CRIMINALITA’ IN AGRICOLTURA: DOSSIER DELLA CIA
 
14/03/2009 12.58.06
[Basilicata]
“Nel dossier nazionale della Cia, diffuso ad agosto scorso, abbiamo lanciato l’allarme: quattro agricoltori su dieci hanno subito gli effetti della criminalità organizzata. Più di cento reati al giorno nelle campagne, per un giro d’affari che arriva ormai a 10 miliardi di euro. Dopo quanto è accaduto a Scanzano Jonico riprendiamo la denuncia e l’iniziativa”. A sostenerlo è Antonio Stasi, presidente del Distretto Metapontino della Cia, sottolineando che secondo il dossier della Cia il fenomeno che prima si riscontrava solo al Sud, ora si sta espandendo in tutta Italia. Prima erano solo Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna le regioni in cui l’attività delle organizzazioni malavitose concentravano la loro azione ai danni dell’agricoltura, da alcuni anni a questa parte la malavita ha allargato il suo giro d’azione.
Secondo il nostro rapporto – continua Stasi – al primo posto, per numero, fra i reati troviamo i furti di attrezzature e di mezzi agricoli. Il racket è il secondo reato -sempre per numeri di crimini commessi- che si registra. Segue l’abigeato che è cresciuto in maniera preoccupante. Dai dati a disposizione, risulta che negli ultimi due anni più di 200 mila animali sono rubati dalla malavita per essere destinati alla macellazione clandestina. Anche i furti di prodotti agricoli non sono certo meno frequenti dell’abigeato. Non si tratta, però, di occasionali furtarelli: siamo in presenza di massicce sottrazioni del prodotto (spesso direttamente dalla pianta), che prevede una scientifica, organizzata operazione di raccolta. Da non sottovalutare poi le rapine che in questi ultimi anni sono aumentate in maniera sensibile. Tra i reati si segnalano, inoltre, proprio quanto è accaduto a Scanzano Jonico, con il danneggiamento alle colture, un reato tipico dell’avvertimento mafioso verso chi si dimostra restio a cedere ai ricatti. Più distinti, i fenomeni di usura e il pascolo abusivo.
Non meno grave è l’odioso “caporalato”, con lo sfruttamento, da parte della criminalità organizzata, soprattutto di extracomunitari, molti dei quali irregolari. Meno frequenti, ma presenti, sono i furti di centraline per l’irrigazione, soprattutto nelle regioni dove c’è il problema cronico della carenza d’acqua. Per le stesse ragioni, si verificano allacciamenti abusivi ed estrazione dell’acqua da pozzi non regolari.
Crescente è anche la minaccia di cedere i raccolti dei prodotti a prezzi “stracciati”. Non vi sono scrupoli che tengano e il coltivatore si trova costretto a scegliere o accettare l’infame avvertimento o correre il rischio di vedere compromesso l’intero raccolto e con esso il lavoro di tanti anni. Viene riscontrato anche il fenomeno delle discariche abusive che travalica gli interessi diretti dell’agricoltura, colpendo l’intera collettività e, più precisamente, la qualità dei prodotti e, conseguentemente, la salute pubblica, assumendo dimensioni nazionali e transnazionali.

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viti, preoccupati anche di questo!!!…e c’è anche di peggio in giro per i nostri campi!!!

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AGRICOLTURA, L’ASSESSORE VITI ILLUSTRA LE OPPORTUNITA’
 
14/03/2009 11.15.32
[Basilicata]
(AGR) – Le opportunità per il settore primario lucano sono state illustrate ieri sera dall’assessore regionale all’Agricoltura, Vincenzo Viti, nel corso dell’incontro dal titolo “Storia paesaggio agrario e rurale del Metapontino e prospettive del territorio” nell’aula magna dell’Istituto agrario di Marconia di Pisticci. Nella sua relazione Viti ha anzitutto evidenziato l’importanza degli Istituti agrari in Basilicata in quanto territorio altamente vocato all’agricoltura e settore che occorre rimettere al centro delle scelte politiche e di sviluppo. A tal proposito l’assessore ha annunciato che è allo studio un progetto regionale di interconnessione che parte dall’agricoltura e dalle produzioni di qualità per collegarsi con il turismo e l’ambiente. L’idea progettuale è finalizzata a connettere la Costa jonica con le aree interne di eccellenza dal punto di vista paesaggistico e culturale al fine di realizzare uno sviluppo integrato del territorio.
Viti ha quindi sottolineato come la globalizzazione dei mercati rende necessaria la formazione di nuove figure professionali polivalenti nell’ambito agricolo e ambientale sempre più flessibili e al passo con i tempi. In tale quadro il Dipartimento Agricoltura ha avviato da alcuni anni una collaborazione con gli Istituti Agrari del territorio. Passando alle opportunità offerte dal Psr (Piano di Sviluppo rurale) 2007-2013 l’esponente del Governo regionale ha fatto fatto presente che la Giunta regionale ha approvato nella scorsa seduta il Bando relativo alla Misura 114 sulla Consulenza aziendale. “Con il Psr – ha asserito- è a disposizione un solido importo finanziario che complessivamente prevede 648 milioni di euro di partecipazione pubblica e 197 di sponda privata, per un ammontare complessivo di risorse pari a 845 milioni di euro. Il Piano è strutturato in quattro Assi prioritari: Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale per il quale è prevista la spesa pubblica per 172 milioni di euro; miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale per il quale sono previsti circa 350 milioni di euro; qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale con 65 milioni di euro; approccio leader per il quale sono a disposizione 39 milioni di euro”. Sulle possibilità offerte dal Psr per i giovani l’assessore ha evidenziato che “la realizzazione di tali investimenti può avvenire anche attraverso cosiddetti pacchetti che utilizzano varie misure in maniera trasversale. Il Pacchetto giovani intende sostenere il ricambio generazionale nel settore primario e proporre opportunità a giovani imprenditori con la realizzazione di un’idea progettuale che si sviluppa attraverso un preciso Piano aziendale”. Viti ha anche sottolineato che altre opportunità contenute nel Psr riguardano l’agriturismo che in Basilicata è in crescita sia dal punto di vista qualitativo sia quantitativo.

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esattamente come per la rete natura o gli orti a potenza…è l’idea di fondo che non va…costui continua a parlare di globalizzazione dei mercati, dimenticando che la crisi attuale sta mettendo in evidenza la necessità di limitare alcuni scambi commerciali, esempio quelli agricoli, e di rivolgersi sempre più alle economie locali ed alle filere corte e cortissime come salvaguardia delle vocazioni e delle economie di fronte ad un mercato che spinge al ribasso i ricavi per i produttori, e di conseguenza agisce sui meccanismi di produzione che devono diventare sempre più “invasivi” per rispondere con maggiore offerta al dininuito reddito per resa per unità agricola impiegata, e quindi necessriamente come salvaguardia dell’integrità del territorio…non si capisce poi come mai in questa regione si è sempre allo studio di qualcosa, in questo caso l’interconnessione tra agricoltura, turismo o ambiente, e ci si dimentica che qualche altro assessore parlando dei grandi attrattori turistici (e quindi di tutto l’ambaradam di villaggi, infrastruture, etc etc) sconfessa di fatto simili iniziative, mettendo un’ipoteca di occupazione sul territorio che, se si dessero per vere e non come boutades le dichiarazioni di viti, andrebbe tenuto in salvo proprio da simili iniziative di “destinazione coatta”, per non parlare poi come al solito di petrolio, energia in genere, ed altre “lodevoli” iniziative d concessione del territorio stesso a logiche che nulla possono avere a che fare con l’agricoltura, e con l’agricoltura di qualità in primo luogo…si parla poi di psr (piano di sviluppo rurale) e si mette l’accento sulla consulenza aziendale, a sottolineare come l’affare agricoltura sia importante per costoro non tanto per l’aspetto produttivo in quanto tale (microredditualità dei produttori), quanto l’aspetto esterno a questo (consulenze, progettazioni, studi di fattibilità, formazione, insomma tutto il bestiario vorace del 5%- 10% della contribuzione pubblica sul settore) che di fatto fa pensare ad un parrassitismo professionale che ad ogni costo si deve mantenere, pena forse il mancato consenso che alcune categorie potrebbero far valere sulla politca regionale…già la visione delle poste finanziarie per i quattro assi del piano rende chiara l’idea di una programmazione agricola che “necessita” di professionalità che sono quasi del tutto estranee alla produzione agricola, dimenticando addirittura di individuare tra gli assi stessi quello forse più importante, quello delle filiere corte intese come meccanismo di priorità nell’accesso al mercato locale delle produzioni locali, cosa da attuarsi attraverso la creazione di un mercato regionale e di alcune indicazioni chiare, quali l’ovvia considerazione che l’agricoltura per sua natura “deve essere biologica” e che ogni altra tipologia di produzione va tenuta ai margini dell’accessibilità al mecato stesso…altro che autarchia, come de filippo, rivolgendosi a noi senza aver neppure cura di citarci, ha voluto stigmatizzare una idea forte di gestione del mercato…quello che può essere prodotto e consumato in loco secondo procedure sane ambientalmente, va incoraggiato in ogni forma e modo e non solo per motivazioni di carattere economico, energetico e di corretta prassi produttiva eco-compatibile, ma anche come forma di tutela della salute delle popolazioni…ovvio che se si crede ancora al mercato che si auto-regola, al deus ex machina della competitività, all’implementazione continua del pil senza regolazioni sulla distribuzione dello stesso, al liberismo economico, in breve, certi argomenti proprio è difficile che entrino in quelle teste bacate e condizionate da troppi rapporti con i poteri forti per ritornare a mettere i piedi in terra nella società e chiedersi se tra cosa si può fare e cosa si deve fare non ci sia anche una società, quella lucana, una terra, la nostre regione, dei concetti di tutela del mondo a cui dover dare una risposta…risposta che viene data da costoro, ma va sempre nello stesso senso!!!

in ultimo una considerazione sull’agriturismo che viti vede in crescita, ma altri indicatori danno in stallo se non in calo…e mettetevi d’accordo quando fate qualche dichiarazione!!!

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POTENZA:AL VIA IL PROGETTO “ORTI URBANI”
 
14/03/2009 10.07.13
[Enti locali]

In questi giorni è stato avviato dall’U. D. Ambiente-Qualità Urbana e dall’ Istituto per l’Agricoltura e l’Artigianato (IPAA) “G. Fortunato” di Potenza, uno studio finalizzato alla realizzazione di un sistema di orti urbani nella nostra città; si tratta di una iniziativa espressamente prevista dal Regolamento del Verde Urbano Pubblico e Privato della Città di Potenza, che consentirà di recintare e rendere idonei alla coltivazione alcuni appezzamenti residuali di terreno, i quali dovranno essere recintati e resi idonei alla coltivazione di ortaggi e fiori; i singoli lotti, in seguito ad appositi bandi e brevi tirocini formativi, saranno quindi assegnati ai cittadini dietro il pagamento di un simbolico canone annuo….“Oggi –ha affermato il Sindaco e Presidente ANCI di Basilicata, Vito Santarsiero– nelle principali città italiane la coltivazione di orti urbani non è più considerata un’anomalia, quasi un elemento di degrado paesaggistico, o un simbolo di una condizione sociale ed economica inferiore, quasi che la città sia un luogo solo per parchi e giardini. Si assiste dappertutto a una rinascita della antica usanza degli “orti senza casa” allocati all’interno del tessuto urbano, che non appartengono a chi li coltiva, ma sono proprietà delle amministrazioni comunali e vengono assegnati a coltivatori non professionisti. Anche se gli odierni orti urbani hanno un antenato nobile nel cosiddetto jardin ouvrier (giardino operaio) nato in Francia alla fine dell’Ottocento, in questa fase si registra sempre più l’interesse anche di impiegati, insegnanti, professionisti, e specialmente di pensionati di ogni ceto. Anche le semine si evolvono da quella degli ortaggi a quelle da fiore, mentre cresce il gusto borghese per il decoro e si incrementa il numero delle donne”.
L’Istituto per l’Agricoltura e l’Artigianato “G. Fortunato” ha quindi dato il via a veri e propri laboratori didattici che interesseranno alcuni quartieri urbani, per pervenire a una proposta di individuazione da condividere con gli uffici comunali e con i cittadini, tenuto conto che i siti da selezionare dovranno risultare idonei per le loro caratteristiche geo-pedologiche e morfologiche, per la loro localizzazione, per l’accessibilità e la presenza di acqua.
Il Dirigente dell’U.D. Ambiente–Qualità Urbana preposta alla materia, arch. Giancarlo Grano, nell’ auspicare che la creazione degli orti urbani possa rappresentare un modo concreto per scongiurare il degrado di molte zone sub-urbane della città e combattere la solitudine degli anziani attraverso lo scambio di saperi tra le generazioni, ha indicato all’IPAA, tra le aree da sottoporre a verifica preliminare alcune zone di Rione Lucania, di Via Ionio, di Poggio Tre Galli, di Macchia Romana e di Malvaccaro. Ovviamente l’Ufficio darà conto al più presto delle prime verifiche effettuate.

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plaudo all’iniziativa, pur avendo qualche dubbio a fronte delle parole di santarsiero circa il gusto borghese per il decoro e l’incremento del numero delle donne, frase che mi pare consegni l’iniziativa già all’indirizzo del tempo libero dei cittadini verso attività che nulla hanno però a che fare con l’esigenza del ricominciare a produrre da sè ortaggi e frutta…vedremo…come comitato stavamo pensando già da tempo di avanzare al comune di potenza una proposta leggermente più articolata di questa, ma corre l’obbligo di dare modo a questa amministrazione di dimostrare che certe iniziative non si fanno solo perchè si è in campagna elettorale per il comune di potenza…sempre però la stessa domanda…come conciliare una produzione orticola sana con l’inquinamento e le polveri sottili che un’idea errata di città, che pare essere la negazione stessa del diritto alla salute, rende di fatto una contraddizione?…staremo a vedere se alle parole facili della campagna elettorale seguiranno fatti concreti per una amministrazione “decente” della città…cosa che ci pare molto lontana dalla realtà!!! 

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SARA’ PRESENTATA LUNEDI’ LA RETE NATURA 2000 BASILICATA
 
14/03/2009 11.07.35
[Basilicata]
(AGR) – L’ambiente genera valore: è questo il tema dell’incontro di presentazione della Rete natura 2000, il programma della Regione Basilicata che prevede azioni di conservazione, recupero e valorizzazione ambientale.
L’iniziativa si svolgerà lunedì a Potenza, alle ore 10 presso la Sala Inguscio della Regione. Ai lavori, che saranno conclusi dal vice presidente della Giunta regionale, Vincenzo Santochirico, prenderà parte Sandro Pignatti, ordinario di Ecologia presso l’università “La Sapienza” di Roma.
Saranno presenti anche gli esperti chiamati dalla Regione a svolgere le attività di monitoraggio e di definizione delle misure per tutelare le risorse naturali, nonché rappresentanti dell’Accademia italiana di scienze forestali, del Centro di ricerca su biodiversità ed ecologia del paesaggio dell’università “La Sapienza”, dell’Istituto per l’ambiente marino costiero del Cnr di Napoli, dell’Istituto di genetica vegetale del Cnr di Bari, del Consorzio nazionale per le scienze del mare (cui aderiscono 30 università italiane), dell’Enea, dell’Istituto nazionale della fauna selvatica, della Società botanica italiana, delle università di Bari, Pavia, Parma, della Calabria e della Basilicata, del Cnr di Tito e dell’Istituto nazionale di economia agraria.
La presentazione della Rete natura 2000 della Basilicata potrà essere seguita anche in diretta sul portale internet basilicatanet.it.

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tutto molto bello sulla carta, ma la domanda rimane tutta…come conciliare questi progetti di salvaguardia del territorio con una tendenza al lasciapassare per certi affari che proprio sul territorio insistono e rappresentano non solo una costante minaccia allo stesso ed alla salute degli abitanti, ma la negazione di ogni progetto di una gestione integrata ai principi di salvaguardia ambientale e di tutela delle economie locali stante la grande pervasività a tutti i livelli di quegli stessi progetti….il caso di ferrandina e della val basento, il caso della val d’agri, il caso del litorale ionico, il caso della val sauro e via di seguito in una triste cartina che copre ormai tutta la regione è l’emblema di un pensiero unico che ha un’unica destinazione…l’asservimento della regione intera alle multinazionali dell’energia, dell’acqua e dei rifiuti e di tutto il circo barnum di faccendieri, imprenditori locali senza scrupoli, politicanti a libro paga, pennivendoli e facce televisive imbuti della disinformazione, burocrati grigi o neri, dipende dai casi, il tutto servito nella salsa densa di quella “passivizzazione” dell’opinione pubblica che fin troppo bene conosciamo come la blandizie di un popolo a cui si continua a far credere che i diritti siano favori e che i doveri sono sempre altrove…l’assessore santochirico ci pare in questo contesto una assicurazione a certi percorsi, un puntello di pensiero debole (il suo) al sistema del pensiero “unico”, quello che continua a voler considerare la terra come un supermercato che pratica sconti e saldi e di cui tuttavia si è deciso di portar via anche la cassa

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