comunicato stampa comunità lucana-movimento no oil

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Sull’ARBEA chiarezza sig. consiglieri regionali

  

Apprendiamo che sulle nomine di controllo politico all’ARBEA il consiglio regionale si è espresso con la nomina di Straziuso (PD) e Mattia (PDL), con ciò confermando quella sostanziale situazione spartitoria che da anni denunciamo come la “realtà” politica lucana.

 

 

Tali nomine ci lasciano interdetti non per le competenze specifiche dei suddetti, ma per l’evidenza di un palese conflitto di interessi tra costoro, che in via diretta od indiretta negli anni scorsi hanno beneficiato di cospicui contributi agricoli erogati proprio dall’ente in questione, ed il mandato di controllo che essi assumeranno sull’ente stesso, per di più in una situazione di grave indefinitezza del suo ruolo effettivo come ente erogatore in agricoltura.

  

Conflitti di interesse che troppo spesso si preferisce “trasferire” in chiave nazionale dimenticando il persistere in questa regione di conflitti magari minori nell’entità assoluta, ma non certo esigui nella contestualità dei piccoli numeri lucani in economia, e che necessiterebbero di ampie discussioni su limiti e raggi d’azione della politica soprattutto quando è proprio questa a gestire importanti partite di trasferimenti finanziari a sostegno dei settori produttivi, particolarmente in agricoltura.

  

Che i rischi di contiguità tra la stessa gestione e gli interessi privati siano reali non basta che sia la magistratura ad accertarli come notizia di reato, ma è la logica stessa a suggerirla in via preventiva ed il buon senso a consigliarne la maggior separazione possibile nell’ottica della uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alle istituzioni.

  

Logica e buonsenso che a quanto pare sono state ancora una volta sistematicamente piegate ad altre logiche ed altri sensi di cui non immaginiamo la bontà, perdurando di fatto in questa regione e nella sua massima assise legislativa e democratica una prassi di lasseiz faire che lascia attoniti.

  

Ma evidentemente i sig. consiglieri regionali o si sono distratti o come d’abitudine hanno votato per alzata di mano agli ordini dei capobastone-capigruppo senza pensare a quel “chi è chi” che pur dovrebbe muovere gli atti umani, particolarmente quelli di chi ha precise responsabilità politiche ed istituzionali o magari ancora pensando d’essere un club esclusivo della moralità, nessuno dubita di nessuno e tutt’apposto come di prammatica in questa regione

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Ritenendo che la coincidenza tra controllore e controllato sia uno dei segnali di deriva autocratica delle istituzioni di cui troppo spesso la nostra regione è afflitta ed altresì ritenendo che siano l’etica pubblica e la correttezza delle relazioni rappresentative del mandato ad essere termometro della legalità formale e sostanziale del comportamento dei consiglieri regionali, chiediamo al consiglio di ripensare alle decisioni assunte ed ai soggetti interessati di dimettersi dall’incarico.

  Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil 

I lavori del Consiglio regionale

01/02/2011 20:44Nominati i rappresentanti della Regione in enti ed organismi

ACR  Il Consiglio regionale della Basilicata, che si è riunito oggi a Potenza, ha proceduto alla designazione dei propri rappresentanti nel Comitato regionale di indirizzo dell’Arpab (Ruggiero dell’Udc con 16 voti e Napoli del Pdl con 9 voti), nell’Osservatorio regionale per il volontariato (Robortella del Pd con 16 voti e Sarra del Pdl con 9 voti), nella Commissione regionale dei lucani all’estero (Scaglione del Pu con 18 voti, Mollica dell’Mpa con 9 voti), nel Comitato di indirizzo dell’Arbea (Straziuso del Pd con 16 voti, Mattia del Pdl con 9 voti), nel Comitato consultivo per gli interventi regionali per la pace e la cooperazione tra i popoli (Vita del Psi e Dalessandro del Pd con 15 voti, Castelluccio del Pdl e Falotico del Plb con 9 voti) e nel Comitato di coordinamento istituzionale per le politiche del lavoro (Venezia del Pdl con 9 voti, Navazio del gruppo Ial con 8 voti e Braia del Pd con 7 voti). La prima parte dei lavori consiliari di oggi è stata dedicata all’attività di controllo, con l’approvazione a maggioranza di una variazione finanziaria al Bilancio di previsione 2010 dell’Ater di Potenza (favorevoli Idv, Pd, Udc, Sel, Pu, Api e Psi; contrari Pdl e Mpa; astenuti Plb e Ial). Successivamente si è svolta la discussione sulla situazione dell’Arbea iniziata nella precedente seduta con la relazione dell’assessore all’Agricoltura Mazzocco. Sono intervenuti i consiglieri Rosa, Venezia, Mattia, Pagliuca e Napoli (Pdl), Falotico (Plb), Singetta (Api), Straziuso (Pd), Romaniello (Sel), Navazio (Ial), Mollica (Mpa), Ruggiero (Udc), Scaglione (Pu) e Mazzeo Cicchetti (Idv).
E’ seguita la replica dell’assessore all’Agricoltura.

La riunione del Consiglio regionale è stata sospesa alle 20,30 per consentire alla quarta Commissione consiliare di concludere la discussione sul Piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche della Regione Basilicata. La seduta riprenderà alle 21,30.

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Arbea, Mazzocco: altri pochi mesi per andare a regime

01/02/2011 19:46La replica dell’assessore al dibattito consiliare sull’agenzia regionale. “Responsabilità anche di Roma, ma cerchiamo soluzioni e non colpe” AGR “Dal giorno che ho ricevuto la nomina ad assessore mi sono messa al lavoro con Roma nello spirito non di cercare colpe ma soluzioni per la vicenda di Arbea. Questo, a mio avviso, è il modo migliore di intendere il mio impegno di servizio per l’agricoltura lucana”. Nella replica al dibattito consolare sulla vicenda di Arbea, l’assessore regionale all’Agricoltura, Vilma Mazzocco, ha ripercorso brevemente quanto accaduto negli ultimi mesi per mostrare i forti passi avanti fatti nell’affrontare e avviare il percorso di risoluzione delle diverse problematiche.
“La prima emergenza – ha ricordato l’assessore – era quella di evitare il disimpegno dei fondi europei per l’agricoltura e ci siamo riusciti. Ora dobbiamo pensare al futuro di Arbea e la relazione che vi ho presentato parte da dati forniti da chi ha la responsabilità della struttura, cosa che ci consente di basare le iniziative che adotteremo per risolvere il problema su dati certi.
Ma dobbiamo guardare anche il contesto nazionale. Nel 1999 venne emanato un decreto che intendeva avviare un completo decentramento con tutte le regioni che provvedessero a istituire organismi pagatori. Ad oggi, però, ce ne sono solo 8 in 7 regioni, mentre 5 hanno dichiarato di non volere un organismo proprio e ci troviamo con un meccanismo ibrido.
Su questo tema c’è stato anche un invito della Corte dei Conti al Governo e al Parlamento in cui la Corte invita a riconsiderare l’organizzazione strutturale degli organismi esistenti al fine di contenere i costi di gestione. Così oggi in sede politica si sta interrogando su quale sia la migliore configurazione del sistema degli organismi pagatori. È ovvio che questo processo in atto influenzerà anche le scelte della Regione Basilicata su Arbea.
Va poi detto che, su quanto accaduto in passato, ci sono anche delle corresponsabilità nazionali, come riconosciuto anche da alcuni esponenti della minoranza anche in riferimento alla spesa Feaga che non era gestita da Arbea”.
L’assessore ha poi esaminato la situazione attuale di Arbea. “Alcune criticità – ha detto – persistono come le 18mila pratiche da smaltire, ma dobbiamo prendere atto del lavoro fatto per avviare il recupero delle certificazioni di 4 anni e oggi i servizi della Comunità europea ne hanno proposto il riconoscimento, cosa che ritengo agevoli la fase successiva. Bisogna dare atto a tutti quanti lavorano in Area che hanno dato un contributo generoso e rilevante alla ripresa, ma anche la relazione costante che Arbea ha col Dipartimento Agricoltura e il rapporto tra Dipartimento, Ministero e Agea hanno configurato quel lavoro di squadra che ha consentito di raggiungere i risultati che abbiamo presentato. Ora credo che dobbiamo dare qualche altro mese ad Arbea per consentire di portare a compimento questa accelerazione anche in vista dell’eventuale richiesta di riconoscimento all’Unione Europea dello status di organismo pagatore, sempre che gli orientamenti nazionali vadano in questo senso”.
—————————————————————————————————————ci risiamo con il perdonismo ed il giustificazionismo verso questo carrozzone che serve solo al mantenimento di alcune rendite di posizione (come tra le altre potrete leggere al link seguente http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallabasilicata_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=359449&IDCategoria=12 che riferisce solo alcuni aspetti della faccenda) e ad assicurare un posto di lavoro ben pagato ad alcuni soggetti molto, ma molto vicini al potere oggi “regnante” in basilicata (se volete è facile anche farne i nomi, ma sarebbe interessante che siate voi a controllare http://www.arbea.basilicata.it/)

sulla vicenda arbea in una regione normale la giunta si sarebbe dovuta dimettere!!!…e qui qualcuno pretende di dare ancora alcuni mesi ad arbea!!!

resta il rimpianto per centinaia di milioni di euro buttati non al vento, ma nelle tasche di qualcuno che poi guarda caso fa da pilastro all’intero sistema politico regionale…e qui destra e sinistra non c’entrano affatto… qui si parla di esarcati e di mandamenti

e già che ci siamo l’occasione non è malvagia per ridare un’occhiatina alla condanna per danno erariale del suo ex direttore, nominato direttamente dalla giunta regionale

sentenza_corteconti_240_2009_condannadimauro.pdf

come vedete il materiale non manca ed ai più attenti il confronto tra il contenuto dei link aprirebbe molte prospettive di comprensione…signori magistrati, vogliamo fare qualcosina in merito?

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l’incontro di tramutola

Domenica 30 gennaio 8° incontro con i cittadini di Tramutola.

L’ argomento  oggetto di discussione ancora una volta è stato  la riscoperta del territorio come bene comune, per  una rivalutazione del territorio,  da questo quindi l’esigenza di un  inventario dei beni comunali per poter fare una ricognizione dei beni pubblici.

Abbiamo innanzitutto parlato di usi civici ,diritti cioè spettanti su proprietà altrui (sia pubblica che privata) ad una collettività di persone, ad esempio, i cittadini di un comune che hanno il diritto di far legna in un bosco.

Il diritto sugli usi civici spetta al singolo uti civis quale membro di una collettività e non personalmente come individuo, è un diritto la cui titolarità spetta alla popolazione.

 Gli usi civici, sono considerati diritti collettivi di carattere pubblico, quindi inalienabili, imprescrittibili e non si estinguono neppure in forza dell’usucapione di un possessore.  

Si sono predisposti mezzi per la loro liquidazione che si attua mediante un compenso con il quale il proprietario affranca il suolo,il ricavato va ripartito tra gli abitanti del comune, scelti tra i meno abbienti.

Nasce come diritto feudale, caratterizzato dall’utilizzo che una determinata  collettività locale può fare in determinate aree e si inquadra in un’ottica di economia di sussistenza: ad esempio  l’ uso civico legnatico riconosce ai membri di una comunità  , di raccogliere la legna in un particolare bosco, considerato di proprietà collettiva ; ancora,  l’uso civico  pascolitico  prevede  il pascolo delle greggi e delle mandrie, quello fungatico  la raccolta dei funghi, e via dicendo.

La prima regolamentazione si è avuta con la Legge 1766 /27 con la quale il legislatore decretò che tutti gli usi civici esistenti in quel momento dovessero essere rivendicati e regolarizzati dando la possibilità ai soggetti di affrancarli e quindi di trasformare il possesso delle terre di demanio civico in piena proprietà assoluta o esclusiva, istituendo un apposito magistrato detto Commissariato degli usi civici.

Il  D.P.R  616/77 ha attribuito le funzioni amministrative sugli usi civici alle regioni, ma l’incapacità delle regioni stesse  di comprendere e dare  soluzioni alle numerose problematiche che col tempo  sono diventate sempre  più complicate, ha portato  addirittura  a far sì che  interi centri abitati  sorgessero su terre civiche senza individuare strumenti  adatti per affrontarle  e risolverle.

Si sono create  così, situazioni paradossali al punto   che in  molti comuni invece di  requisire o abbattere edificazioni abusive su terre civiche senza i procedimenti autorizzativi  (così come  vogliono le leggi vigenti , sia ambientali che urbanistiche) ne fosse tollerata  l’edificazione, fornendo servizi  e molti comuni hanno addirittura  lottizzato e venduto le terre di demanio civico come se fossero nel proprio demanio disponibile.

Il  D .P R  616/77 ricomprende gli usi civici nell’ampio settore dell’agricoltura e foreste e la riforma Bassanini, consente di ricondurre le amministrazioni separate nel novero degli enti locali di cui all’art. 118 Cost.

La normativa odierna prevede l’obbbligo da parte del comune di dotarsi di appositi regolamenti.

Quindi gli statuti comunali devono avere appositi richiami nelle disposizione relative ai beni comunali e demaniali ed un apposito regolamento sui rapporti fra comuni e amministrazione separata.

Gli usi civici hanno assunto una particolare rilevanza paesaggistico – ambientale, soprattutto le terre civiche adibite a bosco e  a pascolo..come affermato dalla Corte Costituzionale nella sentenza 46/95.

Le zone gravate da usi civici sono sottoposte a vincolo paesaggistico dalla Legge Galasso, la   431/85 ( art. 1, 1°com lett. h) ed un principio di salvaguardia degli usi civici è presente anche  nella  Legge – quadro  394/91  (art 1 , 3°com lett  b ) legge istitutiva  del Parco Val d’Agri – Lagonegrese.

Il problema è dato dal fatto che non esistono elenchi degli usi civici  di ogni singolo  comune, da qui l’esigenza di un riordino della materia.

In Basilicata è nato il Cauc (comitato per l’accertamento dei diritti pubblici di uso civico  e assimilati) , per la risoluzione  della complessa vicenda degli usi civici, infatti , vista la confusione totale esistente,  gli usi civici, andrebbero considerati con una legge regionale  e non lasciati nel completo abbandono.

 

Noi abbiamo chiesto al Comune di poter visionare ed estrarre  copia, lì dove conosciuti ,degli elenchi degli usi civici del nostro territorio..stiamo aspettando!

marica la salvia coordinatrice cittadina di comunità lucana – movimento no oil

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