Romaniello propone: abolire la società Acqua spa
25/03/2014 12:09 Il consigliere regionale di Sel ha presentato una proposta di legge che prevede il conferimento delle funzioni alla società Acquedotto lucano
GINEVRA – L’inquinamento dell’aria ha provocato la morte di sette milioni di persone nel mondo nel 2012, un dato pari a un decesso su otto a livello mondiale e pari a piu’ del doppio delle precedenti stime. Lo rivela uno studio dell’Organizzazione mondiale della sanità pubblicato oggi a Ginevra (Oms). ”Non sono dati positivi. L’inquinamento dell’aria, all’interno e all’estero, è oggi il maggior rischio ambientale per la salute”, ha detto l’esperta dell’Oms Maria Neira, direttrice del dipartimento Salute pubblica, determinanti sociali e ambientali della salute.
Rispetto all’ultima stima del 2008 l’aumento è soprattutto dovuto a una nuova metodologia e alle nuove conoscenze del legame con alcune malattie, come le cardiopatie e gli ictus, e non a ”un’esposizione piu’ alta” all’inquinamento, ha spiegato alla stampa l’esperta Annette Pruss-Ustum. I nuovi dati mostrano infatti un legame particolarmente forte tra l’inquinamento dell’aria, negli ambienti chiusi e all’esterno, e le malattie cardiovascolari, gli ictus e le cardiopatie ischemiche da un lato, e tra l’inquinamento dell’aria e il cancro dall’altro.
Questi elementi si sommano al ruolo dell’inquinamento nello sviluppo delle patologie respiratorie. Le nuove stime indicano che l’inquinamento dell’aria interna nelle abitazioni con cucine a carbone, legno o a biomasse ha causato nel 2012 4,3 milioni di morti. L’inquinamento dell’aria all’esterno, dovuto a fonti urbane e rurali, è invece all’origine di 3,7 milioni di decessi. Poiché molte persone sono esposte sia all’inquinamento dell’aria interna che esterna, il totale non corrisponde alla somma ma è pari a circa 7 milioni. A livello regionale, le regioni a basso e medio reddito delle del Sud- Est asiatico e del Pacifico occidentale sono le piu’ colpite con un totale nel 2012 di 3,3 milioni di decessi prematuri legati all’inquinamento dell’aria negli ambienti interni e 2,6 milioni di decessi prematuri per l’inquinamento all’esterno. La pubblicazione di questi nuovi dati – ha sottolineato Maria Neira – è un primo passo sulla strada della prevenzione delle malattie connesse all’inquinamento dell’aria. Nel corso dell’anno, l’Oms prevede infatti di pubblicare linee direttrici sulla qualità dell’aria e un aggiornamento delle misure della qualità dell’aria per 1.600 città in tutte le regioni del mondo. Una lotta efficace contro l’inquinamento dell’aria permetterebbe di salvare ”milioni di vite”, sottolinea l’Oms.
leggo per caso all’interno di un più lungo post di un amico di amici comuni su facebook, questo “pezzo” che mi ha letteralmente sbalordito per la sua semplice verità e che non commenterò altrimenti vista l’inutilità che io aggiunga altro alla bellezza di questa frase…
“…ho sempre pensato di essere diventato comunista per aver ascoltato dei racconti di resistenza innominati, eroi senza nome, senza storia individuale ma di gruppo, e che forse far parte non è la stessa cosa di essere parte…”
e scusate se uso questa frase per ricordare, come sempre a fine giornata, un avvenimento-cerniera della coscienza del paese, il 70° anniversario del massacro delle fosse ardeatine…
24/03/2014
renzi si renderà credibile oltre le rodomontate e le baggianate economico-istituzionali quando aprirà gli archivi di questo paese e potrà aiutare a comprendere i troppi misteri d’italia dal 1943 ad oggi, quando deciderà di cambiare verso contro le mafie e le massonerie, quando dirà poche e chiare cose contro il malaffare e la corruzione…altrimenti è solo fuffa per allocchi!!!
miko somma
le pen – “non capisco l’odio di grillo nei miei confronti. In realtà, i nostri partiti sono d’accordo su molti temi, a partire dalla lotta contro l’euro” – Una differenza, piuttosto marcata, però ci sarebbe. Il leader di M5S, al contrario del Front National, “si limita a contestare senza assumersi le proprie responsabilità”.
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attenta marie le pen che grillo ti scomunica sul blog :)))))) #paurosamenteridicoli
24/03/2014
pittella annuncia sempre urbi et orbi una manovra finanziaria che però è il consiglio a dover approvare…è appunto #questionedimetododemocratico
miko somma
dopo 10 anni di giunta e consiglio comunale da dimenticare, a potenza l’alternanza amministrativa sarebbe salutare, ma come al solito la cialtroneria popolar-destrorsa (aggravata dal grillismo di provincia) ed il “levati-tu-che-mi-metto-io” impedirà qualsiasi percorso serio, precipitando le alternative in una commedia di pescivendoli…
quindi o viene fuori in tempi rapidi una lista civica intellettiva e progressista ed in grado di mettere in campo programmi di salvezza della città-capoluogo, innestati su gambe solide che riaccendano qualche passione, o l’assetto attuale, gattopardescamente o meno, sarà riprodotto e la città continuerà a “galleggiare a morto”…
miko somma
(ANSA) – IL CAIRO, 24 CAIRO – La Corte d’assise di Minya in Egitto ha condannato a morte 529 Fratelli musulmani ed ha inviato il dossier al Gran Mufti’ d’Egitto che ha il compito di ratificare le condanne a morte o di respingerle. Sono accusati della morte di due poliziotti, di disordini avvenuti lo scorso agosto e di appartenere ad un’organizzazione terrorista.
ansa – Quattro arresti eseguiti dalla GdF nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Napoli sul Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti. Agli arresti domiciliari, per fondi neri e tangenti, Lorenzo Borgogni, ex direttore delle Relazioni esterne Finmeccanica, Stefano Carlini, ex direttore operativo della Selex service management e due imprenditori romani, Vincenzo Angeloni e Luigi Malavisi. Le accuse contestate sono di associazione per delinquere e corruzione. Dalle indagini è emerso che sarebbero stati costituiti fondi neri all’estero finalizzati al pagamento di tangenti destinate ai vertici del gruppo industriale. Sono stati sequestrati 28 conti correnti e due cassette di sicurezza.
Sono in corso da parte della Guardia di Finanza anche perquisizioni a carico dell’ ex presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini. Sono state eseguite dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli.
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ancora arresti dunque nella continua battaglia di legalità che la magistratura porta avanti, nonostante la politica non comprenda che per interrompere questa “supplenza” è necessario cominciare a fare scelte forti che interrompano i legami con questo mondo ormai “terzo” persino alla stessa politica che pure è il de cuius di appalti ed affidamenti di commesse così importanti…
come quelle sul sistri, il sistema elettronico di tracciabilità dei rifiuti che ancorché essere risolutivo delle problematiche delle gestioni opache dei rifiuti nel nostro paese, sempre più si sta dimostrando uno scuro pozzo senza fondo dove l’importanza dell’appalto è diventata molto più importante dello stesso sistema operativo…
23/03/2014
diffido fortemente di chiunque abbia in tasca una tessera di appartenenza ad opus dei e formigoni&liberazione……catto-massoni!!!
miko somma
23/03/2014
sarò anche antico e provinciale, ma conosco abbastanza il mondo e le culture politiche ed antropologiche per comprendere che, senza sminuire quelle altrui – anzi, essendone sempre fortemente incuriosito – la lucania è casa mia ed in un mondo che tende a farti smarrire l’identità, l’identità è un valore primario ed insopprimibile
miko somma
una mia vecchia amica dei tempi romani, recentemente ritrovata su facebook, mi tagga (ma preferisco dire senza anglismi che mi segnala) questo stupendo brano di gianni rodari che mi pare adattissimo al periodo che stiamo vivendo nel paese e nella nostra regione…
Il paese dei bugiardi
di Gianni Rodari…
C’era una volta, là
dalle parti di Chissà,
il paese dei bugiardi.
In quel paese nessuno
diceva la verità,
non chiamavano col suo nome
nemmeno la cicoria:
la bugia era obbligatoria.
Quando spuntava il sole
c’era subito una pronto
a dire: “Che bel tramonto!”
Di sera, se la luna
faceva più chiaro
di un faro,
si lagnava la gente:
“Ohibò, che notte bruna,
non ci si vede niente”.
Se ridevi ti compativano:
“Poveraccio, peccato,
che gli sarà mai capitato
di male?”
Se piangevi: “Che tipo originale,
sempre allegro, sempre in festa.
Deve avere i milioni nella testa”.
Chiamavano acqua il vino,
seggiola il tavolino
e tutte le parole
le rovesciavano per benino.
Fare diverso non era permesso,
ma c’erano tanto abituati
che si capivano lo stesso.
Un giorno in quel paese
capitò un povero ometto
che il codice dei bugiardi
non l’aveva mai letto,
e senza tanti riguardi
se ne andava intorno
chiamando giorno il giorno
e pera la pera,
e non diceva una parola
che non fosse vera.
Dall’oggi al domani
lo fecero pigliare
dall’acchiappacani
e chiudere al manicomio.
“E’ matto da legare:
dice sempre la verità”.
“Ma no, ma via, ma và …”
“Parola d’onore:
è un caso interessante,
verranno da distante
cinquecento e un professore
per studiargli il cervello …”
La strana malattia
fu descritta in trentatre puntate
sulla “Gazzetta della bugia”.
Infine per contentare
la curiosità
popolare
l’Uomo-che-diceva-la-verità
fu esposto a pagamento
nel “giardino zoo-illogico”
(anche quel nome avevano rovesciato …)
in una gabbia di cemento armato.
Figurarsi la ressa.
Ma questo non interessa.
Cosa più sbalorditiva,
la malattia si rivelò infettiva,
e un po’ alla volta in tutta la città
si diffuse il bacillo
della verità.
Dottori, poliziotti, autorità
tentarono il possibile
per frenare l’epidemia.
Macché, niente da fare.
Dal più vecchio al più piccolino
la gente ormai diceva
pane al pane, vino al vino,
bianco al bianco, nero al nero:
liberò il prigioniero,
lo elesse presidente,
e chi non mi crede
non ha capito niente.
23/03/2014
…e quindi i sostenitori di pittella sono tutti per le macro-regioni o devono ripensare a qualche categoria del proprio lessico politico?…
miko somma
questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale basilicatanet
Il piccolo imperatore del regno delle due provincie.
Stupito dell’assoluta intempestività nell’argomentare i suoi propositi, ma affatto sorpreso dallo stesso argomentare, apprendo della volontà del presidente Pittella di non considerare peregrina l’ipotesi di un accorpamento in macro-regioni “caldeggiata da Caldoro” – mi si voglia scusare la cacofonia – che ridurrebbe, nelle more della già disastrosa riforma del titolo V (che all’improvviso pare esser diventato fonte di ogni male d’Italia), la nostra regione a mera provincia.
Prima infatti di “aprire” ogni considerazione a sistemi territoriali supposti più efficienti nella gestione dei grandi processi di infrastrutturazione ed utilizzo dei fondi europei, al presidente Pittella non dovrebbe sfuggire la demografia che recita chiaramente che sugli oltre 18 milioni di abitanti della macro-regione sud, il peso della Basilicata è quel suo misero 3% che tale rimarrebbe anche nella rappresentanza di istanze specifiche del nostro territorio in un parlamentino del sud. Un rapporto che ci costringerebbe a prendere ancor più atto che nonostante il nostro contributo alla bolletta energetica del paese, saremo la provincia di una provincia, quella del Sud di una visione neo-tardosettecentesca che pare emergere da quelle tre macro-regioni disegnate sull’impronta del regno delle Due Sicilie, dello Stato della Chiesa e di un aggregato cisalpino che tanto caro fu a Napoleone.
Ma non è certo solo sulla demografia che dovrebbe reggersi l’intellettiva, prima che intellettuale, presa di posizione contraria a questi progetti che ci saremmo aspettati da un presidente pure eletto dal voto dei suoi cittadini e non certo nominato a tecnico del suicidio assistito d’una regione, ed in primis per la semplice considerazione che il programma con cui è stato eletto neppure teneva in conto simili eppure annunciati argomenti, preferendo inneggiare a rivoluzioni-becchime per poveri di spirito e revanchisti, e neppure lasciando intuire quel piglio proto-monarchico ed assolutista con cui ha iniziato il mandato.
Ed immediatamente dopo quella sua auto-considerazione d’essere diventato il piccolo imperatore che governa sudditi, ci sono delle questioni molto pratiche sulle questioni del titolo V e delle macro-regioni che dovrebbero sconsigliare al presidente firme ed improvvide dichiarazioni in tal senso, a partire dalla situazione idrocarburi, punto sul quale si gioca quasi per intero la questione della riforma, e su cui non annoierò con ulteriori considerazioni, avendole già doviziosamente espresse in più occasioni, ma che anche sui rifiuti e sulla loro gestione raggiungono punte elevate di preoccupazione, dovendosi così in rapporto al mutare dei nuovi confini amministrativi della riforma considerare limiti alla movimentazione degli stessi (ex dlgs 152/2006) che li blocca entro i confini regionali.
In soldoni ciò significherebbe che all’avanzare di una delle cicliche crisi dei rifiuti campani, spostarli in territori regionali non riguarderebbe più la sola Campania, ma l’interezza della nuova macro-regione e – guarda caso – il nostro territorio è poco antropizzato da risultare problematico in termini di massa critica dell’opinione pubblica rispetto a simili eventualità. E potrei continuare sulla gestione delle acque che diluirebbe la potestà lucana sul 35% delle risorse idriche del sud in un contesto più ampio e più distante dalle problematiche dei luoghi di produzione, ed altro ancora, sino a prefigurarsi nel processo di ri-centralizzazione già in nuce nella riforma del titolo V, un ulteriore processo di centralizzazione secondaria (macro-regionale) che spegnerebbe del tutto ogni forma di autodeterminazione locale. Un processo troppo rischioso per la nostra piccola regione che rischia così di essere fagocitata sia da Roma che da Napoli.
Presidente Pittella, ci dica allora se sta giocando a quel vecchio gioco sulla cui scacchiera, prima ancora che sulla legge elettorale, si incontrano Renzi e l’ex cavaliere per interposte filiere di interessi ed equilibri incrociati o se fa accademia di intenzioni vuoto a perdere (un po’ come l’ormai trimestrale nostro governo regionale), perché anche sol considerare fattiva quella proposta precipita la regione in prospettive fosche in cui non è in gioco l’ethnos di un popolo, quanto la sua thanatos legata a ciò che lo stesso territorio ospita (idrocarburi, acqua e vuoto antropico), che innegabilmente fanno gola a tanti.
E con sincerità mi sia consentito suggerire che mentre aumentano dubbi ed incertezze su chi sia il suo vero datore di lavoro istituzionale, se la Regione Basilicata, piccola, controversa, povera, cialtrona persino nella sua corruzione e nei suoi rapporti clientelari, ed i suoi cittadini, che pur l’hanno sostenuta nella sua corsa alla presidenza ottenuta con la suggestione e delle bizzarre primarie, prima che con il voto amministrativo, o qualche idea di Europa ed Italia che non è assolutamente nel dibattito dei suoi stessi concittadini, ma nella testa di arroganti “disegnatori di confini, scenari e istruzioni per l’uso”, che decidono a tavolino le destinazioni di interi territori ed i sistemi economici e sociali che le conterranno.
Faccia il presidente, dunque, non il piccolo imperatore del regno delle due province, e prima ancora di esprimere giudizi e volontà urbi et orbi, consulti ed ascolti invece il Consiglio Regionale nel merito di proposte, idee e percorsi per delineare un atteggiamento condiviso verso queste tendenze omicide per il regionalismo e la nostra terra, niente affatto risolutive dei problemi di un paese.
Miko Somma
22/03/2014
prima o poi passerà questa febbre di rivoluzioni ed allora potremo pensare ai cambiamenti
miko somma