imprenditori ed imprenditori…

17/12/2014

ci sono imprenditori ed imprenditori…in genere tendo a fidarmi con riserva solo di quelli che ci mettono la faccia, il proprio lavoro e poca, pochissima finanza, di certo non mi fido di quelli che ci mettono un manager disumano, che hanno esternalizzato e che incassavo ed hanno incassato lauti dividendi da finanza in cambio di qualche spezzatino aziendale

miko somma

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il punto…

15/12/2014

appare ormai del tutto chiaro che in basilicata una intera classe dirigente ha fatto il suo tempo…ora il punto è se la parte che la esprime è in grado di autoemendarsi o se occorre premere dall’esterno

miko somma

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dimissioni…38 volte dimissioni…

14/12/2014

aver reso l’art.38 più costituzionale non toglie la certezza che comunque qui vogliono trivellare…la trattativa dunque si risolve male, molto male, ed a leggere il disposto della mozione approvata in consiglio il 4/12 appare chiaro che le prerogative regionali non sono ristabilite come pur si chiedeva…impugnativa obbligata quindi, anche se forse inutile…a questo punto le dimissioni del presidente sono quasi un atto dovuto, dopo aver firmato l’impugnativa come minimo segno di dignità

miko somma

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Comunicato stampa

ieri non mi è stato possibile pubblicarlo sul blog, a causa di problemi manutentivi sul server che hanno impedito l’accesso per qualche ora…inviato comunque alla stampa, posso solo ora pubblicarlo…e magari avrete fatto in tempo a leggerlo sui giornali…

questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale basilicatanet

Una regione che deve cominciare a far tesoro delle sue povertà

Il paradosso di salvezza relativa delle regione da aumenti estrattivi che sono in nuce nell’art. 38, nella riforma del titolo V e nella strategia energetica nazionale che ne è la matrice causale, è probabilmente nel prezzo del greggio, sceso ormai a livelli tali da non essere forse più conveniente avviare processi di sistema, troppo vicino al cosiddetto break even che le compagnie fissano intorno ai 45 dollari/barile, ma sufficiente ancora a garantire che lì dove si estrae o dove le autorizzazioni sono in essere, si continui a farlo, compensando con le quantità estratta il minore introito.

Ciò ovviamente non significa aumenti estrattivi immediati nella Val d’Agri, ma probabilmente la tendenza a fare in modo che quanto al memorandum in tema di aumenti, i 26.000 barili/giorno, diventi presto realtà dopo una stagione in cui lo stesso sembrava dimenticato tra decreti attuativi e la nuova contestata disciplina.

Ora che il prezzo del greggio sia sceso a livelli inferiori ai 60 dollari a barile per il prezzo di riferimento del wti (il greggio americano) e del brent (il greggio del mare del nord) abbastanza evidentemente è frutto sia della crisi che innesca minori consumi, quindi maggiore disponibilità, quindi minore prezzo, sia di strategie di produzione da parte dei paesi opec che non possono permettersi di produrre meno per sostenere un prezzo che dipende sempre meno dalle loro riserve e sul quale minori sono quindi le prospettive di controllo dello stesso, nonché dalla sempre maggiore abbondanza di idrocarburi da scisto di produzione americana, che probabilmente in questo momento storico sono il volano di una guerra di logoramento rispetto alla Russia di Putin ed alle sue nuove mire imperiali. Ma tutto ciò, come rileva l’articolo della Nuova, qualcosa pur significa per le casse della regione Basilicata, dove l’apporto delle royalties costituisce un punto nodale della gestione finanziaria dell’ente che ne risente in termini di minori disponibilità finanziarie, ancorchè bloccate dai vincoli del patto di stabilità:

Questo naturalmente letto nella quotidianità significa che i quasi 170 milioni di euro del 2012 – diventa molto divertente ricordare che fino a poco prima l’allora presidente De Filippo si scherniva dietro 50-60 milioni che in parte il sottoscritto ha evidentemente fatto “lievitare” con la sua penna e quattro calcoli-  diventano cifre meno rilevanti prospetticamente i per bilanci regionali, ma soprattutto per le partite finanziarie ed assistenziali che da queste poi dipendono, forestazione, vie blu, copes ed ancora università e sanità dove sostanziano la tenuta dei L.E.A. altrimenti poco gestibili. Si obietterà che nelle pieghe del patto di stabilità ciò non costituisce problema e che a minori entrate ciò che si decurterebbe realmente è la quota ad oggi accantonata come riserva, ma ciò in tutta evidenza significa minori gettito accantonato da destinare all’investimento in caso i vincoli si allentino.

E naturalmente questo impone una doverosa riflessione sulla stabilità delle risorse finanziarie regionali, che, come la variabilità intervenuta sul prezzo del petrolio insegna, rischiano di esser dipendenti da fattori di rischio non controllabili in loco e così mutevoli fino al punto di non costituire più partite affidabili di bilancio, almeno fino al momento in cui continuerà la loro immissione nel bilancio corrente e non, come auspicabile, nella spesa per investimenti strutturali. In poche parole se ci crede di potere continuare a fornire assistenza a circa 4.000 operai forestali perché in qualche modo possano poi accedere ai “benefici” della disoccupazione, occorre tener di conto che tale operazione potrebbe risultare variabile di anno in anno e non ottenere più i risultati sperati – ed ovviamente anche il consenso elettorale derivante – esattamente come su ogni altra partita finanziata dalle royalties dirette.

Ciò che si palesa così come evidente è la caduta del modello sociale fondato sulle royalties come “cassa”, una pratica scellerata economicamente e, seppur comprensibile nei suoi ruoli di “paracadute sociale”, fuorviante rispetto ad ogni idea di sviluppo reale del comparto economico locale, nella evidenza di un fallimento epocale e di estraniamento dalla realtà di classi dirigenti nate 20 anni fa sulla base di un modello politico del tutto crollato sia di fronte alla crisi, sia soprattutto rispetto al fiato cortissimo delle politiche reali di sviluppo, incapaci di fare sistema del territorio nella valorizzazione delle potenzialità, piuttosto riducendosi ad un modello esportativo affidato a pochi attori economici, sostanzialmente fiat ed eni, la prima entrata in crisi ed avendovi trascinato l’indotto locale, la seconda per sua natura poco occupazionale ed i cui numeri reali ancora oggi sono oggetto di campagne di propaganda a giorni alterni, che essenzialmente lascia al territorio le sole royalties come segno di una sua presenza operativa.

In poche parole, aver “royaltizzato” l’economia regionale ha di fatto sviato le risorse verso un sistema baronale e parcellizzato di spesa delle stesse senza operazioni di sistema, impedendosi ciò che risorse da considerarsi in guisa di straordinarietà avrebbero pur dovuto spingere a pensare e tentare di realizzare, un progetto regione di ampio respiro e novità in grado di rendere la marginalità geografica e produttiva come attrattore dei processi innovativi che in tutta Europa si giocano oggi proprio sulle regioni più svantaggiate, partendo dalla rivalutazione del loro isolamento come elemento di “differenza” che fa la “differenza”, e non solo in termini turistici, ma nel senso di un più ampio settore produttivo legato al territorio ed a sue specificità altrove introvabili, il “terroir” a volerne fare una traslazione dal mondo vitivinicolo.

Trovare, rivalutare, imporre quel terroir sarà compito di ben altre classi dirigenti in grado di comprendere che ogni euro di royalties investito in assistenza a fini elettorali sottrae esponenzialmente decine di euro al settore produttivo di una regione che deve cominciare a far tesoro delle sue povertà, mentre auspicabile sarebbe che lo stato cominci a considerare il petrolio lucano non più materia energetica, ma riserva strategica di prodotti di sintesi di un paese che ancora ha una grande impresa manifatturiera. E dietro le firme che abbiamo raccolto e presentato e che ancora raccoglieremo e presenteremo non c’è solo protesta, ma la richiesta di cambiamento di paradigma produttivo, in Basilicata come nel resto del Paese.

Miko Somma.

 

il progetto…

13/12/2014

questa terra merita di più di una classe dirigente figlia di processi iniziati 20 anni fa e conclusisi nel nulla, di più di imbelli nuovisti vestiti di comunicazione e vuoti di contenuto, di più di parolai e malpancisti convinti che il loro spicchio di interesse rappresenti il mondo intero, di più di chi crede che il disagio economico e sociale possa indossare inutili bandierine e saziarsi di slogan e buoni propositi da mercatino dell’usato…

questa regione merita un progetto serio, articolato, che intrecci il locale nel globale con la consapevolezza di avere ancora un patrimonio da far fruttare nel territorio e nella sua ricchezza di valori biologici ed umani…

la comunità ed i suoi valori difesi da un mondo a-valoriale ed impostati come vero modello socio-economico sono il progetto

miko somma

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sul 38 non è ancora finita…un documento importante…

vi posto questo documento che a mio avviso riveste una certa importanza e sul quale credo si possa costruire molto più che la critica all’art. 38, quanto un modello di cogestione tra stato e regioni delle tematiche del titolo V, oggi erroneamente oggetto di una volontà di riporto in quota statale di quanto invece una democrazia matura deve poter stabilire in sussidiarietà con gli enti locali e le popolazioni…ne riparleremo a breve, molto a breve…

Sblocca Italia, documento Presidenti Consigli regionali 

12 dicembre 2014, 17:45

Oggi a Termoli i rappresentanti di Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Sicilia hanno sottoscritto l’impegno a sensibilizzare le Assemblee di rispettiva appartenenza sulla problematica energetica. Ha partecipato Piero Lacorazza

(ACR) – “Decreto Legge Sblocca Italia – Capo IX Misure urgenti in materia di energia” è il tema dell’incontro –dibattito, svoltosi oggi a Termoli (Cb), al quale ha partecipato il Presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza insieme ai presidenti dei Consigli regionali di Abruzzo, Molise, Puglia e Sicilia.

Al termine dell’incontro i cinque Presidenti hanno sottoscritto un documento

DICHIARAZIONE D’IMPEGNO

I Presidenti dei Consigli Regionali di Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Sicilia, in seguito all’incontro‐dibattito svoltosi a Termoli (CB) il 12 dicembre 2014 avente ad oggetto: ”Decreto Legge Sblocca Italia – CAPO IX Misure urgenti in materia di energia”;

visto in particolare l’art. 38 del decreto‐legge 12.09.2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11.11.2014, n.164, che riconosce alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e a quelle di stoccaggio sotterraneo la qualità di attività di interesse strategico e il carattere di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità delle relative opere;

atteso che nell’economia complessiva delle disposizioni di cui al predetto art. 38 risalta, sostanzialmente, la volontà di accentrare in capo allo Stato le decisioni in materia di ricerca degli idrocarburi attenuando fortemente la partecipazione delle Regioni territorialmente interessate e sottraendo alle Regioni stesse la cooperazione ai procedimenti autorizzatori mediante l’espressione della valutazione di impatto ambientale (VIA);

richiamato integralmente l’Ordine del Giorno approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome nella riunione del 19.09.2014;

richiamata, altresì, la nota condivisa dalla stessa Conferenza successivamente alla conversione in legge del decreto‐legge “Sblocca Italia” con la quale viene dimostrato che, l’attenuazione del coinvolgimento delle Regioni nel processo decisionale determina elementi di incompatibilità con l’assetto e la ripartizione dei poteri costituzionalmente sanciti;

ritenuto che le misure normative sopra richiamate possano generare concreto rischio di insufficiente valutazione circa l’impatto delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi sull’economia generale e sulle economie di settore dei territori regionali, nonché sulla preservazione dell’integrità ambientale e dell’ecosistema, giacché il ridimensionamento delle facoltà di espressione degli interessi locali può sicuramente considerarsi presupposto di scelte adottate su basi meramente teoriche e senza presidi a tutela del fondamentale diritto delle comunità locali a programmare il proprio sviluppo ed il proprio futuro;

considerato che tali attività rappresentano un rischio per l’integrità dell’ecosistema locale danneggiando l’economia turistica della costa adriatica‐ionica già duramente messa alla prova dalla contrazione di flussi di presenze in un momento di particolare criticità della congiuntura regionale e nazionale;

considerato che ci sono Regioni che già offrono al Paese un contributo rilevante per soddisfare il fabbisogno energetico nazionale;

considerato che in queste Regioni è giusto riconoscere maggiori e più efficaci strumenti finanziari per compensare il rischio ambientale prodotto dall’attività estrattiva;

considerato che il titolo concessorio unico riduce gli spazi di partecipazione degli enti locali;

considerato che una strategia energetica nazionale non può prescindere da un coinvolgimento delle Regioni e dei poteri locali e non può concentrarsi, soprattutto se produce rischi per l’ambiente e per la salute, in alcuni territori mettendo fortemente a rischio la sostenibilità ambientale;

considerato che è in discussione in Parlamento la riforma del Titolo V della Costituzione di cui condividiamo la necessità di cambiamento e di riforma;

considerato che tale cambiamento e tale riforma non può significare sottrarre ruolo, funzioni e competenze alle Regioni e agli Enti Locali sul governo del territorio;

formulando l’auspicio che il Governo Nazionale provveda con urgenza ad adottare un Piano Energetico Nazionale partecipato attraverso il confronto con le Regioni, i Comuni e le realtà locali pubbliche e private

tenendo conto della crisi che sarà determinata in un prossimo futuro dalla riduzione delle risorse fossili e che in conseguenza, preveda il necessario impulso alle politiche ispirate dalle direttive europee a partire dal pacchetto energia 2020;

premesso quanto sopra, assumono il comune impegno di:

sensibilizzare le Assemblee di rispettiva appartenenza sulla problematica di cui alla premessa, perché assumano una precisa posizione istituzionale e politica in ordine alla definizione dei poteri e delle prerogative del livello di governo regionale in materia di attività per la valorizzazione delle risorse energetiche in rapporto con i prioritari interessi territoriali alla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema nonché allo sviluppo economico legato alle specifiche vocazioni dei territori;

promuovere la presente dichiarazione, tra le Assemblee legislative di rispettiva appartenenza, al fine della assunzione di idonee iniziative a tutela delle prerogative regionali e dei legittimi interessi locali, secondo quanto consentito dall’ordinamento costituzionale

Termoli (CB), 12 Dicembre 2014

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occorre chiarezza a potenza…

vi sottopongo questa riflessione di carlo petrone a proposito della incresciosa situazione del comune di potenza, riflessione che condivido in pieno perché il vero problema non è al punto in cui è giunta la città capoluogo il dissesto (ampiamente annunciato, lo si fosse conclamato o meno), ma la penosa situazione di stallo in cui si “litiga” per le poltrone, mentre il tessuto urbano, sociale ed economico sta rapidamente deteriorandosi…ed una classe dirigente degna di questo nome (quale quella espressione del pd sicuramente ha dimostrato non essere) non può non considerare questo deterioramento che si nutre appunto della poca chiarezza con cui si affronta una situazione politicamente, amministrativamente ed umanamente, come il simbolo di un fallimento che necessita ora più che mai di un vero cambiamento…

Al Comune di Potenza siamo al prevedibile stallo, reso ancora più pericoloso dai tentativi, francamente inutili, di comporre maggioranze e Giunta attraverso le solite alchimie. Forse chi da tempo governa le cose del PD dovrebbe a questo punto comprendere che non è la strada giusta, ma non accade. Su Facebook ora alcuni dirigenti di quel partito si affannano a ricercare soluzioni positive ma, come al solito, senza indicarne alcuna. Ci vorrebbe un po’ di chiarezza però. Per rispettare la volontà dei cittadini, dopo il risultato elettorale, il Sindaco De Luca avrebbe dovuto governare con la maggioranza del Centrosinistra (questa è stata la volontà degli elettori), cosa naturalmente impossibile perché il Sindaco è espressione della destra potentina. E allora forse la soluzione più coerente sarebbe stata tornare subito al voto, proprio per sollecitare i cittadini ad esprimere un orientamento chiaro, e segnalare soprattutto al PD la necessità di governare con maggiore responsabilità le fasi elettorali. Ma, “per il bene della città”, si è preferito proseguire, decidere il dissesto, bloccare tutte le attività del comune. Se i tentativi salteranno al voto si arriverà ugualmente. E’ questo il bene dei cittadini? Come si riuscirà a intraprendere un’iniziativa per mettere in carreggiata (non dico sulla via giusta) l’amministrazione comunale? Le schermaglie sulla Giunta sono iniziate, posizionamenti di interessi anche, ma intanto non si offre un primo chiaro segnale, soprattutto dopo il dissesto, di riduzione drastica del numero degli assessori; sarebbe uno scandalo riproporre una Giunta a 9, non solo perchè è necessario evitare spese inutili e dannose, ma perché vorrebbe dire che l’accordo si è trovato come al solito sulla composizione dell’Esecutivo.
A questo punto dovrebbe risultare chiaro che se le alchimie falliranno la città potrebbe trovarsi senza una governo e una amministrazione; a quel punto chi ha sbagliato dovrebbe trarne le conseguenze.

carlo petrone 

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forse qualcuno…

12/12/2014

forse qualcuno non ha capito che sulla sola opposizione al petrolio non costruisci fortune politiche…per avere fiducia da parte del gente occorre avere una visione coerente, un progetto spendibile e concreto, un passato, un presente che si occupano di mille cose e che recitano competenza e capacità di intrecciare multidisciplinarmente argomenti complessi in una sintesi comprensibile, spendibile, che dia l’emozione di parteciparla come momento collettivo e non suggestioni da vivere nella propria solitudine

miko somma

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……

(ANSA) – POTENZA, 11 DIC – Agenti della Polizia hanno sequestrato a Potenza il caveau dell’Istituto provinciale di vigilanza “La Ronda” in cui sono custoditi milioni e milioni di euro di banche e delle Poste. Il provvedimento è stato eseguito dalla Polizia dopo alcuni accertamenti della Banca d’Italia dai quali sono emerse “violazioni agli obblighi di gestione del contante”. I controlli hanno rilevato, oltre a un “grave disordine organizzativo”, anche un ammanco pari a circa 7,2 milioni di euro.

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tutti innocenti sino al terzo grado…ma…

www.ilquotidianodellabasilicata.it/news/cronache/732183/Corruzione-e-turbativa-d-asta-.html

riporto comunque il comunicato stampa di margiotta che dichiara di autosospendersi dal pd, dalla gruppo pd al senato e da vicepresidente di commissione a palazzo madama…

AGR “Oggi ho subito oggi un’ingiustizia di cui non riesco a farmi una ragione, combatterò, ricorrerò in Cassazione e sono certo che in quella sede farò valere le mie ragioni. Ma nel frattempo, a tutela del mio Partito, che amo e per il quale ho sempre lavorato, mi autosospendo dal PD e da ogni carica, dal gruppo dei Senatori del PD, nonché da Vicepresidente e componente della Commissione di Vigilanza RAI”. Assolto in primo grado al termine del rito abbreviato per non aver commesso il fatto, il senatore Salvatore Margiotta (PD) commenta in una nota la decisione della Corte di Appello di Potenza che lo condanna a un anno e sei mesi di reclusione per turbativa d’asta, in riferimento a un appalto per la costruzione del Centro Oli della Total in Basilicata. “La Corte d’Appello di Potenza ha ribaltato ben due decisioni della Magistratura a me favorevoli, quella del Tribunale del Riesame, che aveva a fine 2008 rilevato la insussistenza di gravi indizi e quella del Tribunale di primo grado, che mi aveva assolto nel 2011 con formula piena per non aver commesso il fatto. Al termine di un lungo processo di appello, nel corso del quale nessuna ulteriore prova a mio carico é emersa e le testimonianze raccolte sono state tutte a mio favore, vengo condannato sulla base di congetture e illazioni”, scrive amaro Margiotta ma assicura: “continuerò a urlare la mia innocenza in tutte le sedi, a contestare la decisione di un Collegio che ha emesso una sentenza contro legge. Mi hanno insegnato che le sentenze si rispettano, ma non posso rispettare la palese e pregiudiziale ingiustizia che ho subito”, conclude, “vengo condannato innocente e sento la mia vita sfregiata”.

 

 

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il “mio” partito…

scusate, ma quando ricordate (n.d.a. ovviamente mi riferisco a commenti su facebook) sempre che il “mio” partito (il pd) è questo o è quello, vi rendete conto che mi offendete perché presupponete che una persona dallo spirito critico ed indipendente, quale ritengo di essere, non marchi delle differenze nel dibattito interno, ancorché scadente, ed esterno e magari qualcosina pure muova sulla scorta di un valore di serietà che pur mi si attribuisce?…

ed a me verrebbe da ricordarvi che quando invece c’era il “mio” vero partito, voi non c’eravate o avete fatto “orecchie da mercante” o inseguito chimere ridicole di qualche urlatore occasionale o sparato sulla mia supposta “appariscenza e centralità che divideva”…

forse l’occasione storica di costruire un movimento che incidesse nella politica lucana si è persa per sempre in quel punto, lasciando posto alla confusione ed al bla-bla-bla…

miko somma

magari rileggersi o leggere il programma di quella stagione durata fino alle scorse primarie per la presidenza, male non farebbehttp://www.comitatonooilpotenza.com/?page_id=6423

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non siamo provinciali…

(ANSA) – ROMA, 11 DIC – La Polizia sta eseguendo 8 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti soggetti, tra cui Francesco Palmieri, ritenuto appartenente alla famiglia mafiosa americana dei Gambino. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip di Potenza su richiesta della Dda. L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione con l’aggravante del metodo mafioso e della transnazionalità.
Inchiesta del Servizio centrale operativo della Polizia e della squadra mobile di Matera

 

 

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i successi di renzi…

(ANSA) – PARIGI, 11 DIC – Il Pil dell’Italia nel 3/o trimestre 2014 è calato dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti, collocando il nostro Paese in fondo alla classifica tra i membri del G20, davanti al solo Giappone (-0,5%). Lo riferisce l’Ocse in una nota.

e non ci pare che per il IV trimestre le cose possano andare meglio…ed ancora…

(ANSA) – ROMA, 11 DIC – “E importante assicurare il pieno rispetto dei requisiti del Patto di stabilità e crescita e della regola del debito per non mettere a repentaglio la sostenibilità delle finanze pubbliche e preservare la fiducia dei mercati”. Lo scrive la Bce nel bollettino di dicembre commentando le misure economiche del governo Renzi.

…di fatto rimandati a marzo, quando gli altarini verranno fuori a meno qualcuno da pontassieve non decida per le elezioni anticipate e per ciò che sa fare meglio, raccontare frottole ben imbastite ai creduloni del #cambiaverso…

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