tigri lucane?…

24/01/2014

quando ho sentito la proposta di voler sbarrare l’elettorato passivo (il venire votati per intenderci) ad una certa data, mi si sono rizzati gli artigli…poi fortunatamente è prevalso il buon senso e gli artigli si sono ritratti…quindi due notizie, una è che mi candiderò alla segreteria regionale del pd, l’altra che sono lontanamente imparentato con le tigri :))))))

miko somma

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il pactum sceleris di un plebiscitarismo “necessitario”…

e veniamo come promesso ad una disamina critica della proposta di legge elettorale depositata presso la commissione affari costituzionali della camera, proposta che per comodità chiameremo “bozza renzi”, e di cui praticamente tutti nel paese avranno sentito parlare e di cui conosceranno, magari senza essere entrati in dettagli tecnici, i principi guida, che comunque provo a sintetizzare in:

1) turno di votazione proporzionale con premio di maggioranza tra il 18 ed il 20% alla lista che raggiunge almeno il 35% 8per un totale di 340 seggi) ed eventuale doppio turno di ballottaggio se tale percentuale non fosse raggiunta con apparentamenti non possibili dal giorno del primo turno con le altre liste presenti

2) sbarramento di ingresso all’8% per cento ai partiti singoli ed al 5% in coalizione con una eccezione per partiti espressione di minoranze linguistiche che nel collegio raggiungano almeno il 20% dei voti

3) sbarramento di ingresso al 12% per le coalizioni

4) istituzione di collegi plurinominali con liste corte bloccate

5) abolizione del senato come camera legislativa (per la quale occorre una riforma costituzionale eventualmente sottoponibile a referendum)

ora la ratio della bozza di legge segue alcuni criteri logici che in parte derivano da quanto espresso dalla recente sentenza della corte costituzionale sul porcellum, che in modo celere riassumo in una ravvisata non conformità di quella che è stata la legge elettorale del paese dal 2005 alla costituzione vigente, per motivi individuati sia nelle lunghe liste di candidati che nell’attribuzione di un premio di maggioranza spropositato rispetto alla cifra elettorale raggiunta, esprimendo nel contempo un palese richiamo al metodo proporzionale come unico metodo elettorale consentito proprio sulla scorta della costituzione vigente…

attenzione, la corte costituzionale, per la sua stessa natura, nella sentenza (e nelle motivazioni ad essa) che ha bocciato la legge elettorale precedente non esprime altro che la non conformità di questa alla costituzione, ma al tempo stesso richiama ad alcune prescrizioni che la stessa costituzione pretende da una nuova legge elettorale, il metodo proporzionale, senza attribuzione di  premi elettorali troppo ampi che possano modificare l’essenza della cifra elettorale ricevuta da un partito o coalizione e l’elezione diretta dei candidati, quindi il voto di preferenza, quindi il divieto a liste “lunghe” di candidati in cui la scelta del cittadino diviene del tutto secondaria e relativa alla scelta del solo partito, mentre la scelta del candidato viene cooptata (anche se la formulazione appare debole e non preclusiva, a detta degli estensori, di eventuali liste bloccate corte)… 

in parte, o buona parte, questa proposta segue dei criteri piuttosto ideologici e legati sia ad una visione della rappresentanza politica che rimane in un certo senso elitaria od appunto cooptata, quindi scelta da elementi altri rispetto al gruppo sociale che pure dovrebbe esprimerla, i cittadini con la preferenza, sia a compromessi tra le forze politiche che a mio avviso sono troppo intimamente connessi alla necessità di stabilire maggioranze politiche certe per il governo del paese, che per affrontare il vero tema di una legge elettorale, che è stabilire una “tecnica” attraverso cui arrivare ad una più o meno fedele rappresentazione del paese e delle idee condivise dai cittadini in una sede legislativa, in questo caso il parlamento

il governo di un paese è, seppur strettamente connesso all’espressione plastica dello stesso voto popolare, è però materia che attiene ad  un altro ordine razionale-relazionale, riferendosi, per la natura che la costituzione gli attribuisce, ad un accordo, un patto politico che da proprio da quel consenso espresso dai cittadini nasce e si trasforma in un programma ed un consiglio dei ministri per la sua attuazione…

in altre parole, la legge elettorale servirebbe per stabilire come il voto dei cittadini si trasformi in una rappresentanza parlamentare e come da questa e dai suoi numeri si arrivi poi alla formazione di un governo, nei fatti non potendo, se non in via derivata, per la nostra costituzione i cittadini scegliere il capo del governo (che infatti è prerogativa del presidente della repubblica) che ottiene poi la fiducia dalle camere (quindi dall’espressione del voto popolare)…il governo così attiene ad un accordo politico ed è nei fatti politica, regolato nella sua formazione proprio dalla costituzione, mentre la legge elettorale, non casualmente legge ordinaria, seppure con una implicita valenza a carattere costituzionale, è appunto regolazione del rapporto tra voto dei cittadini e rappresentazione dello stesso nelle sedi legislative…

ma ovviamente non voglio derapare nel costituzionalismo o nella critica, forse poco comprensibile ai più, di quella confusione che nel paese da anni si fa tra governo e voto dei cittadini, confusione tragica ed a mio modo di vedere interessata…il dato di fatto rimane che ancora una volta il premio di maggioranza rimane alto, altissimo (il 50% della cifra elettorale raggiunta, nel migliore dei casi, dalla lista vincente) ed i cittadini non esprimeranno ancora una volta preferenze…

qui, in questa proposta, avviene altro che tentare di ricomporre la materia elettorale, qui si sta portando avanti una visione del paese che si vorrebbe mutare proprio a partire da una legge elettorale (a cui per completamento dovrebbe seguire una riforma costituzionale che ridisegni la forma di governo e l’espressione della sovranità popolare in un monocameralismo, oltre alla pericolosa inutilità formale e sostanziale di legare il titolo V, quindi la regolazione dei rapporti tra stato ed autonomia, a questa materia), e non invece ad un mutamento costituzionale più profondamente legato ad una mutata percezione del paese che necessita dei suoi tempi e modi perché venga serenamente riportata nell’assetto istituzionale e non traumaticamente imposta sull’onda della presunta ineluttabilità e necessità…

e se occorreva riformulare “solo” una legge elettorale, perché allora si pretende di riscrivere con essa una parte della costituzione che muta l’assetto istituzionale, postulandone anzi la più pronta e surrettizia realizzazione proprio come condizione di efficacia?…e perché, guarda caso, questa proposta di legge segue i dettati di quella commissione di saggi voluta da napolitano il 10 marzo, che da più parti, sottoscritto compreso (e forse anche prima di tanti altri urlatori), si era vista come una forzatura in un senso “leggermente” decisional-proto-presidenzialista?…

ovvio, occorreva ed occorre la nuova legge elettorale, e renzi in maniera alquanto rude, poco democratica e poco rispettosa della sua stessa parte politica, prima propone tre modelli, discutibili e così da discutere, ma subito dopo, e prima che inizi alcun dibattito, si accorda per l’unico modello sostenibile per berluskoni, quello cioè che gli consente di mantenere una ferrea regola di scelta della propria rappresentanza parlamentare, senza neppure consultarsi con il suo partito, anzi umiliandone la direzione con un “così è se vi pare”, un pacchetto chiuso che non ammetteva e ammette repliche (consumabili però ancora nelle aule parlamentari che pure quella bozza di legge possono modificarla in un senso che corregga alcune di queste forzature)…

il punto è ma renzi sceglie di non volere le preferenze per raggiungere l’accordo con la forza politica concorrente più grande, dopo che il 5 stelle come al solito facendo il gioco di qualcuno che il tempo e la storia speriamo svelerà presto ai più, ha chiuso la porta al dialogo, o sceglie lui stesso di non volerle (nonostante spesso abbia dichiarato di volere che il cittadino scelga il suo candidato, per un calcolo legato alle sue aspettative di arrivare, quando le condizioni lo consentiranno, al governo del paese), in ciò mostrandosi un machiavellico principe, assetato di potere e pronto a negar se stesso, almeno per come si è finora mostrato un po’ all’ingenuità dei “primaristi” vogliosi più della parola cambiamento che di quale sostanza sia fatto poi il cambiamento, un po’ al “saltaquaglismo” proprio di tanti che quelle macerie hanno contribuito a costruire?…

ma renzi mi interessa poco, lo ritengo poco più di uno strumento attraverso cui oggi passano vecchi progetti, la cui matrice nasce da lontano, per una ristrutturazione quasi coatta del paese, quanto mi interessa capire come si fa a portare in aula una legge elettorale, quindi una legge ordinaria, che contiene in sé una legge costituzionale camuffata, la riforma del senato?…

e come si fa a negare ancora l’espressione di un voto di preferenza dei cittadini per il loro candidato, dopo quanto accaduto in tema di servaggio dei rappresentanti alle logiche di una segreteria o di un capo o di un combinato lobbysta ben posizionato proprio sulla possibilità di influire sulle scelte che un candidato stia o meno in una lista ?…

qualcuno sarebbe di sicuro tentato di rispondere che venti anni fa abbiamo votato un referendum per l’abolizione delle preferenze, ma quel qualcuno saprebbe ricostruire anche il contesto storico e sociale in cui maturò quel quesito, estorto da alcuni personaggi  a mio avviso oscuri come mariotto segni alla rabbia sacrosanta della gente dopo tangentopoli, e riproiettare quel risultato sulla stessa linea percettiva del renzismo che oggi riveste di panni nuovi una vecchia attitudine al comando che mentre postula il gregge, richiude il paese nell’elitarismo di alcune classi dirigenti, di alcuni affaristi a largo spettro, di alcuni salottieri decisori di cosa sia bene e cosa sia male?

il mio personale parere su questa bozza di legge è pessimo, del tutto negativo nel complesso persino di quelle parti che si pongono ad ovvio regolatore di una situazione che con evidenza non reggeva più, negativo perché riforma imposta con un uso della forza da parte di renzi che ho giudicato e giudico indecente, irrispettoso e fondato sulla violenza del conformismo addotto a nuovo canone di partecipazione politica, negativo perché fondato su un pactum sceleris del fine che giustificherebbe i mezzi, negativo perché non produttivo di reali cambiamenti negli equilibri politici, quanto di fittizi e demagogici inviti al maggioritario ed al bipolarismo spinto come soluzione di un male che si chiama ingovernabilità, ma la cui radice è nella mancanza di politica intesa come propulsione condivisa di idee volte al reale cambiamento di un paese che deve cambiare, e non come mediazione al ribasso per la gestione vuota di un paese che non può più vivere di gattopardismi e machiavellismi per continuare ad essere…

caro renzi, le riforme vere sono quelle comprese e condivise dai cittadini, non quelle imposte sulla scorta di un plebiscitarismo “necessitario” che si adduce a motivo per ogni operazione di comando puro e che nei fatti ripropone la stessa odiosa, inutile e triste storia dell’uomo solo, illuminato o meno, che decide per tutti gli altri…

miko somma

p.s. …ritornerò sull’argomento…

 

 

 

   

  

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