total l’accordo si è già raggiunto, ma al momento rimane “riservato”. Che tipo di Regione si sta sedendo a questi tavoli?

R: Una Regione che, tanto per cominciare, non ha capito che si tratta di due segmenti legislativi che sono differenti: Total-Corleto ed Eni-Val D’Agri. Hanno riversato in questa trattativa la pochezza programmatica della fase elettorale. Si presenta quindi una Regione che non ha idee sul futuro petrolifero, si CREDE semplicemente di poter imporre alle multinazionali addirittura la ricerca di un modello di sviluppo per il territorio. Una follia: non siamo in grado di pensarci da soli e chiediamo a loro, come “addendum”, di portare qui aziende che non fanno parte del loro “core” produttivo.

D: Eppure Bardi mena vanto di proporre un’idea di sviluppo con «strategie “NO OIL”, che vedano coinvolte le stesse compagnie petrolifere».

R: Più o meno le stesse fesserie che proponeva De Filippo (ricorderà la storia infinita della “valle produttiva”), o che si sono sentite anche con Pittella: tutta roba messa ad arte sul tavolo per assicurarsi il necessario livello di accettazione da parte dei cittadini.

D: Ma non hanno fatto i compiti o non li vogliono fare?

R: Non conoscono proprio la materia. Lo stesso Gianni Rosa –a cui va riconosciuta buona fede e buona volontà- evidenzia lacune nella conoscenza di come si gestisce un rapporto con le compagnie. Parlavamo prima di segmenti legislativi differenti: per quanto riguarda la concessione Eni, l’accordo del 1998 rientrava nella clausola di “interesse nazionale”: cioè lo Stato considerava “strategiche” quelle risorse e tu-Regione quell’accordo lo dovevi siglare per forza. Gli accordi con Total del 2006 rientrano in un altro tipo di categoria: non c’è più la clausola di interesse nazionale, e quindi con le compagnie si potrebbero avere margini di manovra molto più ampi di quelli avuti con Eni. Gli accordi del 2006 sono stati anche migliorativi (pensiamo all’accordo sul gas o al maggior utilizzo di manodopera locale), ma oggi siamo nella stessa identica posizione, quella di chiedere una munifica concessione di qualcosa.

D: Gianni Rosa però sostiene di aver fatto riaprire delle clausole “blindate”.

R: Già, ma quali? Non vorrei, insomma, che ci si ritrovi col fatto compiuto di una firma

di un accordo più generale, riguardante la messa in produzione degli impianti (non la semplice autorizzazione), con una serie di tipologie amministrative a cui la stessa Total non ha ottemperato come avrebbe dovuto, e che si renderà noto ai cittadini solo quando sarà IRREVOCABILE. Con la scusante che c’era una “clausola di riservatezza”.  

D: A maggior ragione, all’imminente tavolo con Eni bisognerebbe andare con la mazza?

R: Ma anche con un progetto nuovo. Con Total ci sono delle criticità inespresse su cui si potrà intervenire (forti dell’esperienza passata), ma con Eni c’è un rischio reale, palesatosi con inchieste, denunce e quant’altro, e la Regione con quali progetti migliorativi si presenta? Eni potrebbe pararsi tranquillamente con l’ottemperanza a quanto disposto dalla magistratura, ma qui invece c’è da intervenire su una serie di tipologie in atto al centro oli di Viggiano, di cui non si parla neppure.

D: Ho l’impressione che sta per parlarmene lei.

R: Si tratta innanzitutto di “tipologie emissive” (e noi abbiamo una centrale di monitoraggio Arpab che si trova a Masseria Puzzolente, che è sopravento rispetto a dove dovrebbe essere, cioè a est del camino). Il problema è questo: quando arriviamo a momenti emissivi particolarmente intensi, scopriamo che praticamente mai si superano i picchi d’inquinamento. Ma non basta, perché c’è comunque la necessità di capire se due o tre parametri differenti quasi oltre la soglia, messi insieme, non mi creino un momento emissivo comunque pericoloso per l’ambiente. E’ il famoso “controllo dinamico” -che io proponevo nel mio programma- e che andrebbe messo sul tavolo con Eni.    

D: Lei stesso ha una azienda agricola …per intenderci, i prodotti della Val D’Agri lei li usa nel suo ristorante?

R: Se sono stati prodotti tramite l’acqua munta A MONTE del centro oli, sì (i miei prodotti li faccio analizzare di continuo e non trovo tracce mai di nulla). Quindi sì, li uso perché comunque trovo assurdo minare l’economia di una valle e delle persone che vi abitano, lanciando allarmi non comprovabili.

D: Si riferisce a certi colleghi ambientalisti?

R: Soprattutto. Il tema ambiente non va inteso come un’attività “museale” e conservativa, ma va bensì declinato in maniera dinamica, tenendo conto della necessità delle persone, di vivere e produrre. Altrimenti la gente non ti capisce più.

D: Lei, leader di un movimento che si chiama “NO OIL”, è parente diretto di quei Somma che con l’indotto petrolio invece ci lavorano.

R: Sono le contraddizioni della vita. Ho tanto a che vedere con i miei cugini, pensi, che alle ultime elezioni –pur in una regione familistica come questa- non ho avuto alcun aiuto da parte loro! Con loro ho anche dei margini di scontro, che tuttavia si fondano su un dato di fatto: pur magari desiderando che le compagnie se ne vadano, non possiamo far finta che le estrazioni petrolifere non esistano in questa regione. Esistono, e pur volendo io vederle eliminate, occorrerebbe superare tutti i parametri legislativi, politici, di opportunità e di reale volontà della gente, la quale sa bene che il bilancio della Regione –colpevolmente- si fonda sulle royalties.

D: Quindi una regione totalmente “no oil” è un’utopia?

R: Sarebbe realistica se noi si avesse un modello di sviluppo TOTALMENTE NOSTRO che afferisse a quelle che sono le reali potenzialità del territorio, che sono turismo e agricoltura di un certo tipo, insomma quell’unicità antropologica, culturale e produttiva di cui Matera è stata un po’ la punta dell’iceberg.

D: C’è chi dice, però, che proprio il titolo di Matera Capitale europea della cultura sia stato “comprato” grazie al petrolio.

R: È un po’ una faciloneria, un po’ come dire che i politici sono tutti ladri.

D: Se lei potesse prendere sotto braccio il governatore Bardi e parlargli confidenzialmente, cosa gli direbbe?

R: Gli direi di sedersi intorno al tavolo delle trattative economiche con Eni munito della mia parte di programma relativa agli idrocarburi e, in maniera particolare, di quella relativa alla questione Eni Val d’Agri, per porla sotto forma di domanda alla stessa compagnia. Fossi nei panni del presidente direi ai vertici di Eni che possono continuare ad estrarre solo se rispettano quelle condizioni.

D: Quali sono, dunque, queste condizioni?

R: In primis, il sistema di controllo dinamico delle emissioni, che è poi un aspetto che riguarda anche le acque. Significa, cioè, confinare l’attività petrolifera nel momento della produzione, senza altri tipi di intromissioni all’interno della vita politica, culturale e produttiva della Regione Basilicata. In secondo luogo, bisogna fare in modo che le royalties petrolifere non siano più utilizzate per “dopare” il bilancio regionale, attraverso la spesa corrente, ma che siano considerate come una sorta di “fondo sovrano” per gli investimenti infrastrutturali, che saremo noi cittadini a decidere come utilizzare. Aumentare o non aumentare le royalties è un problema che riguarda la legislazione nazionale, anche perché fin quando si rimane ancorati al decreto 625/96 convertito nel 98 etc. le royalties rimarranno al 10%. Si potrebbe discutere in forma di licitazione privata con Eni, chiedendo, extra addendum all’accordo, qualcosa in più. Ma ciò non viene fatto.

Chiederei, inoltre, una ammissione da parte di Eni –al di là del processo- delle ricadute provocate (con tanto di zone d’ombra e ipocrisie) in trent’tanni all’ambiente, al patrimonio agricolo e produttivo del territorio scaturenti dalle attività estrattive, e quindi il pagamento di una tantum, una sorta di pretium doloris. In fondo è chiaro che in presenza di estrazioni petrolifere –e di sotteso l’ammettono anche loro- qualsiasi altro sistema produttivo radicato sul territorio finisce per passare in secondo piano.

D: Il problema tuttavia non è tanto che, se Bardi si incazza con Eni, si alza e va via, bensì il contrario …

R: Ha centrato perfettamente il punto. È stata la paura che hanno avuto tutti quanti fino ad ora. In realtà Eni non se ne andrà mai via, poiché ha un contesto produttivo talmente favorevole da fargli dimenticare situazioni più svantaggiate come i pozzi in Nigeria e in altri paesi ove quotidianamente si verificano attentati, guerre civili e rapimenti di tecnici. Qui da noi invece, mi lasci passare il termine, non si è verificato mai nemmeno un vaffanculo ad uno di loro.

D: Lei al telefono mi ha detto: “già so come andrà a finire”. Mi spiega meglio?

R: Ci siamo mai chiesti quanto petrolio c’è in questa regione? Possibile che ancora crediamo che tutte le risorse siano allocate SOLO nel territorio della Val d’Agri e in quello della Val Camastra (che un tempo erano considerate un unico territorio)? Possibile che ancora oggi crediamo che, con i mezzi di ricerca e di sfruttamento a disposizione delle grandi compagnie, non possano far gola gli stimabili quattro miliardi di barili presenti sul territorio lucano? C’è di più. Sia le estrazioni di gas sia quelle di petrolio nella Val Basento furono interrotte negli anni ‘80, poiché economicamente non convenienti, tuttavia nulla impedisce che, rispetto a concessioni che risultano ancora in essere, qualcuno non chieda la trasformazione in Titolo Unico per decidere di ricominciare l’attività estrattiva, con tutta la potestà legislativa a propria disposizione.

D: È un pericolo reale?

R: Assolutamente sì.

D: Dia il titolo di un libro alla situazione che sta vivendo la nostra regione?

R: “Così parlò Zarathustra”.

D: Un brano musicale?

R: “Canzone per te” di Endrigo, specialmente per la parte del brano in cui l’artista canta “la festa appena cominciata è già finita”.

D:…Quindi la festa per il petrolio è finita da un pezzo?

R: È finita per i lucani, così come tutte le legittime aspettative. Oggi ci troviamo di fronte a una Regione che è costretta a convivere con il petrolio, senza capire cosa stia realmente accadendo, con l’aggravante di aver votato in massa, alle ultime elezioni, per un partito favorevole alle estrazioni. Gianni Rosa può fare l’assessore all’ambiente, ma non può negare che il suo partito è favorevole alle estrazioni petrolifere.

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eni ed agricoltura di qualità, accordo a perdere

(ANSA) – POTENZA, 16 LUG – “Io sono lucano” è il marchio che contrassegnerà i prodotti agroalimentari di qualità della Basilicata, e sarà il protagonista di un progetto complessivo di sostegno e promozione delle filiere agricole, con un fondo di otto milioni di euro, che nasce da un accordo nazionale tra la Coldiretti e l’Eni…

ed ecco come si “fotte” il prodotto lucano, associandolo ad ENI, dal consumatore medio considerata un’azienda coinvolta nei processi di cambiamento climatico, vista la sua natura di compagnia petrolifera…

si vergogni chi se ne è fatto interprete, dall’assessore a coldiretti, dalla camera di commercio all’ente regione che avalla simili strategie lobbystiche nazionali che tendono a colonizzare ormai ogni aspetto della vita economica regionale

ma veniamo al punto tecnico di una strategia a perdere che solo “pensieri corti, cortissimi, praticamente puntiformi” possono accettare localmente, dando per scontato che a livello nazionale l’accordo ha caratteristiche del tutto avulse dal contesto locale…

a parte quanto eni fa in basilicata nella considerazione dei lucani, mia personale e vostra, cari lettori, a livello nazionale ed internazionale dovremmo pur essere coscienti del fatto che una compagnia che estrae e tratta idrocarburi non è proprio il “volano” di una strategia comunicativa di naturalità e sanità dei prodotti, dando per scontato che la stessa eni non mancherà di far apporre il proprio logo al marchio che i prodotti avranno (non penserete mica che fanno beneficenza e che non richiedono un “pedaggio di brand” per tanta gentile dazione)…

pensate al consumatore milanese, romano o tedesco o di qualsiasi paese del mondo come considererebbe un prodotto con simile marchio e se per un qualsiasi, non auspicabile e malaugurato motivo eni venisse coinvolta in qualche incidente a livello locale o internazionale (cosa che tecnicamente non si può escludere), quale sarebbe la reazione verso il prodotto di quel consumatore, una reazione positiva o non invece un rigetto per il prodotto, a prescindere da ogni relazione effettivamente esistente tra lo stesso e la compagnia?…

e localmente conviene alla basilicata ed ai suoi prodotti (quindi agli agricoltori, quelli veri che ogni giorno si spaccano la schiena per conquistarsi una fetta di mercato, non certo alle loro organizzazioni di categoria che hanno altri interessi evidentemente) farsi “trascinare comunicativamente” da simile marchio che seppure veicolerebbe i prodotti verso le catene di distributori eni ed avrebbe un certo peso relazionale nella penetrazione verso mercati esteri, avrebbe una spada di damocle pendente sulla sua vera ed unica caratteristica, la naturalità del prodotto, dei processi produttivi, l’incontaminatezza seppur relativa del suo ambiente e il carattere quasi antropologico che il lucano conserva, la sua semplicità?…

no, non conviene affatto, a meno invece lo scopo di questo accordo non sia proprio un altro tassello di quella famosa e sciamannata colonizzazione, che intimamente eni persegue da tempo  e i politicanti locali avallano dall’alto della propria incapacità intellettiva di comprenderne i pericoli reali (non voglio neppure fare altre considerazioni che sapete bene non appartengono al mio modo di vedere, lasciandole invece ai soliti urlatori di professione (non uso fare nomi di simili personaggi in cerca di autore) che finora hanno fatto danni immani, urlando al lupo per ogni virgola che apparentemente a loro sembrava fuori posto e spesso contribuendo ad abbassare la soglia di attenzione verso i problemi reali che gli idrocarburi hanno portato in regione…

perché a tutti gli effetti per un personaggio come il sottoscritto, che si è sempre speso per questa terra spesso così irriconoscente, tale odierna, generosa dazione non è munificenza, magnanimità o graziosa concessione, ma è un altro pezzo di una strategia che mira direttamente al famoso cluster degli idrocarburi, ovvero un complesso certo produttivo, ma anche culturale, che lega eni alla basilicata nella certezza di starci tanti decenni quanto le immani, e finora non comunicate in via ufficiale, riserve di drocarburi presenti in regione gli consentiranno, con il piglio degli inglesi in india che consentivano quasi tutto ai maharaja indù pur di mantenere in vita l’impero, ovvero lo sfruttamento del subcontinente indiano, limitandosi a qualche sonora lezione in caso di disobbedienza…

come alle ultime elezioni regionali…e credo siano inutili altre parole

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il calo demografico

Istat: italiani 55 milioni, è declino demografico

I dati Istat: -4% di nascite, minimo storico dall’Unità d’Italia

Il declino demografico in Italia è rallentato dalla crescita dei cittadini stranieri: lo dice l’Istat. Dal 2015 la popolazione residente è in diminuzione, configurando per la prima volta negli ultimi 90 anni una fase di declino demografico. Il calo è interamente attribuibile alla popolazione italiana, che scende al 31 dicembre 2018 a 55 milioni 104 mila, 235 mila in meno rispetto all’anno precedente (-0,4%). Rispetto al 2014 la perdita di italiani è pari alla scomparsa di una città grande come Palermo (-677 mila).

L’Istituto di Statistica fa notare che negli ultimi quattro anni i nuovi cittadini per acquisizione della cittadinanza sono stati oltre 638 mila. Senza questo apporto, il calo degli italiani sarebbe stato intorno a 1 milione e 300 mila unità. Nel quadriennio, il contemporaneo aumento di oltre 241 mila unità di cittadini stranieri ha permesso di contenere la perdita complessiva di residenti. Al 31 dicembre 2018 sono 5.255.503 i cittadini stranieri iscritti in anagrafe; rispetto al 2017 sono aumentati di 111 mila (+2,2%) arrivando a costituire l’8,7% del totale della popolazione residente. Il Report dell’Istat sul bilancio demografico diffuso oggi certifica anche che il numero di cittadini stranieri che lasciano il nostro Paese è in lieve flessione (-0,8%) mentre è in aumento l’emigrazione di cittadini italiani (+1,9%).

La diminuzione delle nascite nel 2018 è di oltre 18 mila unità rispetto al 2017 pari al -4% certifica l’Istat. Sono stati iscritti in anagrafe per nascita 439.747 bambini, un nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia. La popolazione residente in Italia è diminuita di 124.427 unità nel 2018 pari al -0,2%. Al primo gennaio 2019 risiedono in Italia 60.359.546 persone, di cui l’8,7% sono straniere. E’ del -3,2% il calo degli iscritti dall’estero dovuto soprattutto alla diminuzione di immigrati stranieri.

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credo inutile aggiungere molti commenti…i figli non si fanno per auspici politici ed in attesa di un clima socio-economico e culturale che possa portare gli italiani a fare più figli, gli stranieri sono gli unici a poter sostenere la natalità…

ed ai tanti, che da razzisti più o meno palesi o da ignoranti più o meno conclamati ingolfano di stupidaggini identitarie da kuklux klan de noantri i social, ricordo che 100 bambini in meno non sono solo una statistica  che li supporta nel loro delirio di salvezza dall’invasione dei migranti, ma sono 6-7 classi di asilo, sono 5-6 classi elementari e poi medie e poi superiori, sono la sopravvivenza di un punto nascita, di un negozio di abbigliamento, di alimentari, di articoli da scuola e via discorrendo la tristezza di una contrazione della ricchezza generale che meno cittadini porta ineludibilmente con se…quindi posti di lavoro in meno, cittadini in meno, senza contare il contemporaneo aumento della vecchiaia della nostra popolazione…

pensateci prima di fare i razzisti cattivi da social e soprattutto pensate che un bimbo che nasce e studia qui non è un immigrato, ma un cittadino italiano che arricchirà non solo l’economia, ma tutta la cultura del paese poiché in se porterà la cultura italiana che avrà respirato qui e la cultura del suo paese di origine

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cinguettii lucani…

Spero vi rendiate conto del cinguettio amoroso tra ENI e nuovo corso politico in regione…

De Scalzi (ENI) parla di 2 MW di rinnovabili da installare, dimenticando che ci sono permessi da ottenere, la regione mostra disponibilità per bocca di Cicala sindaco (roba casalinga, insomma), i sindacati appecorati su vuote parole d’ordine (fuoriuscita dal fossile dove si produce petrolio fa sorridere), i valdagrini aspettano 200 delle migliaia di posti di lavoro promessi in campagna elettorale (dimenticando se hanno o meno competenze)…

tutti felici, anche i pessimi schierati di tg3 bas, che gongolano…

peccato che la prima cosa che ENI dovrebbe fare è la bonifica di quanto inquinato da oltre 400 tonn. di greggio fuoriuscite in sei mesi da un serbatoio fratturato e senza doppio fondo, senza che si “accorgessero” di nulla, andare ad un nuovo processo tra i tanti che già deve sostenere, finirla di millantare miracoli prossimi venturi come ossi per il cane in vista del rinnovo della concessione in autunno…

benvenuti nella Lucania di bardi e della lega…

io farei anche un comunicato stampa, ma vigeva censura sui giornali e TV locali nei miei confronti in epoca pittelliana, ci sarà ancora oggi in epoca bardo-leghista

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cominciamo bene…

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l’inizio è promettente…fare subito meglio del csx non sarebbe stato poi tanto difficile, ma questi il “vizietto” lo hanno nel genoma

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nessun augurio alla nuova giunta regionale

non auguro alcun buon lavoro a questa giunta regionale, del tutto inadeguata nei suoi assessori e nata da una forma d’odio certo giustificato per il csx lucano ed i suoi esponenti, ma espressa dai cittadini lucani tanto visceralmente e senza pensare da aver creato un monstre che certo non tutelerà i loro interessi…

perchè gli interessi da tutelare per bardi&co. sono evidentemente altrove, nel manuale cencelli di un governo nazionale lega, fratelli d’italia e forza italia che già prepara la “spartonzia” nazionale, dopo aver ordito quella regionale, e nelle “comparizie” con ENI ed i signori di una forma di sviluppo che passerà sopra il territorio, le sue vocazioni e la sua cultura resiliente…

ed a preparargli la strada i 5fessi che con questa modifica costituzionale tesa a ridurre il numero di parlamentari ridurrà la nostra rappresentanza, e così la nostra espressione democratica, alle sole forze di maggioranza…

mala tempora currunt…occorre organizzarsi per resistere

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analisi del voto in val d’agri…

risponde al vero che in val d’agri, particolarmente tra i comuni di tramutola, paterno, marsico nuovo, marsicovetere (villa d’agri), grumento, moliterno, sarconi, spinoso, montemurro e giù fino a policoro, per orientare il voto sono stati promessi agli elettori migliaia di posti di lavoro al centro olii di viggiano (che per quanto millantato in promessa, a breve dovrebbe fare più o meno 10.000 occupati) o in un fantomatico indotto?…
si, risponde al vero e non si tratta di voto di scambio, che presuppone la tangibilità di una prestazione alla base dello scambio, ma, trattandosi di generica promessa, di pura presa per il culo…
si vergognino i candidati, soprattutto gli eletti, e si vergognino i cittadini per quanto sono ingenui e per come hanno svenduto il proprio voto

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non sono io che devo vergognarmi…

Bene, facciamo un po’ di analisi del voto, condita anche con un qualche razione di immancabile risentimento personale che cercherò però di tenere basso, sul voto del 24 marzo…

La regione sembra abbia seguito l’onda lunga del salvinismo che impazza nel paese e sul quale in analisi abbiamo detto tutto o quasi tutto (ed il peggio sembra debba ancora venire, perché le ondate di tsumani fanno danni all’andata ed in risacca e lasciamo immense quantità di detriti), ma rimaniamo incollati al voto lucano, perchè è proprio qui che il paradosso si esplicita nella psicopatologia di massa…

Come dico spesso, gli elettori hanno sempre ragione, anche quando hanno evidentemente torto, e questa volta, ancora una volta, l’effetto 4 marzo è sceso come una cortina di ferro sulle opinioni dei lucani chiamati al voto per giudicare 5 anni di fallimentare politica pittelliana che sono seguiti ad altre non esaltanti consiliature, e questa cortina di ferro ha scatenato la punizione – eh si, perché di punizione si tratta – verso un sistema di potere a guida centrosinistra e pd sentito come avverso agli interessi generali e personali (non vorrei si dimenticasse questa componente che in una regione ancora dominata dal familismo più o meno amorale come importante fattore culturale ed identitario) e tale trasformatosi dopo incrollabili fiducie ventennali allo stesso…

Ed è evidente che i lucani per punire pittella ed il pd, con annesso satellitume centrosinistrorso, hanno scelto non solo il centrodestra, che pure poteva essere una reazione democraticamente corretta, ma in modo particolare la lega, la lega di salvini…

Nulla quaestio sulla legittimità dell’orientamento al voto, ma si sono chiesti i cittadini lucani se la lega rappresenta davvero i propri interessi o se non sia un semplice sfogatoio usato in maniera estrema che alla fine, punendo il centrosinistra, finirà per punire i lucani stessi?…

Forse in una regione ossessionata dall’incubo di colonizzazione del petrolio, con annessi e connessi ambientali, sanitari, economici (perché alla nostra economia di danni ne ha fatti e ne farà ancora tanti), votare per un partito che sul petrolio lucano si è chiaramente espresso come a suo tempo si espresse renzi, ovvero il petrolio c’è e ce lo prendiamo, non rappresenta affatto gli interessi dei lucani che sfogandosi per il tradimento delle loro aspettative da parte della sinistra, si sono evirati con il voto proprio a chi promette di fare peggio…

per chiarezza aumentare le estrazioni fino al raggiungimento della quota prevista dalla strategia energetica nazionale del 2013 (fine governo monti), 15% del fabbisogno nazionale globale di energia, ovvero circa 400-450.000 barili al giorno, nella generica promessa di aumento delle royalties che a questo punto non sappiamo se perseguibile con un modifica dell’articolo 45 della legge 99/09 (che le fissa al 10% di cui del famoso 3% dell’ex bonus carburanti che ad oggi è evaporato), articolo che se avessero voluto loro ed i loro sodali soprammobili grillini, avrebbero già modificato, o semplicemente e come appare più scontato, nella logica di un lobbysmo delle compagnie che sembra aver cambiato solo cavallo, come sempre, aumentando a dismisura il quoziente estrattivo che già l’art. 38 dello sblocca italia renziano e successive modifiche prevedeva e rendeva semplice (titolo unico)…

e per il sottoscritto che di petrolio se ne intende, la seconda via sarà quella praticata, quindi sappiano i lucani che hanno votato lega per punire il centrosinistra che il nuovo padrone li nutrirà a pane e petrolio, o meglio inquinamento da petrolio, perché guardate, è sintomatico che a viggiano salvini con felpa “vald’agri” (si, l’ignoranza è tale), caschetto eni e di fianco ad un signore che è il re dei rifiuti petroliferi, ciò che preannuncia è che tutto rimarrà come prima, anzi peggio, poiché aumentando ritmi e volumi estrattivi, più rifiuti ci saranno, in più siti andranno stoccati, più “robaccia” finirà altrove…spero che sia chiaro, conterranei leghisti…

e se a questo aggiungiamo il picchettaggio pre-squadrista che soprattutto in val d’agri – a proposito, si scrive così – ha costretto la gente a subire vere e proprie intimidazioni al voto per salvini, quando le promesse di impiego nel nuovo sistema sembravano non bastare e forse non era ancora bastata la bolla di suggestione social che ha fatto apparire l’ondata della lega come attraente per la famosa teoria del gregge, portando al paradosso di eleggere un candidato incapace di esprimersi (non correttamente, proprio di esprimersi) tanto che al suo posto lo faceva il fratello, pittelliano “quagliato” alla lega, quindi più o meno all’ovile forzitaliota dove pittella lo prelevò qualche anno fa, la cosa assume contorni inquietanti…

ma non voglio dilungarmi a discutere del voto di costoro che – bravi, vi identifica per ciò che siete – quanto di quello che è accaduto a sinistra…qui siamo arrivati al paradosso del tafazzismo più estremo, quello che arriva a coincidere con l’arte o meglio con alcune sue forme che vedono nell’autolesione il climax di un processo di dissoluzione dell’individuo senziente…

e mi spiego…capendo ciò che ha portato all’assurda candidatura di trerotola, lanciato come agnello sacrificale nell’agone ed a cui va il mio rispetto per la croce che ha accettato di portare, pur non possedendo alcuna delle caratteristiche di comunicazione e di portato politico che pure sarebbe occorso ad un candidato presidente di una coalizione in evidente necessità di dover riprendere consensi erosi proprio dal pittelismo califfale e da una ben orchestrata campagna mediatica per far apparire ancor più gravi ed irrimediabili, se non usando la categoria dell’eccesso autolesionista, gli errori comunque evidenti della giunta regionale, forse capiamo la genesi di questa assurdo voto…

e di questa candidatura pochi hanno capito che in realtà non era pittella ad aver scelto trerotola, sebbene l’annuncio egli aveva voluto fosse suo per quell’arrogante tratto caratteriale che non ho mai sopportato dell’uomo – quasi, mi scelgo il successore quindi l’impressione che rimando è che comando ancora io – quanto l’apparato di vecchi e giovani vecchi saggi che ha “ben” pensato di suggerirlo per risolvere una situazione bloccata dalla testardaggine suicida di marcello pittella che ben sapeva che a nulla avrebbe portato quel suo insistere su di se come candidato e dalla ancor più assurda testardaggine degli altri di volersi opporre non suggerendo nomi plausibili al contesto creatosi, ovvero che costui e la sua parte potesse accettare come compromesso…tra i nomi doveva esserci quello del sottoscritto, ma è una storia che racconterò a parte e come fatto molto biografico e poco agiografico, perché questo non è accaduto e la scelta invece è ricaduta sul povero trerotola…

quindi primo equivoco, il candidato era scelto da pittella, ovviamente un non-argomento “caricato” da chi proprio non voleva accettare che si ricomponesse anche emergenzialmente un quadro unitario perché o aveva bisogno di caratterizzarsi identitariamente per affermare che esisteva o perché senza saperlo lavorava per la destra poiché divideva invece di unire o perché proprio non aveva capito che in un sistema maggioritario o si sta insieme – e la qualità dello stare insieme lo determini appunto standoci – per tentare un’operazione salvataggio della regione e non del centrosinistra (perché di questo si trattava) o si perde e consegnando all’avversario la stessa alla fine si è inconsciamente lavorato per questo…

mi riferisco ovviamente ai “compagni” della lista tramutoli, ed a quanti invece non hanno votato o hanno annullato o fatto scheda bianca e mi riferisco a loro senza recriminare, ma per farli riflettere sul danno occorso alla regione da una non volontà di dialogo e da un uso appunto autolesionista del voto…

ora chiarendo che i numeri sommati di csx e basilicata possibile non sembrano potessero cambiare il quadro di molto il quadro del voto, semmai approssimando ad una più onorevole sconfitta dell’universo sinistra, ma forse immaginando che un quadro unitario avrebbe portato a minore o forse nulla fuoriuscita di voto nullo o astensionismo – parlavo infatti di una sorta di comitato regionale di liberazione da comporre prima della presentazione delle liste, ovvero quell’unità di fronte al pericolo che è dovere delle forze democratiche che non si è avuto la maturità di perseguire, almeno tentandoci – un ragionamento dobbiamo pur farlo…

e partiamo allora dall’assurda indisposizione del pd diviso in intestine correnti filo/contro pittella ed a sua volta diviso quel contro in altre intestine correnti (cosa che di fatto ha portato a tre liste con cui quel partito si è presentato) a riuscire a discutere di altro che non di se stesso – la malattia che tuttora sembra affliggerlo anche dopo l’elezione di un ecumenico segretario a cui personalmente darei almeno il beneficio del dubbio – e che nella realtà dell’orgia confusa che si è consumata al park hotel di potenza in 3-4 giorni e notti di tiro alla fune ha di fatto portato ad una tregua armata fondata appunto su tre liste ed un candidato farmacista del tutto impreparato al ruolo (e ripeto lo dico con il massimo rispetto dell’uomo trerotola)…il pd quindi non ha dialogato con la lista tramutoli, primo punto…

ma diciamo anche che la lista di basilicata possibile sin dall’inizio non ha voluto affatto discutere e ne è prova il tentativo dal sottoscritto personalmente tentato in tempi non sospetti sin dall’estate che non ha sortito alcun effetto se non sentirsi opporre dei cafoneschi rifiuti proferiti da segretari di partito che avevano già deciso per la conta identitaria, quando io stesso mi ero offerto a garante di quel dialogo almeno potenziale, forse immaginando costoro di riuscire ad essere attrattivi verso l’elettorato di csx deluso, forse immaginando di poter essere attrattivi verso un elettorato deluso dai grillini…ma dicevo ne parlerò in seguito, dicendo ora soltanto che l’unica vera attrattiva è stata verso il mio personale elettorato con un fenomeno di killeraggio politico mortificante e da cui deriveranno alcune mie scelte per il futuro…

nei fatti si è andati divisi e si è perso – forse si sarebbe perso lo stesso, forse no, ma probabilmente occorreva provare per impedire che circa 10.000 elettori di sinistra non votassero o votassero nulla – nell’aggravante quasi ridicola che si è così favorita non solo la destra che forse appunto avrebbe anche vinto lo stesso, ma la consegna dell’opposizione intera in consiglio regionale proprio a 4 pittella&friends che nei fatti sono gli unici eletti a sinistra…forse devo essere più chiaro?..

se in consiglio regionale non siederà per i relativamente pochi voti valerio tramutoli o il maggior eletto della sua lista, cosa che forse in una coalizione allargata e vincente sarebbe accaduta, non siederanno neppure ex consiglieri che comunque dei segnali di discontinuità politica o amministrativa dal passato pure avevano testimoniato (mi riferisco a piero lacorazza ed a francesco pietrantuono per essere chiaro, che pur non essendo dei no oil, anche in ritardo qualcosa avevano tentato per frenare la deriva petrolista) e non siederà neppure il sottoscritto che testardamente aveva tentato con la lista dei verdi molto improvvisata e senza costrutto ideale pienamente condiviso, visti anche i tempi ristretti e che proprio per il suo tentativo è stato punito tanto pesantemente da aver maturato la certezza di non voler mai più tentare esperienze elettorali…

ed avendo allora il sottoscritto, immaginato a ragione di poter contare 2-3000 voti dove sono andati i miei voti?…ci ragioneremo con calma, ma per il momento posso certificare che tanti, in val d’agri a paterno, villa dagri e tramutola, pur esternati in promessa sono invece nella giornata di sabato finiti altrove per i motivi espressi inizialmente (visite a casa e telefonate che li hanno convinti a fare altro e non voglio neppure pensare a quale sarà la faccia di costoro all’incontrarmi) e tanti altri “rubati” dalla lista tramutoli nella suggestione indotta o esplicitata e di cui qualcuno un domani dovrà rendermi conto, che “io stessi con il pd”, che “mi fossi venduto”, che “fossi usato”, che “mi era stato promesso qualcosa” e tutta una serie di mortificanti bugie di cui si sta delineando il quadro e le responsabilità…ma è appunto un’altra storia…diciamo allora che non ha convinto la mia posizione di maturità politica (non voglio usare il termine responsabilità) e chiudiamola qui anche umanamente e non solo politicamente…e chi vuol intendere a modo suo nella sua testaccia piena di social, intenda come gli pare…

il dato finale è uno ed uno solo, la regione è andata alla lega che è socio di maggioranza di una compagine di improvvisati e voltagabbana che farà danni enormi alla regione soprattutto sul petrolio – e stampatevelo bene in testa la parola petrolio associata a queste elezioni, perché il lobbysmo delle compagnie, avendo cambiato cavallo, si è scatenato come mai a ribadire che la regione deve essere sua e la sua destinazione essere un unico campo petrolifero, che la regione avrà una opposizione consiliare fatta di soli pittelliani, che l’universo di ricomposizione è lontano, molto lontano, forse anche troppo lontano per uno come il sottoscritto che avrà fatto anche una figuraccia elettorale, ma continua ad andare a testa alta perché ha fatto ciò che credeva andava fatto, resistere per provare poi a cambiare…

le colpe sono di tutti, dei lucani ingenui che credono alle strenne dei pifferai di turno, del csx che non riesce a chiedere scusa ed ammettere di non aver risposto alle richieste dei lucani, degli astensionisti pilateschi, degli identitari senza alcuna altra identità di che non siano le mani tenute in tasca, e forse anche di me stesso per la mia ingenuità di credere che basti provare a ragionare per far ragionare, ma non sono io che devo vergognarmi, siete voi che dovete chiedere scusa a voi stessi per aver consegnato la ragione al settarismo velleitario del suicida che non ha inteso ancora il vento della deriva suprematista che a breve infurierà nel paese e che forse, forse, potevamo provare a fermare in questa piccola regione che oggi abbiamo tutti offerta, nuda, fragile, ad un satiro pericoloso e polipone…

miko somma

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gli sdoganati

L'immagine può contenere: una o più persone e persone in piediieri a potenza…gli sdoganati…semplici bracciali, direte…sarà, ma a me questi segnali danno sempre da pensare, perché suprematismo, identitarismo e neonazismi in salsa putiniana (un idolo per le nuove destre) si coniugano bene con l’idiozia di chi per un pugno di voti permette l’ingresso nel corpo sociale di virus tanto pericolosi pur apparentemente innocui…rimandiamo a casa salvini e lo schifo che sta già inquinando questa terra democratica

 

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perchè mi sono candidato…

era già da un po’ che meditavo di scrivere qui sul blog, strumento più riflessivo dei social, il perché della mia candidatura con i verdi nella coalizione per trerotola presidente, cosa questa che non deve lasciare stupiti, visto che da tempo raccontavo della necessità di unire le diversità, reali, a volte anche profonde, andando alla ricerca di un minimo comun denominatore che, nel caso di queste regionali, significava necessariamente stare insieme, condividendo in primis la necessità di opporsi alla lega e ad un centrodestra sempre più a destra, sempre più leghista, sempre più becero, riunendo un campo civile che sapesse riportare al centro il primo dei valori democratici, la civile convivenza tra idee ed esperienze diverse, il pluralismo e la salvaguardia di quei valori che – ricordo – discendono proprio dalla conquista della democrazia dopo la tragedia del fascismo e della guerra, discendono cioè dall’antifascismo come valore cementante un’alleanza democratica che nel paese, tra alti, bassi e tanti luoghi oscuri della memoria, ha però retto 70 anni, assicurando diritti e grandi conquiste sociali…

ed in seconda battuta condividendo una necessità ormai impellente di cambiamento che risiede non solo nell’epifenomeno 4 marzo che ha “svegliato” alcuni, ma nella cogenza di un percorso rapido e solido verso un paese ed una regione rafforzata proprio da un cambiamento ormai irrinunciabile che anche una candidatura come la mia nella lista dei verdi può assicurare verrà messo in moto…

si, perché se dovessimo frenare la lega giocando solo sulla legittima paura di questi barbari e non invece su un cambio di passo e strategia, una maturazione, non avrebbe perso una parte politica terribile, feroce e fondamentalmente pericolosa vero la democrazia e verso la nostra terra e vinto un’altra parte verso cui rimango costruttivamente critico, ma la regione ed il suo futuro…

il cdx, al pari dei loro “soci” 5 stelle (quando si firma un “contratto” si è tali per la logica ed il diritto romano che oggi dobbiamo difendere anche da rivoli di pericoloso diritto naturale alieno alla cultura del nostro paese), sono la materializzazione di un sentimento di rivalsa, di forca, di gogna che non si fonda su altra base politica che le viscere rabbiose ed incoerenti con cui tanti confondono il cambiamento stesso ed un più prosaico “levati tu che mi metto io” che viene spacciato per “salvezza”, mentre in realtà si fonda sull’odioso concetto del “nemico” a cui additare tutti i mali…

mali che ovviamente sarebbe inutile e fuorviante negare o diminuire nel loro portato di errori storici, culturali, di strategia e di visione a medio-lungo termine che il csx pure ha praticato e commesso, e che però non vengono portati a motivo razionale da coloro che pure li hanno condivisi nella pratica della loro storia personale e patrimoniale (e chi conosce la storia politica, manageriale ed imprenditoriale di questa regione sa di cosa parlo), quanto ad istigazione feroce che non postula alcun pensiero che non sia la vendetta che assume il carattere di programma che non cambia alcun programma, vestendosi invece da programma…

e con ciò voglio dire che se si condanna da parte della destra e dei 5 stelle, tanto per stare sul concreto di un esempio lampante, la gestione della faccenda idrocarburi, non si ripropongono poi con attori diversi gli stessi errori di copione (nello specifico la questione petrolio non è affare di royalties o di sole royalties, quanto di danni ambientali, sanitari, culturali, di programmazione e naturalmente di prospettiva lunga vero un futuro che semmai da una gestione oculata di queste risorse poteva essere anche attraversato strumentalmente), ovvero parlando di petrolio come sole royalties, ribadendone la necessità di un aumento che, se si fosse davvero voluto e non solo millantato propagandisticamente a pochi giorni dal voto, andava affrontato in parlamento con una semplice modifica al testo dell’art 45 della legge 99/09 (leggi grillini) ovvero parlando di sottintesi (neanche troppo) aumenti delle quantità di estratto come base sostanziale per la “gentile concessione” di infrastrutture, servano poi esse davvero ad una regione che dovrebbe ripensarsi invece anche rispetto a queste per leggere un suo futuro…

è in atto quindi una guerra di distrazione di massa dove la necessità di cambiare attori diviene più importante della necessità di rivedere un copione che non funziona, nell’aggravante di un’onda lunga e preoccupante di una sostanziale antidemocrazia fondata sul selfie, significante post-moderno di balconi di antica e triste memoria, che ha invaso il paese di una curiosa, corrosiva, massiva, conformista e belante idiozia di massa fondata appunto sul nemico presunto l’immigrato, il piddino, il comunista, l’ambientalista, il papa, le ong, gli intellettuali, il diverso sessuale, familiare, culturale, e non certo sul vero nemico, un sistema economico che né la lega, né i grillini discutono minimamente, limitandosi a blandirne semmai alcuni effetti nefasti con un reddito di cittadinanza che paga la collettività invece che i protagonisti delle grandi trasformazioni economiche che hanno impoverito persino le classi medie, tanto che anche chi ha un lavoro non è fuori pericolo di povertà (la parte più prettamente economica del disagio), o con la legittima difesa riformata a far west del criterio soggettivo, dove il tuo bene diventa parte biologica di te, con la negazione del criterio di asilo e salvataggio, perché “ci rubano il lavoro, le donne e persino le merendine”, con le autonomie differenziate che sostanziano istituzionalmente due paesi, uno ricco, l’altro serbatoio di lavoro a cottimo, tanto per far capire che dai piemontesi in poi la recita è sempre quella del meridionale pezzente e scansafatiche, e via discorrendo le nefandezze di una risposta falsa e fuorviante al disagio psichico di una società spaventata ed insicura a cui offri un bersaglio su cui sfogarsi, ma non la via d’uscita dalla paura che invece sarebbe un’economia solidale e coesiva nel solco di un cambiamento di paradigma produttivo ormai divenuto stringente e che per storia personale e politica sento di potere e dovere rappresentare oggi…

ed è anche per questa battaglia per il mio paese, oltre che per difendere la mia terra dal veleno prodotto da costoro, che mi candido…per ribadire che fintanto che si sbaglia in una democrazia si può cambiare strada, ma perso lo strumento della democrazia – perché costoro lo stanno disperdendo in nome di un oscuro potere personale – nessun cambio sarà consentito e sarà allora necessario un calvario di rinascita che questo paese ha già affrontato e che vorrei tanto poter risparmiare all’italia, a partire da questa piccola regione che mi onorerò di rappresentare, credendo fermamente che con la civiltà ed il dialogo sincero e concludente tanto si possa cambiare…in meglio…

parola di un candidato consigliere di cui conoscete tutti le intenzioni…sarà ed è già una battaglia che voglio vincere con tutti i miei corregionali, con quanti mi sosterranno con il loro voto, sia in provincia di potenza, che in provincia di matera, alla lista dei verdi nella coalizione a sostegno di carlo trerotola presidente, sia per quanti non lo faranno…

miko somma

 

 

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a potenza e matera, scegli il tuo futuro

credo che lo spazio apertosi con la mia doppia candidatura a matera ed a potenza come capolista per un partito a me affine, i verdi, che ringrazio per la stima e la fiducia dimostratami, lo occuperò di temi per la nostra regione all’insegna di quel cambio di paradigma produttivo che qui, più che altrove, possiamo realizzare senza intaccare il tessuto produttivo e preservando la nostra meravigliosa terra, la nostra storia, la nostra comunità…non sarà una campagna elettorale come le altre!!!..

L'immagine può contenere: una o più persone, occhiali e testo

starò sempre sui temi che mi sono cari ed il programma che avrei seguito come candidato presidente – i fatti hanno purtroppo voluto altro – lo farò diventare il mio intransigente manifesto di amore per questa terra ed il suo futuro, che mi impegno a costruire e far costruire…quindi ora sapete cosa andrei a fare in quel consiglio regionale, se avrò l’onore di poter rappresentare il vostro voto sia a potenza che a matera…si comincia, dunque…

p.s. è comunque aperto il sondaggio per il candidato più affascinante
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il mio appello al cambiamento ed all’unità

occorre un segnale, forte, adesso, senza attendere permessi o indicazioni da roma, ma seguendo la strada di un rinnovamento coraggioso che è dovuto al popolo lucano ed alla grande bellezza di questa terra che deve diventare un esempio per tutta europa di come coniugare sviluppo, ambiente, cultura con i piedi ben saldi nel passato e la testa che guarda al futuro che nasce da quel passato…chiedo coraggio, tanto coraggio a chi ha l'onere di una decisione ed a tutti gli uomini e le donne lucane che necessitano e vogliono tornare a respirare…sostenete la scelta di coraggio che oggi chiedo al centrosinistra lucano, quella di cambiare

Pubblicato da Miko Somma su Venerdì 15 febbraio 2019

occorre un segnale, forte, adesso, senza attendere permessi o indicazioni da roma, ma seguendo la strada di un rinnovamento coraggioso che è dovuto al popolo lucano ed alla grande bellezza di questa terra che deve diventare un esempio per tutta europa di come coniugare sviluppo, ambiente, cultura con i piedi ben saldi nel passato e la testa che guarda al futuro che nasce da quel passato…chiedo coraggio, tanto coraggio a chi ha l’onere di una decisione ed a tutti gli uomini e le donne lucane che necessitano e vogliono tornare a respirare…sostenete la scelta di coraggio che oggi chiedo al centrosinistra lucano, quella di cambiare

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addio opportunity, la tua è stata una grande storia durata 15 anni

Addio al rover Opportunity. E’ stato uno degli esploratori di Marte in assoluto più longevi e che per 15 anni ha raccolto dati e immagini che hanno fatto il giro del mondo, rivelando molti segreti del pianeta rosso. “Il rover è morto. La sua missione è compiuta”, ha annunciato questa sera la Nasa, dopo un lungo periodo e innumerevoli tentativi nei quali, inutilmente, si è cercato di ristabilire i contatti con il veicolo.

 

rappresentazione artistica di opportunity

autoritratto composto del rover nel cratere endurance

un panorama della valle della perseveranza con le impronte lasciate dal rover

Opportunity aveva smesso di comunicare con il centro di controllo a Terra dal 10 giugno 2018, quando era stato travolto da una violenta tempesta di sabbia, fra le peggiori osservate su Marte negli ultimi anni. Soltanto in settembre il rover era riemerso e scovarlo nella polvere era stato il satellite Mars Reconnaissance Orbiter (Mro) della Nasa, in una delle sue orbite intorno a Marte. ‘Oppy’, come lo chiamano i ricercatori della Nasa, appariva come un puntino luminoso, ma continuava a restare in silenzio. Sono stati oltre un migliaio i tentativi di ristabilire una comunicazione da parte del Jet Propulsion Laboratory (Jlp) della Nasa, responsabile della missione, tutti purtroppo inutili.

D’altro canto quella di Opportunity è stata una lunghissima carriera. Il rover era infatti arrivato sul suolo marziano il 24 gennaio 2004 e 20 giorni più tardi era arrivato il ‘fratello’ Spirit, un rover del tutto identico che ha concluso la sua carriera nel febbraio 2010 per colpa di una ruota imprigionata nella sabbia di un cratere.

Da allora Opportunity ha proseguito da solo la sua missione, percorrendo 45 chilometri rispetto al chilometro per cui era stato programmato e funzionando 60 volte in più del previsto. Nulla di più adatto a lui, quindi, che concludere la lunga carriera nella Valle della Perseveranza.”Non avrei potuto immaginare un luogo migliore”, ha detto il direttore del Jpl, Michael Watkins.
Nella sua lunga carriera Opportunity ha inviato a Terra 217.000 immagini, comprese 15.360 foto panoramiche; ha visitato 53 rocce analizzandone i minerali; ha rilevato spie della presenza di passata di acqua, come l’ematite e ha scoperto che il cratere Endeavour in un lontano passato è stato un lago.

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