le relazioni corte, anzi cortissime, anzi nulle…

11/09/2014

come volevasi dimostrare, le speranze del nostro presidente di poter innescare relazioni corte con il governo (pare fosse stato un consiglio di del rio, tanto il governo non avrebbe impugnato) sulla faccenda patto di stabilità si sono rivelate vane ed il cappio si stringe sempre di più…immediatamente procedere con il conflitto in corte costituzionale su quel maledetto testo dello sblocca-italia o siamo fottuti, presidente pittella!!!

miko somma

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nuotare…

11/09/2014

non so se il mio parere può essere utile a dipanare alcuni nodi, ma non essendo portato per il galleggiamento e non volendo affondare, dico di nuotare a forza di braccia e gambe…quindi sono per il voto anticipato in primavera al comune di potenza ed in regione, in accoppiata alle amministrative di matera e quasi certamente alle politiche

miko somma

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maggioranze di pirro…anzi di tasi…

09/09/2014

(ANSA) – POTENZA, 9 SET – Il consiglio comunale di Potenza ha approvato a maggioranza le aliquote dell’Imu e della Tasi per il 2014. La delibera ha ottenuto cinque voti favorevoli e quattro contrari: 20 consiglieri si sono astenuti. L’ufficio stampa del Comune ha diffuso il testo della delibera. Per quanto riguarda l’Imu, l’aliquota di base è pari all’1,06 per cento. Per la Tasi, l’aliquota è pari allo 0,25 per cento. Il provvedimento contiene i casi previsti di riduzione e detrazione delle due imposte….
dunque qualcuno pensa di poter governare con gli astenuti che si sono astenuti solo per evitare che la rata tasi fosse unica e non rateizzata?…

miko somma

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la matematica ed i tacchini…

09/09/2014

facciamo due rapidi conti…

bonus fiscale (gli 80 euro, per intenderci)…costo a regime 10 miliardi, platea dei beneficiari circa 10 milioni di lavoratori…rinnovo contratto pubblici dipendenti…costo 2,1 miliardi, platea dei beficiari, 3 milioni…la proporzione tra i provvedimenti è così di 10:6,3 ed a logica il rinnovo dei contratti costa meno del bonus…

solo che il bonus è elargizione pseudo-munifica di un capo che agisce fuori dalle relazioni sociali, il rinnovo dei contratti implica che quelle relazioni esistano e funzionino…è una visione politica alquanto discutibile…ma allora perchè i tacchini plaudenti non usano la matematica prima di applaudire?

miko somma

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il 3%…

09/09/2014

non è possibile che si falsi la realtà…se devi tagliare il 3% delle spese di ogni ministero, come li chiami se non tagli lineari?…

miko somma

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attendismo, intromissioni fuori luogo e tardo sviluppismo…

08/09/2014

e se anche il tg3 regionale si schiera di fatto per il petrolio, “chiudendo” l’opposizione ai soli fratelli d’italia?…sono leggermente arrabbiato, ancor di più per l’attendismo di pittella che aspetta di conoscere quello che già si conosce (date un’occhiata al link sotto) su territori interessati e quantità (la strategia energetica nazionale lo dice chiaramente), per le intromissioni fuori luogo di de filippo (faccia il sottosegretario), per il tardo-sviluppismo della camusso…

miko somma

http://www.comitatonooilpotenza.com/?page_id=2718 

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Comunicato stampa

questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale basilicatanet

A volte persino un piccolo Davide riesce ad abbattere un Golia

Le ultime esternazioni bresciane del Presidente del Consiglio in merito alla “necessità” di estrarre gli idrocarburi che mancano alla crisi energetica italiana – che per la verità tale è da sempre, mitigata nel corso dell’ultimo ventennio proprio in virtù del contributo lucano di cui forse egli non ha contezza – ed al testo di legge che dichiara essere già pronto, non lasciano stupefatti, quanto intristiti per pochezza democratica di un autonominatosi premier, di cui non giunge difficile capire l’Italia che egli immagina, un leader forte che comunica via social a mai definibili masse di italiani innamorati di un cambiamento qualsiasi che lui incarnerebbe per inconoscibili disegni, un parlamento segretario, un popolo fatto di numeri plaudenti e non di cittadini soggetti di doveri, di diritti e di potestà di opporsi.

Così nel caso degli idrocarburi lucani la decisione è presa senza alcun riferimento alla condivisione, al dibattito, allo scambio di idee, che pure son figli della stessa democrazia, e i lucani come popolo sono ridotti al rango di numeri che, essendo poco importanti nel contesto generale, si possono “perdere” elettoralmente. Un ragionamento pericoloso che sposta l’asse del diritto dalla soggettività dell’essere cittadini italiani alla quantità numerica, espressione di una entità territoriale, che in quanto tale è ben sacrificabile di fronte ad un generico bisogno di una supposta generalità che si crede di incarnare sulla scorta di un ormai generico 41%, frutto di contesti e ragionamenti d’altro genere da parte degli italiani.

Passa così il concetto che in Basilicata il petrolio c’è e deve essere estratto, come se le estrazioni già non fossero materia quotidiana di una regione vittima prima ancora che delle trivelle, della ignoranza dell’opinione pubblica italiana su quanto accade in questa terra, e facendo passare così l’idea di una regione il cui sottosuolo è ricco di idrocarburi di cui il paese è affamato, facile sarà per il premier e per il contesto mediatico che ormai gli fa da circo, trasformare, una volta passata la sbornia dei comitatini, ogni opposizione generale dei lucani come un egoismo puramente localistico da potersi stigmatizzare e quindi sacrificare.

Ed è proprio per evitare tale incresciosa situazione da cui non ci salverebbe il ricordo di Scanzano e della sua mobilitazione, a tratti evocata a ipotesi persino dai più alti vertici istituzionali locali, che da subito occorre un dibattito aperto tra i lucani, poiché se trasversale, generale e indubitabile è la paura degli italiani verso il nucleare che in quei giorni portò il Paese intero a solidarizzare con il popolo di Basilicata, non altrettanto potrebbe dirsi oggi per gli idrocarburi, verso cui la diffidenza è minore poiché non sentita dagli italiani che nulla o poco conoscono del contesto attuale delle estrazioni.

Utile allora sarebbe l’apertura di un dibattito capace non solo di permeare la coscienza dei lucani, ma di “esportarsi” all’esterno verso il resto del Paese, mettendo in grado gli italiani di toccare con mano la conoscenza di un problema che tale è, nonostante qualcuno ancora si affanni a definire il petrolio una risorsa poiché esiste un pretium, le royalties, del cui controvalore ambientale, sanitario ed economico nessuno può affermare la vantaggiosità netta, essendo forse più facile verificarne le terribili ambiguità a consuntivo che sarebbe il caso fossero dichiarate tali da parte di chi oggi rappresenta la Regione.

Rappresentanza che però nei fatti non muove passi nella direzione della condivisione in quel franco e libero dibattito, prodromo di una decisione collettiva su quale sia l’atteggiamento da tenersi di fronte a tanta protervia, quanto si chiude nel pilatesco attendere un testo definitivo che, se opportuno rispetto a opposizioni da sollevarsi presso gli organi competenti, poco produttivo, addirittura dannoso, rischia di essere proprio in quel processo di formazione di una coscienza di massa su cui dovrà appoggiarsi l’opposizione istituzionale e popolare ad un progetto che non ammette margini di  mediazione.

Poiché se il presidente Pittella crede sia possibile trovare un punto di incontro tra la crisi dell’economia lucana e quelle richieste del sistema energia, di cui Renzi è oggi interprete più efficace di quanto non lo furono a suo tempo Prodi, Berlusconi, Monti, sbaglia di grosso, essendo i termini già molto chiari sia nei quantitativi da estrarre, che solo un ingenuo potrebbe credere limitati al raddoppio che è lo stesso contesto legislativo e di fatto a suggerire come oltrepassabile, visti carattere strategico, secretabile, che l’intera materia assume e titolarità decisoria sui procedimenti di autorizzazione, sia in quelle che saranno le nuove zone di ricerca ed estrazione che a ragion veduta sono già oggi sulle mappe UNMIG e che configurano una regione-damigiana. Così più che mediazione si potrebbe parlare di cessione pura ad un ricatto.

Presidente Pittella, come già più volte ho ribadito sulla stampa, lei ha dovere istituzionale di convocare il Consiglio Regionale ed informarlo della interezza della questione, così informando l’intera regione, rimandando il suo atteggiamento non già a forme di “illuminazione” e volontà personali insite nella rete delle sue relazioni politiche nelle quali ha sinora tenuto chiusa la questione (relazioni forse da rivedersi a quanto pare?), ma a quella linearità democratica che prevede il confronto con gli eletti dal popolo come base delle decisioni e non già ad una singolare reiterazione di quanto il premier impone o tenta di imporre su scala nazionale, ribadendo ad ogni piè sospinto la sua supposta leadership forte come elemento trainante una democrazia che a conti fatti è quella leadership senza contrappesi a mettere in discussione. Ciò mancando, il suo margine operativo e logico consequenziale ai temi della campagna elettorale con cui è stato eletto si restringerebbe alle sue dimissioni.

Ma ovviamente non volendo caricare il presidente Pittella di una croce di cui pure però le sue spalle si sono rese disponibili al carico nella gestione del suo renzismo, è opportuno che il Partito Democratico di Basilicata faccia sentire al più presto la sua voce, voce che supponiamo debba essere la più ferma e schietta opposizione al progetto, ricostruendo in primis la catena dei suoi organi collettivi perché è in essi e solo in essi, nel rispetto delle linee democratiche che uniscono il dibattito alle decisioni che quella opposizione può costruirsi come la voce cosciente dei democratici lucani, e sperabilmente con questa la voce dei lucani tutti, uniti in un No “senza se e senza ma”, ma coscienti che questa regione mai più dovrà essere come l’abbiamo conosciuta e sopportata. Perché se il ricatto alberga sempre nel bisogno ed il bisogno riesce ad essere controllato con la virtù, a volte persino un piccolo Davide riesce ad abbattere un Golia.

Miko Somma, Partito Democratico.

la qualità del diritto dei lucani…

07/09/2014

trovo democraticamente deludente ed intellettualmente deprimente che a fronte di un sentimento negativo rispetto alle “sue” intenzioni (che in realtà hanno lunga storia) di aumentare quantità di estratto e zone di estrazione di idrocarburi, il presidente del consiglio se ne venga fuori con la sufficienza di un palloncino gonfiato, misurando la scarsa demografia lucana e così i “pochi” voti che perderebbe con una alzata di spallucce…

ci sono cose che non si misurano solo in numeri, ma in qualità del diritto ed i lucani hanno diritto di vivere il loro territorio, decidendone le sorti…e si chiama democrazia!!!

miko somma

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il vero pil è la felicità umana…

05/09/2014

a chi è abituato a misurare ogni intervento sul territorio in euro&dintorni appare sempre complessa da comprendere ogni misura altra di valutazione, per esempio quanto il futuro di quello stesso territorio, coniugato alla conservazione dei suoi biotipi, delle sue vocazioni, delle culture che esprime, possa aprire nuove strade alla socialità dell’economia che si misurano magari in qualità della vita e della felicità umana…

ecco la vera ed unica rivoluzione dell’economia che salva il territorio, tramandandolo a chi seguirà, sta nell’adottare questi parametri ad obiettivo, parametri senza i quali tutto si immiserisce in numeri freddi come killer…

miko somma

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i danni e la penitenza…

04/09/2014

considerando il poco tempo, direi che i danni del renzismo alla cultura politica degli italiani sono del tutto equivalenti a quelli del berluskonismo e magari, considerando che quella cultura madre ha profondamente innestato l’attuale, permeando così una parte della sinistra di suggestioni dogmatiche al posto di ragionamenti critici, forse anche di più…e la penitenza immagino possa essere terribile…

miko somma

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limitare i danni?…

04/09/2014

caro presidente pittella, il concetto di base è che partire per limitare i danni, li causerà comunque e non impedirà che i nostri piccoli numeri demografici non siano il veicolo per farne altri e più grandi…dunque primo obiettivo, il ricorso alla corte costituzionale, come pure suggerivo in un comunicato, poi obiettivo politico del far esprimere i cittadini in tempi rapidi sulla faccenda estrazioni aggiuntive (come pure da me più volte suggerito), poi io insisterei semmai per uno stralcio della materia estrazioni dallo “sblocca-che?” ed una discussione condivisa, più serena e meno decretativa di una materia che non si può trattare con le slides e la faciloneria di un presidente del consiglio a cui qualcuno ha detto che in basilicata c’è il petrolio…poi si convinca che forse quel presidente non è del tutto il suo presidente

miko somma

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niente bufale sulle malattie…

sui social networks si accavallano sempre notizie bufala, ma queste sulle malattie portate dagli immigrati fanno davvero male al paese…direi sarebbe il caso di smettere di diffondere la vera malattia che debilita ed uccide il paese, la strumentalità che si lega all’ignoranza ed alla suggestione…eliminate dai vostri contatti chi propaga questi virus pericolosi

come suggerito dall’organizzazione di medici senza frontiere, di cui accludo il link al loro sito http://www.medicisenzafrontiere.it/notizie/blog/tubercolosi-allarmismo-no-grazie faccio mio il loro comunicato, facendo appello alle persone a non credere alle bufale che qualcuno spaccia per alimentare psicosi che sono solo utili agli interessi di qualche parte politica o di quel ventre molle di deficienti che prospera nella paura della gente

foto Mattia Insolera
  
04/09/2014

Invece di “Tubercolosi No Grazie”, noi di Medici Senza Frontiere (MSF) diciamo “No grazie” all’allarmismo basato sulla paura e l’ignoranza piuttosto che sui fatti. MSF è in prima linea nella lotta all’Ebola che sta travolgendo l’Africa occidentale. I nostri operatori umanitari sono sulle coste della Sicilia per fornire assistenza alle migliaia di persone costrette a fuggire da terribili conflitti. L’anno scorso i nostri medici e infermieri hanno curato 30.000 persone affette da Tubercolosi (Tbc) in tutto il mondo. Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a falsità come quelle che stanno circolando in Italia in questi giorni.

Nei primi mesi del 2014 abbiamo effettuato, insieme all’Azienda Sanitaria Provinciale di Pozzallo, il primo screening sanitario per circa 12.000 persone appena sbarcate. Sono generalmente giovani, in buono stato di salute. La quasi totalità delle malattie diagnosticate all’arrivo è legata alle difficili condizioni di vita e del viaggio che devono affrontare: infezioni dermatologiche, dolori articolari, piccole ferite, debilitazione generale e così via. La maggior parte di loro viene da paesi in guerra, come la Siria e la Somalia, o da paesi in cui vengono perseguitati, come l’Eritrea.

È del tutto falso che le persone arrivano sulle coste italiane e girano liberamente per il paese senza alcun controllo sanitario. Vediamo il Ministero della Salute eseguire screening sanitari ogni giorno. Noi stessi forniamo screening supplementari a Pozzallo e Augusta, due dei principali siti di sbarchi in Italia. 

Purtroppo, al contrario di quanto affermato in questi giorni da note figure politiche, la Tubercolosi è una malattia presente in Italia da decenni, non è stata recentemente importata dagli stranieri. Nell’ultimo cinquantennio (1955-2008), il numero annuale di casi di Tbc, registrati dal sistema di notifica nazionale, è diminuito da 12.247 a 4.418. Non si parla quindi di un riemergere della malattia.

Per di più le persone positive al test cutaneo alla tubercolina (Mantoux) non sono contagiose. Solo il 10% di chi acquisisce l’infezione sviluppa in seguito la malattia tubercolare, diventando potenzialmente contagioso per altri. La Tbc non si trasmette con una stretta di mano, prendendo lo stesso autobus o frequentando gli stessi spazi pubblici.

Per quanto riguarda l’Ebola, non è mai stato diagnosticato un caso di Ebola in Italia. L’approdo di questa malattia con i migranti che sbarcano sulle coste siciliane è più che remoto. Il virus Ebola è molto letale e nella maggior parte dei casi provoca malattia sintomatica e poi morte nell’arco di pochi giorni dall’infezione. Questo vanifica la possibilità che una persona infettata si avventuri verso l’Europa in un viaggio che generalmente dura diversi mesi. E questo è anche un tempo troppo lungo perché una febbre emorragica virale possa “sopravvivere” fino ad arrivare a noi.

Le équipe di MSF in Africa Occidentale hanno trattato oltre 2/3 di tutti i casi registrati ufficialmente. La presidente internazionale di MSF ha parlato ieri di fronte alle Nazioni Unite ammonendo che la politica restrittiva del chiudere le frontiere è il peggior approccio possibile e sta costando molte vite umane. Misure coercitive come le quarantene forzate stanno portando le persone a nascondere i malati, allontanandoli  dal sistema sanitario. Queste misure sono servite solo ad alimentare la paura e l’instabilità, più che ad arginare la malattia.

L’emergenza Ebola resta prioritariamente in Guinea, Sierra Leone e Liberia, dove troppe persone stanno morendo ogni giorno. L’attenzione di MSF resta focalizzata nel salvare vite dove l’epidemia è ora in corso. Ci sono lacune critiche in tutti gli aspetti della risposta all’epidemia in questi paesi e ci deve essere una massiccia mobilitazione di risorse, se vogliamo contenerla e assicurarci che più vite siano salvate. Allarmismi e paure non sono decisamente una soluzione, serviranno solo a peggiorare le cose.

Invece di promuovere la chiusura delle frontiere in Italia o alzare ancora più in alto le barricate, occorre sottolineare l’importanza di investire nel sistema di accoglienza, perché uno standard di qualità del servizio è cruciale nel determinare l’evoluzione dello stato fisico e mentale di queste persone. Se dunque un reale rischio per la salute pubblica della popolazione italiana esiste, esso è rappresentato dall’esclusione sociale e dal mancato rispetto dei diritti minimi di accoglienza.

Oltre alle attività medico umanitarie in Sicilia, MSF lavora in 66 paesi del mondo, offrendo assistenza alle popolazioni colpite da disastri naturali, crisi umanitarie e conflitti, come Siria, Gaza, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan. La realtà che ogni giorno vediamo è che chi fugge dalla guerra e dalla persecuzione ha bisogno di protezione, non di paura e ignoranza strumentali

Stefano Di Carlo, Capo Missione, MSF Italia

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la prima delle emergenze…

03/09/2014

continuo a chiedermi perché nelle priorità di renzi le mafie non trovino il posto che pur meriterebbero, considerandone il peso opprimente l’economia e la società e che pur la vorrebbero al primo posto tra le emergenze…nessun messaggio che voglia far passare, proprio continuo a chiedermelo ed a non trovare risposta

miko somma

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salvare il paese…

03/02/2014

credo sia il caso di convenire a sane elezioni politiche e misurare con il proporzionale la qualità del dialogo tra i partiti per salvare il paese

miko somma

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