nella nostra regione abbiamo un patrimonio naturale ancora in gran parte incontaminato e libero da presenze antropiche che occorre mettere a frutto senza invaderlo di cemento, di divertimentifici e di uno sfruttamento senza senso delle sue risorse ambientali, ma valorizzando il suo “vuoto” per ciò che esso è realmente, una occasione unica per coniugare l’inconsueto di un territorio dove il tempo e lo spazio assumono dimensioni di unicità nel panorama italiano ed europeo ed un luogo di conservazione di stati primigeni della natura, coniugati sia turisticamente che a livello di una produzione agricola naturale che assurgerebbe a “marchio di qualità” che fa la differenza

http://www.comitatonooilpotenza.com/?page_id=6423

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07/06/2013

nicole minetti denuncia una “…aggressione mediatica seguita da una ondata di disprezzo” e una “campagna di odio e diffamazione senza precedenti nella storia d’Italia…”
…e che si aspettava, forse gli applausi delle persone che ha ingiuriato con la sua presenza in un consiglio regionale per “meriti di pilu”?

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Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo buongustaio.
(G. Courteline)

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Comunicato stampa di Comunità Lucana

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

(invitiamo comunque il sito di basilicatanet, vista l’importanza delle questione che va ben oltre ogni altra faccenda, a riprendere l’argomento qui trattato…abbiamo perso il suo indirizzo mail)

 

 

Un referendum consultivo sulle estrazioni di idrocarburi, una forzatura a fin di bene.

Non c’era probabilmente da aspettarsi altro, ma la sentenza della Corte Costituzionale sulla cosiddetta “moratoria” se da un lato non modifica il quadro normativo esistente, che lascia alla regione, almeno fino a modifiche già in itinere dell’art. 117 della Costituzione, quell’ampia potestà tante volte invocata e inascoltata, di pronunciarsi con pareri negativi alle richieste delle compagnie petrolifere dall’altro apre però un discorso ampio sugli idrocarburi che non vorremmo veder “friggere” nell’aria elettorale in cui è già precipitata la regione come retorico cavallo di battaglia.

Occorre per essere chiari – lo dicemmo lo stesso giorno dell’approvazione di quell’articoletto di legge direttamente al presidente ed all’allora assessore all’ambiente – una scelta molto più coraggiosa e più incisiva di quanto invece non sia stato approvato quel giorno in cui scoprimmo di essere diventati una regione “quasi no oil”, una scelta di tipo programmatico che al di là di ogni gerarchia di fonti legislative, ponga in essere una condizione politica di fondo, rifiutare ogni ulteriore attività estrattiva, come base di un ragionamento sul futuro della regione stessa.

Ciò vale a dire che, riforme del titolo V o meno, sentenza della Corte o meno, deve essere ribadito che la Basilicata non vuole altre estrazioni o ricerche e che l’argomento è appunto politico, riguardando un preciso atteggiamento della popolazione lucana che trasversalmente deve permeare ogni decisione di una politica che non può più ritenersi avulsa o distante da ciò che la volontà popolare esprime.

E così tocchiamo un punto importante che provo a riassumere in una domanda – ma il popolo lucano, reso edotto con imparzialità sull’argomento, cosa mai avvenuta finora, non dovrebbe avere possibilità di esprimersi su una materia tanto pregiudicante la programmazione del proprio territorio per stabilire un “fatto politico” dello stesso segno che ebbe il “fatto politico” di Scanzano, quando pure fu la volontà popolare a dire no al deposito unico di scorie, quindi ben oltre le leggi?

A voler riassumere ulteriormente credo che i tempi siano ormai maturi per una consultazione popolare che appunto “ascolti” il popolo in materia di idrocarburi e territorio e dia così la sostanza politicamente attiva che serve per trasformare le opposizioni che pure un presidente dimissionario promette e che in virtù proprio di quelle dimissioni potrebbero essere di natura solo transitoria, non impegnando affatto il successore e la parte politica con cui sarà eletto.

Più volte, discorrendo con altri soggetti impegnati nell’opposizione agli idrocarburi, abbiamo convenuto sulla probabile dannosità di eventuali strumenti consultivi popolari che, senza un atteggiamento chiaro in materia da parte delle maggioranze/minoranze regionali – e non vorrei si dimenticasse mai ciò che solo fino a poco tempo fa si diceva in quegli ambiti sulla “risorsa” petrolio, vedi il caso memorandum – avrebbero quasi di certo portato a volontà espresse in senso favorevole da parte di una popolazione non informata correttamente e nutrita con razioni abbondanti di quel “becchime di regime” che narrava di lavoro, investimenti e bonus carburanti.

Ma crediamo che i tempi siano cambiati e molta consapevolezza sia stata acquisita da parte dei lucani da allora, stante contraddizioni irrisolte e sempre più visibili, e così se a questa consapevolezza a tratti strisciante, a tratti evidente, si aggiungesse anche una specifica e inequivocabile indicazione negativa da parte di una trasversalità di forze politiche regionali verso il perdurare di atti invasivi dell’industria petrolifera e di uno Stato che a tratti pare identificarvisi, quando non riconosce le ragioni ed i diritti di una comunità che pur della sua cittadinanza fa parte, forse una consultazione popolare riporterebbe il secco no dei cittadini lucani a che il proprio territorio si trasformi in una “damigiana petrolifera”.

Chiaro che un referendum consultivo regionale avrebbe forse uno scarso rilievo legislativo, trattandosi di una fonte secondaria rispetto alla legislazione nazionale e nelle more di modifiche surrettizie di una Carta Costituzionale sentita da parte di alcuna politica come ostacolo e non garanzia, del combinato di leggi conseguenti, della stessa sentenza della Corte, ma un valore politico enorme, se scaturisse dalle urne un risultato oppositivo all’estendersi delle attività legate agli idrocarburi, e tale da non potere non  essere ascoltato.

Così più che fare divenire l’argomento petrolio la materia da campagna elettorale che temiamo stia già per divenire, stando a scomposte dichiarazioni udite, quindi ciarpame retorico di bassa lega ad uso e consumo di pifferai, illusionisti e narratori di filastrocche, che la politica regionale tutta si impegni a fare in modo che siano i lucani ad essere ascoltati in una materia tanto pregiudicante il futuro della propria regione, cosa questa che consentirebbe di svelare ogni ipocrisia finora consumata in merito.

Che si proceda subito alla convocazione del referendum consultivo sulle estrazioni di idrocarburi che, pur non essendo previsto alla Statuto Regionale non novellato della nostra regione, può convocarsi o come forma di consultazione ex lege che nulla toglierebbe al suo valore politico, o con la più rapida approvazione di una Legge Regionale sul modello della L.R. del Molise n. 35/75 che, su questioni di particolare interesse per il territorio o parte di esso, affida la titolarità della richiesta alla maggioranza del Consiglio Regionale, e che pur in presenza dell’eventuale ricorso del Governo contro la legittimità dell’approvazione di una legge a valore statutario, quindi non ordinaria, da parte di un Consiglio ormai costretto agli affari correnti, avrebbe modo di potersi svolgere prima dell’esito a sentenza della Corte e costituirsi così a “fatto politico” prima delle elezioni regionali. Una forzatura, ma certo a fin di bene. 

Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana    

     

06/06/2013

viviamo in una regione dove quasi chiunque ha un pezzettino di terra ereditato dalle proprie famiglie e che, viste le ridotte dimensioni per via degli spezzettamenti dei fondi originari generazione dopo generazione, non viene coltivato o messo a frutto per anti-economicità…ora pensare a forme di sostegno tecnico pubblico a coltivatori non professionali (quindi niente denari che confliggerebbero con le pur assurde regole della pac, ma consulenze, lavori di aratura-fresatura, accesso a strutture mercantili pubbliche con un marchio regionale) per la loro coltivazione potrebbe portare non solo all’utilizzo di superfici agricole ad oggi abbandonate (con evidenti migliorie della manutenzione del territorio), ma creare condizioni reddituali ed occupazionali che non necessitano di costosi interventi pubblici ed i cui effetti sono immediatamente visibili
http://www.comitatonooilpotenza.com/?page_id=6423

 

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06/06/2013

la bocciatura della corte costituzionale della “moratoria” non cambia molto le cose, a mio avviso, ma apre una pagina dove occorrerà mostrare una coesione dell’intera comunità regionale intorno al secco NO che si dovrà ribadire sia in atti amministrativi chiari verso ogni richiesta delle compagnie, e sia e soprattutto nella volontà di non credere più alla balla del petrolio come fonte di ricchezza e di sviluppo…

quindi avviso soprattutto i sindaci di non cascare più nel tranello dei denari e di rinunciare ad ogni forma di mendicio verso le compagnie petrolifere

miko somma

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la corte boccia la “moratoria”

Sentenza 117/2013: la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della legge della Regione Basilicata, che vietava il rilascio dell’intesa sulle attività petrolifere.

vi accludo il link al sito dove trovate il dispositivo della sentenza

http://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do

riporto anche quanto dichiarato da de filippo in merito

Moratoria; De Filippo: Ripeteremo il nostro no di volta in volta

05/06/2013 19:56 Dal presidente della Regione “rispetto” per la decisione della Consulta, ma l’assicurazione che “la nostra posizione non cambia”

AGR “Rispettiamo la decisione della Consulta, ma la nostra posizione non cambia”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, commentando la decisione della Corte Costituzionale circa la così detta “moratoria” sulle estrazioni petrolifere. “Riteniamo che qualunque attività legata alle estrazioni di idrocarburi in aree al di fuori di quelle già individuate non sia sostenibile per l’ambiente e per lo sviluppo ordinato e armonico della Basilicata. E se ci chiedono di non dire questo in una legge a carattere generale, ma di esprimerlo volta per volta, è quello che faremo, o meglio quello che continueremo a fare spiegando queste ragioni in ogni atto di mancata intesa esattamente come fatto dell’approvazione della legge ad oggi”.

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ovvio che le sentenze della corte vadano rispettate sempre, anche quando ci danno torto, ma avevo avvisato sia il presidente che l’allora assessore all’ambiente mazzocco, nello stesso giorno dell’articolo approvato che impropriamente fu definito moratoria, della carenza legislativa dello stesso che andava riformulato probabilmente in forma statutaria e non sotto forma di semplice articolo ad una legge regionale ordinaria, quello che in sintesi la corte rimprovera alla regione, rimandandola alle potestà ordinarie che ancora consentono margini ampi di manovra…

vedremo adesso se la regione che ricordo deve limitarsi all’ordinaria “manutenzione” avrà però potestà bastevoli ad arginare quanto si presenterà a breve, un fioccare di richieste, potestà che, come detto, a leggi correnti sono ancora in mano regionale, ma che con la riforma del titolo V, in particolare dell’art.117, potrebbero anche a brevissimo ritornare in quota statale e presentarci il panorama di estrazioni a quota 450.000 barili/giorno…

spesso “avviso” di quanto potrebbe accadere e nessuno in certe “zone” sembra darmi reale ascolto fattivo (i soli complimenti per l’acume, in mancanza di atti concreti, possono farmi piacere, ma non risolvono le cose, quindi non mi piacciono affatto)…

e vedremo se le parole del presidente, nel diniego annunciato nel breve comunicato, diverranno fatti!!!…

questa regione non può diventare un campo petrolifero!!!…questa regione ha bisogno ora di invertire con decisione i suoi orientamenti politici e cominciare a darsi altri obiettivi chiari che certo non potranno mai venire dall’attuale assetto programmatico e dalle maggioranze/minoranze che lo esprimono nei fatti!!!

nel frattempo bene sarebbe non dividersi, così facendo il gioco di chi mira allo sfascio per avere poi campo libero nella debolezza della struttura politica (lo dicevo nell’articolo di stamane), ma essere coesi contro questa minaccia che l’estendersi delle estrazioni tradurrebbe in una amara realtà

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i “ma” ed un progetto che deve includere

bene, allora abbiamo la data delle elezioni, naturalmente da confermarsi ufficialmente, visto che se per il prefetto quella è la data, occorre che la cosa vada confermata dal ministro dell’interno e quindi dal consiglio dei ministri, ma ovviamente possiamo considerare le date del 17 e 18 novembre come ormai sicure, anzi da molti punti di vista annunciate ormai da tempo…

un punto forse centrale per ogni possibilità di cambiamento fattivo nella nostra regione forse per la prima volta si palesa dunque in una possibilità concreta e non solo in una speranza, ma ci sono dei “ma”…

ed il primo e più evidente di questi “ma” risiede nella ormai solita capacità dei lucani “dissenzienti” di lasciarsi dividere dai soliti giochetti di potere del “divide et impera”, quindi una attività di potere mai molto evidente e che consiste nel solleticare divisioni pretestuose e molto spesso personalistiche, fondate sugli immancabili, e forse anche necessari nel contesto specifico della nostra regione, ego che animano in genere la scena politica e movimentista lucana in un gioco al primeggiare narcisista piuttosto che al lavorare per tutti anche quando sembri che si lavori per se stessi ( e di fatti questa seconda via è quella che seguo da tanto tempo)…

e lo si fa in genere, dividere, facendo cortocircuitare sapientemente e con certa abilità, in quegli ambiti locali che sono l’essenza stessa del vivere in questa regione (vogliamo dimenticare quanto “u pais” e le sue commistioni siano importanti?) le “differenze” tra le sensibilità differenti ( e magari anche quelle sacrosante aspirazioni che andrebbero per tempo palesate  per evitare  ritrosie ipocrite e fraintendimenti) dei soggetti attivi in qualche modo sulla scena regionale, soggetti attivi che molto spesso non hanno ancora sviluppato bastevoli relazioni umane e funzionali che aiutino a superare sia reciproche diffidenze derivanti più spesso da non conoscenza dei “motivi” dell’altro che da reali differenti caratterizzazioni progettuali e politiche, sia da atteggiamenti di appartenenza a qualcosa (formazioni politiche o comunque ordini di idee) che  nulla hanno poi a che vedere con la realtà locale e gli ambiti legislativi e quindi politici nei quali ci è consentito agire…

accade così che qualche “amico” (che quasi sempre ha forme di relazioni articolate e di prossimità con qualche potere locale succedaneo di poteri più ampi territorialmente) in occasione di elezioni e possibilità aggregative dica magari “e che, ti vuoi far comandare da quello?” per scatenare nei soggetti più attivi di un gruppo o movimento (impropriamente li definisco “i decisori”), in genere coloro che essendo i più attivi ed esposti sono identificati (e spesso si auto-identificano in modo naturale) come il nucleo vitale e decisorio dell’attività stessa di un gruppo, per scatenare meccanismi protettivi della priopria identità che nei fatti inibiscono lo stabilirsi di relazioni politicamente utili o ne pregiudicano quelle basi di “onestà nell’approccio” e “sicurezza nell’altro” che sono poi il fondamento stesso sul quale una relazione politica transitoria diviene poi un progetto comune sul quale lavorare insieme…

in genere finora ha sempre funzionato così e sempre in questo modo si è riusciti ad impedire che germinasse sia qualsiasi idea e pratica comune che dal locale traslasse al generale della regione, sia che dall’istanza ideale “astratta” (ed ovviamente diversa una dall’altra) si passasse alla concretezza dello stabilire “qui e adesso” come unire gli sforzi non per cambiare il mondo, ma per cambiare la nostra terra…

ecco, dovremmo diventare tutti più bravi, il sottoscritto compreso, una volta riconosciuta l’esigenza di un fare comune, seppur nelle debite differenze, che deve tenerci insieme a prescindere dalle differenze stesse e dalle epidermie politiche e personali che possono non necessariamente attrarsi, a disinnescare questi artifici che probabilmente sono già in moto ad impedire che ci riconosca tutti in una esigenza, quella di fare in modo che a questa regione sia assicurata una gestione politica più attenta, più onesta, più rivolta al bene comune che agli interessi di qualche fazione, che esista in sintesi un progetto per il futuro che cominci già dall’oggi e sul quale si pratichi, come dico da qualche tempo una unità sul progetto, e non sia più consegnato alle speranze di quei domani che suonano come paradisi per credenti politici illusi e nei quali è sin troppo facile rimanere sempre testardamente sulle proprie opinioni, finendo per coltivare i soliti orticelli che producono pochi frutti…

ma il secondo dei “ma” (ed altri ancora ve ne sono, ma avremo modo di scriverne e parlarne) è in quelle forme di “distrazione di massa” che, al netto da ciò che ciascuno di noi può pensare, possono indurre tanti (come d’altronde recentemente hanno indotto tanti) a ritenere che alcuni “movimenti di successo” possano essere una soluzione di rottura in grado almeno di cambiare gli equilibri storicizzati, se non di cambiare la storia politica regionale, e che ci si possa accontentare di questo in mancanza di meglio, rompere quindi per non avere più quelle catene di comando che finora hanno distrutto una regione nella mancanza di qualsiasi progetto, ma nel mantenimento di onerose filiere di complicità…

detto ancora più chiaramente quel “ma” risiede proprio in quanti lucani appoggeranno più o meno acriticamente grillo ed il suo non-progetto (nazionale, figuriamoci locale) che si ammanta di autoreferenza escludente qualsiasi dialogo, persino quando in gioco vi è la sopravvivenza stessa della regione e vi sarebbe necessità di discutere tutti insieme di un progetto – tutti, nessuno escluso – piuttosto che richiudersi in qualche facile mantra del “tutti a casa” che non è progetto, ma vomitatoio liturgico di una rabbia che se non trova sbocco progettuale, in una regione appetita da alcuni poteri come la nostra, può aprire la strada ad avventure dai contorni poco chiari…

e voglio su questo essere ancora più chiaro, dato per scontato che finora alcune parti politiche (queste maggioranze e queste opposizioni regionali che si compenetrano) poco o nulla hanno fatto per sostenere una “indipendenza” (ed uso non casualmente questo termine) della nostra regione verso gli appetiti energetici di cui tutti dovremmo aver ormai compreso le mire, petrolizzare l’intera regione in un contesto legislativo e decisorio nazionale ormai molto favorevole a che si proceda in tal senso, indebolire la struttura politica (e quindi non i partiti che finora l’hanno rappresentata, ma l’architettura politica stessa che sorregge le istituzioni) cosa che pare ormai essere l’unico dato tattico e strategico di grillo, ci porrebbe di fronte al rischio non marginale di non avere più resistenze istituzionali di sistema fondate su una differente idea progettuale del nostro territorio (la politica forte, per intenderci) e di finire per abbandonare i territori e le loro piccole e sempre più deboli amministrazioni a quelle suadenze locali che nei fatti sono l’arma prediletta dalle compagnie, comprarsi le necessità locali per fare quello che vogliono (la politica debole)…

e quello che personalmente mi interessa e per il quale mi spenderò anche oltre quanto non mi sia finora già speso è un progetto di politica forte, di un’altra politica, un progetto ampio sul quale cominciare a costruire un’altra regione possibile, un progetto che non esclude, ma deve includere, senza pregiudizi, quanti hanno a cuore il destino di questa terra…

e cominciamo allora dal nostro programma che invitiamo tutti, ma proprio tutti, a leggere con attenzione, a valutare se vi siano in quelle pagine risposte sufficienti alla necessità di riprogettare una regione e ad essere conseguenti…il resto crediamo sia solo questione di buona volontà per uomini e donne di buona volontà, lavorare insieme!!!

miko somma 

 

 

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04/06/2013

stasera ad un incontro su potenza forse per la prima volta mi son reso conto di essere più lucano che potentino…e pur amando la mia città ed essendo di potenza, io sono di matera, di melfi, di pisticci, di policoro, di lauria…di s.costantino, di cirigliano, di s. paolo, di teana…e se esistesse un borgo di una sola anima, gli terrei di sicuro compagnia

miko somma

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elezioni il 17/18 novembre

(ANSA) – POTENZA, 4 GIU 

Si svolgeranno domenica 17 e lunedi’ 18 novembre le elezioni per il rinnovo anticipato del consiglio regionale della Basilicata, travolto dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza sui rimborsi a consiglieri e assessori che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 42 persone. Lo ha confermato stamani il prefetto di Potenza, Antonio Nunziante. Le precedenti elezioni regionali si sono tenute nella primavera del 2010.

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quindi al lavoro…e da subito!!!

i tempi sono strettissimi, cominciando di fatto la campagna elettorale ad ottobre e dovendo, nel breve “frattempo”, fare le liste, previo tentativo di costruzione di un soggetto politico più ampio, raccogliere le firme (e controlleremo che le firme siano raccolte sulla base di liste già complete) e raccogliere quella piccola quantità di denari che servirà per la campagna elettorale stessa

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se accolta l’impugnativa…

Rimborsi Basilicata: notificate sospensioni ai consiglieri

04/06/2013 12:32

BAS(ANSA) – Gli atti di sospensione dall’attivita’ consiliare sono stati notificati in mattinata dalla Digos ai consiglieri regionali coinvolti nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza sui rimborsi percepiti indebitamente tra il 2010 e il 2011: la sospensione fa riferimento al periodo compreso tra il 24 aprile scorso (il giorno dell’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare) e il momento in cui le misure stesse sono state revocate. La sospensione e’ stata disposta in base alla legge del 2012 sulla prevenzione e il contrasto della corruzione nella pubblica amministrazione: si applica agli amministratori pubblici ai quali e’ stata applicata una misura cautelare (dagli arresti in carcere fino agli obblighi o ai divieti di dimora). Gli atti sono stati inviati al prefetto dal Consiglio dei ministri, a cui lo stesso prefetto ha comunicato il 24 aprile gli esiti e i particolari della vicenda. Nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica, il gip dispose gli arresti domiciliari per gli assessori regionali Rosa Mastrosimone e Vincenzo Viti, e per il capogruppo del Pdl Nicola Pagliuca, e i divieti di dimora a Potenza per i consiglieri regionali (in carica) Antonio Autilio (Idv), Paolo Castelluccio (Pdl), Agatino Mancusi (Udc), Mariano Pici (Pdl), Alessandro Singetta (Gruppo misto), Mario Venezia (Fratelli d’Italia) e Rocco Vita (Psi), e per l’ex consigliere regionale Vincenzo Ruggiero. La sospensione agisce sugli stipendi dei consiglieri coinvolti (e piu’ in generale sugli aspetti economici e previdenziali) e su tutti gli eventuali atti firmati in quanto amministratori. Tutte le misure sono state revocate dal gip e quindi il riferimento e’ al periodo compreso tra la notifica delle ordinanze di custodia cautelare e la revoca. Il 18 giugno, pero’, il tribunale del Riesame dovra’ discutere l’impugnazione, da parte della Procura, della revoca delle misure disposta dal gip: in caso di accoglimento la sospensione agirebbe in modo continuativo.

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vi fornisco la notizia secca per farvi comprendere come in caso di accoglimento da parte del tribunale del riesame dell’istanza della procura di annullamento della revoca disposta dal gip, non solo si aprirebbe un discorso sulle indennità percepite dalla revoca fino all’eventuale accoglimento della impugnazione, ma si aprirebbe una falla enorme in alcuni provvedimenti adottati in questo periodo dal consiglio regionale, primo fra tutti l’approvazione del piani di forestazione, una cosetta che significa che quasi 4.000 forestali non andranno al lavoro e quindi non percepiranno alcun salario e quindi non matureranno alcuna delle 112 giornate (a tanto si erano infatti ridotte) che avrebbero contribuito all’assegno di disoccupazione (ed evitiamo, per non ripeterci, di insistere ancora sul carattere di assistenzialità che la misura in quanto tale rivestiva per la sua maggior parte finanziaria, mettendo del tutto in secondo piano l’essenza stessa di un piano di forestazione, forestare appunto!!!) 

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un progetto ed una visione ci sono già…

vi posto questo link ad un articolo molto netto del quotidiano di basilicata

http://www.ilquotidianodellabasilicata.it/news/politica/713471/E–lo-stesso-gioco-di.html

e riporto in chiaro un passaggio dello stesso…”Serve il coraggio di cambiare una volta per tutte. E serve una visione, un progetto….”

bene agli amici del quotidiano, in particolare a salvatore santore, autore dell’articolo, ricordo con affetto che un progetto ed una visione ci sono – eccome, se ci sono!!!! – e sono nel nostro programma, nel programma di COMUNITA’ LUCANA, che pure dovrebbe già ben conoscere, come l’unico progetto reale, realistico e realizzabile che qualcuno abbia mai elaborato per questa nostra terra…ora serve che i lucani lo facciano proprio e ci investano sopra la loro fiducia…

 

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a seminar vento…

(ANSA) – PALERMO, 4 GIU – Una busta con tre proiettili calibro 9 indirizzata al vice presidente dell’Ars Antonio Venturino, ex del Movimento 5 Stelle e’ stata rintracciata al centro smistamento poste di via Ugo La Malfa a Palermo. In un messaggio su un foglio intestato dell’Ars la minaccia al deputato regionale di dimettersi subito dopo che era stato premiato dal popolo e di tornare ”nella fognatura altrimenti uno di questi proiettili l’avrebbe colpito in fronte”.

Sull’episodio indaga la polizia.

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ovvio che si tratta di “fuori di brocca”, ma la cosa è sintomatica di un clima tordibo che qualcuno ha voluto innestare nelle viscere già tormentate della gente e che agisce in un modo tutto particolare proprio su alcuni deboli di raziocinio…

della serie “chi semina vento…”

anche se occorre non dimenticare che in sicilia il clima è sempre torbido, per via di quei fenomeni mafiosi e proto-mafiosi a volte davvero difficili da svelare ed a volte anche da comprendere e spiegare…

 

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ci son posti qui che non ci sono altrove…laghi vulcanici di monticchio

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