Bocciatura sì… ma alternative?

Solito copia e incolla dal sito istituzionale  

Rosa e Pici: Basilicata di De Filippo bocciata senza appelli

22/06/2011 10:21
Per i consiglieri regionali del Pdl il centrosinistra continua “a minimizzare i problemi e ad evitare di affrontare le criticità”

ACR“Affissi nelle città di Potenza e di Matera dei manifesti del Popolo della Libertà di Basilicata, che costituiscono l’inizio di una nuova campagna di informazione politica con la quale si vuole focalizzare l’attenzione della pubblica opinione su questioni riguardanti i problemi cruciali della Basilicata”. Ad annunciarlo Gianni Rosa, vice coordinatore regionale vicario del Pdl e Mariano Pici, vice coordinatore provinciale vicario. “Si rimarca con forza – dicono gli esponenti del Pdl – l’inerzia dell’attività del centrosinistra lucano e la mancanza di una loro visione sul futuro della nostra regione. I partiti di potere lucani, partendo dall’Udc per finire alla Sel, si sono sempre contraddistinti in un’abilità comunicativa, bravi nel mistificare la realtà dei dati economici e sociali e altrettanto bravi nello scandire la ripetitiva filastrocca addossando la mancata risoluzione dei problemi e l’incapacità di governare all’ostracismo di un Governo nazionale di centrodestra. Da mesi si sente l’eco della reclame ‘l’innovazione Continua’, ma quale innovazione verrebbe da chiedersi. Che si tratti di nuovi metodi che permettano alla oligarchia lucana di perpetuarsi a continuo danno dei lucani? Nel manifesto affisso – specificano Rosa e Pici – è riportata una frase emblematica del presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo, pronunciata durate di lavori della Giornata dell’Economia Lucana tenutasi a Matera il 6 maggio che recita ‘la Basilicata sta mettendo in campo una sua strategia, che scruta una prospettiva possibile per i sistemi produttivi della regione, ma con una prudenza che significa politiche che tengano conto del fatto che il corso dei prossimi anni non è semplicemente e facilmente prevedibile’. Quale è – chiedono Rosa e Pici – questa strategia e quale prudenza? Quali risultati ha prodotto in questi anni? Intanto – aggiungono – oggi incassiamo il giudizio negativo dell’Agenzia internazionale di rating Moody’s che definisce la Basilicata a rischio di downgrade, ovvero di declassamento causato da indebitamento, mancanza di crescita economica e dati negativi dell’economia locale, che anche il quotidiano ‘La Repubblica’ ha messo in risalto, oltre che naturalmente la stampa specializzata a partire da ‘ Il Sole 24 Ore’. Si tratta di quella stessa Agenzia che il presidente De Filippo citava sempre a sostegno della sua azione amministrativa, tutto questo dopo aver incassato e minimizzato le critiche di Bankitalia e Svimez”. “Ecco alcuni dati dei risultati – sottolineano Rosa e Pici – ottenuti in Basilicata grazie alla ‘strategia e prudenza’ riportati nel manifesto: povertà relativa delle famiglie Italia 10,8 per cento, Basilicata al 25,1 per cento (Istat); la Basilicata perde nel 2010 da gennaio a novembre 1.012 cittadini (Istat); il reddito medio in Italia è di 19. mila euro mentre in Basilicata si ferma a 14.580 euro (Il sole 24 Ore); il tasso di disoccupazione giovanile italiano è del 24,5 per cento mentre in Lucania balza al 38,3 (Eurostat). Eppure – concludono Rosa e Pici – ancora continuano ad affermare che va tutto bene, a minimizzare i problemi, ad evitare di affrontare le criticità. La Basilicata di De Filippo non ha appelli: bocciata”.

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Ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate se la situazione non fosse di quelle tali da smorzare qualsiasi tipo di ilarità!!! A quanto pare, i consiglieri di opposizione Rosa e Pici cominciano a rendersi conto della filosofia del Governatore De Filippo, e che noi di Comunità Lucana – Movimento No oil abbiamo definito “Tuttappostismo”. E fa, altresì, piacere che i consiglieri di opposizione abbiano preso contezza di ciò che da diversi anni questo nostro movimento va “urlando nel deserto” (consentitemi una citazione evangelica!!!). Bene!!!! Prendiamo atto di ciò! Ma Basta una presa di coscienza per far sì che la rotta politica di questa Giunta Regionale possa cambiare? Ovvio che no!!! E’ un primo passo, ma ai primi passi, se si vuole, bisogna farne seguire degli altri. Per esempio, la frase del Governatore riportata in questo comunicato

“La Basilicata sta mettendo in campo una sua strategia, che scruta una prospettiva possibile per i sistemi produttivi della regione, ma con una prudenza che significa politiche che tengano conto del fatto che il corso dei prossimi anni non è semplicemente e facilmente prevedibile”

a noi pare una semplice acrobazia dialettica per rimandare alle calende greche una qualsiasi decisione “positiva” per questa regione.Una domanda ai consiglieri Rosa e Pici: La bocciatura alla Basilicata di De Filippo è cosa fin troppo evidente. Ma compito dell’opposizione non sarebbe quello di fare delle proposte alternative? Fino a questo momento, dobbiamo prendere atto che di proposte alternative non ce ne sono state. Fermo restando il nostro apprezzamento per l’impegno mostrato finora, si può concludere che ai NO devono seguire delle motivazioni valide e delle controproposte.

Antonio Bevilacqua

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LA CASSAZIONE SI PRONUNCIA.

Dal sito dell’agenzia ANSA, copio e incollo

  

Nucleare, si’ a referendum

  

Il 12 e 13 giugno si terrà la consultazione

ROMA – La Corte di Cassazione ha stabilito che il 12 e 13 giugno si terrà il referendum sul nucleare.

E’ stata così accolta l’istanza presentata dal Pd che chiede di trasferire il quesito sulle nuove norme appena votate nel dl omnibus: quindi la richiesta di abrogazione rimane la stessa, ma invece di applicarsi alla precedente legge si applicherà appunto alle nuove norme sulla produzione di energia nucleare (art. 5 commi 1 e 8).

COMITATI REFERENDUM FESTEGGIANO DAVANTI CASSAZIONE – I comitati per il referendum contro il nucleare, l’Italia dei Valori, e i verdi stanno festeggiando davanti alla Corte di Cassazione la notizia del sì al referendum per il 12 e 13 giugno. “E’ una grande vittoria della democrazia – ha detto il presidente regionale veneto dei Verdi, Bonessio – perché mette al riparo i referendum da attacchi futuri con lo strumenti di eventuali altri decreti omnibus. Ora è importante continuare la campagna di informazione per raggiungere il quorum necessario il giorno del referendum”.

BINDI: ITALIANI DIMOSTRERANNO MATURITA’ VOTANDO SI’ – Il via libera della Cassazione restituisce ai cittadini quel diritto al voto sul referendum contro il nucleare che il governo aveva tentato di scippare. E ora l’opinione pubblica, contrariamente a ciò che pensa il Presidente del Consiglio, potrà dimostare la sua maturità votanto sì a tutti i quesiti”. Lo afferma il Presidente dell’Assemblea Nazionale del Pd e Vicepresidente della Camera Rosy Bindi.

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FOTOVOLTAICO SELVAGGIO.

Zuzzurellando per siti internet, mi imbatto in questo articolo della Gazzetta del Mezzogiorno. Interessante notare come l’iniziativa di fare chiarezza sulla situazione, sia partita da un Presidente di Provincia. Nella nostra regione, nonostante sia dalle pagine di questo blog, sia a “viva voce”, in tutte le situazioni di incontri (politici e non) ai quali abbiamo partecipato intervenendo nella discussione, si sia rimarcato, senza mezzi termini, che i campi fotovoltaici che si voleva impiantare qui da noi, avessero la bieca caratteristica di essere “studiati” ad hoc per aggirare le procedure di VIA, nulla si è mai mosso nella direzione di provare almeno a chiarire il tutto! Differenze di consapevolezza e responsabilità da parte di diversi amministratori? O dobbiamo pensare che, magari, oberati dal troppo lavoro, gli amministratori di questa regione si siano fatti sfuggire certi dettagli? Il beneficio del dubbio è concesso sempre e comunque ma, visto che da altre parti (non in capo al mondo, ma nella regione immediatamente confinante con la nostra), qualcuno ha avuto la voglia di andare fino in fondo per cercare di chiarire, auspichiamo che analogo sforzo avvenga in questa regione dove, come si può vedere andando in giro per le campagne, i campi fotovoltaici stanno proliferando in maniera preoccupante. Adesso, con questa notizia, non si può avere più nessuna possibilità di dire: “Non lo sapevo”. O no?

Antonio Bevilacqua – Responsabile (immeritatamente) per la città di Potenza di Comunità Lucana – Movimento no oil.

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EMERGENZA RIFIUTI? NO, GRAZIE!

Si parla di rifiuti e discariche, da qualche tempo, in questa Regione. Se ne parla, il più delle volte, in maniera a dir poco tendenziosa… nel senso che, si vorrebbe inculcare nella gente, l’idea che in Basilicata si è prossimi ad una situazione critica – se non d’emergenza – che richiede soluzioni “tampone” in attesa della messa a regime dei vari Piani Rifiuti redatti dalle Province.

Per chiunque abbia voglia di leggere qualcosa sull’argomento, vi sono vari articoli presi dal sito della Regione Basilicata:

 

http://www.basilicatanet.it/basilicatanet/site/Basilicatanet/detail.jsp?sec=1005&otype=1012&id=539213&value=AGR

 

http://www.basilicatanet.it/basilicatanet/site/Basilicatanet/detail.jsp?sec=1005&otype=1012&id=539235&value=AGR

 

http://www.basilicatanet.it/basilicatanet/site/Basilicatanet/detail.jsp?sec=1005&otype=1012&id=539243&value=AGR

 

Inoltre, abbiamo anche un’interrogazione del Consigliere Mario Venezia sull’”annoso” problema.

Interrogazione Venezia su discarica di La Martella

26/10/2010 16:49

Presentata dal consigliere del Pdl una interrogazione per conoscere le motivazioni che hanno indotto il Presidente della Giunta a decidere in merito al conferimento presso la discarica di La Martella dei rifiuti urbani di Potenza

 

ACR

“Dure le proteste a Matera dopo che il Presidente della Giunta regionale della Basilicata ha disposto il conferimento, in sei mesi, di 4.392 tonnellate di rifiuti urbani nella discarica di La Martella provenienti dalla zona di Potenza centro, che riunisce numerosi comuni del potentino, ed in particolare dalla stazione di trasferenza di Tito Scalo”. Ad evidenziarlo il consigliere regionale del Pdl, Mario Venezia.
“Dalla scorsa settimana – continua Venezia – due camion, quotidianamente, trasportano i rifiuti urbani del capoluogo di regione nel capoluogo materano, innescando così la protesta dei cittadini della zona, già esausti per le esalazioni provenienti dall’area della discarica. La mia preoccupazione – dice Venezia – come quella dei cittadini materani è dovuta, inoltre, alla temuta saturazione della discarica per i lavori di ampliamento di questa e, non ultimo, per la paventata realizzazione di una nuova discarica e di incenerimento dei rifiuti anche presso gli impianti di biomassa ed i cementifici I cittadini in accordo con la Ola (Organizzazione Lucana ambientalista) ormai presidiano la discarica giorno e notte con un gazebo montato davanti all’ingresso di La Martella”.
“Ho presentato – comunica il consigliere – un’interrogazione urgente per conoscere le motivazioni che hanno indotto il Presidente della Giunta ad emettere l’ordinanza e per comprendere quali siano le reali cause che hanno indotto la Regione a non varare un piano dei rifiuti in linea con i tempi ed idoneo ad evitare situazioni incresciose simili a quelle della vicina Campania. I cittadini – conclude Venezia – sono stanchi ed esausti, sia per il continuo sperpero di denaro pubblico, sia per il palese e minimizzato rischio per la salute di un’intera comunità costretta a convivere con cumuli di rifiuti”.

A noi di Comunità Lucana – Movimento no oil, tutta questa diatriba risulta stucchevole. E il fatto che, in tutta questa vicenda, si riesca anche a strumentalizzare l’antico “campanilismo” che impera tra i due capoluoghi, ci dispiace non poco! Il campanilismo, a nostro avviso, dovrebbe essere la “nota di colore” presente in luoghi come il XXI Settembre a Matera, o l’Alfredo Viviani a Potenza… e sempre nei limiti di un bonario “sfottò”! Mai in termini di manifestazioni di odiosa violenza di cui le opposte tifoserie pure sono state protagoniste.

Ecco, fare in modo che le antiche “ruggini” tra cugini possano essere sfruttate, alla fine, per realizzare ciò che da tempo andiamo paventando e denunciando, è cosa che ci preoccupa non poco… qualcuno parla a vanvera di situazioni simili a quelle della discarica di Terzigno!!! Andiamoci piano con certi paragoni!!! Perché due camion al giorno non sono neppure paragonabili ai 30-40 al giorno della discarica campana!!! Non è che si cerca di creare climi allarmistici e avvelenati per poi, risolvere tutto con una bella “spalmata” di inceneritori (Termovalorizzatori è una parola insulsa e falsa) che possano, ancora una volta, rendere questa regione invivibile? Abbiamo paura che questa situazione, strumentalizzata a dovere, altro non sia che il Cavallo di Troia per l’ennesima conquista del nostro territorio.

Ma stiano tranquilli tutti: abbiamo la nostra proposta: Un piano Rifiuti studiato nei minimi dettagli che, nel giro di qualche giorno, presenteremo alla stampa!!! Una volta presentata la nostra proposta, sarà facile capire come tutta questa vicenda, altro non è che l’ennesimo tentativo di fare di questa Regione un qualcosa che poco ha a che fare con le sue peculiarità principali. E vedremo cosa saranno capaci di inventarsi per denigrare, svilire o, addirittura, “cestinare” una proposta che, da parte nostra, ha richiesto mesi di lavoro e studio!!!

 

A presto, con la presentazione del nostro piano Rifiuti. Nel frattempo, vogliamo sperare che non si strumentalizzi ulteriormente una situazione che nulla ha a che vedere con l’emergenza Campana, e ancor meno ha a che spartire con la situazione Potenza contro Matera!!!

 

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La Prof.ssa Albina Colella a capo dell’associazione per la tutela della salute

Pubblichiamo il seguente comunicato stampa tratto dal Quotidiano della Basilicata

E’ nata a Potenza l’associazione per “la tutela della salute Basilicata” che ha la finalità di promuovere la salvaguardia e la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.  Alla luce delle sempre più frequenti denunce che si levano sullo stato dell’inquinamento del territorio lucano e sul record di malattie tumorali in Basilicata, l’Associazione si prefigge di fare chiarezza su tali allarmismi, di capire quello che realmente accade e di fornire una sintesi efficace semplice ed immediata fruibile ai cittadini. Allo scopo l’Associazione promuove la verifica che i parametri di impatto sull’aria, , suolo rientrino nei limiti di norma e verifiche eziologiche dei dati epidemiologici. L’Associazione inoltre: 1) intende agire civilmente per la tutela, la salvaguardia e la conservazione del diritto alla salute dei cittadini che risiedono, lavorano, dimorano in Basilicata; 2) si propone di dare la massima collaborazione ad enti ed organismi locali,regionali, nazionali e internazionali e interagisce con comitati, associazioni e persone fisiche o giuridiche; 3) promuove azioni di comunicazione; 4) esercita funzioni di sorveglianza e sdtimolo. Presidente dell’associazione é stata eletta Albina Colella professore ordinario di Geologia dell’Università della Basilicata. Tra i soci ci sono esperti in ingegneria, geologia, chimica, biologia, medicina dell’ambiente nonché avvocati, giornalisti e ufficiali di polizia esperti in reati in materia ambientale. Le iscrizioni sono aperte a tutti coloro che siano effettivamente sensibili e attenti alle problematiche e siano pronti anche ad impegnarsi in una logica di servizio sociale, mettendo a disposizione la propria professionalità e tempo.Per iscrizioni si può fare riferimento al sito facebook e alla mail colella@horatiocat.com.

Inutile sottolineare che l’associazione avrà lo spazio e il sostegno che merita anche da questo Comitato e da Comunità Lucana – Movimento no oil.

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Sempre e solo Propaganda!

Sempre dal sito istituzionale, e sempre col famigerato copia-incolla

De Filippo: sconfiggere gli stereotipi sul Sud

10/10/2010 11:32
Intervento al convegno “Sud, familismo amorale e crisi civile

AGR“Oggi più che mai il Mezzogiorno ha bisogno di un nuovo scatto di reni per rispondere in modo efficace alla crisi economica che ha colpito il mondo”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, intervenendo al convegno sul tema “Sud, familismo amorale e civile” organizzato a Pertosa (Sa) dall’osservatorio permanente sul dopo sisma e dalla Fondazione Mida.
“E oggi più che mai – ha aggiunto De Filippo – occorre leggere lo studio di Banfield sul familismo amorale dedotto da un’analisi sociologica effettuata proprio in un paesino lucano, in una nuova prospettiva storica, in una nuova dimensione antropologica. Oggi, infatti, molte cose sono cambiate, a partire dalla qualità della pubblica amministrazione che nel corso degli ultimi anni ha saputo impostare un nuovo quadro di relazioni più aperte con le altre regioni, con il Mezzogiorno, con il mondo. La Basilicata ha saputo distinguersi nel panorama meridionale su diverse azioni come, per citarne alcune, la riduzione delle Aziende sanitarie e di altri enti, la infrastrutturazione tecnologica, la tenuta dei bilanci, gli screening in materia oncologica e così via. Ma, soprattutto, ormai da tempo ha saputo aprire i suoi confini e affacciarsi sul mondo con un nuovo sguardo tentando di sconfiggere i luoghi comuni che ancora oggi, a prescindere dallo studio di Banfield, attanagliano il Mezzogiorno. Il Sud deve sapersi imporre sul resto del Paese per offrirsi in una dimensione capace di rompere gli stereotipi che l’hanno condizionato fino ad oggi. In questo contesto, però, il Governo nazionale non ci aiuta. Anzi, alcuni suoi autorevoli rappresentanti fanno di tutto per indebolire il Mezzogiorno richiamando immagini orami vecchie e desuete. Sono convinto che, al contrario, il Mezzogiorno, attraverso il buon governo saprà riscattarsi offrendo di sè la sua reale immagine di comunità operosa e sana”.

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    Tra “scatti di reni” e presunte rotture con “gli stereotipi” che hanno caratterizzato il “mezzogiorno” (come ama definirlo il Governatore, a quanto pare) da sempre, ci pare di cogliere, in quest’articolo, un tentativo di esportare anche oltre i confini Regionali il “Tuttappostismo” che, nella nostra regione, continua ad essere il motto che va per la maggiore… da parte dei politici, ovviamente! Rilettura del “Familismo amorale”? Ce ne sarebbero da dire di cose su questo argomento… che nella nostra regione si è ben aggiornato ai tempi, da parecchio!!! Ma, evidentemente, questo è solo il punto di partenza di un discorso che, a leggere queste comunicazioni, suona solo ed esclusivamente, come Propaganda bell’e buona! Lungi da noi il voler solo pensare che il Governo nazionale possa essere migliore di come vuol dipingerlo il Presidente De Filippo. Ma ci sia consentito, anche, affermare che il “buon governo” di cui va parlando il Governatore, a noi, pare la solita boutade propagandistica. Di quale buon governo ci parla De Filippo? Del buon governo di questa regione? Se i risultati di questo buon governo sono quelli che sono sotto gli occhi di tutti, evidentemente, non ci siamo! Solo Propaganda (e anche, ormai, stantia) quella che viene fuori da questo comunicato. Propaganda di cui, perdonateci l’ardire, avremmo fatto volentieri a meno. Forse perché, da tempo immemorabile, ci sarebbe bisogno di un progetto, di un’idea nuova e, soprattutto, vera, per il futuro di questa regione e dell’intero “mezzogiorno”. Ma se le cose continuano ad andare così, bisognerà pure domandarsi il perché! Non credete? L’unico “mezzogiorno” certo, purtroppo per noi (e per i nostri politici-amministratori) è quello che, quotidianamente, ritorna sulle lancette dell’orologio… e con il quale, con questi politici-amministratori, sempre più gente di questa regione, di questo meridione e di questo paese deve fare i  conti: perché, ogni giorno che passa, i conti non tornano!

Meditiamoci su!

E cominciamo a pensare che ci sono altre vie da percorrere. E la propaganda non ci porterà da nessuna parte!

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Figli e Figliastri.

Ancora sul tema mense scolastiche, con il solito copia e incolla

Tisci, (Pdl) su contributo Regione a Comune di Potenza     

10/10/2010 16:04   BAS “Il Contributo che la Regione Basilicata si accinge a dare al Comune di Potenza per il funzionamento dei servizi scolastici è l’ennesimo tentativo di salvare il sindaco di Potenza dalla dichiarazione di fallimento economico-politco e crea una seria disparità fra il Comune di Potenza e gli altri Comuni delle Regione e, quindi, fra i cittadini di Potenza e quelli degli altri Comuni”. Lo sostiene Antonio Tisci, Coordinatore Provinciale Pdl – Potenza.
“L’assurdo di questo provvedimento è sotto gli occhi di tutti, così come è sotto gli occhi di tutti la sua potenziale lesione dei diritti di uguaglianza di opportunità da parte di tutti i cittadini. Se questa misura dovesse essere adottata, infatti, i cittadini della Regione non residenti nel Comune di Potenza, pagherebbero due volte i servizi scolastici, una volta per i propri figli nel Comune di residenza, una seconda volta, indirettamente e per il tramite dell’intervento regionale, nel Comune Capoluogo.
E’ di tutta evidenza, infatti, che nella misura in cui i servizi scolastici siano a carico delle casse della Regione Basilicata e, quindi, della fiscalità generale, saranno indirettamente i cittadini degli altri Comuni a garantire il servizio nella città di Potenza con un assurdo logico a danno dei cittadini e degli amministratori di quei Comuni che hanno la sventura di aver garantito bilanci sani ma di non essere il simbolo e il principale serbatoio elettorale del centrosinistra lucano.
L’approvazione definitiva di detto provvedimento – conclude Tisci – capovolgerebbe tutte le regole base dell’amministrazione, premiando le amministrazioni incapaci a danno di quelle sane e violando i principi di uguaglianza formale davanti alla legge e di parità delle opportunità, facendo emergere chiaramente che per il centrosnistra lucano esistono studenti di serie A e studenti di serie B, essendo quelli della provincia destinati a militare nella seconda serie per il solo fatto di essere residenti in Comuni della Provincia”.
    _________________________________________________________________________________________________  L’analisi di Antonio Tisci è condivisibile, anche se a mio avviso, non sufficiente. Il perché è presto spiegato: Vogliamo prendere per buone le dichiarazioni dei consiglieri dell’opposizione qualche giorno fa, i quali facevano notare come, nel bilancio del Comune, non fossero presenti poste stanziate a favore delle mense (ed altri servizi, presumibilmente). Continuo a ripetere che la mensa scolastica non è un fatto episodico, che si verifica raramente: E’ un “problema” che si ripresenta ogni anno alla ripresa delle lezioni!!! Dimenticarsi di stanziare, in fase di bilancio preventivo, la somma necessaria, è un fatto G R A V E!!!Pertanto, il “soccorso” da parte della Regione Basilicata, pur giungendo gradito ai genitori, che potranno usufruire di un servizio importante per i propri figli, è da considerarsi, comunque, discriminatorio nei confronti di quei genitori dei rimanenti 130 comuni che, indirettamente, dovranno sobbarcarsi l’onere di mantenere attivo il servizio mensa anche dei bambini Potentini!!! Cosa ancor più grave se, come sembra, il tutto avviene anche per “leggerezza” (voglio usare un eufemismo) amministrativa.Alla luce di tutto questo, si può pensare che in questa regione esistano Figli e Figliastri? Ovvero, comuni di serie A e di serie B?

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Cronache di un fallimento?

Dal sito della Regione “prelevo” questo articolo:

Napoli: Regione intervenga a sostegno del Comune capoluogo

08/10/2010 10:43
Per l’esponente del Pdl “il Sindaco Santarsiero sembra essere lasciato da solo a seguire le sorti di un destino crudele a cui appare destinata la città che rappresenta”

ACR“Dai banchi del Consiglio comunale di Potenza si è alzato forte il grido d’allarme attraverso il quale si invoca un intervento economico della Regione Basilicata per evitare il tracollo della città capoluogo. È evidente che la misura dell’insostenibilità amministrativa sia ormai colma, il tappo sta per saltare tanto che lo stesso Sindaco Santarsiero si è visto costretto ad affermare pubblicamente di avvertire il senso del malessere che i cittadini trasmettono” A sostenerlo è il consigliere regionale e comunale del Pdl, Michele Napoli il quale fa sapere che “in sede di approvazione della delibera sugli equilibri di bilancio, unanime è stata la richiesta dei consiglieri di riconoscere a Potenza un ruolo particolare, quello di città di riferimento per l’intero territorio regionale. Tale ruolo comporta e richiama irrimediabilmente al dovere di accoglienza e di ospitalità che, di conseguenza, comporta dei costi. Per questo viene chiesto al maggiore ente territoriale un particolare riconoscimento economico”.

“L’opposizione – prosegue Napoli – si è dichiarata disponibile a sostenere questa tesi, si è resa disponibile al dialogo, a rendersi parte attiva nelle sollecitazioni per arrivare ad ottenere l’inserimento nel bilancio regionale di un fondo a sostegno del capoluogo. A certe condizioni naturalmente, quelle che prevedono dei vincoli da stabilire rispetto ad una scala di priorità, quelle che toccano il nervo scoperto della società potentina. Ciò che dispiace – afferma l’esponente del Pdl – è che, da parte della maggioranza in Regione, non arrivano segnali. Si corre il rischio che questo grido d’allarme cada nel vuoto, così come accadde lo scorso anno quando venne presentata in Consiglio regionale una proposta a sostegno della città di Potenza. Quella risorsa finì per essere frammentata in mille rivoli disseminati a pioggia sul territorio senza che nessuno ne abbia tratto seri benefici”.

“Anche quest’anno –conclude Napoli – il silenzio domina, nessuna presa di posizione da parte dei gruppi politici di maggioranza, nemmeno dal Pd, partito di appartenenza del Sindaco Santarsiero che sembra essere lasciato da solo a seguire le sorti di un destino crudele a cui appare destinata la città che rappresenta. La maggioranza regionale nicchia dando la netta impressione di voler accompagnare il capoluogo ed il suo Sindaco verso quell’isolamento che ha tanto il sapore della vendetta politica”.

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Non c’è che dire! Non fa assolutamente piacere che si sia arrivati ad una situazione tale da dover sperare nell’intervento del massimo Organo istituzionale! Ma molti di noi ricordano ciò che “aleggiava” nell’aria di piena campagna elettorale di poco più di un anno fa, quando qualche Ministro di questa Repubblica prometteva, in caso di vittoria del Centrodestra, una “pezza” di 100 milioni di euro per sanare una situazione finanziaria prossima al disastro! Il centrodestra non ha vinto, e la città non saprà mai se quel ministro dicesse la verità o la sua fosse soltanto una boutade propagandistica. Ma la memoria non ci fa difetto e, sempre con riferimento allo stesso periodo, ci ricordiamo di quanto il Sindaco Santarsiero propagandasse le tantissime cose fatte e le innumerevoli cose che avrebbe fatto (qualche confronto televisivo l’abbiamo seguito,e qualche comizio l’abbiamo ascoltato). Peccato che la propaganda non risolva il problema di una voragine debitoria che, ogni volta che si presenta un’esigenza reale (vedi mense scolastiche e scuolabus), ritorna d’attualità! E non interessa più a nessuno il fatto che questa voragine sia colpa di chi, in precedenza, ha amministrato questa città. Se in cinque anni  (ora siamo al sesto) di amministrazione, non si è stati capaci di provare, almeno, ad arginare una situazione disastrosa (sia pure ereditata), poi non si può pensare che il malessere che il sindaco avverte nella sua cittadinanza non possa essere, ad un certo punto, anche dipeso da errori da lui commessi!!!

L’opposizione in Consiglio Regionale è disponibile a far approvare una “manovra” di bilancio che possa portare ossigeno alle casse comunali? Con l’auspicio che un eventuale stanziamento non si perda in mille rivoli – perifrasi che somiglia tanto ad un eufemismo per “politica clientelare solita” – disseminati a pioggia? Apprezzabile tentativo, ovviamente. Nella speranza che in Viale Verrastro ci si “armi” di buona volontà per cercare la soluzione migliore per il capoluogo!!! Nella speranza che questo sia soltanto un intervento tampone, finalizzato a tendere una mano ad un’amministrazione in evidente difficoltà, ma con l’impegno, da parte della Giunta Santarsiero a muoversi, per il futuro, in modo da invertire la rotta! E nella speranza che il “quiescente” popolo potentino rimanga, appunto, quiescente e paziente.

Troppe speranze e nessuna luce all’orizzonte, purtroppo.

Antonio Bevilacqua

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Ancora il problema mense scolastiche nel Comune di Potenza.

Copia – incolla dal sito istituzionale della Regione Basilicata (è una mia fissa… ma il conflitto di interesse mio personale me lo voglio giocare tutto)

Comune Pz, Molinari: come riattivare la mensa scolastica

03/10/2010 09:48BAS“Siamo disposti a votare subito una variazione di bilancio per destinare i fondi necessari a far ripartire le mense nel Comune di Potenza. Si dovrebbero recuperare almeno 200 mila euro per la riattivazione del servizio.” Lo hanno detto, nel corso di una conferenza stampa ieri mattina, i gruppi di opposizione in seno al Consiglio comunale di Potenza che hanno illustrato ai giornalisti la loro proposta per garantire il servizio mensa nel capoluogo. Presenti all’incontro con la stampa il Coordinatore dei gruppi di opposizione Giuseppe Molinari, i consiglieri Angelo Laieta (Dec), Antonino Imbesi (Pdl), Francesco Fanelli (Pdl), Salvatore Lacerra (Mal), Giuseppe Ferraro (I Socialisti).“I fondi necessari per riattivare la mensa nelle scuole del capoluogo– hanno spiegato – potrebbero essere recuperati dalle spese previste per le opere pubbliche non ancora appaltate. L’amministrazione di Potenza avrebbe dovuto affrontare la questione già da luglio in quanto – hanno continuato i consiglieri di minoranza – era già a conoscenza del debito storico e dei tagli che hanno riguardato tutti i comuni, tra i quali forse Potenza è l’unico dove non è ancora partito il servizio per le mense scolastiche. Questo problema riguarda numerose famiglie molte delle quali pagano il servizio mensa sia negli asili paritari che in quelli comunali e statali”.

“Il Comune di Potenza – hanno sottolineato – avrebbe potuto trovare una soluzione diversa con il gestore del servizio anche chiedendogli di riprendere il lavoro, solo temporaneamente senza soldi”.

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La proposta di Molinari (e di tutti gli altri rappresentanti dell’opposizione) sembrerebbe sensata. Magari avrà preso le sue informazioni sul Patto di stabilità che incombe sulla Regione, e avrà, almeno per ora, abbandonato l’idea di chiedere aiuto al massimo organo istituzionale territoriale! Ma la mia riflessione vuole spingersi ben oltre l’emergenza. Da troppi anni ascoltiamo autocelebrazioni del Sindaco (e del suo seguito, in Comune e fuori) su ciò che si è fatto e ciò che ancora si deve fare. Sembrerebbe, in piccolo, ciò che avviene a livello nazionale… dove abbiamo il Capo del Governo (e i suoi uomini, fuori e dentro il governo) che continuano a parlare di “Governo del fare”, elencando “millanta” provvedimenti e decisioni mentre, purtroppo per noi, il paese non se la passa assolutamente bene! Identica cosa (fatte le dovute proporzioni) accade nella nostra città: un Sindaco che non perde occasione per “strombazzare” ai quattro venti tutte le opere e decisioni prese per il bene di questa città… salvo, poi, rendersi conto di quanto, invece, le cose non vadano proprio come dovrebbero. Un'”amministrazione comunale del fare” che mi fa sorridere. Eh sì! Perché tutti stiamo a dare addosso al Ministro Gelmini per come sta provando a “demolire” la scuola pubblica, senza voler vedere che, in casa nostra, non è che la situazione sia messa meglio. Perché se si parla di servizio mensa che non parte nelle scuole del capoluogo (per una presunta “distrazione” in fase di redazione del bilancio, pare), e sulla Città di Potenza aleggia un ulteriore spettro, riguardante il servizio “Scuolabus”, allora vuol dire che le cose non differiscono rispetto alla situazione nazionale. Eppure, a ragionarci su, il colore politico delle due realtà dovrebbe (a questo punto il condizionale è d’obbligo) essere differente!!! Ma i risultati, che sono sotto gli occhi di tutti, paiono esattamente gli stessi. A una reiterata promessa di conclusione dei lavori sulla Salerno – Reggio propagandata dal Premier, fa eco, a livello locale, un “favoloso” Nodo Complesso che dovrebbe risolvere i problemi della viabilità cittadina… anche se, magari, non abbiamo ancora sentito parlare di potenziamento di quel servizio pubblico dei trasporti che dovrebbe completare le opere di collegamento verticale (Ponte attrezzato e scale mobili varie) e che, quello sì, potrebbe risolvere il problema del traffico cittadino!!!

Insomma: se il Governo nazionale, di Centrodestra, ci parla di ciò che non si percepisce, dimenticandosi di parlarci di ciò che, invece, si percepisce benissimo, uno si aspetterebbe che un Governo locale di Centrosinistra, dovrebbe andare in direzione differente. A quanto pare, non è così! Intanto, non abbiamo ascoltato, almeno finora, nè il Sindaco, nè gli assessori responsabili, pronunciarsi sul problema delle mense scolastiche. Eppure il malcontento di tantissimi genitori che stanno “subendo” la situazione, è palpabile!!! Come se ne verrà fuori?

Antonio Bevilacqua

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Mense scolastiche: La pessima figura del Comune di Potenza.

Prima di iniziare questo articolo, voglio premettere una cosa importante: sono padre di una bimba di 4 anni che frequenta la Scuola dell’Infanzia (quello che una buona parte di noi continua a chiamare Asilo). Pertanto chi legge sappia che è possibile (anzi, è matematicamente certo), da parte mia, un coinvolgimento piuttosto personale in tutto ciò che andrò a scrivere (qualcuno potrebbe chiamarlo “Conflitto d’interesse”… mi sta bene!!!).

Voglio premettere, ancora, che l’unico articolo sull’argomento che mi è capitato di trovare sul sito della Regione (nonostante la protesta e il malcontento dei genitori potentini stia montando da diversi giorni) è il seguente

Mense scuole, domani conferenza dell’opposizione Comune Pz

01/10/2010 18:41BAS

Domani 2 ottobre ore 10,30 nella sala delle Commissioni nel Palazzo del Consiglio Comunale di Potenza, in piazza Matteotti, i gruppi di opposizione in seno al Consiglio comunale incontreranno la stampa alla quale presenteranno idee e proposte per la riattivazione della mensa scolastica nelle scuole del capoluogo.

Esprimendo, con fermezza, il disappunto per il disinteresse che la testata istituzionale ha dimostrato nei confronti di tutta questa vicenda, mi preme affermare che, almeno per me, per Comunità Lucana – Movimento no oil, per i membri dell’opposizione in Consiglio Comunale e per un congruo numero di genitori che si trovano in una situazione di disagio non da poco (per la venuta meno, almeno per ora, di un servizio essenziale), l’argomento meritava un tipo di trattamento piuttosto differente da quello che, invece, c’è stato. Al Tg3 Basilicata abbiamo potuto vedere (e ascoltare), nell’edizione delle ore 14.00, quelle che sono le posizioni e le informazioni che sono venute fuori dalla conferenza stampa che si è tenuta questa mattina. Sostanzialmente, abbiamo potuto scoprire che, per quanto riguarda le mense scolastiche, in bilancio non era prevista alcuna cifra!!! La cosa mi ha lasciato del tutto basito… eh sì?!? Perché non si tratta di una voce di bilancio di quelle che possono sfuggire: dal momento che, almeno a rigor di logica, un servizio come quello delle mense scolastiche è un servizio che ritorna periodicamente ogni anno, nell’organizzazione di un Comune che possa definirsi “moderno” e, aggiungerei, civile! E’ inspiegabile, per il sottoscritto, che in fase di bilancio preventivo ci sia potuta essere una dimenticanza del genere!!! E’ come se un qualunque padre di famiglia si dimenticasse di mettere in conto, nel bilancio familiare, le ipotetiche spese da sostenere per il Vitto dei membri di detta famiglia! Assurdo, quindi, ciò che ci è toccato ascoltare oggi!!!

Ma non vogliamo essere i soliti “sfascisti” di turno (già ce lo sentiamo dire quotidianamente…); attendiamo, a questo punto, che il Sindaco Vito Santarsiero e l’assessore al bilancio, Federico Pace ci chiariscano la situazione.

Ad onor del vero, il Tg3 ha già provato a spiegare che la situazione debitoria del Comune è di quelle da non sottovalutare; ma il servizio ha voluto fare anche più di quello che avrebbe dovuto fare: e cioè solo ed esclusivamente informazione! Perché tirare fuori “storie” che, probabilmente sono già state tirate fuori un numero illimitato di volte dal Sindaco (come l’accusa, giusta o meno poco importa, di una situazione finanziaria piuttosto disastrosa ereditata dall’amministrazione precedente, con svariati milioni di euro di debiti) ci è sembrata una cosa che esula dal dovere di un servizio giornalistico!!! Le accuse alle amministrazioni precedenti sono una prassi di qualunque amministratore, lo sappiamo; una testata giornalistica dovrebbe limitarsi a dare le informazioni. Il servizio di oggi, invece, mi pare che andasse oltre la semplice informazione di una situazione debitoria di circa 140 milioni di euro.

Comunque, tanto per concludere questa “digressione”, direi che siamo in attesa di chiarimenti da parte dell’amministrazione comunale che vadano al di là delle semplici accuse alle precedenti amministrazioni!!!

Ah, tanto per aggiungere altre problematiche alla già pesante situazione: Qualcuno ha ventilato l’ipotesi di un intervento della Regione Basilicata nella questione. Si sentono, in giro, voci di possibili fondi che verrebbero da Viale Verrastro per tamponare il problema. Ora, il sottoscritto, per lavoro, ha a che fare anche con erogazioni della Regione Basilicata. Siamo in un periodo di “Patto di Stabilità”. La Regione sta “centellinando” gli accrediti a tutti gli enti che erogano pagamenti… si può pensare che la Regione, che già ha parzialmente chiuso i rubinetti nei confronti di enti per i quali i fondi erano in poste di bilancio, possa aggirare il patto di stabilità per provare a tamponare la situazione? Io ho il sospetto che ciò non sia molto facile. Se qualcosa potrà venire da parte del massimo organo istituzionale regionale, questo verrà con l’anno nuovo!

Nel frattempo? I bimbi delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie cosa dovranno fare? Portarsi un panino per calmierare i morsi della fame e ritornare a pranzo a casa? Ma, soprattutto, cosa potranno fare quei genitori (e sono tantissimi) che, lavorando entrambi, non potranno fare i salti mortali per lasciare il lavoro e andare a prendere i figli a scuola alle 13,30? E tutto ciò, presumibilmente, fino all’anno nuovo?

Siamo in attesa di conoscere cosa accadrà (e il sottoscritto è interessato personalmente  alla soluzione di questo problema)!!!

Antonio Bevilacqua. 

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Opposizione al pozzo dei Calanchi anche via Fax!

Un aggiornamento per chi volesse guadagnare tempo e inviare la propria contrarietà alla VIA: ora si può fare anche via Fax! Di seguito il documento da stampare, il numero di fax al quale inviare il documento e la raccomandazione di siglare ogni pagina e allegare copia del documento di identità. Analogo il discorso (come da commento dell’amico Astronik al post precedente) per quanto riguarda i titolari di posta elettronica certificata.

Fax 0971 669082

Fax con valore ufficiale ai sensi del DPR 445/2000, art. 43 comma 6.

data

Alla Regione Basilicata
Ufficio compatibilità Ambientale
via V. Verrastro
85100 – POTENZA

Oggetto: Opposizione alla procedura di VIA per pozzo di esplorazione “fiume Cavone 1 dir” in territorio di Pisticci, Permesso di ricerca Montalbano, Regione Basilicata, depositata il 30 luglio 2010 all’Ufficio Compatibilità ambientale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, dalla Medoilgas Civita Ltd, con sede a Roma in via Cornelia 498.

Lo scrivente ( riportare gli estremi Nome Cognome nato a…. il ……e residente a…. in —————————)- si oppone alla VIA in oggetto per i seguenti motivi :

L’area dei Calanchi oggetto di trivellazione e ricerca petrolifera è individuata come area unica per le sue caratteristiche naturalistiche ed è destinata a diventare un parco naturalistico per il quale, da decenni, si battono cittadini e associazioni. Già esiste un progetto di riserva naturalistica promosso dalla stessa Regione Basilicata che interessa una parte dell’estesa area dei Calanchi e che si chiama Parco del Geosito dei Calanchi di Montalbano. La Regione ha già pronto un Ddl per questa area che è la stessa della concessione Montalbano dove si vuole ora ricercare e poi perforare col pozzo di esplorazione Cavone 1 dir. È stata richiesta l’area protetta per il Parco dei Calanchi del Geosito di Montalbano Parco del Geosito perché in questa zona, tra i calanchi sedimentati in milioni di anni, è stata trovata un’era geologica risalente al Pleistocene Medio, 1 milione di anni fa, di una tale purezza geologica e di stratificazione, che è in concorrenza con un sito in Nuova Zelanda per il titolo di Chiodo d’Oro. Un prestigiosissimo riconoscimento internazionale di geologia che consente a chi lo possiede di essere riportato in tutti i testi odiali come area di riferimento per studiare la perfezione della sedimentazione millenaria. Va da sé che se non avrà il Chiodo d’Oro, l’area dei calanchi dove vuole perforare la MedoilGas, sarà il secondo sito al mondo. È uno dei motivi per cui questa area dei calanchi, ma in generale, tutta l’area calanchiva, è costantemente visitata dagli scienziati di mezzo mondo. Questa area dei calanchi è la parte orografia di questa regione che più la caratterizza all’interno e all’esterno dei suoi confini. Tanto che anche enti pubblici, come la Comunità Basso Sinni, nell’approntare tavole turistiche e la cartellonistica stradale per indicazioni turistiche, definisce i Calanchi lucani come “il luogo dell’anima della Basilicata”.
Le Università di mezzo mondo, dopo la scoperta dello strato di Pleistocene Medio nell’area dei dintorni calanchivi di Montalbano Jonico, stanno studiando gli interi 600 kmq dell’intera area calanchiva lucana.
Inoltre, il parco e la tutela del territorio sono propedeutici allo sviluppo di un indotto turistico di eccellenza e al mantenimento di una agricoltura di qualità del territori, economicamente molto più redditizia di qualsiasi royalites a tempo determinatoda elargire ai territori, anche perché, per i pozzi già estrattivi in Val Basento, area attigua e confinante con quella dei calanchi, le royalites non superano i 100 mila euro annui in totale, per tutti i comuni già interessati dall’estrazione mineraria. mentre tutta l’area calanchiva, non solo è coltivata da millenni, ma è area di produzioni di pregiate e antiche e locali qualità di grano (Mayorca, Svevo, Cappello, Carosello) che nel vicino Parco del Pollino, utilizzando il marchio dell’area protetta, rappresentano un’opportunità economica e di traino turistico elevato. Anche gli ulivi sono secolari e pregiati, come l’oliva Maiatica di Ferrandina, prodotto di un Presidio Slow Food. L’area produce anche pregiate pere locali e soprattutto, ha un’arancia tardiva, la Staccia di Tursi Montalbano, che è entrata a far parte dell’Arca dei Sapori di Slow Food ed è candidata ad entrare anch’essa nel Presidio dell’importante e internazionale organismo di tutela di Carlo Petrini.
Inoltre, in tutta l’area dei calanchi, oltre alla originalità orografica e geologica e agricola, insistono diverse masserie fortificate, da Montalbano, a Pisticci, a Ferrandina, a Craco, ad Aliano (dove c’è la casa e la tomba di Carlo Levi), Santarcangelo, Missanello e Stigliano. Che tutti insieme compongono l’intero territorio dei Calchi lucani, conosciuti anche dagli autori delle mappe di Google Heart e dalla stessa Regione Basilicata, visto che ha un progetto di totale protezione dell’area che si chiama Parco dei Calanchi e degli Ulivi della Basilicata. Esiste anche un progetto di tutela e di percorso turistico delle masserie fortificate dell’area.
È risaputo che turismo ed agricoltura non si conciliano affatto con le ricerche e le estrazioni petrolifere perché inquinano le falde freatiche, i terreni e l’aria circostante e generano tumore. Le maggiori compagnie petrolifere americane e inglesi, hanno infatti sottoscritto con lo Stato della California, un warning sul rischio cancerogeno di tutta la filiera degli idrocarburi, dalla ricerca all’immissione nei serbatoi delle auto nelle stazioni di servizio.
L’area è anche nota a livello internazionale come la “TERRA DEI RAPACI”, visto il numero e la tipologia di razze e varietà di falchi e falconidi, molti di questi protetti dalle leggi dello Stato ed europee.
L’area è anche dedita al pascolo e all’allevamento sia di razze generali che delle mucche tipiche podoliche e del suino nero lucano.

Inoltre ancora: nella VIA presentata:

-Non è stato redatto alcuno studio sulle falde acquifere superficiali e sotterrane;

-Non sono definite nella procedura di Via le sostanze chimiche da utilizzare per la perforazione né gli esplosivi che utilizzeranno per procurare onde sismiche per l’indagine del sottosuolo, né che tipo di rifiuti verranno prodotti, la loro classificazione, le quantità che finiranno nel terreno e quelle generate complessivamente nelle operazioni di ricerca petrolifera;

-I prodotti chimici utilizzati per le trivellazioni e per sciogliere la crosta terrestre ,nonché i fluidi e i fanghi di perforazione lavorati con sostanze chimiche (in molti casi è stata gia dimostrata la loro natura tossico e nociva) costituiscono pericolo per le falde acquifere dei Calanchi, la cui area, oltre alle peculiarità già elencate, ospita il più grande bacino idrico sotterraneo della Regione Basilicata, superiore agli stessi invasi artificiali di cui la Basilicata dispone;

– Non è definita la quantità e qualità dei rifiuti tossici, speciali e petroliferi che la ricerca di idrocarburi produrrà e come sarà effettuato lo smaltimento di tali prodotti;
– Non è definita la qualità e la quantità degli inquinanti che rimarranno nel sottosuolo e soprattutto nell’aria che ricadrà per l’effetto camino nei campi adiacenti;

– Non è definita in caso di esito positivo l’attività estrattiva, le quantità di rifiuti liquidi e gassosi e dei fanghi petroliferi che rischiano di essere assorbiti dall’ambiente esterno;.

– Non esiste nessuna garanzia contro l’inquinamento della falda superficiale a seguito trivellazioni petrolifere e dei pozzi d’acqua da cui le abitazioni nei pressi dell’area di trivellazione emungono acqua di tipo sanitario, agricolo e per gli allevamenti;

– Non esiste un piano di emergenza esterno per le popolazioni locali e per tutelare il territorio e l’ambiente circostante. Un pozzo petrolifero è da considerare come un impianto ad alto rischio, per scoppi, microsismi, subsidenze, inquinamento delle acque, del suolo e dell’aria.;

– Non esiste una rete di monitoraggio regionale locale che controlli gli inquinanti petroliferi e pubblichi periodicamente dei dati che tranquillizzino le popolazioni sullo stato di aria, acqua a seguito delle estrazioni petrolifere;

– Non esiste alcuna garanzia economica da parte dell’esercente del pozzo petrolifero su possibili risarcimenti derivanti da danni a cose e persone o all’ambiente circostante;

– Le opere per realizzare la piattaforma di trivellazione, anche per i soli permessi di ricerca, riguardano muri e gettate di cemento, realizzazioni di recinzioni e l’installazione di una enorme torre petrolifera, in ogni comune chi deve realizzare un piccolo muretto deve chiedere una regolare concessione edilizia al comune interessato, beni ambientali, paesaggistici e pagare una serie di oneri. Per cui non possiamo avere due pesi e due misure, ossia il cittadino è oberato da mille permessi e una società petrolifera ha una VIA dalla Regione solo per presa visione del comune interessato;
– L’opera è da considerarsi molto impattante e la semplice affissione all’albo pretorio dell’avviso VIA senza informare correttamente la popolazione ad esempio attraverso una assemblea pubblica e/o audizione pubblica è contro ogni regola di democrazia e partecipazione sociale.

Certi di un Vostro valido riscontro e dell’attenzione che Vorrete prestare alle nostre osservazioni, in attesa di una bocciatura, si inviano cordiali saluti.

FIRMATO

Allega copia fotostatica del seguente documento d’identità

P.S. va siglata ogni pagina

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Trivellazioni nei calanchi? Opponiamoci!

Grazie ad un’amica di Facebook (che per ora non menziono) mi è giunta la seguente comunicazione:

Il 30 settembre, fra pochi giorni, scade la possibilità di contestare la VIA, Valutazione di impatto ambientale, presentata dalla società mineraria Medoilgas Civita Ltd, per un nuovo pozzo in un’area particolare dei calanchi. Particolare sia per i grani, gli oli e gli allevamenti prodotti e sia per la presenza, in questa area unica della Basilicata, che è quella che circonda tutta la valle del Cavone/Salandrella, di importanti aree geologiche (uno strato di Pleistocene medio di rara purezza geologica e riconosciuto a livello mondiale) e architettoniche (masserie fortificate). In più, è oramai sempre più conclamato, che tutta la filiera degli idrocarburi è cancerogena a tal punto che lo Stato della California ha preteso dalle maggiori compagnie petrolifere anglo-americane di certificare, a tutela dei cittadini californiani, l’esistenza di questo rischio dalla ricerca del petrolio fino al pieno di benzina nella nostra auto (allego il Warning americano). Se le compagnie petrolifere certificano che la loro filiera è cancerogena per i cittadini californiani, probabilmente lo è anche per noi lucani e per noi italiani.
Tutta questa premessa per chiedere, a chi è d’accordo, di stampare l’allegato del warning e l’allegato di contestazione alla Via per pozzo fiume Cavone 1 dir (quest’ultimo è da firmare) e di spedirli entro il 30 settembre (ripeto, il 30 settembre), alla Regione Basilicata, ufficio compatibilità ambientale, Dipartimento ambiente, via V. Verrastro, 85100, Potenza.Può essere spedito da chiunque, cittadino o associazione o ente pubblico, anche se abitano a Canicattì, Marsala e Domodossola.

Come Comitato no oil e come Comunità Lucana – Movimento no oil diffondiamo la notizia; pubblichiamo (sempre grazie all’amica di cui sopra) il modello da stampare e firmare:

_____________________________________________________________________________________________

Alla Regione Basilicata

Ufficio compatibilità Ambientale

via V. Verrastro

85100 – POTENZA

Oggetto: Opposizione alla procedura di VIA per pozzo di esplorazione “fiume Cavone 1 dir” in territorio di Pisticci, Permesso di ricerca Montalbano, Regione Basilicata, depositata il 30 luglio 2010 all’Ufficio Compatibilità ambientale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, dalla Medoilgas Civita Ltd, con sede a Roma in via Cornelia 498.

Lo scrivente si oppone alla VIA in oggetto per i seguenti motivi :

L’area dei Calanchi oggetto di trivellazione e ricerca petrolifera è individuata come area unica per le sue caratteristiche naturalistiche ed è destinata a diventare un parco naturalistico per il quale, da decenni, si battono cittadini e associazioni. Già esiste un progetto di riserva naturalistica promosso dalla stessa Regione Basilicata che interessa una parte dell’estesa area dei Calanchi e che si chiama Parco del Geosito dei Calanchi di Montalbano. La Regione ha già pronto un Ddl per questa area che è la stessa della concessione Montalbano dove si vuole ora ricercare e poi perforare col pozzo di esplorazione Cavone 1 dir. È stata richiesta l’area protetta per il Parco dei Calanchi del Geosito di Montalbano Parco del Geosito perché in questa zona, tra i calanchi sedimentati in milioni di anni, è stata trovata un’era geologica risalente al Pleistocene Medio, 1 milione di anni fa, di una tale purezza geologica e di stratificazione, che è in concorrenza con un sito in Nuova Zelanda per il titolo di Chiodo d’Oro. Un prestigiosissimo riconoscimento internazionale di geologia che consente a chi lo possiede di essere riportato in tutti i testi odiali come area di riferimento per studiare la perfezione della sedimentazione millenaria. Va da sé che se non avrà il Chiodo d’Oro, l’area dei calanchi dove vuole perforare la MedoilGas, sarà il secondo sito al mondo. È uno dei motivi per cui questa area dei calanchi, ma in generale, tutta l’area calanchiva, è costantemente visitata dagli scienziati di mezzo mondo. Questa area dei calanchi è la parte orografia di questa regione che più la caratterizza all’interno e all’esterno dei suoi confini. Tanto che anche enti pubblici, come la Comunità Basso Sinni, nell’approntare tavole turistiche e la cartellonistica stradale per indicazioni turistiche, definisce i Calanchi lucani come “il luogo dell’anima della Basilicata”.
Le Università di mezzo mondo, dopo la scoperta dello strato di Pleistocene Medio nell’area dei dintorni calanchivi di Montalbano Jonico, stanno studiando gli interi 600 kmq dell’intera area calanchiva lucana.
Inoltre, il parco e la tutela del territorio sono propedeutici allo sviluppo di un indotto turistico di eccellenza e al mantenimento di una agricoltura di qualità del territori, economicamente molto più redditizia di qualsiasi royalites a tempo determinatoda elargire ai territori, anche perché, per i pozzi già estrattivi in Val Basento, area attigua e confinante con quella dei calanchi, le royalites non superano i 100 mila euro annui in totale, per tutti i comuni già interessati dall’estrazione mineraria. mentre tutta l’area calanchiva, non solo è coltivata da millenni, ma è area di produzioni di pregiate e antiche e locali qualità di grano (Mayorca, Svevo, Cappello, Carosello) che nel vicino Parco del Pollino, utilizzando il marchio dell’area protetta, rappresentano un’opportunità economica e di traino turistico elevato. Anche gli ulivi sono secolari e pregiati, come l’oliva Maiatica di Ferrandina, prodotto di un Presidio Slow Food. L’area produce anche pregiate pere locali e soprattutto, ha un’arancia tardiva, la Staccia di Tursi Montalbano, che è entrata a far parte dell’Arca dei Sapori di Slow Food ed è candidata ad entrare anch’essa nel Presidio dell’importante e internazionale organismo di tutela di Carlo Petrini.
Inoltre, in tutta l’area dei calanchi, oltre alla originalità orografica e geologica e agricola, insistono diverse masserie fortificate, da Montalbano, a Pisticci, a Ferrandina, a Craco, ad Aliano (dove c’è la casa e la tomba di Carlo Levi), Santarcangelo, Missanello e Stigliano. Che tutti insieme compongono l’intero territorio dei Calchi lucani, conosciuti anche dagli autori delle mappe di Google Heart e dalla stessa Regione Basilicata, visto che ha un progetto di totale protezione dell’area che si chiama Parco dei Calanchi e degli Ulivi della Basilicata. Esiste anche un progetto di tutela e di percorso turistico delle masserie fortificate dell’area.
È risaputo che turismo ed agricoltura non si conciliano affatto con le ricerche e le estrazioni petrolifere perché inquinano le falde freatiche, i terreni e l’aria circostante e generano tumore. Le maggiori compagnie petrolifere americane e inglesi, hanno infatti sottoscritto con lo Stato della California, un warning sul rischio cancerogeno di tutta la filiera degli idrocarburi, dalla ricerca all’immissione nei serbatoi delle auto nelle stazioni di servizio.
L’area è anche nota a livello internazionale come la “TERRA DEI RAPACI”, visto il numero e la tipologia di razze e varietà di falchi e falconidi, molti di questi protetti dalle leggi dello Stato ed europee.
L’area è anche dedita al pascolo e all’allevamento sia di razze generali che delle mucche tipiche podoliche e del suino nero lucano.

Inoltre ancora: nella VIA presentata:

-Non è stato redatto alcuno studio sulle falde acquifere superficiali e sotterrane;

-Non sono definite nella procedura di Via le sostanze chimiche da utilizzare per la perforazione né gli esplosivi che utilizzeranno per procurare onde sismiche per l’indagine del sottosuolo, né che tipo di rifiuti verranno prodotti, la loro classificazione, le quantità che finiranno nel terreno e quelle generate complessivamente nelle operazioni di ricerca petrolifera;

-I prodotti chimici utilizzati per le trivellazioni e per sciogliere la crosta terrestre ,nonché i fluidi e i fanghi di perforazione lavorati con sostanze chimiche (in molti casi è stata gia dimostrata la loro natura tossico e nociva) costituiscono pericolo per le falde acquifere dei Calanchi, la cui area, oltre alle peculiarità già elencate, ospita il più grande bacino idrico sotterraneo della Regione Basilicata, superiore agli stessi invasi artificiali di cui la Basilicata dispone;

– Non è definita la quantità e qualità dei rifiuti tossici, speciali e petroliferi che la ricerca di idrocarburi produrrà e come sarà effettuato lo smaltimento di tali prodotti;
– Non è definita la qualità e la quantità degli inquinanti che rimarranno nel sottosuolo e soprattutto nell’aria che ricadrà per l’effetto camino nei campi adiacenti;

– Non è definita in caso di esito positivo l’attività estrattiva, le quantità di rifiuti liquidi e gassosi e dei fanghi petroliferi che rischiano di essere assorbiti dall’ambiente esterno;.

– Non esiste nessuna garanzia contro l’inquinamento della falda superficiale a seguito trivellazioni petrolifere e dei pozzi d’acqua da cui le abitazioni nei pressi dell’area di trivellazione emungono acqua di tipo sanitario, agricolo e per gli allevamenti;

– Non esiste un piano di emergenza esterno per le popolazioni locali e per tutelare il territorio e l’ambiente circostante. Un pozzo petrolifero è da considerare come un impianto ad alto rischio, per scoppi, microsismi, subsidenze, inquinamento delle acque, del suolo e dell’aria.;

– Non esiste una rete di monitoraggio regionale locale che controlli gli inquinanti petroliferi e pubblichi periodicamente dei dati che tranquillizzino le popolazioni sullo stato di aria, acqua a seguito delle estrazioni petrolifere;

– Non esiste alcuna garanzia economica da parte dell’esercente del pozzo petrolifero su possibili risarcimenti derivanti da danni a cose e persone o all’ambiente circostante;

– Le opere per realizzare la piattaforma di trivellazione, anche per i soli permessi di ricerca, riguardano muri e gettate di cemento, realizzazioni di recinzioni e l’installazione di una enorme torre petrolifera, in ogni comune chi deve realizzare un piccolo muretto deve chiedere una regolare concessione edilizia al comune interessato, beni ambientali, paesaggistici e pagare una serie di oneri. Per cui non possiamo avere due pesi e due misure, ossia il cittadino è oberato da mille permessi e una società petrolifera ha una VIA dalla Regione solo per presa visione del comune interessato;
– L’opera è da considerarsi molto impattante e la semplice affissione all’albo pretorio dell’avviso VIA senza informare correttamente la popolazione ad esempio attraverso una assemblea pubblica e/o audizione pubblica è contro ogni regola di democrazia e partecipazione sociale.

Certi di un Vostro valido riscontro e dell’attenzione che Vorrete prestare alle nostre osservazioni, in attesa di una bocciatura, si inviano cordiali saluti.

FIRMATO

L’auspicio è che siamo in tantissimi ad inviare ENTRO IL 30 SETTEMBRE il documento firmato!

Antonio Bevilacqua.

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Regione di smaltimento scorie?

Scartabellando la rete, oggi, mi è capitato (anche grazie alla dritta di Vito della OLA) di imbattermi nel seguente articolo, che copio e incollo dal sito Italiaterranostra

BASILICATA: ECOMAFIA A S. NICOLA DI MELFI.

Stamane alle ore 10:00 è stato intercettato, da ITALIA TERRA NOSTRA, un convoglio ferroviario, appena giunto al famigerato scalo lucano di San Nicola di Melfi, imbottito di scorie industriali provenienti da località attualmente sconosciuta.
I camion della cementeria Costantinopoli di Barile in provincia di Potenza, sono stati fermati dalla Polizia di Stato su indicazione del giornalista Gianni Lannes. Il pericoloso carico è risultato essere addirittura privo di certificazione d’obbligo legale.

Continueremo a seguire  gli sviluppi di questa faccenda e vi terremo informati.

ore 11:25 – Individuata la provenienza del pericoloso carico che risulta essere Palermo – Brancaccio

ore 11:30 – Si contano 16 convogli ferroviari per un totale di 1000 tonnelate di scorie pericolose.

Per chi fosse intenzionato a verificare di persona, basta cliccare qui per l’articolo originale.

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Non vogliamo essere catastrofisti, ma se le cose stanno così, per 1000 tonnellate di scorie pericolose (e se la provenienza è il quartiere Brancaccio di Palermo, vuol dire che qualche cosca importante di cosa nostra c’entrerà… o no?) scoperte (e senza la certificazione di legge!!!), si può sospettare che enormi quantità di tali scorie non venga scoperto? Si tratta di un sospetto lecito? E’ ovvio che l’augurio che ci facciamo (e facciamo a questa nostra amata regione) è quello di non essere diventata un sito di stoccaggio e smaltimento di scorie pericolose… ma con gli auguri e gli auspici si fa poca strada!

Continuiamo ad assistere a situazioni molto torbide mentre coloro che dovrebbero vigilare e sorvegliare continuano a propinarci l’ormai famoso “E’ tutto a posto”. Ma, crediamo, in molti cominciano a sospettare che “nulla è a posto”! E non ci vogliamo più fermare a meditare!!! Oggi pretendiamo che certe situazioni molto torbide e fumose, comincino a diventare più trasparenti!!!!

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FIAT SATA E FABBRICHE ITALIA VARIE.

 Dal sito istituzionale della Regione Basilicata (che nella nuova veste pare funzionare molto a singhiozzo) copio e incollo il seguente articolo:

Fiat, Navazio (Ial): “Marchionne mi ha convinto”.

30/08/2010

ACR“Con franchezza affermo che Sergio Marchionne mi ha convinto. E non mi spaventa il giudizio che scatenerà tale affermazione”. E’ quanto afferma in una nota sul caso Fiat il capogruppo di “Io amo la Lucania” in Consiglio regionale, Alfonso Ernesto Navazio, a parere del quale l’incipit che l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne ha pronunciato giorni fa a Rimini al meeting di Comunione e Liberazione (“Quello che ho sempre cercato di fare, a costo di passare per rude, è parlare in modo chiaro e diretto, senza la presunzione di avere la verità in tasca, ma con la convinzione che l’onestà intellettuale sia il modo migliore per dare il proprio contributo e compiere insieme passi avanti”), “sprona tutti noi ad assumere atteggiamenti che permettano, senza calcoli politici, di dire ciò che realmente si ha in testa”.“Separare i fatti dalle opinioni – aggiunge Navazio – è sempre più difficile nel mondo in cui viviamo. I vari soggetti politici, economici e sociali, tutti portatori di interessi generali, tuttavia, si fanno portatori di illusioni, si fanno paladini di una battaglia che si rinnova e si ridefinisce continuamente ma che ha un solo unico scopo”.“Fa impressione, invece, che Fiat raccolga apprezzamenti, complimenti e consensi tra i lavoratori statunitensi – afferma ancora l’esponente politico – ed i loro rappresentanti sindacali tanto da affidare a Marchionne quota parte della dote dei fondi pensione e qui, in Italia, il progetto Fabbrica Italia non ha trovato un benché minimo apprezzamento. O non è stato compreso il progetto o c’è malafede. Non ci sono molte aziende (italiane) che investono in Italia qualcosa come 20 miliardi di euro. Viviamo un’epoca di cambiamenti rapidissimi che possono essere interpretati e affrontati soltanto grazie a schemi culturali e mentali che superino ed abbandonino i modelli purtroppo applicati negli anni settanta.“I nostri sindacati avrebbero investito il loro fondo pensioni?”, si domanda ancora Navazio, per il quale invece “si preferisce lo scontro fra capitale e lavoro. Si richiamano i distinguo tra forza – lavoro e lavoro. Il lavoro assume, persino, carattere antagonistico (come si interpretava un tempo)”.A parere di Navazio “non è uno spettacolo decente il peregrinare tra vari dibattiti dei tre protagonisti ribadendo ciò che la magistratura ha già accertato. Come dice qualcuno accade che su questioni più o meno importanti si possa assistere al confronto fra opinioni tutte poste sul medesimo piano, come se si trattasse di gusti personali. Ed è completamente scomparsa l’idea che sulle questioni di fatto non contano le opinioni ma le prove esibite da soggetti imparziali e competenti.
C’è una tale schizofrenia in giro che si perde il contatto con la realtà e si dà retta, solo, ai luoghi comuni. La babele delle opinioni che investe quotidianamente questo o altro accadimento, il voler a tutti costi dimostrare una solidarietà (più di facciata il più delle volte), il voler separare anziché unire comporta una visione lacerante e demagogica della società. Piace lo scontro. C’è sempre qualcuno che interpreta l’antagonismo come un mezzo. La declamata globalizzazione, la libera circolazione delle idee nel mondo internettiano hanno reso l’idea di un mondo che non è libero”.

“Nel nostro paese – conclude Navazio – l’industria automobilistica è alle soglie di una sfida epocale con il resto del mondo. O capiamo questo o risulterà difficile andare avanti. E’ tempo di intraprendere un atteggiamento sfidante che sferzi l’autoreferenzialità della provincia Italia e il mondo di ieri delle sue classi dirigenti. Occorre che la maggioranza degli uomini e delle donne, quelli silenziosi, quelli che ti fanno capire che sono stufi di questi conflitti, quelli che vogliono vivere legati ad una quotidianità che non banalizzi il loro essere, escano allo scoperto. E’ tempo che si ritiri la delega inconsapevolmente rilasciata”.

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Insomma, abbiamo idea di dove il movimento “IO AMO LA LUCANIA” vuole andare a parare. Ma, per completezza di informazione qui si può trovare l’intervento integrale dell’AD FIAT, Marchionne.

Riportiamo alcuni stralci del suo intervento:

A volte ho l’impressione che gli sforzi che la Fiat sta facendo per rafforzare la presenza industriale in Italia non vengano compresi oppure non siano apprezzati intenzionalmente. La verità è che la Fiat è l’unica azienda disposta a investire 20 miliardi di euro in Italia, l’unica disposta a intervenire sulle debolezze di un sistema produttivo per trasformarlo in qualcosa che non abbia sempre bisogno di interventi d’emergenza. Qualcosa che sia solido e duraturo, da cui partire per immaginare il futuro. La verità è che questo sforzo viene visto da alcuni con la lente deformata del conflitto. Non siamo più negli Anni Sessanta. Non è possibile gettare le basi del domani continuando a pensare che ci sia una lotta tra “capitale” e “lavoro”, tra “padroni” e “operai”. Se l’Italia non riesce ad abbandonare questo modello di pensiero, non risolveremo mai niente. Erigere barricate all’interno del nostro sistema alimenta solo una guerra in famiglia. L’unica vera sfida è quella che ci vede di fronte al resto del mondo. Quello di cui ora c’è bisogno è un grande sforzo collettivo, una specie di patto sociale per condividere gli impegni, le responsabilità e i sacrifici e per dare al Paese la possibilità di andare avanti”.

 

Che sembrerebbe un voler rimarcare che nel nostro paese esiste ancora un problema di “Lotta di Classe” di Marxiana memoria a lasciare un sistema produttivo e industriale italiano debole e assolutamente non competitivo rispetto ad altri paesi. Il che, ovviamente, rappresenta un’opinione… ed in quanto opinione, mi si consenta la battuta, è altamente opinabile. Ovviamente non ci è sfuggita un’altra dichiarazione che, precedentemente al richiamo alla guerra tra padroni e operai, viene fuori dal “cilindro” di Marchionne; è la seguente:

“La crisi ha reso più evidente e, purtroppo, per molte famiglie, anche più drammatica la debolezza della struttura industriale italiana. La cosa peggiore di un sistema industriale, quando non è in grado di competere, è che alla fine sono i lavoratori a pagarne direttamente – e senza colpa – le conseguenze. Quello che noi abbiamo cercato di fare, e stiamo facendo, con il progetto “Fabbrica Italia” è invertire questa rotta. Il piano, presentato quattro mesi fa, dimostra il nostro impegno per concentrare nel Paese grandi investimenti, per aumentare il numero di veicoli prodotti in Italia e far crescere le esportazioni. Per realizzare questo progetto è assolutamente indispensabile colmare il divario competitivo che ci separa dagli altri Paesi e portare la Fiat a quel livello di efficienza necessario per garantire all’Italia una grande industria dell’auto e a tutti i nostri lavoratori un futuro più sicuro. Conosciamo bene le regole dei mercati. Il loro andamento è determinato dalla domanda e dall’offerta, e trovano il loro equilibrio all’incrocio di queste due funzioni. Nella ricerca di questo equilibrio, non adottano principi etici e non sono condizionati da fattori o legami emotivi. Se lasciassimo il mercato libero di agire, alla sua maniera, le prospettive per la Fiat in Italia non sarebbero buone”.

Il richiamo alle regole dei mercati la dice lunga sulle intenzioni di Marchionne: Il mercato sopra ogni cosa (la lotta di classe, precedentemente richiamata, va a farsi benedire: il mercato è al di sopra dei padroni e degli operai). E, in nome del Dio Mercato, passa un messaggio subliminale inquietante: LA COSA PEGGIORE DI UN SISTEMA INDUSTRIALE , QUANDO NON È IN GRADO DI COMPETERE, È CHE ALLA FINE SONO I LAVORATORI A PAGARNE DIRETTAMENTE E – SENZA COLPA – LE CONSEGUENZE.

L’affermazione contiene un messaggio profondo (molto profondo): in nome della competitività e del mercato, necessita una riforma del sistema produttivo. E se non si attua questa riforma, le cose sono destinate a danneggiare soprattutto i lavoratori, perché le fabbriche sono costrette a chiudere o ad essere spostate in paesi nei quali questa riforma è attuabile.

Insomma: un sistema produttivo che “privilegia” i lavoratori invece della competitività, è destinato a soccombere! Ecco che, a questo punto, saltano fuori affermazioni del Ministro Tremonti che, con disinvoltura massima, dice che “La legge 626 è un LUSSO che non possiamo permetterci” (basta cliccare qui per avere più informazioni in proposito). Il ministro smentisce se stesso, affermando di essersi riferito alla giurisdizione europea, non alla sicurezza. Intanto, però, il messaggio è passato: Sicurezza, diritti acquisiti dopo decenni di lotte serrate, sono un LUSSO.

Ecco che, a questo punto, a differenza del Consigliere Navazio, possiamo affermare che il discorso di Marchionne non ci convince affatto!!!

Forse perché siamo dei romantici idealisti e fondamentalisti? No, affatto: crediamo, semplicemente, che il Dio mercato non può essere il pretesto per far passare in secondo piano l’Uomo e il lavoratore. E se la dichiarazione di intenti di Marchionne quando dice “Quello di cui ora c’è bisogno è un grande sforzo collettivo, una specie di patto sociale per condividere gli impegni, le responsabilità e i sacrifici e per dare al Paese la possibilità di andare avanti” intende riferirsi ad una vera e propria condivisione, ad un vero e proprio patto sociale col quale TUTTI (quindi anche i consiglieri d’amministrazione e gli azionisti) debbano condividere i sacrifici, allora si può anche discutere e mettersi ad un tavolo per trovare la strada migliore. Se i sacrifici toccano (come sempre è accaduto) solo agli operai, ai lavoratori svuotati della loro componente umana e trasformati in freddi numeri beh… allora non ci siamo proprio!!!

Ah, per concludere: a proposito dell’ultima frase del comunicato di Navazio, possiamo affermare che, in linea di massima, siamo d’accordo. Ma decenni di “voto affidato”, di “deleghe in bianco” (leggasi metodo clientelare) sono difficili da sradicare. Anche noi ci battiamo perché il cittadino, quello che se ne sta silenzioso, riesca, quanto prima, a liberarsi dal “guinzaglio” che i politici gli hanno messo, e possa, finalmente, scegliere sulla base di programmi e non di “favori” da ricevere.

Meditiamo gente, meditiamo!

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QUESTO POZZO NON S’HA DA FARE!

Copio e incollo dal sito della OLA il seguente comunicato:

No alla messa in produzione del pozzo Cerro Falcone 2 nel Parco Appennino Lucano  

30 agosto 2010

 

La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) ha appreso dal BUR Basilicata n.35 del 16 agosto 2010 che il Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità, Ufficio Foreste e Tutela del Territorio, con Determina dirigenziale n.866 del 20 luglio 2010 ha autorizzato i lavori di allestimento definitivo e messa in produzione dell’area Pozzo Cerro Falcone 2 (CF2), ubicato nel Comune di Calvello (Pz) di cui è titolare Eni spa. Nel constatare che gli uffici regionali autorizzano i suddetti lavori con un Regio Decreto Legge del 1923 – il n.3267 (Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani) – vecchio di 87 anni, e che l’autorizzazione regionale sarebbe stata rilasciata in assenza del parere obbligatorio previsto dalla normativa vigente da parte dell’Ente Parco e/o del Ministero dell’Ambiente, la nostra Organizzazione ricorda, invece, l’esposto relativo al pozzo Eni Cerro Falcone 2 ricadente nel SIC Serra di Calvello, ZPS Appennino Lucano Monte Volturino, nonché Zona 1 del Parco nazionale Appennino Lucano, in cui si denunciava agli uffici competenti del Ministero dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare la persistenza del relativo pozzo in spregio alle normative nazionali e comunitarie in materia di “habitat”. La OLA ricorda come il pozzo autorizzato di recente si trovi a poco più di cento metri dalla sorgente acqua dell’Abete, oggetto di due sequestri per inquinamento petrolifero da parte dell’autorità giudiziaria.

A tal proposito con nota datata al 24 febbraio 2009 e a firma dell’ex Direttore generale del Ministero dell’Ambiente Div. VII, dott. Aldo Cosentino, inviata agli uffici competenti della Regione Basilicata e al Commissario straordinario dell’Ente Parco nazionale Appennino Lucano, ing. Domenico Totaro, e p.c. alla nostra Organizzazione, il dott. Cosentino scriveva: “..si ricorda che l’attività di ricerca e di estrazione di petrolio nel territorio della Val d’Agri è già stata a suo tempo oggetto di interesse da parte della Commissione Europea, con Reclamo n.2000/5037, per inosservanza della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, art. 6 in materia di Valutazione d’Incidenza. L’archiviazione del caso fu determinata dalla decisione di spostare le attività di trivellazione all’esterno del SIC Serra di Calvello”. Inoltre, gli uffici centrali del Ministero dell’Ambiente chiedevano alla Regione Basilicata l’esatta ubicazione del pozzo e, se ubicato all’interno dell’area protetta, di conoscere se era stato espletato lo Studio di Incidenza come parte integrante alla Valutazione di Impatto Ambientale.

Considerato il “richiamo” ministeriale, i due sequesti ad opera del Corpo Forestale dello Stato previo provvedimento della Magistratura della sorgente Acqua dell’Abete di cui si è chiesto di conoscere dalla Regione Basilicata la natura, l’entità e la tipologia delle sostanze inquinanti relative all’area sequestrata nel 2008 e nel mese di agosto 2010, la OLA ha chiesto al Ministero dell’Ambiente l’emanazione di un provvedimento cautelativo che sospenda con urgenza l’efficacia dell’autorizzazione regionale. E’ stupefacente che gli uffici regionali autorizzino un pozzo che dovrebbe essere chiuso definitivamente, onde evitare ulteriori problemi ambientali, ed in particolar modo agli equilibri delle falde acquifere superficiali e sotterranee che potrebbero essere state compromesse dal cosiddetto processo denominato “hydraulic facturing”, detto anche “fracking”. Un processo che innesca la frattura idraulica del foro di trivellazione trattato con fanghi e fluidi perforanti che con molta probabilità è stata la causa dell’affioramento in superficie dei fluidi che hanno contaminato l’area e le sorgenti sotto sequestro.

 

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Noi non possiamo far altro che concordare con gli amici della OLA!

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