l’urlo delle donne…e quello degli uomini…dimettiti!!!

Ruby, l’urlo delle donne: ‘Siamo più di un milione. Berlusconi dimettiti’

 

‘Se non ora quando?’ in molte piazze italiane e nel mondo. Un corteo arriva fino a Montecitorio

 13 febbraio, 21:00  ROMA – Una marea di più di un milione di persone “indignate” è scesa in piazza, in Italia e nel mondo, per dire basta a una cultura che nega la dignità delle donne e per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi. Ha superato le più rosee aspettative la mobilitazione nata intorno all’appello “Se non ora quando”, che in pochi giorni e con il fondamentale ausilio di Internet ha scatenato, con un effetto-valanga, manifestazioni in 230 città in Italia e una trentina all’estero. Roma in primo luogo, ma anche Milano, Torino, Napoli e così via in giro per l’Italia e per il mondo fino all’altra parte del globo, a Honolulu e Auckland: un grido si è levato oggi pomeriggio dalle piazze: “ora basta!”. Piazze enormi come quella del Popolo a Roma si sono riempite di donne e di uomini “amici delle donne”, tutti arrivati senza bandiere di partito ma solo con qualche tricolore e tanti cartelli, tutti contro il premier: “Berlusconi indegno”, “Io donna cattolica dico basta! B vai via”, “Napolitano: una Clio tutta la vita – Berlusconi: una escort tutte le notti” e anche “Dimettiti! Grande capo culo flaccido”. E contro Berlusconi si è levato l’urlo della folla prima dell’inizio della manifestazione romana: “Dimettiti!”. La rabbia della gente in piazza è infatti più esplicita e diretta di quella delle donne sul palco, che quasi mai pronunciano il nome di Berlusconi e puntano invece sui temi della dignità delle donne e della rivendicazione di un nuovo ruolo. Star applauditissime della kermesse romana, la leader della Cgil Susanna Camusso e la deputata finiana Giulia Bongiorno. “La misura è colma” ha detto dal palco Camusso, che ha definito quella di oggi “una rivoluzione culturale che si muove dal basso”, che parte “non dalle gerarchie ma dal popolo: é davvero un Paese che non ne può più”. E per Bongiorno “oggi siamo e dobbiamo essere protagoniste, non comparse. L’unico contesto in cui vedo le donne protagoniste sono le barzellette, soprattutto se le barzellette provengono da Arcore”. In piazza anche le prostitute – il Movimento per i loro diritti aveva annunciato l’adesione – che si sono presentate con un ombrellino rosso e un gruppetto di loro ha sfilato per le strade del centro di Roma con uno striscione che recitava “Sul nostro corpo nessuna strumentalizzazione, diritti e welfare per tutte”. E c’é stato anche un piccolo, festoso blitz di circa duecento manifestanti che si sono recati davanti a Montecitorio per chiedere le dimissioni di Berlusconi e lasciare regalini ironici ai parlamentari. TANTI STRISCIONI – “Vogliamo un Paese che rispetti le donne tutte”. Lo striscione rosa viene srotolato dalla terrazza del Pincio quando piazza del Popolo è già gremita. E fa da sfondo alla manifestazione “Se non ora quando?”. Una protesta senza bandiere di partito, con qualche tricolore, ma soprattutto con tantissimi striscioni, cartelli, adesivi con slogan orgogliosi, irriverenti, a tratti rabbiosi. Per rivendicare con tutte le sfumature possibili “la dignità delle donne”.DA NORD A SUD, PROTESTA RIEMPIE PIAZZE – La protesta delle donne per rivendicare la propria dignità ha riempito le piazze di tutta Italia. Al di là di quella della capitale, manifestazioni colorate e scandite da balli, cartelli fantasiosi, cori e slogan anche per sollecitare le dimissioni di Silvio Berlusconi, si sono tenute da Nord a Sud del Paese e hanno visto anche la partecipazione di tanti uomini e intere famiglie. Ed è stato “pienone” nelle principali città, a cominciare da Milano e Torino, dove secondo gli organizzatori i partecipanti sono arrivati a quota 100mila. “Tutto esaurito” dunque a Milano. Ma a scaldare la folla sono stati soprattutto le parole del premio Nobel Dario Fo e di sua moglie Franca Rame. Torino ha visto piazza San Carlo affollata come nelle storiche manifestazioni del Primo Maggio e i portici di via Roma impercorribili. “Siamo partiti in 50 mila, ora siamo diventati 100 mila”, hanno detto gli organizzatori a un’ora dall’inizio della manifestazione. Un cordone formato dalle donne che si tenevano per mano ha aperto invece la manifestazione di Bologna. Cinquantamila persone anche a Napoli. Altrettanti partecipanti a Genova, dove “in galera” è stato uno degli slogan più gridati dai presenti, tra i quali c’era anche il comitato ‘Le graziose’, che rappresenta le prostitute del centro storico. In trentamila hanno sfilato a Firenze; mentre a Venezia la manifestazione è stata anche l’occasione per esprimere solidarietà a Nicoletta Zago, operaia che da tre giorni su una torre di Marghera a 150 metri d’altezza, è in sciopero della fame per il posto di lavoro. 

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Nuovi sbarchi nella notte, altri cento a Lampedusa

 

Altri due barconi in arrivo, centinaia di migranti assiepati sul molo. Decretato stato emergenza

 13 febbraio, 10:55   

LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Sono almeno due i barconi carichi di migranti che sono stati avvistati dai velivoli della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza e che potrebbero giungere nelle prossime ore a Lampedusa. E’ quanto si apprende dalla stessa Capitaneria di porto che sta monitorando i due ‘target’, come vengono definiti in gergo. Oltre ai barconi che entrano in porto, poi, la Guardia Costiera e le forze di Polizia dell’isola stanno tenendo sotto controllo anche altri punti di possibile approdo. Infatti, alcuni stranieri sono stati visti stamani camminare lungo le strade di Lampedusa dopo che, almeno così hanno detto, erano sbarcati con una imbarcazione su una caletta dell’isola.

  

OLTRE DUEMILA I MIGRANTI PRESENTI A LAMPEDUSA – Sono attualmente oltre duemila – per la precisione 2.134, secondo le stime delle forze di polizia – gli immigrati attualmente presenti a Lampedusa, dopo l’ennesima notte di sbarchi. Molti immigrati, nell’ordine di 6-700, forse più, si trovano attualmente sul molo Favaloro, dove sono approdate le imbarcazioni e dove hanno trascorso la notte. Proprio in questi momenti si sta decidendo il loro trasferimento presso alcune strutture dell’isola di proprietà comunale o della parrocchia. Si tratta tuttavia di strutture tutte già piene ed è per questo che è già ripreso il ponte aereo che sta trasferendo gli extracomunitari altrove. Tutto questo, mentre gli sbarchi non cessano. Il comandante della capitaneria di porto, Antonio Morana, ha spiegato che una motovedetta ha appena individuato due imbarcazioni che si trovano a ridosso dell’isola, a circa tre miglia, e che tra poco arriveranno in porto. “Una situazione abbastanza pesante, gli sbarchi si susseguono con ritmo incessante”, afferma il comandante Morana. Finora la quasi totalità degli immigrati proviene dalla Tunisia.

 Nella notte un centinaio di immigrati sono stati trasbordati su una motovedetta della guardia costiera, 17 miglia a largo di Lampedusa: subito dopo l’imbarcazione su cui si trovavano e’ affondata. Gli extracomunitari giungeranno tra circa mezz’ora nel porto dell’isola. Si tratta di uno degli ultimi tre barconi avvistati dalla guardia costiera nelle ultime ore, due dei quali sono gia’ arrivati in porto. Anche una quarta imbarcazione, avvistata dalla guardia di finanza, ha ormeggiato poco fa con un numero imprecisato di clandestini a bordo. Tra gli immigrati sbarcati nelle ultime ore, tutti provenienti dalla Tunisia, anche tre donne. “Per noi è diventato impossibile vivere là: ci sono violenze, rapimenti e non si capisce più chi comanda. Il paese è allo sbando”, ha detto una delle tre, spiegando di essere partita la sera prima. Tutte hanno affermato di voler raggiungere la Francia dove si trovano dei loro parenti. Le tre donne facevano parte degli oltre 100 extracomunitari che sono stati salvati stanotte da una motovedetta della Guardia Costiera, circa 17 miglia a largo di Lampedusa: si trovavano su un barcone in difficoltà, che imbarcava acqua, e che è affondato subito dopo che gli stranieri erano stati trasbordati sulle unità della Capitaneria di porto. Sulla banchina del molo Favaloro, sono centinaia gli immigrati che stazionano in attesa di essere comportati in diverse strutture di accoglienza per poi, come avvenuto in questi giorni, essere trasferiti altrove via aereo o nave. 

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Card benzina: Prinzi (Idv), la Val D’Agri non fa salti di gi13/02/2011 10:21

BAS

“Consigliamo al sottosegretario Viceconte e all’on. Taddei del Pdl di abbassare i toni di entusiasmo dopo il “disco verde” degli organismi dell’Unione Europea per lo sconto benzina anche in Basilicata che dovrebbe far seguito a quello in vigore già da qualche anno in Friuli, perché siamo in presenza comunque di un provvedimento-elemosina specie rispetto agli alti interessi e profitti delle compagnie petrolifere che estraggono idrocarburi in Val d’Agri”. E’ il commento del presidente del gruppo IdV alla Provincia di Potenza Vittorio Prinzi che esprime l’auspicio che “almeno questa volta sia rispettata la scadenza indicata dai rappresentanti del Pdl perché nelle case dei patentati lucani in primavera arrivi la “card” dopo la delusione di Natale”. “In attesa di conoscere l’entità del beneficio destinato, va ribadito, solo ai lucani titolari di patente di guida – continua Prinzi – e l’ammontare della spesa necessaria per la realizzazione-emissione e spedizione della “card”, siamo certi che le comunità della Val d’Agri non fanno salti di gioia perché è presumibile che la “card” conterrà poche decine di euro e di sicuro non sarà consegnata alle migliaia di anziani e di nuclei familiari senza patentati in casa e perciò ingiustamente penalizzati. Tutto ciò rafforza la sollecitazione ad incrementare l’aliquota delle royalties spettanti per l’estrazione di petrolio e la produzione di gas in modo da ottenere benefici reali e consistenti e al tempo stesso la necessità di non penalizzare ancora la Val d’Agri”.

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meno di 90 euro a cui andranno detratte le spese per la card (un bel regalino a chi la gestisce)…questo è tutto!!!

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Fismic: niente di nuovo tra Governo e Fiat 13/02/2011 10:15

BAS

“Sull’incontro tra Governo e Fiat, per noi della Fismic, non c’è niente di nuovo, si è trattato infatti dell’ennesima conferma che il piano industriale Fabbrica Italia prosegue.
Riteniamo che la vera risposta alle domande sul futuro della Fiat, stia negli accordi già sottoscritti e accettati dai lavoratori di Pomigliano e Mirafiori”. Lo dichiara il segretario regionale Fismic Basilicata Marco Roselli. “Questi accordi – continua la nota – rispondono alla richiesta aziendale,di governabilità e competitività degli stabilimenti, e solo queste garanzie, possono rendere attuabili gli investimenti previsti.
Si tratta di investimenti cospicui che sono la base essenziale per lo sviluppo e il sostegno all’occupazione. Per queste ragioni , la Fismic vuole guardare più ai fatti che alle parole, o peggio alle polemiche di chi vuole fare finta di non capire e impegna le proprie energie alla ricerca di continue richieste di conferme sul futuro della Fiat, che peraltro puntualmente arrivano in ogni occasione. La Fismic invita la Fiat ha proseguire con l’attuazione degli investimenti di Fabbrica Italia anche su Melfi”.

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piano che non contiene nulla di rilevante oltre al titolo…

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Jacques-Louis David, Belisario che riceve l’elemosina

Nucleare, Belisario (Idv) siti per scorie siano resi pubblici13/02/2011 10:13

BAS

“Il governo ha ricevuto in gran segreto dalla Sogin, società che dovrebbe gestire i rifiuti nucleari, ha lista dei possibili siti”. Lo denuncia il presidente dei senatori dell’Italai dei Valori, Felice Belisario. “Siamo preoccupati per la sistematica violazione della trasparenza che impone a chi ci governa a non trattarci da sudditi e quindi di informare i cittadini di ogni scelta. Sul nucleare é bene dire chiaro e tondo che il ritorno al nucleare serve solo per buttare soldi pubblici e favorire la solita cricca politico-affaristica da cui mi auguro il centrosinistra tutto prenda le distanze. In ogni caso il referendum spazzerà via un un esecutivo agonizzante che spera, nascondendo documenti fondamentali che dovrebbero essere pubblici, di farla franca. Non sanno che prima o poi dovranno dichiarare pubblicamente dove sistemeranno le centrali e affrontare la reazione dei cittadini che sono pronti a fare le barricate per evitare lo sfregio del territorio. Basta scherzare con la nostra salute e con quella dei nostri figli. Sono ben 52 le aree che potrebbero essere attrezzate per il deposito di scorie nucleari. Tra questi – conclude Belisario – anche alcuni che già in passato si sono dimostrati inadatti come ad esempio quello di Scanzano Jonico. Va bene che il parlamentari del centrodestra obbediscono al padrone per salvarlo dai processi,ma sul nucleare almeno aprano gli occhi”.

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è un boccone davvero molto avvelenato per la basilicata…prevedo sia il sito che la centrale!!!

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12/02/2011

rifare una classe dirigente adatta ad un paese che “deve” cambiare non è un’operazione che si costruisca sugli slogan, ma occorre lavoro, sacrificio e soprattutto idee in grado di camminare sulle gambe di chiunque, non solo dei leader a cui taumaturgicamente ci si affida per manifesta incapacità ad elaborare una visione che tenga dentro tutta la realtà

miko somma